sabato 13 ottobre 2012

ARMENIA-ITALIA 1-3


L’Italia di Prandelli soffre, rischia tantissimo ma alla fine riesce a portare a casa i tre punti dalla trasferta armena. Tre a uno il risultato di una gara che sarebbe potuta finire in ogni modo per le occasioni sciupate dagli azzurri ma soprattutto per gli errori in fase difensiva che, esaltati dalla voglia degli armeni di non fare brutta figura davanti al proprio pubblico, hanno rischiato di di rovinare una buona gara.

FORMAZIONI – Ritorno al passato in terra armena per Cesare Prandelli: nonostante le critiche settimanali sul minutaggio dei nazionali, sono ben 6 gli juventini che trovano spazio dal primo minuto nel 4-3-1-2 disegnato dall’ex tecnico gigliato. Difesa a 4 composta da Maggio e il rientrante Criscito (preferito come terzino a Chiellini) sugli esterni, Barzagli e Bonucci nel mezzo, De Rossi ritrova spazio nel mezzo con Pirlo e Marchisio, mentre a Montolivo è affidata la fase di supporto del duo Giovinco-Osvaldo.

Dall’altra parte il ct Minasyan risponde con un 4-5-1. In difesa, davanti a Berezovsky, ci sono Mkoyan, Arzumanyan, Aleksanyan e Yedigaryan a formare il quartetto difensivo. A centrocampo, spazio ad Ozbiliz, Yedigaryan, Mkrtchyan e Manoyan, con il gioiello dello Shakhtar, Mkhitaryan, che fa la spola con l'attacco. In avanti, l'unica punta è Movsisyan.

PRIMO TEMPO – Partono subito forte gli azzurri con Pirlo vicinissimo al gol su punizione, che trova subito il vantaggio dopo pochi minuti con lo stesso regista juventino su calcio di rigore, assegnato per fallo di mano di Mkoyan. Col passare dei minuti l’Armenia riesce a recuperare campo e, grazie alla velocità dei suoi interpreti, mette in difficoltà la retroguardia italiana.

Al 27’ l’episodio che riporta la gara in equilibrio: scontro tra Maggio e un giocatore armeno, l’arbitro mette il fischietto alla bocca senza fischiare (lo scontro era avvenuto tra le teste dei due giocatori) e il talentino Mkhitaryan si invola in porta, saltando praticamente indisturbato Barzagli, e mette in rete il pallone dell’1-1.

L’Italia prova a reagire e sfiora anche il pareggio con Giovinco e Montolivo, ma la velocità degli armeni in campo aperto continua a fare male.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre sulla falsariga delle recriminazioni arbitrali del primo tempo: su una punizione da sinistra di Pirlo, Bonucci sfiora il pallone che sbatte su un braccio larghissimo ma l’arbitro invita ancora una volta a giocare.

L’Italia, nonostante provi ad alzare i ritmi e a fare gioco, rischia di subire la beffa ad opera di Manoyan su cui Buffon si esalta. Al 19’ gli azzurri riescono a trovare finalmente la seconda rete con Daniele De Rossi, che sfrutta benissimo un assist dalla destra di Pirlo per insaccare il pallone in rete.

Con l’andare della ripresa l’intensità degli armeni cala fisiologicamente, mentre gli azzurri riescono a gestire meglio la manovra, trovando così allo scadere il tris con Osvaldo. Positiva la prova del neo-entrato El Shaarawy, che ha anche sfiorato il goal.

LA CHIAVE – La differenza l’ha fatta sicuramente il divario di condizione e di tasso tecnico tra le due squadre: gli armeni per un’ora di gioco hanno retto e addirittura messo in difficoltà gli azzurri, che per lunghi tratti di gara sono stati sottoritmo. Appena è calata l’intensità, gli uomini di Prandelli hanno potuto far girare con più calma il pallone e cercare la manovra (che poi ha dato i frutti dei due gol).

MOVIOLA – Primo tempo di totale confusione per l’arbitro della sfida: è bravo a vedere il fallo di mano in area che, anche se il braccio è attaccato al corpo, impedisce al pallone di giungere in mezzo. Meno bravo in occasione del pareggio armeno quando dovrebbe fermare il gioco per lo scontro che vede protagonista Maggio.

Nel finale del primo tempo ci sarebbe il secondo giallo per Mkoyan, autore di un altro fallo di mani volontario su un lancio per Giovinco diretto a rete: l’arbitro chiude più di un occhio. La ripresa, dopo un altro fallo di mani sorvolato, scorre liscia fino alla fine con gli armeni che collezionano cartellini fino allo scadere.

Dalle pagelle:

IL MIGLIORE: Riccardo Montolivo. Ispirato come non mai (Galliani si mangerà le mani), il trequartista rossonero suggerisce a destra e sinistra, in lungo e in largo e dai suoi piedi passano sempre le azioni più pericolose. Guadagna lui il calcio di rigore che sblocca la partita dopo appena 5 minuti. Rigenerato.

IL PEGGIORE: Hrayr Mkoyan. Nonostante il rigore procurato ai suoi nel primo tempo, ci riprova nella ripresa quando viene graziato dall'arbitro per aver colpito di nuovo con la mano in mischia.

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