lunedì 30 aprile 2012

Maxi-Squalifiche per Marchetti e Dias

Sono arrivate come una fitta pioggia le decisioni del giudice sportivo in merito agli episodi di ieri, verificatisi al termine di Udinese-Lazio allo stadio Friuli, dopo il “fischio non fischio” dell’arbitro Bergonzi: mano pesante della giustizia sportiva, nella persona di Giampaolo Tosel, che costerà moltissimo alla formazione biancoceleste soprattutto in vista dell’accesissimo finale di stagione per la conquista del terzo posto valido per la qualificazione in Champions League.

Il portiere Federico Marchetti, colpevole di aver spintonato nella foga delle proteste il direttore di gara, ha ricevuto quattro turni di squalifica e tornerà disponibile alla seconda giornata del prossimo campionato: il suo atteggiamento, inoltre, potrebbe avere ripercussioni anche sulle chance di ottenere una convocazione ai prossimi Europei da parte di Cesare Prandelli che, in applicazione del “codice etico” di certo non può aver gradito la reazione del portiere. Tre giornate, invece, ad Andrè Dias, colpevole di aver “assunto un atteggiamento aggressivo e gravemente intimidatorio nei confronti del quarto ufficiale”, e che termina, così, il suo campionato e rientrerà nella prima giornata della prossima stagione. Inoltre, gli episodi di ieri ed i connessi atteggiamenti a dir poco sopra le righe dei dirigenti laziali, ed in particolar modo di Igli Tare sceso dalla tribuna appositamente per protestare contro Bergonzi, sono costati, anche un’ammenda pecuniaria di ben 20 mila euro al club biancoceleste che ora dovrà fronteggiare una gravissima emergenza per le prossime tre giornate di campionato.

Fuori gli infortunati Klose, Brocchi, Stankevicius e Hernanes, fuori il terzino Dias ed il portiere titolare Marchetti, il tecnico Edi Reja dovrà lavorare di fantasia per riuscire a schierare una formazione competitiva già nel prossimo impegno di mercoledì contro il Siena: contro i toscani sarà una vera e propria prova d’appello per la Lazio, reduce da sei sconfitte nelle ultime nove partite disputate, che determinerà definitivamente le ambizioni europee dei capitolini, anche alla luce della feroce concorrenza di Udinese, Inter e Napoli, tutte a quota 55 punti in classifica, al pari della stessa Lazio.

La strada, dunque, si preannuncia irta d’ostacoli e tremendamente difficile da percorrere, a meno che non giunga un improvviso cambio di rotta, nelle gambe e, soprattutto, nella testa degli uomini di Reja. Il nervosismo e le reazioni esagitate di ieri, infatti, riflettono una condizione psicologica tutt’altro che serena che si rivela assolutamente inadatta e inopportuna nel caso di professionisti di serie A: i nervi non saldi e la rissa scatenatasi, infatti, non può essere giustificata dalle valutazioni – giuste o sbagliate che siano – del direttore di gara, ancor di più considerando che la partita era praticamente conclusa. In tal senso, in favore dell’operato di Bergonzi, si è espresso oggi anche il presidente dell’Aia Nicchi, che condanna le reazioni violente dei calciatori, sottolineando come la condotta di Bergonzi sia stata corretta poichè, a livello regolamentare, ha fatto ciò che doveva, valutando che il triplice fischio proveniente dagli spalti “non ha inficiato” e ha fatto capire “con gesti inequivocabili” di continuare il gioco, al punto che uno solo si è fermato ma cinque calciatori hanno proseguito l’azione. Assoluzione piena, dunque, per il direttore di gara.

Tombolini: "Bergonzi ha sbagliato"

Daniele Tombolini, ex arbitro di Serie A, ne ha viste tante in carriera, ma forse mai un caso come quello capitato a Udine. Un fischio dagli spalti, i giocatori della Lazio che si fermano e quelli dell'Udinese che, invece, non ci cascano e continuano, trovando il raddoppio. In molti hanno detto la loro sull'episodio, ma Tombolini ci dà la sua opinione in merito. Anzi, fa parlare il regolamento...

Allora Daniele, cosa pensi dell'episodio di Udine? “Semplice: Bergonzi ha commesso un errore, doveva interrompere il gioco e riprenderlo scodellando la palla”.

Da cosa nascono le tue certezze? “Non è un'interpretazione la mia, ma la semplice applicazione del regolamento”.

Che esattamente dice? “Leggo dalla regola 5: “Se uno spettatore emette un fischio e l’arbitro considera che tale fischio abbia interferito col gioco, l’arbitro interromperà il gioco e lo riprenderà con una propria rimessa dal punto in cui si trovava il pallone quando il gioco è stato interrotto”. Non mi sembra ci siano dubbi in merito...”.

Può Bergonzi aver deciso di far proseguire perché ha considerato che il fischio non interferisse col gioco? “Mi sembra difficile: il fischio dello spettatore si sente distintamente e l’interferenza al gioco era impossibile da non vedere per la reazione dei giocatori della Lazio, di cui Bergonzi si accorge visto che più volte fa “no” col dito”.

Dunque Bergonzi ha sbagliato... “La scelta opportuna sarebbe stata quella di interrompere il gioco e riprenderlo con una rimessa dell'arbitro”.

UDINESE-LAZIO 2-0

Bella gara dell'Udinese al 'Friuli', con gli uomini di Guidolin che hanno giocato una partita d'attacco contro una Lazio guardinga, fino al gol di Di Natale, abile a sfruttare l'assist di Domizzi. Per i biancocelesti, decimati dagli infortuni, poche azioni offensive e tanta sofferenza; e non è ancora finita...

FORMAZIONI - Guidolin presenta il solito e rodato 3-5-1-1, con alcuni cambi rispetto alla gara con l'Inter; in assenza di Floro Flores è Fabbrini a supportare Di Natale, e sulla fascia sinistra c'è Pasquale al posto di Armero. Per il resto la squadra è quella titolare, con il trio difensivo Benatia-Danilo-Domizzi.

I soliti problemi derivanti da infortuni costringono Reja all'ennesimo cambio di modulo: stavolta è un 4-4-1-1, con Mauri dietro all'unica punta Rocchi e Garrido nell'inedito ruolo di ala sinistra; ritorna Konko come terzino destro, con Scaloni spostato sull'altra fascia. Ledesma e Matuzalem in mezzo al campo a creare gioco.

PARTITA - Il canovaccio della gara è chiaro fin dall'inizio, con l'Udinese a fare la gara e la Lazio a cercare di contenere e ripartire. Le emozioni sono però poche, anche se quasi tutte di marca friulana. Prima è Di Natale a cercare il gol su punizione, ma Marchetti non si fa cogliere impreparato e respinge, poi è Pinzi a cercare il gol dell'ex con un gran tiro da fuori, ma il pallone esce di poco alla sinistra del portiere laziale.

L'Udinese continua a spingere, ed è ancora Pinzi a testare l'abilità del portiere avversario; il suo tiro a giro però è ben parato da Marchetti; poco dopo, un tiro-cross di Basta, deviato da Garrido, impensierisce la difesa laziale, con Marchetti ancora decisivo nel salvare la baracca.

In mezzo a tutto questo, evidenziamo due infortuni occorsi alla Lazio, ai danni di Matuzalem e Biava, ed un bel colpo di testa di Rocchi, con Handanovic abile a salvare la porta friulana mandando la palla in angolo.

Secondo tempo che inizia con Asamoah che tenta subito una conclusione a sorpresa che termina di poco alta, e qualche minuto dopo è Di Natale a cercare il gol al volo, anche in questo caso però senza fortuna.

Ancora l'Udinese tenta di trovare la via del gol, con la Lazio che difende molto bassa e permette un buon possesso palla, e ci va vicinissima con Basta che, inseritosi in area, calcia di poco alla destra della porta di Marchetti; i friulani continuano ad attaccare ed alla fine il gol arriva: Domizzi viene lasciato libero dal pressing dei centrocampisti avversari, e riesce a calibrare un ottimo cross per Di Natale che, con una bella conclusione al volo, batte l'incolpevole Marchetti.

La Lazio tenta di reagire, ma è una reazione sterile, basata su lanci lunghi verso l'area friulana, ma pericoli reali per Handanovic non ci sono. Finale thrilling: mentre Pereyra si invola sulla fascia, si sente distintamente un triplice fischio, con i giocatori della Lazio che si fermano e l'argentino che segna, mentre Gonzalez si era fermato, così come Marchetti. Ne segue una rissa generale, poi stemperata.

CHIAVE - In una partita così bloccata ci vuole il guizzo del campione: il gol di Totò Di Natale ne è l'esempio. Bellissimo il gesto tecnico dell'attaccante, a coronare il bel cross di Domizzi.

CHICCA - Continua il momento no in casa Lazio per quanto riguarda gli infortuni: anche oggi due infortunati, e tutti nel primo tempo, a complicare ancora di più i piani di Reja per le tre partite rimanenti.

TATTICA - Reja imposta una partita di contenimento dei suoi e, fino al bel goal di Di Natale, la tattica sembrava pagare; sicuramente l'importanza della gara ha frenato leggermente anche l'Udinese che, spesso e volentieri ha cozzato contro il muro difensivo biancoceleste.

MOVIOLA - Non ci sono decisioni difficili da prendere per l'arbitro; giusto non dare il rigore richiesto da Asamoah nel primo tempo, mentre magari è un pò esagerata l'ammonizione per simulazione data a Di Natale, sempre sugli sviluppi di un'azione in area laziale.

PROMOSSI & BOCCIATI - Nell'Udinese ottima partita di quasi tutta la squadra, con Di Natale, Domizzi e Pinzi sugli scudi; Abdi ha invece deluso. Tutto il contrario in casa Lazio: migliore in campo Marchetti, con Dias, Ledesma e Konko che provano a tenere in piedi la squadra; scarso l'apporto di Kozak, mentre Rocchi si impegna, ma non incide.

venerdì 27 aprile 2012

Marchetti crede ancora nel terzo posto: "I tifosi ci sono vicini e insieme cercheremo di raggiungere questo traguardo..."

Questo pomeriggio ai microfoni di Lazio Style Radio è intervenuto Federico Marchetti. Il portiere biancoceleste è pronto per il big-match di domenica sera contro l’Udinese: “Noi ci sentiamo bene, oggi ci siamo allenati con intensità per affrontare al meglio la partita di domenica che sarà decisiva per il traguardo che dobbiamo raggiungere”. Questo pomeriggio nel centro sportivo di Formello i tifosi hanno esposto uno striscione (“Nessun cedimento nessuna resa, l’Europa che conta va presa”) per caricare la squadra in vista delle prossime partite: “I tifosi ci sono vicini e insieme cercheremo di raggiungere questo traguardo”. L’Udinese non vive un momento positivo, ma nonostante tutto la sfida contro la squadra di Guidolin nasconde tante insidie: “Penso che sia un passaggio importantissimo: loro vengono da una serie di partite non disputate ad alti livelli e anche noi veniamo da un momento non proprio positivo, purtroppo gli episodi ci stanno girando a sfavore, però, siamo convinti di noi stessi e di portare a casa qualche punto”. Nelle ultime partite la fortuna ha girato le spalle alla Lazio: l’autogol di Diakitè, il gol di Bojinov nei minuti finali e la punizione di Del Piero allo Juventus Stadium: “Nelle ultime partite non siamo stati fortunatissimi, però penso che nel calcio si compensa un po’ tutto - spiega Marchetti -. Adesso abbiamo deciso di guardare avanti e siamo pronti per la partita contro l’Udinese”. Anche se qualche dubbio sulla punizione di Del Piero resta: “Come ho spiegato a fine partita c’è stata un po’ di confusione, l’arbitro ha detto che ha fischiato ma io vedevo Pirlo parlare con lui e non mi aspettavo che calciasse Del Piero. Loro nel primo tempo hanno dominato ma nella ripresa hanno creato poco, purtroppo nel calcio contano i gol. La parata su Vidal? Già con Ambrosini mi era capitata una cosa del genere, in queste circostanze devi essere fortunato, perché se non capisci subito che sta calciando da quella distanza dopo è quasi impossibile arrivarci. L’avversario più pericoloso per la Champions? Penso il Napoli, anche per il calendario favorevole. Contro il Napoli la mia migliore partita? Non penso, si ricorda questa partita per la parata su Lavezzi al novantesimo, ma non ho fatto grandi parate. Forse la prestazione migliore è quella contro il Bologna perché abbiamo chiuso il primo tempo 1-0 e ho salvato il risultato con una bella parata, poi nella ripresa abbiamo trovato il secondo gol”. Marchetti rivela che non ha profili ufficiali suoi vari Social Network: “Si smentisco, questa cosa mi è capitata anche a Cagliari ma alla fine abbiamo beccato il furbetto. Quest’anno mi sta capitando ancora la stessa cosa, c’è qualcuno che si finge Federico Marchetti e dopo le partite lascia dei commenti tecnici e ho visto anche qualche commento poco felice. Ripeto, non ho nessun profilo”. Federico preferisce non sbilanciarsi troppo su questo finale di stagione: “Forse è meglio parlare a campionato concluso, mancano ancora quattro partite dove ci giocheremo tutto, spero alla fine di dare un giudizio positivo”. Il portiere di Bassano del Grappa negli ultimi anni si è avvicinato anche al mondo delle arti marziali: “Quando vivi delle situazioni difficili devi trovare qualcosa per avere nuovi stimoli. Purtroppo il calcio in quel momento non li dava, anche perché stavo fuori rosa. Il mondo delle arti marziali mi ha sempre affascinato, poi un giorno ho conosciuto per caso un istruttore e ho iniziato ad allenarmi”.

mercoledì 25 aprile 2012

NOVARA-LAZIO 2-1

Partita bella e divertente al Piola: vince il Novara, ma la Lazio non meritava la sconfitta. I biancocelesti le provano tutte ma la scarsa lucidità sotto porta di Mauri e Kozak non consente alla squadra di Reja di pareggiare. Bene la truppa di Tesser, che dimostra ancora una volta di avere carattere e voglia di far bene, nonostante lo spettro della serie B sia sempre più vicino. Vittoria dei piemontesi che fa sperare Inter, Napoli, Roma e Udinese, sempre più in piena corsa dopo questo risultato per il terzo posto.

FORMAZIONI - Non mancano le novità, Tesser sceglie Morimoto e Mazzarani e punta sul 4-3-1-2. Nella Lazio Reja, si affida al 4-4-2. Davanti Rocchi e Kozak con Mauri e Candreva esterni alti, parte dalla panchina l'acciaccato Matuzalem.

PARTITA - Fatica a decollare la gara in avvio. Gioca meglio il Novara, ma la Lazio si difende bene e prova a farsi pericolosa con Kozak. Il primo squillo viene dai padroni di casa: Lisuzzo su calcio di punizione conquistato da Caracciolo prova ad impensierire Marchetti, ma la conclusione anche se forte è centrale e il portiere della respinge. I biancocelesti provano a rendersi pericoloso con i cross di Garrido, che però sono ben controllati dagli uomini di Tesser.

Al 35' la miccia che accende il match: Mazzarani crossa dalla fascia destra dopo un bello spunto e Diakitè, nel tentativo di anticipare Caracciolo, colpisce goffamente e insacca alle spalle di Marchetti, portando i suoi in svantaggio. Replica subito la Lazio con Candreva, che due minuti dopo pareggia i conti, grazie a una respinta corta di Fontana, su un missile di Mauri. Partita sbloccata e più divertente dopo i due goal, la Lazio rischia addirittura di chiudere il primo tempo in vantaggio, con Candreva vicino alla doppietta con un bel tiro a giro.

Ripresa davvero divertente. Il Novara fa possesso, ma è la Lazio a rendersi più pericolosa con Mauri che da pochi metri sciupa un'occasione clamorosa. Reagiscono i padroni di casa, grazie al cambio azzeccato di Tesser: Mascara entra al posto di Morimoto e dopo pochi minuti griffa la partita con uno spledido goal su punizione sul quale Marchetti non può nulla.

La Lazio allora prova il tutto per tutto, Reja manda in campo Matuzalem e il giovane Rozzi classe '94, ma il Novara riesce a contenere gli attacchi dei biancocelesti e dopo aver sconfitto Inter e Udinese, batte anche i biancocelesti di Reja.

CHIAVE - L'autogoal di Diakitè sblocca un match statico, il vantaggio del Novara risveglia la Lazio che reagisce subito e alza il ritmo della gara. Determinante anche l'ingresso di Mascara, match winner con una pregievole punizione.

CHICCA - Il Novara detiene un record negativo singolare: non ha mai segnato nei primi 15 minuti di gioco.

TATTICA - Lazio e Novara giocano molto sugli esterni per infastidirsi a vicenda. Il Novara sembra messo meglio in campo, più solido il 4-3-1-2 di Tesser, che nella ripresa prova a vincere la partita inserendo un altro trequartista come Mascara al posto di uno spento Morimoto. Il 4-4-2 della Lazio soffre, anche a causa delle pesanti assenze di Brocchi e Hernanes.

MOVIOLA - Poco da segnalare, se non un presunto rigore richiesto da Caracciolo nel primo tempo, episodio in cui fa bene il direttore di gara a non concedere il penalty. E poi il goal annullato a Kozak: il ceko era in posizione di fuorigioco mentre si accingeva a calciare.

PROMOSSI & BOCCIATI - Male Diakitè e Fontana, protagonisti di due errori pesanti in occasione dei primi due goal. Ottima prova per gli esterni della Lazio, Scaloni e Garrido, e per Candreva, giocatore che sembra rinato. Nel Novara giganteggia il solito Rigoni, bene anche Mazzarani, protagonista nell'azione della prima rete dei piemontesi. Dulcis in fundo Mascara, decisivo con il suo goal su punizione.

martedì 24 aprile 2012

Formazioni di Novara-Lazio

La gara Novara-Lazio, ovvero il recupero della XIV giornata di ritorno del campionato di Serie A Tim, si disputerà domani, mercoledì 25 aprile, alle ore 12.30 allo stadio "Silvio Piola". Lo scontro sarà diretto da Orsato di Schio, coadiuvato dagli assistenti Rosi di Gubbio e Altomare di Molfetta.

QUI NOVARA -Nella partita di pranzo il Novara si gioca le ultime residue speranze di salvezza, ma Tesser dice che non farà sconti a nessuno sino alla fine del Campionato. E' probabile che il tecnico azzurro schieri una difesa a quattro con il rientrato Rigoni nel ruolo di trequartista dietro a Mascara e Caracciolo. Resta invece al box Jeda, forse recupererà per la partita interna contro la Juve.

QUI LAZIO - Reja dovrebbe confermare buona parte della formazione scesa in campo all'Olimpico. Sono ancora moltissimi i calciatori che occupano l'infermeria bianco celeste, ovvero Brocchi, Klose, Lulic, Radu, Stankevicius, Hernanes, Biava e Matuzalem. Rientreranno invece Kozak e Mauri che hanno scontato le rispettive squalifiche. Questa mattina allenamento di rifinitura e nel pomeriggio partenza per Novara.

PROBABILI FORMAZIONI

Novara (4-3-1-2): Fontana; Morganella, Garcia, Centurioni, Dellafiore; Porcari, Radovanovic, Jensen; Rigoni; Mascara, Caracciolo. A disp.: Coser,Paci, Lisuzzo, Mazzarani, Pesce, Rubino, Morimoto. All.: Tesser

Lazio (4-2-3-1): Marchetti; Scaloni, Diakité, Dias, Garrido; Ledesma, Matuzalem; Gonzalez, Mauri, Candreva; Rocchi. A disp.: Bizzarri, Zauri, Biava, Cana, Hernanes, Alfaro, Kozak. All.: Reja

lunedì 23 aprile 2012

Arbitri, Orsato per Novara-Lazio

Confermata la terna arbitrale per Novara-Lazio: il match di mercoledì alle 12.30 sarà diretta da Daniele Orsato, già designato per il turno della 14a giornata, poi rinviato per la tragica morte di Piermario Morosini. L'arbitro della sezione di Schio sarà affiancato dagli assistenti Rosi e Altomare. Baracani, invece, sarà il quarto uomo. Per Orsato sarà quindi il terzo precedente in stagione con i biancocelesti, dopo Lazio-Genoa 1-2 della terza giornata di campionato e Chievo-Lazio 0-3 della prima giornata del girone di ritorno. In generale, il bilancio tra il fischietto veneto e la squadra di Reja recita 3 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte.

domenica 22 aprile 2012

LAZIO-LECCE 1-1

All’Olimpico finisce 1-1 la sfida tra Lazio e Lecce a termine di una gara intensa e tatticamente bloccata. Succede tutto allo scadere: a Matuzalem risponde Bojinov nel giro di dieci minuti. Due punti persi per la Lazio, uno guadagnato per il Lecce che rimane aggrappato a un sogno chiamato salvezza. Per i biancocelesti, più volitivi del solito, si tratta di un piccolo passo avanti sul piano del gioco ma che lascia l’amaro in bocca per aver perso la grande occasione di allungare in classifica.

FORMAZIONI – Ancora emergenza e uomini contati per Reja. Fuori Mauri e Kozak per squalifica, oltre una lunga lista d’infortunati. In difesa Biava prende il posto di Dias al fianco di Diakitè. In mediana spazio a Ledesma e Matuzalem, mentre sulla trequarti, il tecnico goriziano conferma il trio Gonzalez-Hernanes-Candreva alle spalle dell’unica punta Rocchi. Il Lecce si presenta all’Olimpico al completo e in formazione tipo. Cosmi deve rinunciare solo a Miglionico per affaticamento muscolare, al suo posto in difesa c’è Esposito; in mezzo al campo Bertolacci, al posto dello squalificato Blasi.

PARTITA – Parte forte la Lazio nel tentativo di non dare riferimenti ai salentini ed esorcizzare la paura dei minuti iniziali, spesso fatali ai biancocelesti. Matuzalem e Ledesma fanno diga davanti alla difesa impendendo al folto centrocampo pugliese di ripartire. La soluzione tattica funziona, anche perché Cuadrado e Muriel girano al minimo.
Con il passare dei minuti, gli uomini di Reja alzano il proprio baricentro, rendendosi più pericolosi ma evidenziando tutti i limiti offensivi delle ultime giornate. Hernanes non trova mai il guizzo vincente mentre Rocchi, troppo isolato, fatica a trovare la porta. Cosi le occasioni migliori capitano a Candreva, che prima scheggia la traversa con un sinistro a giro, poi fallisce il tap-in vincente a due passi da Benassi. Il Lecce si difende con ordine e senza troppa fatica regge la pressione (blanda) della Lazio.
Nella ripresa il Lecce parte a mille. Nei primi cinque minuti colleziona due nitide occasioni da goal (traversa di Cuadrado) che mettono i brividi a Marchetti. Nella Lazio, Reja, lascia negli spogliatoi il “Profeta” preferendoli Alfaro (la cui partita dura appena 30 minuti) e avanzando Gonzales più vicino a Rocchi. Nel secondo tempo si assiste a un altro match. Merito di un Lecce rientrato con uno spirito nuovo e confortato dalle notizie dagli altri campi (il crollo del Genoa in casa). L’inerzia della partita, però, non cambia. La Lazio costretta a sostituire anche l’uruguagio per infortunio, si ritrova senza punte, e l’ingresso di Cana non sposta di una virgola l’assetto tattico dei biancocelesti.
Allo scadere la partita s’infiamma. In dieci minuti la Lazio passa dal paradiso all’inferno. Viceversa, il Lecce, trasforma una probabile sconfitta in un pareggio, prezioso come l’oro. Prima è Matuzalem a portare in vantaggio la Lazio su cross dalla destra d Scaloni. Poi arriva il goal del neo entrato Bojinov a gelare l’Olimpico e riportare in quota il Lecce.

CHIAVE – Bojinov mette a segno un goal pesantissimo. Che salva il Lecce e compromette, in parte, la fuga della Lazio per la corsa al terzo posto.

CHICCA – L’attacco della Lazio è a secco da due mesi. L’astinenza da goal riguarda tutte le punte biancocelesti. L’ultimo attaccante che ha bucato la porta avversaria è stato Miro Klose il 26 febbraio scorso contro la Fiorentina all’Olimpico. Mentre, Rocchi, unico di ruolo, è a digiuno dal 1˚febbraio nel 2-0 contro il Milan.

TATTICA – Lazio disposta con il 4-2-3-1; Lecce con il 3-5-2. Centrocampo di palleggiatori per i biancocelesti, con Hernanes più vicino a Rocchi quale seconda punta aggiunta, ma poco efficace nel primo tempo. Il Lecce schiacciato sulla trequarti soffre gli incontristi della Lazio, soprattutto Matuzalem. Nella ripresa, Reja, non cambia assetto tattico (la partita di Alfaro dura appena mezzora), mentre Cosmi nel finale passa al tridente con l’ingresso di Corvia e Bojinov.

MOVIOLA – Nulla da segnalare sulla direzione di gara dell’arbitro Rocchi.

PROMOSSI&BOCCIATI – Nella Lazio, Hernanes, alla 21esima sostituzione stagionale, è autore di una prova incolore. Buone le prove di Matuzalem (preziosa la sua rete) e Ledesma. Da rivedere la prova di Alfaro, sempre più oggetto misterioso. Grande partita di sacrificio, invece, per il capitano Rocchi che porta sulle spalle il peso di un intero reparto. Nel Lecce decisivo è il goal di Bojinov entrato allo scadere. Tutt'altro che positiva la prova di Muriel, meno ispirato del solito. Per il resto, ennesima prova positiva per i salentini.

mercoledì 18 aprile 2012

Zarate più 7-8 milioni per il "Pazzo"


Pazzini-Klose, è questa la coppia d'attacco che la Lazio sogna per la prossima stagione, un duo di predatori d'area che renderebbe il potenziale offensivo biancoceleste temibile per chiunque anche in Europa, nell'auspicata ipotesi del raggiungimento del terzo posto utile per la qualificazione alla Champions League.

Il 'Corriere dello Sport', che per primo aveva dato la notizia di una possibile operazione incrociata con il cartellino di Mauro Zarate in direzione Inter, insiste sulla fattibilità dell'affare, che porterebbe benefici ad entrambe le squadre: l'argentino è sempre più valorizzato dal nuovo tecnico Stramaccioni, e l'ipotesi riscatto a fine stagione non sembra più un'assurdità.

Il bomber di Pescia d'altro canto è stato ormai declassato a sistematico 'vice-Milito', ed è probabile che un cambio d'aria in direzione Roma farebbe bene a tutte le parti coinvolte. L'Inter valuto il 'Pazzo' non meno di 20 milioni, l'affare potrebbe andare in porto mettendo al fianco del cartellino di Zarate 7-8 milioni da parte di Lotito, e valutando così l'argentino circa 12 milioni (la cifra di 15,5 milioni pattuita per il riscatto sarebbe ovviamente ridiscussa nell'ambito dell'operazione complessiva).

Una valutazione, quella data a Maurito, che consentirebbe alla Lazio di non far registrare minus-valenze a bilancio, per effetto degli ammortamenti dal momento in cui l'argentino fu acquistato nel 2009. Ma Lotito e Tare cercano anche esterni difensivi: nella lista ci sono i nomi di Vincent Ruefli, 24enne terzino destro del Servette, e soprattutto del vecchio 'pallino' Cristian Sapunaru, jolly romeno del Porto, il cui contratto in scadenza nel 2013 potrebbe far spuntare un prezzo di favore.

lunedì 16 aprile 2012

La 33° giornata si recupera il 25 Aprile


MILANO - La 33ª giornata di serie A, rinviata per la morte di Piermario Morosini, sarà recuperata il 25 aprile. Nel prossimo fine settimana si giocherà regolarmente la 34ª giornata. Lo ha deciso il Consiglio straordinario della Lega di serie A. Gli anticipi di sabato 21 aprile saranno 4: Chievo-Udinese, Napoli-Novara, Catania-Atalanta e Parma-Cagliari.

IL CALENDARIO DEL PROSSIMO WEEKEND (34ª GIORNATA)
Sabato 21
ore 18: Chievo-Udinese
Parma-Cagliari
ore 20.45: Napoli-Novara
Catania-Atalanta

Domenica 22
ore 12.30: Fiorentina-Inter
Ore 15.00: Cesena-Palermo
Genoa-Siena
Lazio-Lecce
Milan-Bologna
ore 20.45: Juventus-Roma

IL CALENDARIO DELLA 33ª GIORNATA
Martedì 24
ore 18.30: Atalanta-Chievo
Cagliari-Catania

Mercoledì 25
ore 12.30: Novara-Lazio
ore 15.00 Udinese-Inter
Lecce-Napoli
Palermo-Parma
Siena-Bologna
Roma-Fiorentina
ore 18.00: Cesena-Juve
Milan-Genoa

BERETTA: «FATTO QUELLO CHE SI DOVEVA FARE» - «La Lega ha fatto assolutamente quello che doveva fare: ieri doveva essere la giornata del silenzio e del rispetto, oggi quella delle decisioni». Lo ha detto il presidente della Lega di serie A Maurizio Beretta dopo il Consiglio che ha definito il recupero del 33/o turno di campionato. «In un'ora scarsa abbiamo deciso - ha osservato - guardando alle esigenze dei tifosi e delle tv, con una valutazione serena nelle sedi opportune: il resto sono dichiarazioni dal sen fuggite».

PAOLILLO: «SOLUZIONE DI BUON SENSO» - « È una soluzione di buon senso». Ernesto Paolillo commenta così la decisione del Consiglio della Lega di serie A di disputare il 25 aprile la giornata di campionato rinviata per la morte di Piermario Morosini, che ricalca quanto chiedevano l'Inter e altre tre società. «È stata una soluzione di buon senso - ha spiegato l'ad nerazzurro - alla quale siamo arrivati in maniera serena. Non ci sono state tensioni di nessun tipo: ci abbiamo messo un po' di tempo perchè non tutti erano in collegamento nello stesso momento. Ma parlando c'è stata una bella intesa e una condivisione della scelta».

GALLIANI: «DECISIONE PRESA PER TIFOSI E TV» - «È stata presa a larghissima maggioranza, nell'interesse dei tifosi e delle televisioni». Così l'ad del Milan Adriano Galliani ha spiegato la scelta di recuperare la 33/a giornata di serie A il 25 aprile. «Per il Milan cambiava poco che si recuperasse la partita o si slittasse il campionato - ha detto Galliani -: dovendo giocare due partite in casa, nemmeno un indovino saprebbe se è meglio affrontare prima il Bologna o il Genoa». Le critiche alla Lega di serie A per la gestione della giornata di campionato rinviata per la morte di Piermario Morosini non lasciano indifferente Adriano Galliani. «La Lega non ha una bella immagine in questo momento, deve lavorare per migliorarla - ha notato l'ad del Milan -. Però non ho partecipato a nessuna lite, nè oggi c'è stata alcuna lite. Credo siano state un pò accentuati dai media queste liti». Galliani ha poi raccontato di essere rimasto molto colpito dalla tragedia di Morosini. «L'ho vissuta in maniera forte, se penso che questo ragazzo aveva meno anni dei miei figli... - ha detto amaro l'ad del Milan dopo il Consiglio di Lega -. Sono stato colpito, ho saputo la notizia alla radio mentre andavo a San Siro».

sabato 14 aprile 2012

Dramma a Pescara: morto Morosini, la Lega sospende tutti i campionati


Dramma durante la partita tra Pescara e Livorno valida per il campionato di Serie B. Piermario Morosini, centrocampista del club toscano, si è accasciato per un malore, un attacco cardiaco nel corso del primo tempo. Ma non è riuscito a superare questa crisi, decedendo poco dopo attorno alle 17. Aveva solo 25 anni, ne avrebbe infatti compiuti 26 a luglio. Una morte assurda che desta commozione e a cui si aggiunge rabbia per il ritardo dell'ambulanza, dovuto a una vettura della polizia municipale che ha impedito il passaggio dei soccorsi. La Federcalcio ha deciso di sospendere tutti i campionati, in segno di riguardo dopo quanto accaduto. L'autopsia sul ragazzo si svolgerà lunedì.

ACCASCIATO AL SUOLO - Il dramma di Piermario si è consumato nel giro di qualche secondo: durante un'azione offensiva, Morosini è caduto in avanti pur non avendo subito alcun colpo. Immediato il richiamo dei compagni e l'intervento del massaggiatore del Pescara. Al giocatore del Livorno è stato praticato prontamente un massaggio cardiaco manuale per poi passare al defibrillatore. In aiuto è intervenuto anche il dottor Paloscia - presente allo stadio come spettatore. La situazione è parsa però gravissima fin dai primi istanti: il calciatore è stato subito soccorso e trasferito in ambulanza nell'ospedale Civile Santo Spirto di Pescara dove è stato ricoverato nel reparto di rianimazione. Con lui il medico sociale della squadra, dottor Manlio Porcellini. Purtroppo i tentativi di rianimarlo sono stati vani: Piermario non ha mai ripreso conoscenza.

LA RICOSTRUZIONE - Da una prima ricostruzione, fornita dall'agenzia di stampa ANSA, il giocatore avrebbe subito una crisi cardiaca con conseguente arresto cardiocircolatorio. Stando a quanto riporta Sky Sport24, Morosini sarebbe stato indotto in coma farmacologico e gli sarebbe stato applicato un pacemaker provvisorio.

RITARDO INGRESSO AMBULANZA - Altro particolare sconvolgente in questa vicenda terribile riguarda i presunti ritardi nell'ingresso dell'ambulanza: a ostruire il passaggio sarebbero state alcune auto, tra cui una della polizia municipale. Circostanza confermata ai microfoni di Sky Sport24 dagli inviati e dall'amministratore delegato del Pescara, Danilo Iannascoli. Attimi concitati: per rimuovere il mezzo è stato rotto un vetro. Ma, come ha sottolineato il cardiologo Paloscia, "un minuto in più o un minuto in meno nei soccorsi non sarebbe servito a nulla. Il cuore si è fermato e non ha più ripreso a battere. Abbiamo infatti provato a rianimarlo in ogni modo per un'ora e mezza, ma tutto è stato inutile".

"Mi ha guardato negli occhi quando è entrato nella vettura - ha raccontato Iannascoli -. Stiamo vivendo un dramma. L'ambulanza in ritardo? Non so, ma so che l'ingresso in campo era ostruito da una vettura". Il giocatore, ha aggiunto il dirigente, "ha provato a rialzarsi. Il nostro massaggiatore si è reso subito conto della situazione. E' stato drammatico, è un dramma che stiamo vivendo. Abbiamo ancora negli occhi il dramma del nostro Mancini di qualche giorno fa, siamo sconvolti". Iannascoli conferma che le due squadre si sono dette subito d'accordo nel sospendere la squadra. "Concentriamoci su questo ragazzo, che mi hanno detto essere sfortunato. Siamo tutti in preghiera per lui". Morosini ha perso entrambi i genitori e un fratello.

PARTITA SOSPESA - La partita, che i labronici stavano conducendo per 2-0 sulla squadra di Zeman è stata sospesa. In campo si è subito percepita un'aria molto pesante per l'emozione i dirigenti del Livorno e gli stessi compagni di squadra non sono riusciti a trattenere le lacrime. L'incontro è stato definitivamente interrotto al 31' minuto. La Figc ha ritenuto opportuno rinviare gli incontri di tutti i campionati, il Coni ha invitato le federazioni e le associazioni sportive a osservare un minuto di silenzio.

CARRIERA - Nato a Bergamo il 5 luglio 1986, Morosini era cresciuto nelle file dell'Atalanta, per trasferirsi in comproprietà all'Udinese nel 2005, che nel 2009 ne riscatterà l’intero cartellino. Il centrocampista aveva giocato poi in prestito al Bologna, Vicenza, Reggina, Padova, ancora Vicenza fino ad approdare al Livorno lo scorso gennaio. Il 26enne orobico aveva anche indossato le maglie delle selezioni giovanili della Nazionale Under 17, Under 18, Under 19, Under 20 e Under 21: con quest'ultima aveva disputato 18 partite tra il 2006 e il 2009.

Probabili formazioni per Novara-lazio


Probabili formazioni Novara-Lazio - Lo stadio Piola ospita, fra i match in programma nella 33^ giornata, quello fra Novara e Lazio. Ghiotta occasione per i capitolini di fare un passo verso la zona Champions mantenendo a distanza le dirette concorrenti. Con alcune dichiarazioni riportate dall'ANSA, Tesser ha chiarito che "Il Novara ha il dovere di finire il campionato a testa alta, giocandoci tutte le partite fino in fondo. E' una questione di dignita' personale e di orgoglio''.

Novara - Rispetto allo scorso match, Tesser ritrova Caracciolo, rientrato dopo la squalifica, ma perde Mascara per infortunio e Garcia, sospeso per una giornata dal giudice sportivo. Rivede il campo dal 1' Radovanovic, autore di una buona partita quando è entrato dalla panchina contro il Parma. Confermato Jeda in avanti far coppia con l'Airone, così come Porcari e Rigoni in mezzo al campo. Rinaudo siederà in panchina e lascerà spazio al rientrante Paci. Ecco quindi la probabile formazione titolare: (5-3-2) Fontana; Morganella, Lisuzzo, Paci, Dellafiore, Gemiti; Porcari, Radovanovic, Rigoni; Caracciolo, Jeda. A disposizione: Coser, Rinaudo, Centurioni, Da Silva, Mazzarani, Morimoto, Rubino. Allenatore: Tesser. Indisponibili: Ludi, Marianini, Ujkani, Pesce, Mascara. Squalificati: Garcia ( giornata).

Lazio - Molto lunga la lista degli indisponibili di Reja, ben 6, a cui bisogna aggiungere gli squalificati Mauri e Kozak. Nella difesa a quattro biancoceleste, Diakitè e Biava saranno i centrali, con Garrido a sinistra e Scaloni a destra. Ledesma e Cana faranno filtro e detteranno i tempi davanti alla difesa. Rocchi sarà il riferimento offensivo, con Gonzalez, Hernanes e Candreva alle sue spalle. Ecco quindi la probabile formazione titolare: (4-2-3-1) Marchetti; Scaloni, Diakité, Biava, Garrido; Ledesma, Cana; Gonzalez, Hernanes, Candreva; Rocchi. A disposizione: Bizzarri, Zauri, Brocchi, Matuzalem, Makinwa, Alfaro, Zampa. Allenatore: Reja. Indisponibili: Dias, Klose, Stankevicius, Lulic, Konko, Radu. Squalificati: Kozak, Mauri (1 giornata).

Alberto Ducci

giovedì 12 aprile 2012

LE PAGELLE di Juventus-Lazio


LAZIO (4-2-3-1)
MARCHETTI 6,5: Un funambolo sembra possederlo, le sue mani fermano palloni che arrivano da tutte le parti. Mette a tacere le prodezze di Pepe, Vidal e Quagliarella. Parlare di parate miracolose è poco. Macchia una prestazione perfetta con l'indecisione che costa un prezioso pareggio.
SCALONI 5,5: Si trova davanti un cliente davvero scomodo, Vucinic ha proprio un altro passo. Ci mette però la solita grinta, anche se non riesce a imporsi sulle ripartenze del montenegrino. Suo l'assist al bacio per il pareggio della Lazio.
DIAKITE' 6,5: Continua a viaggiare su alti livelli, dopo l'ottima prestazione contro il Napoli. Attento nell'appannamento della difesa, deciso nel chiudere gli avversari e ripartire. Trova, finalmente, quella concentrazione e continuità che gli sono sempre mancate. Maturo.
BIAVA 5,5: Ad un difensore esperto come lui certe ingenuità non si possono perdonare, come lasciare completamente solo Pepe per siglare il vantaggio bianconero.
GARRIDO 5: Mai puntuale sulle chiusure, non riesce mai a prendere i tempi giusti agli avversari. Pepe e Lichsteiner hanno davanti a loro una prateria.
LEDESMA 5: La stanchezza si fa sentire, ha proprio la testa altrove. Si sacrifica a supporto della difesa, ma sono troppe le palle sbagliate dentro l'area biancoceleste. Poco apporto alla già sterile manovra della Lazio, una serata da dimenticare. Annebbiato
CANA 6: Reja gli chiede di alzare il baricentro e proporsi in avanti, lui lo ascolta e dà il via al gioco della Lazio. La determinazione non gli manca mai, e cerca di sfruttare la sua prestanza fisica sulle palle alte.
CANDREVA 5,5: Non entra proprio in partita, sembra la brutta copia del giocatore grintoso visto contro il Napoli. Troppo impreciso nelle ripartenze e poco efficace a sostegno della manovra offensiva.
MAURI 6,5: Più ombre che luci caratterizzano la partita del brianzolo, ma poi ecco l'asso della manica. Come contro il Napoli, si improvvisa bomber e il suo colpo di testa incorna il pareggio biancoceleste. La condizione fisica non è ancora al meglio, nella ripresa esce esausto dal campo.
Dal 71' HERNANES n.g.: La Lazio soffre, si chiude per arginare le offensive della Juve. Entra nel momento di maggiore sofferenza e non riesce a dire la sua.
GONZALEZ 6: Sacrificio e sostanza, dà costantemente una mano per contenere le avanzate di Vucinic. Il solito motorino a centrocampo, si prende carico del lavoro sporco e tenta qualche affondo in avanti.
Dal 80' BROCCHI n.g.
ROCCHI 6: La Lazio soffre non poco il pressing asfiassiante della Juve e il suo capitano si carica le responsabilità sulle spalle. Si sacrifica molto in fase di copertura, aiutando il centrocampo. Fa salire molto la squadra, ma non ha l'occasione di dimostrarsi decisivo in attacco.
Dal 73' KOZAK 5: Reja gli concede un'altra occasione e lui la getta via, guadagnandosi in un quarto d'ora due gialli e l'espulsione.

All. REJA 5: Non si convince a passare di nuovo alla difesa a tre, e punta sul solito modulo. Il 4-2-3-1 avrebbe dovuto arginare le ripartenze veloci della Juventus sulle fasce, invece Scaloni e Garrido non rispondono presente. Forse pecca nel sostituire Rocchi, una punta statica come Kozak non era la scelta più adatta.

JUVENTUS (4-3-3): Buffon 6,5, Lichtsteiner 6,5, Barzagli 6, Bonucci 6, Chiellini 6,5; Marchisio 6, Pirlo 7, Vidal 7; Pepe 7 (Matri n.g.), Quagliarella 6,5, Vucinic 6 (Del Piero 7); All. Conte 6,5

JUVENTUS-LAZIO 2-1


Del Piero riporta in vetta la Juventus. Una sua punizione capolavoro permette ai bianconeri di avere la meglio su una volitiva Lazio. Un goal pesantissimo come un macigno che rispedisce indietro il Diavolo vittorioso ieri nell’anticipo a Verona. Per gli uomini di Conte arriva cosi la quinta vittoria consecutiva la prima nelle sette finali scudetto. Mentre continua l’imbattibilità in campionato, salita a trentadue partite. Encomiabile la Lazio come atteggiamento e carattere nonostante le tante assenze. Sconfitta che brucia ma che lascia invariate le speranze in chiave Champions.

FORMAZIONI – Conte ritorna al 4-3-3. Non c’è De Ceglie infortunatosi nel riscaldamento. In difesa, spazio quindi a Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci (smaltita la febbre) e Chiellini. A centrocampo il trio delle meraviglie Pirlo-Marchisio-Vidal. In avanti tridente con Pepe, Vucinic e Quagliarella. Reja non recupera Konko e Radu e si affida a un 4-4-1-1. In difesa Scaloni e Garrido sulle corsie esterne; centrali Biava e Diakitè. A centrocampo, Ledesma e Cana davanti alla difesa, con Gonzalez e Candreva esterni. Sulla trequarti fuori Hernanes e dentro Mauri alle spalle dell’unica punta Rocchi.

PARTITA – La Juve parte a mille con il piede premuto sull’acceleratore: ritmo alto e solita intensità. La Vecchia Signora sente addosso il fiato del Diavolo, cosi nei primi trenta minuti si assiste a un assedio al bunker dei biancocelesti, attendisti e troppo remissivi. Si gioca a una porta sola. Alla mezzora Pirlo inventa, Pepe trasforma. Alla sua maniera.

Una sforbiciata al volo dell’attaccante apre la strada al vantaggio dei bianconeri. La Lazio rimane ferma ai box a salvarla è solo Marchetti che evita il tracollo ai biancocelesti. Prima smanaccia in corner un bolide di Vidal dalla distanza, poi compie un miracolo su una girata a botta sicura di Quagliarella. La Juve continua a spingere, attacca a testa bassa con quattro-cinque uomini sfruttando le praterie esterne concesse dai biancocelesti. Ma senza sfondare. A fine primo tempo arriva però la beffa: Mauri sorprende la difesa bianconera su cross di Scaloni dalla destra. Risultato beffardo per la grande mole di gioco espressa da bianconeri ma che rende onore alla tenacia della Lazio.

Nella ripresa si assiste allo stesso copione tattico del primo tempo: Juve avanti e la Lazio pronta a ripartire. Al sesto Vucinic, sinistro a incrociare, sfiora il palo alla sinistra di Marchetti. Il forcing dei bianconeri senza soluzione di continuità s’infrange sul muro biancoceleste; con il passare dei minuti sale la tensione e la partita perde d’intensità dopo un primo tempo spettacolare. Quando l’epilogo sembra segnato, un capolavoro di Del Piero riporta in quota la Juve. Pinturicchio su punizione inventa un colpo dei suoi per festeggiare la 700esima partita in maglia bianconera. Goal pesantissimo come i tre punti che incassano i bianconeri in chiave scudetto. Finisce con sei minuti di recupero con Reja e Kozak espulsi per troppa foga. Ma questa Juve sembra non morire mai.

CHIAVE – Il goal su punizione di Del Piero permette ai bianconeri di mantenere la vetta della classifica. Un capolavoro balistico che riporta in alto la Juve alla quinta vittoria consecutiva.

CHICCA – Il goal di Mauri interrompe l’imbattibilità di Buffon, che si ferma a più di 500 minuti. La difesa bianconera resta sempre la migliore d’Europa. La meno battuta del campionato, 18 goal subiti in 32 gare. E più solida rispetto a quella di Barça (22), Manchester City (25), Bayern (18) e Tolosa (26).

TATTICA – Juve disposta con un 4-3.3; Lazio schierata con un 4-4-1-1. Nel primo tempo si assiste a una Juve a trazione anteriore che sfrutta il baricentro basso dei biancocelesti, troppo schiacciati sulla propria trequarti. Reja dopo il goal dei bianconeri avanza Candreva al fianco di Mauri cercando di arginare il distacco tra centrocampo e attacco. Nella ripresa Conte toglie Pepe per Matri, schierandosi nel finale con un 4-2-4. Risponde Reja inserendo Hernanes al posto di Mauri, e Kozak per Rocchi.

MOVIOLA – Regolare la posizione di Pepe al momento dell’assist di Pirlo. Goal valido. Eccessive invece le espulsioni di Reja per proteste e per Kozak, doppio giallo, l’ultimo troppo fiscale.

PROMOSSI&BOCCIATI – Per la Juve la copertina di giornata spetta a Del Piero autore di un goal fondamentale in chiave scudetto. Per i bianconeri una prova tutta grinta e carattere. Onore al merito alla prestazione di Pirlo, sempre più determinante e faro in mezzo al campo. In casa Lazio da elogiare lo spirito di sacrificio di molti che lottano e sudano fino all’ultimo respiro. Strepitoso Marchetti che evita il tracollo nel primo tempo. Colpevole, però, in occasione del goal del definitivo vantaggio bianconero.

martedì 10 aprile 2012

Juventus-Lazio sarà anche Ledesma contro Pirlo


Tanti cambi, tanti problemi di formazione. Lui no, sempre titolare e pronto a dirigere la Lazio. Cristian Ledesma guiderà la formazione capitolina nella sfida contro la Juventus capolista prevista domani notte: sarà uno contro uno, davanti a lui c'è solo Andrea Pirlo, l'unico davanti all'italo-argentino per numero di passaggi effettuati.

Come evidenzia 'Tuttosport', i numeri parlano chiaro: il bianconero comanda a 2513, subito dopo viene il laziale a 2025. Recupera i palloni da vero metronomo, si abbassa per aiutare la difesa: è l'unico biancoceleste ad averle giocate tutte, collezionando 29 gare da titolare consecutive.

Edy Reja si affiderà a lui per contrastare il mobile centrocampo avversario: "La Juve è in grande forma - ha dichiarato il tecnico a 'Lazio Style Radio' - ma mi auguro che la Lazio abbia ritrovato la condizione fisica e nervosa per cercare di lottare pallone su pallone. Il loro stadio incute timore, Conte è uno che non molla niente e Pirlo è un fenomeno che fa sempre la differenza".

domenica 8 aprile 2012

Prepartita nel ricordo di Chinaglia




Hanno deciso di ricordarlo così. Giorgio Chinaglia, leggenda biancoceleste scomparsa qualche giorno fa, è stato ricordato dalla Lazio, prima della sfida contro il Napoli, in tanti modi. Impossibile non ricordarlo, impossibile non farlo senza commuoversi.

I giocatori biancocelesti, innanzitutto, sono entrati sul campo dell'Olimpico' con indosso la mitica maglia numero nove appartenuta all'attaccante capitolino, eroe delle passate glorie laziali. Il minuto di silenzio previsto e la commozione negli spalti, ha visto capitan Brocchi portare al centro del campo la vera, e indossata, casacca 9 insieme al figlio di 'Long John', Giorgio jr.

L'aquila Olimpia, simbolo della compagine allenata da Edy Reja, inoltre, è stata portata in campo con i consueti nastrini legati alle zampe, stavolta però, di color nero: anche lei parata a lutto per dare l'ultimo saluto calcistico al mito.

LAZIO-NAPOLI 3-1


Il 31esimo turno di campionato si chiude con l’importantissimo successo della Lazio, che all’Olimpico piega 3-1 il Napoli nel posticipo compiendo un passo in avanti forse fondamentale verso il terzo posto. Nella serata del ricordo di Giorgio Chinaglia, i padroni di casa vanno subito avanti (9’) con Candreva ma si fanno rimontare al 34’ dall’ex di turno Pandev.

Nella ripresa, è da cineteca la semirovesciata di Mauri che sigla il controsorpasso biancoceleste prima del definitivo tris ad opera di Ledesma su rigore. In classifica, la squadra di Reja conferma la terza piazza conservando 3 punti di vantaggio sull’Udinese ma guadagnandone 3 sul Napoli (ora a -6) e altrettanti sulla Roma che dista ormai ben 7 lunghezze.

FORMAZIONI – Tante le novità di formazione in entrambi gli schieramenti. Reja rilancia dal 1’ Cana che affianca Ledesma nella zona centrale del 4-2-3-1 della Lazio. Davanti, c’è Candreva e non Gonzalez a completare il terzetto di incursori alle spalle dell’unica punta Rocchi. Mazzarri, alle prese con una vera e propria emergenza sugli esterni (ko Maggio e Zuniga, Dossena buono solo per la panchina), rinuncia al 3-4-2-1 per un 4-3-2-1 sulla carta molto offensivo in cui Britos fa coppia con Cannavaro, Hamsik agisce da interno sinistro di centrocampo (dove Dzemaili rileva lo squalificato Gargano) e l’ex di turno Pandev galleggia con Lavezzi a ridosso di Cavani.

PARTITA – Avvincente l’inizio di gara. La Lazio colpisce subito al 9’, quando Candreva arriva alla conclusione chiudendo una bella combinazione Konko-Rocchi: il destro del centrocampista è potente ma centrale, ma la ‘papera’ di De Sanctis concede il goal dell’1-0.

Immediata la risposta degli ospiti, frenati al 10’ dalla perfetta uscita di Marchetti su Cavani e pericolosi anche 60 secondi dopo con un sinistro dalla distanza di Hamsik. Il Napoli cresce col passare dei minuti e, dopo una bella occasione sciupata col sinistro da Lavezzi, raggiunge il pari al 34’ con Pandev che supera Marchetti ringraziando il geniale assist di tacco dello stesso argentino.

Vista l’inerzia con cui si chiudono i primi 45’, nella ripresa ci si aspetta un Napoli all’arrembaggio. Invece, dopo un’occasione non sfruttata da Pandev sull’ennesima gran giocata di Lavezzi, è la Lazio a rifarsi viva in avanti con Candreva che approfitta di un erroraccio in disimpegno di Hamsik ma si vede respingere il sinistro a botta sicura da De Sanctis.

Al 23’ i biancocelesti tornano in vantaggio: cross dalla sinistra di Radu, splendida semirovesciata di Mauri e 2-1 Lazio. Passano altri 12’ e i padroni di casa calano il tris con Ledesma, preciso nel realizzare il rigore assegnato da Mazzoleni per netto fallo di Britos su Rocchi dopo un’ingenuità di Inler.

CHIAVE – Al di là del suo andamento tecnico-tattico, la gara cambia punteggio e padrone al 23’ della ripresa. Grandissimo protagonista è Mauri, che in mezza rovesciata fulmina De Sanctis dopo un cross di Radu e riporta avanti la Lazio chiudendo nel migliore dei modi una settimana resa particolarmente difficile dalle voci sul suo coinvolgimento nell’inchiesta sul Calcioscommesse. Quello del centrocampista monzese è un goal da cineteca, potenzialmente decisivo nella corsa al terzo posto.

CHICCA – All’Olimpico è in palio una buona fetta di terzo posto, ma è anche e soprattutto la serata dedicata al ricordo di Giorgio Chinaglia. Scomparso in Florida domenica scorsa, ‘Long John’ è più che mai presente nella marea di striscioni che campeggiano in tutto lo stadio.

Toccante la coreografia ideata dalla Curva Nord (una gigantografia dell’ex bomber laziale) e accompagnata dallo slogan ‘Noi vogliamo 11 Chinaglia’, bella anche la scelta dei padroni di casa di entrare in campo con la maglia numero 9 che fu dell’ex centravanti. In tribuna il figlio Giorgio junior omaggiato a fine gara dall’applauso della Nord.

TATTICA – Senza il consueto sbocco sugli esterni, il gioco del Napoli passa maggiormente per vie centrali dove però viene a galla una certa disabitudine a servire Cavani. Le cose migliorano a vista d’occhio quando Mazzarri allarga Dzemail e Lavezzi disegnando un 4-2-3-1 (che nel secondo tempo diventa 3-4-3) molto più congeniale alle caratteristiche dei suoi.

La Lazio, troppo bassa e senza un pressing efficace, aspetta sulla propria trequarti pronta a ripartire con Rocchi chiamato ad aprire i varchi per gli inserimenti di Candreva, Hernanes e Mauri. Nella ripresa, con Gonzalez al posto di Hernanes, Mauri si sposta in mezzo alle spalle di Rocchi: è la mossa vincente di Reja.

MOVIOLA – Il Napoli protesta giustamente al 42’ della prima frazione per un contatto Cana-Pandev sul quale Mazzoleni decide di sorvolare. Ma la spallata dell’albanese è troppo energica e scomposta, ci stava il rigore. Netto, e stavolta assegnato, è invece il penalty realizzato da Ledesma al 35’ della ripresa per un evidente fallo di Britos ai danni di Rocchi.

PROMOSSI&BOCCIATI – Mauri da una parte e Lavezzi dall’altra sono i migliori protagonisti del posticipo dell’Olimpico. Il laziale mette la ciliegina su un ottimo secondo tempo col magnifico goal del 2-1, l’argentino si segnala con l’assist (di tacco) al bacio per il momentaneo 1-1 di Pandev ed è il pericolo numero uno per la difesa avversaria. Rete a parte, non male anche la prestazione dello stesso attaccante macedone mentre stavolta stecca Cavani che non si rende quasi mai pericoloso.

Dai due volti la gara di De Sanctis, pessimo sul goal di Candreva ma prodigioso nel negare il raddoppio allo stesso centrocampista laziale. Nella squadra di Reja, malissimo Hernanes e di buon livello il match di Konko. Tra le fila del Napoli, qualche errore di troppo sia per Inler che per Hamsik.

sabato 7 aprile 2012

Aspettando Lazio-Napoli


Cinque punti per quattro squadre e otto partite da giocare con una sesta squadra in agguato. La volata per il terzo posto promette un finale ad altissima tensione e ben cinque sfide cruciali fra le dirette contendenti. Il tutto condito da una forma precaria di diversi giocatori fondamentali e una sequela di infortuni che rischiano di diventare decisivi. In questo contesto, il Lazio-Napoli del Sabato Santo diventa un passaggio fondamentale: la Lazio, terza con 3 punti sugli azzurri e sull'Udinese, vincendo farebbe un salto in alto dal peso psicologico forse determinante. E per l'Udinese non ci sono alternative: battere il Parma per rimanere in corsa e tenere a distanza la Roma, arrivata a un punto dai friulani.

emergenza lazio — Ormai Edy Reja ci è abituato: da oltre quattro mesi una serie incredibile di infortuni, muscolari e traumatici, hanno messo in condizione i biancocelesti di dover fare di necessità virtù e portare in panchina una lunga lista di giocatori della Primavera, che a turno hanno fatto il loro debutto in serie A. Il tecnico della Lazio anche contro il Napoli, nel posticipo di sabato, deve inventare la sua formazione: Klose si è fermato e addirittura potrebbe non rientrare prima della fine del torneo, Dias si è stirato la coscia sinistra nella trasferta persa col Parma, Radu spera ma è a rischio e potrebbe non farcela, costringendo nel caso Konko ad occupare la fascia sinistra (anche Lulic è out e Garrido non convince) con Scaloni a destra. Diakité al centro con un acciaccato Biava sono gli ultimi centrali rimasti e a centrocampo ci sarà ancora spazio per un Hernanes in evidente fase calante, con Rocchi unica punta e un ballottaggio fra Gonzalez e Candreva dettato dalla stanchezza psicofisica dell'uruguaiano. Malandati anche Brocchi e Matuzalem, accanto a Ledesma ci sarà il ritorno di Cana, che si rivede in campo dopo quasi due mesi. Insomma, per la Lazio, che ha perso tre delle ultime quattro partite dilapidando un patrimonio, è più che mai la partita della vita. Reja: "Considerando la classifica e il valore delle due squadre questa partita riveste un valore particolare. Non è decisiva, ma sarà di fondamentale importanza. Non è un momento facile. In questo ultimo periodo abbiamo scontato la cattiva forma. Adesso pensiamo ad affrontare questa gara nel miglior modo possibile con convinzione e determinazione. Il Napoli ha assenze importanti come Maggio, Zuniga e Dossena, ma non risulteranno decisive. Mi aspetto un Napoli carico". Una spinta in più potrebbe arrivare dalla voglia di ricordare al meglio Giorgio Chinaglia, bandiera biancoceleste morto domenica scorsa. Il tecnico: "E' stato un trascinatore, uno dei giocatori più grandi della Lazio. La squadra è rimasta sorpresa e dispiaciuta. Cosa farei per ricordarlo? Una dedica di un campo, qualcosa che resti". E magari tre punti prima di Pasqua.

NAPOLI INCEROTTATO — Non sta messo meglio il Napoli, che si ritrova con Zuniga e Gargano squalificati, che si sono aggiunti agli infortuni di Maggio e Dossena, con quest'ultimo che stringe i denti e probabilmente andrà in panchina. Assenze pesanti sulle fasce, al punto da costringere il tecnico Walter Mazzarri a rivedere il modulo e passare al 4-3-1-2 con Pandev trequartista dietro Cavani e Lavezzi e Hamsik arretrato a centrocampo. In difesa ecco Britos per una sfida che segue il k.o. con la Juventus che ha lasciato danni non solo psicologici. Mazzarri, come suo solito, non si arrende: "Non siamo mai stati così in emergenza, a oggi non so se alcuni giocatori saranno recuperabili. Ma ho diverse soluzioni in mente, facendo la conta dei disponibili". Fra queste anche l'ipotesi di un 5-3-2 con spazio anche a Fernandez e a quel punto fuori uno fra Hamsik, Lavezzi o Cavani. Insomma: la vigilia è fatta soprattutto con i cerotti anche fra gli azzurri, palesemente spentisi mentalmente dopo l'eliminazione in Champions League col Chelsea.

speranze udinese — La giornata potrebbe essere ideale per l'Udinese, terzo incomodo, che deve affrontare il Parma e che vincendo guadagnerebbe in ogni caso punti preziosi sui rivali. Ma anche Guidolin deve affrontare la sua emergenza, che acuisce una situazione di difficoltà legata alla condizione della squadra, in chiaro calo, con tre punti conquistati nelle ultime cinque partite. Guidolin: "E' meglio pensare al Parma che ci ha battuto tre volte su tre e concentrarci su un avversario alla volta come abbiamo sempre fatto. Non pensiamo al terzo posto, ma alla partita. Vinciamo solo se facciamo la partita perfetta. Dobbiamo essere bravi noi, è questa la cosa che conta di più. Il Parma è un'ottima squadra da un punto di vista dell'organico, ve lo posso garantire. Ci sono ragazzi che con me hanno fatto un campionato importante, il primo anno dopo la promozione dalla serie B. Abbiamo lottato insieme a lungo per le coppe europee, fino a febbraio. Poi abbiamo avuto un brutto periodo durante la pausa invernale, però eravamo quinti in classifica a Natale. Siccome il Parma non è ancora tranquillo sarà molto dura, ma dobbiamo essere pronti. Con la Lazio i crociati hanno meritato di vincere e adesso contano tanto gli aspetti nervosi. Contano tanto le forze fisiche, le forze rimaste, la tattica, ma contano molto di più le motivazioni. Noi domani dobbiamo essere al 110%".
Gasport

domenica 1 aprile 2012

E' morto Giorgio Chinaglia



MILANO - Giorgio Chinaglia, ex attaccante della Lazio dei tempi d'oro e della nazionale, è morto domenica primo aprile in Florida. Dopo il ricovero per problemi cardiaci, era tornato a casa da qualche giorno. La notizia è stata data da Umberto Gandini, dirigente del Milan. «Mio padre Giorgio Chinaglia è morto questa mattina» ha confermato più tardi al telefono Anthony, figlio dell'ex calciatore.

I GUAI CON LA GIUSTIZIA - Dal gennaio 2011 Chinaglia era ambasciatore insieme a Carlos Alberto dei New York Cosmos, sua ex squadra, con l'obiettivo di rilanciare la società insieme al presidente Pelé e al direttore tecnico Eric Cantona. Nel 2008 era stato emesso nei suoi confronti un mandato di arresto per riciclaggio con l'aggravante mafiosa richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Era stato accusato di gravi irregolarità nella scalata per l'acquisto della Lazio, a cui avrebbero concorso anche esponenti del clan camorristico dei Casalesi. Un'altra ordinanza nei suoi confronti era stata emessa nel 2006 per estorsione e aggiotaggio.

Chinaglia gli anni d'oro in nazionale Chinaglia gli anni d'oro in nazionale Chinaglia gli anni d'oro in nazionale Chinaglia gli anni d'oro in nazionale Chinaglia gli anni d'oro in nazionale Chinaglia gli anni d'oro in nazionale

LA CARRIERA - Nato a Carrara, il 24 gennaio 1947, Chinaglia si trasferì con la famiglia a Cardiff all'età di nove anni. La sua carriera ebbe quindi inizio in Galles con lo Swansea City, con cui disputò le stagioni 1964-1965 e 1965-1966. Quindi il ritorno in Italia alla Massese, Serie C, e poi all'Internapoli, sempre in C, per passare alla Lazio (neopromossa in Serie A) nell'annata 1969-1970. Nella stagione 1971-1972 vince la classifica cannonieri della serie cadetta e contribuisce con i suoi 21 gol al ritorno dei laziali in A. Anche nella massima serie continua a segnare gol a grappoli: 24 nella stagione 73-74. E sarà l'annata dello scudetto bianco-azzurro.

LA CARRIERA AMERICANA - Nuovamente emigrato, ma questa volta negli Stati Uniti, Giorgio Chinaglia è stato il miglior marcatore della storia della North American Soccer League: in sette anni segnò 193 gol in 213 partite, di cui 53 in 43 incontri di playoff. Negli ultimi tempi era tornato nel giro del Cosmos, la sua ex squadra di New York, con incarichi dirigenziali.

Lotito: tutto deciso, a giugno via Reja dalla Lazio e dentro Zola


La Lazio perde male a Parma, molto male al di là del risultato finale, ed incassa la terza sconfitta nelle ultime quattro partite. Non basta il 'brodino' della vittoria striminzita contro il Cagliari, inframmezzata tra le due scoppole con Bologna e Catania e la disfatta di ieri al Tardini, per tranquillizzare un Lotito che teme sempre più di perdere beffardamente terzo posto e Champions League proprio sul filo di lana, esattamente come l'anno scorso.

La rabbia del presidente biancoceleste è tale che - secondo il 'Corriere dello Sport' - ormai la decisione di mandare via il tecnico goriziano a fine stagione è già presa e irrevocabile. Il prossimo allenatore della Lazio sarà con certezza Gianfranco Zola, da tempo bloccato da Lotito. Non a caso il sardo sta rifiutando tutte le offerte di lavoro che gli stanno arrivando soprattutto dall'Inghilterra. Neanche il terzo posto, se centrato, farebbe cambiare idea al patron dell'Aquila: occorre una sterzata decisa che dia corpo alle sue ambizioni.

Non ha giovato a far salire le quotazioni di Reja la scelta di mandare in panchina Hernanes, che in assenza di Klose e Lulic è certamente il giocatore più decisivo nell'intero organico biancoceleste: pur senza il bomber tedesco, il tecnico ha optato per il rombo e le due punte, con Mauri avanzato nella sua antica posizione di trequartista al posto del 'Profeta'. Una soluzione che ha dato esiti negativi, mentre il brasiliano - entrato nella ripresa - sembrerebbe aver accusato il colpo dell'esclusione, della quale non ha capito il motivo. E nella Capitale sono già partiti i processi...

PARMA-LAZIO 3-1


Sergio Floccari non aveva passato notti insonni a cercare il velenoso gol dell'ex, trova però i due goal che rallentano bruscamente la corsa della Lazio verso l'Europa che conta, portando la vittoria invece al Parma che non vinceva da 8 turni consecutivi. Reja aveva chiesto alla sua squadra di non perdere usando forza fisica e mentale, Lotito aveva promesso acquisti importanti per una Lazio migliore; i protagonisti della serata sono invece i gialloblu che sanno portarsi in vantaggio subito, resistono quando la Lazio alza il baricentro e chiudono proprio nel momento in cui sembravano dover soffrire fino alla fine.

FORMAZIONI - Mister Donadoni schiera la sua classica difesa a tre potendo anche contare a differenza della scorsa settimana sull'esperienza di Zaccardo (centesima gara con i gialloblu per lui), appena rientrato dalla squalifica.A centrocampo di nuovo Biabiany sulla fascia nonostante le incertezze sulla sua condizione. Per continuare la difesa del terzo posto la Lazio può finalmente affidarsi alla sua linea difensiva titolare, evento raro in questa stagione, quindi Konko Biava Dias e Radu davanti a Marchetti; centrocampo a rombo con Mauri al posto di Hernanes. Aspettando il rientro del Panzer Miro Klose, nel reparto offensivo Reja si affida alle sue bocche da fuoco Rocchi e Kozak,prima partita da titolare per quest'ultimo in stagione.

PARTITA - Il Match parte col botto: al 5' minuto cross dalla sinistra per l'ex Floccari che svetta di testa trovando un Marchetti superlativo, poi Mariga spiazza sulla ribattuta il portiere laziale portando in vantaggio la squadra di casa. Il brio iniziale dei romagnoli non finisce qui,perché la Lazio non riesce ad arrivare in area avversaria e su l'angolo successivo il Parma si fa trovare pronto con Floccari che trasforma in oro il tiro-suggerimento di Paletta. Al 16' anche la sfortuna colpisce la squadra di Reja : Dias infortunato e Scaloni costretto a sostituirlo. Passano i minuti ed i biancocelesti cominciano a crescere con un Reja che da indicazioni continue ai suoi.

Gli ospiti continuano a prendere metri guadagnando calci d'angolo e punizioni che però non sortiscono l'effetto sperato. Al 31' Giovinco mette i brividi a Reja in contropiede : lancio preciso per la formica atomica che sbaglia di poco alla sinistra di Marchetti. Al 36' la Lazio dimostra di essere ancora in partita con Kozak che riceve palla e la smista sulla fascia destra, Scaloni arriva da dietro e fredda Mirante dalla distanza. La prima frazione di gara termina con una bell' azione del Parma cominciata da Giovinco e conclusa con Galloppa che gira in elevazione di pochissimo al lato sfiorando il terzo goal.

Nel secondo tempo la squadra di Reja comincia meglio riportandosi in area avversaria con pericolosità; Parma che non rimane a guardare e cerca di allargare il vantaggio con un importante tiro di Floccari che vorrebbe sorprendere Marchetti ma si spegne sopra la traversa. Si spengono i riflettori del Tardini per qualche minuto, alla ripresa sembra non cambiare il registro della partita perché è la Lazio a tenere il campo sfiorando su angolo la rete con Kozak che schiaccia ti testa verso la porta ma non prende lo specchio.

Invece è la regola del gol dell'ex a condizionare ulteriormente la gara a favore del Parma: cross di Giovinco e Floccari che buca con forza la porta di Marchetti, è il colpo di testa che vale il 3 a 1. Poco prima Reja aveva fatto entrare Hernanes. 34' minuto : parte Giovinco in contropiede, salta con classe il primo difensore avversario, si fa tutto il campo, finta su Scaloni e tiro sul primo palo che si infrange sul portiere.E' lui, il piccolo fantasista a dar fastidio di continuo alla retroguardia avversaria. I minuti finali sono un maggiore possesso del campo della Lazio che prova ad aggiustare miracolosamente la gara.

CHIAVE - In molti pensavano che sarebbe stato il centrocampo la chiave del match : Lazio che avrebbe giocato sulla forza, Parma sul giropalla e le giocate dei suoi centrocampisti; nella prima parte di gara la vera protagonista è invece la difesa della Lazio, troppo distratta per andare a bloccare la ribattuta di Mariga prima e la correzione in gol di Floccari poi, condannando la propria squadra ad inseguire. Nel secondo tempo Lazio che quindi attacca ma apparte poche occasioni non impensierisce negli ultimi metri i padroni di casa, Klose è assente e si vede. Parma bravo a sfruttare i contropiede con un Giovinco in grande spolvero ed a concretizzare la punizione che chiude il match.

CHICCA - Non si può non sottolineare la coreografia significativa con cui i tifosi emiliani hanno accolto l'inizio della gara : una dedica a Matteo Bagnaresi, tifoso del Parma tragicamente investito durante una trasferta a Torino contro la Juve nel 2008. Già nel pomeriggio i Boys gialloblu avevano organizzato un'importante camminata commemorativa in ricordo del loro compagno. Partita interrotta nel secondo tempo perché il settore distinti rimane al buio rendendo impossibile il proseguimento del match.

TATTICA - Avendo ali ottime Donadoni punta forte sulle fasce ed i primi '15 minuti di gioco gli danno ragione, ospiti in difficoltà sulle aggressioni iniziali provenienti dai lati; Lazio che cerca di riparare le distrazioni difensive schiacciando gli avversari nella propria metacampo, provando a dar fastidio soprattutto sui calci piazzati, specialità della casa biancoceleste che spesso l'ha aiutata a sbrogliare situazioni complicate.

MOVIOLA - La partita non è molto complicata per l'arbitro ed i suoi ,anche se qualche situazione incerta c'è: Kozak appena prima dell'assist per Scaloni è in situazione di offside millimetrico, al 43' Gobbi da una manata al suo diretto avversario ma l'arbitro non vede: fallo involontario ma pur sempre pericoloso. Da elogiare invece la concessione del primo gol di Floccari che sembrava erroneamente in offside.

PROMOSSI&BOCCIATI - Far partire la propria squadra con un handicap di due gol è la colpa del reparto difensivo della Lazio che non gli permette di essere promossi. Importante la prestazione della coppia d'attacco Giovinco-Floccari : Il primo fa traballare la difesa laziale ogni volta che tocca il pallone, il secondo bravo a buttando dentro soprattutto il secondo pallone chiudendo di fatto la partita.