domenica 31 ottobre 2010

PALERMO-LAZIO 0-1...L'Aquila guarda ancora tutti dall'alto!


Una Lazio caparbia, determinata e cinica porta via i tre punti al Renzo Barbera battendo per una rete a zero il Palermo grazie ad una rete da cineteca di Dias. Una vittoria frutto della bravura ospite nello sfruttare una delle vere poche occasioni avute e della sterilità dimostrata dal Palermo negli ultimi venticinque minuti di gioco. Il Palermo può recriminare per le tante occasioni avute e per un rigore netto non concessogli ma ad una Lazio così non puoi fare regali.

FORMAZIONI – Palermo in formazione”tipo” con Munoz,contrariamente a quanto si pensava, preferito da Delio Rossi al romeno Goian. Rosanero che, comunque, attendono con impazienza il rientro di Miccoli che ieri tra le fila della Primavera ha imperversato risultando decisivo con una tripletta, nella vittoria della giovane compagine rosanero sul Crotone per cinque reti ad una. Anche in casa laziale, poi, in campo va la formazione tipo con Floccari unica punta ed Hernanes, Zarate e Mauri dietro di lui a supporto. A sorpresa non ci sono nemmeno tra gli uomini di riserva due centrocampisti come Matuzalem e Bresciano, Reja preferisce a loro tre difensori.

PARTITA – Palermo subito aggressivo, già al primo minuto di gioco Pinilla serve Pastore che sulla sinistra spedisce una caramella tra le braccia di Muslera. Siciliani sempre avanti senza cogliere la palla giusta, la Lazio replica di rimessa. Al 14’ si fa vedere Ilicic sulla destra, bello il colpo da fuori ma è pronto Muslera e blocca in due tempi. La Lazio si fa vedere dalle parti di Sirigu con Lichtsteiner ma il suo tiro-cross da destra a sinistra è fuori, troppo alto. Laziali pericolosissimi al 21’, una palla telefonata sulla testa di Floccari viene però anticipata da un bravissimo Sirigu che salva i suoi. Contropiede del Palermo, Ilicic sbaglia la rete del vantaggio. Sulla rimessa Floccari vicino alla porta del Palermo, i rosa si salvano in corner. La Lazio va in vantaggio al 27’, con una grande botta all’incrocio dei pali, punizione di Ledesma e mezza girata di Dias che mette alle spalle di Sirigu. Tutte le colpe sono da imputare a Munoz che poco intelligentemente ha causato il calcio piazzato da cui è derivato il vantaggio laziale. Un tiro, quindi, per la Lazio ed un goal. Gli ospiti rischiano al 36’, passaggio indietro a Muslera, Pastore si avventa e sul rinvio fiacco dell’estremo difensore avversario e quasi non fa rete. Proteste, infine, al 43’ in casa rosanero per un calcio di rigore per fallo di mano in area di Lichtsteiner, valutato da Damato vicino al corpo ma che a nostro avviso poteva starci benissimo.

Al rientro dagli spogliatoi, batti e ribatti la prima occasione è di marca ospite con Brocchi che ci prova dalla distanza al 51’, senza successo però. Il Palermo risponde un minuto più tardi con Pinilla, pretenzioso il suo colpo da fuori. Contropiede ospite al 56’, Mauri viene però servito troppo tardi sulla destra, il Palermo ha così il tempo per salvarsi in corner. Intanto al 57’ Hernandez si fa male durante uno scatto sulla destra, probabile stiramento per lui, il Palermo è costretto a sostituirlo con Maccarone. Il Palermo al 60’ “rischia” di pareggiare il conto, ben calciato il corner di Maccarone, di poco a lato il colpo di testa di Munoz. Occasionissima rosanero al 64’: sforbiciata di Pinilla e grande Muslera, sulla ribattuta colpo di Pastore e grande Radu che di corpo si oppone in rimessa laterale. Al 65’ Balzaretti casca in area avversaria, stavolta Damato giustamente non fischia l’estrema punizione. Al 76’ Lazio in dieci: Pinilla parte in contropiede e Biava lo atterra come con violenza sulla trequarti rosa. Cartellino giallo e fuori per doppia ammonizione. Reja butta dentro Stendardo al posto di Hernanes. Palermo ancora avanti, all’82’ deviazione debole di Maccarone su cross di Pastore. All’84’ ci prova Cassani dalla sua parte, la destra, ma la sfera va oltre la traversa. Muslera si supera all’86’ due volte di fila: prima su Pinilla e poi su Cassani. Il Palermo però nulla può anche contro una Lazio in dieci, la vittoria è degli ospiti.

CHIAVE – Nella prima frazione di gioco il Palermo diventa troppo prevedibile, giocando troppo spesso sulla sinistra, la fascia di Balzaretti. Da cineteca la rete di Dias che spessa le reni al Palermo che fino a quel momento ci credeva. I siciliani, però, dovrebbero cercare più spesso le azioni da goal e finalizzarle piuttosto che lamentarsi per i presunti torti arbitrali. La Lazio,comunque, ha avuto la meglio grazie ad un episodio e non ad una netta supremazia. IlPalermo, dal canto suo, non ha saputo sfruttare il gioco prodotto.

CHICCA – Tra ex di turno e desideri del Palermo, tra le fila laziali sono tanti gli uomini d’interesse per i siciliani: Biava e Bresciano nel reparto “ex”, Floccari, Mauri, Hernanes, Dias, Ledesma tra quelli tanto desiderati.

TATTICA – Le due squadre si fronteggiano alla pari, il Palermo con il classico albero di natale, la Lazio di Reja con due centrali e tre fantasisti alle spalle di Floccari. Alla fine è eprò una magia di Dias a decidere la partita.

MOVIOLA – Sacrosanto il rigore per il Palermo, non concesso però da Damato. Il fallo di mano di Lichtsteiner è evidente, il rigore per il direttore di gara no. Al 65’, invece, l’atterramento di Balzaretti in area non esiste, è brava la terna arbitrale a lasciar correre.

PROMOSSI&BOCCIATI – Il Palermo vede su tutti Balzaretti ed un generoso Pinilla. Assente Ilicic, Munoz non è certo l’uomo giusto per stare accanto a Bovo al centro della difesa. Il problema del Palermo è che non c’è nessuno in squadra che sia in grado. Tra gli ospiti, invece, su tutti un Muslera para tutto ed un grande Dias. Ma non vanno dimenticati Floccari, Mauri ed Hernanes. Meno bene Zarate, male l’espulso Biava.

sabato 30 ottobre 2010

Aspettando Palermo-Lazio...


Palermo: Rifinitura a porte chiuse a Boccadifalco per i rosanero. Fuori dalla lista dei convocati Miccoli (in campo con la primavera) e Liverani (oggi ha svolto una seduta differenziata). Pochi dubbi per Rossi che dovrebbe confermare la stessa formazione che domenica scorsa ha perso 2-1 contro l’Udinese di Guidolin. 4-3-2-1 con Sirigu tra i pali, difesa a quattro con Cassani, Munoz, Bovo e Balzaretti, a centrocampo ci saranno Migliaccio, Bacinovic e Nocerino; dietro l’unica punta che sarà il cileno Pinilla agiranno Pastore e Ilicic.

Lazio: Venti i giocatori convocati da Edy Reja per la trasferta in terra siciliana. Restano a Roma Foggia (contusione al piede destro) e Cavanda (problemi alla caviglia). Per la quarta volta consecutiva il tecnico goriziano manderà in campo gli stessi undici. Solito 4-2-3-1 (che in corso d’opera potrebbe trasformarsi in 4-3-2-1 con l’arretramento di Mauri) con Muslera tra i pali, davanti alla difesa (Lichtsteiner-Biava-Dias-Radu) ci saranno ancora una volta Ledesma e Brocchi; mentre in attacco dietro l’unica punta che sarà Floccari (ancora panchina per Rocchi), agiranno Zarate, Hernanes e Mauri.

PROBABILI FORMAZIONI


PALERMO (4-3-2-1): 46 Sirigu; 16 Cassani, 6 Munoz, 5 Bovo, 42 Balzaretti; 8 Migliaccio, 21 Bacinovic, 23 Nocerino; 27 Pastore, 72 Ilicic; 51 Pinilla. A disp.: (99 Benussi, 3 Goian, 25 Glik, 4 Kasami, 24 Rigoni, 9 Hernandez, 32 Maccaroni) All. Delio Rossi

Indisponibili: Liverani, Miccoli
Squalificati: Carrozzieri
Diffidati: Cassani

LAZIO (4-2-3-1): 86 Muslera; 2 Lichtsteiner, 20 Biava, 3 Dias, 26 Radu; 32 Brocchi, 24 Ledesma; 10 Zarate, 8 Hernanes, 6 Mauri; 22 Floccari. A disp.: (12 Berni, 13 Stendardo, 14 Garrido, 15 Gonzalez, 11 Matuzalem, 23 Bresciano, 9 Rocchi) All. Reja

Indisponibili: Meghni, Foggia, Cavanda
Squalificati: nessuno
Diffidati: Radu

Arbitro: Damato di Barletta (Viazzi-Manganelli; IV°: Mazzoleni)

venerdì 29 ottobre 2010

FIRMANI SALUTA LA LAZIO


Fabio Firmani saluta la Lazio. Un addio silenzioso, a fari spenti, con la fierezza di un'aquila vera. Ferita nel cuore, ma orgogliosa. Così tanto, da non farsi trascinare nelle polemiche, perchè avrebbe meritato trattamento diverso. La società invece lo ha messo da parte senza dare troppe spiegazioni, neppure tecniche (in organico, a parte Ledesma e Brocchi, non esistono altri veri mediani). I 29 elementi sono il frutto della restituzione di giocatori alla Primavera, e di altri 7 piazzati su un altro campo (la famosa gabbia). L'anno scorso Fabio collezionò 12 presenze in 3 mesi, dando un contributo fondamentale alla salvezza della Lazio. Tornò in campo contro il Genoa, e non a caso la Lazio quella volta tornò alla vittoria in campionato dopo circa 4 mesi. Aveva tanto da dare anche a 32 anni appena compiuti.

Lunedì, Firmani ha trovato e sottoscritto l'accordo con la Lazio. Risoluzione del contratto dal gennaio 2011. Divorzio anticipato di sei mesi rispetto alla scadenza. Ieri pomeriggio il suo avvocato, Giulio Dini, ha confermato la notizia. "Questa soluzione nasce da una divergenza di idee sulla gestione e sulla prosecuzione del rapporto con la società. Fabio ha ancora voglia di contribuire a pieno titolo", le parole del legale. I prossimi due mesi serviranno a Firmani per decidere il suo destino. Dovrà scegliere tra un club di Serie A, che nei giorni scorsi ha fatto un sondaggio, una società di Premier League (la sua grinta sarebbe certamente apprezzata dal pubblico inglese, ndr) o una squadra di prima fascia del campionato portoghese. Indosserà un'altra maglia, ma porterà la Lazio (rimasta ora senza romani in rosa) nel cuore.

REJA: "Mai battuto la Roma? C'è sempre una prima volta!"


Edy Reja, allenatore della Lazio prima in classifica, parla dell'imminente derby con la Roma. "Non ho mai battuto la Roma da allenatore? C'è sempre una prima volta: la Roma non sta attraversando un buon periodo - afferma il tecnico biancoceleste in un'intervista che andrà in onda stasera su Premium Calcio all'interno di 'Serie A News' - però il derby è una partita a sè, entrano in gioco altre variabili. Per noi il derby non è una partita, è 'la partita', la più importante dell'anno".

Poi una considerazione sul primato in classifica. "La Lazio è una bella sorpresa. Fortunata? Può essere. Io il 22 maggio mi vorrei svegliare e trovarmi nella posizione che occupiamo attualmente, anzi con qualche punto di distacco dalle inseguitrici. Anche se non ci penso: lo scudetto non credo sia nei valori della squadra e nei programmi della società. Arrivare in Europa, nelle prime sei, sarebbe un grandissimo traguardo".

28 Ottobre 1979, moriva VINCENZO PAPARELLI

domenica 24 ottobre 2010

LAZIO-CAGLIARI 2-1


Si era posata sopra tutti all’inizio della partita l’aquila Olympia, un segno probabilmente del destino per la squadra di Reja che esce dal pomeriggio domenicale con il primo posto in classifica rafforzato. Un Cagliari sempre pericoloso e mai domo mette più volte paura alla squadra di casa, Muslera è però un ottimo guardiano e davanti a sé ha dei compagni che trasformano in oro anche le cose meno pregiate. La Lazio decolla in classifica e raggiunge quota 19 punti, ruolino di marcia impensabile a inizio stagione per una squadra in incredibile evoluzione.

FORMAZIONI – Edy Reja conferma il blocco della vittoriosa trasferta di Bari, Matuzalem recupera e va in panchina, Zarate confermato per l’ennesima volta a scapito di Tommaso Rocchi. Pierpaolo Bisoli, dopo le recenti sfortunate uscite, regala maggiore qualità a centrocampo inserendo Pinardi e relegando Matri al ruolo di unica punta. Pisano e Conti non ce la fanno, sul terreno di gioco li rilevano Perico e Lazzari.

PARTITA – Inizia subito col piglio giusto la squadra di casa, subito pericolosa con le folate dello svizzero Lichtsteiner. Il Cagliari sembra ben messo in campo, pressa bene e prova a scavalcare la difesa di casa con la tecnica di Pinardi e Cossu. Matri sfiora il goal da due passi su ottimo suggerimento di Lazzari, l’uomo più pericoloso degli uomini di Bisoli, lo stesso centrocampista tenta spesso il sinistro siderale ma senza fortuna. Verso la metà di tempo comincia a pungere la Lazio con la solita qualità dei propri palleggiatori, Floccari usa il fisico e va vicino al goal con una percussione centrale conclusa sopra la traversa. Al 23’ i biancocelesti passano; Hernanes calcia due volte una punizione dal limite, sulla seconda botta Mauri sbaglia lo stop e serve involontariamente Floccari che esplode il destro all’angolino basso dove Agazzi non può arrivare. La reazione dei rossoblu crea qualche fastidio a Dias e compagni, Matri punge ma non ferisce e spesso si ritrova a giocare palloni troppo complicati. Sul finire di tempo Hernanes prova il pezzo, dribbling secco e sinistro fuori di poco.

La ripresa inizia senza cambi da ambo i lati, la squadra di casa sembra avere le intenzioni di chiudere il match e al 7’ infatti passa; solito inserimento letale di Mauri, scambio con Floccari e deviazione fortunosa in caduta e palla alle spalle di un incredulo Agazzi. La reazione del Cagliari arriva grazie ad un erroraccio in disimpegno di Radu, la palla finisce a Cossu che crossa senza pensarci troppo, grande colpo di testa di Matri che batte Muslera e accorcia le distanze. Il goal galvanizza gli isolani, la fascia di Radu traballa e per fortuna dei padroni di casa Matri non centra il bersaglio per un soffio. Grande momento del Cagliari, capolista in difficoltà. Pinardi calcia malamente fuori in mischia da ottima posizione, Cossu crea sempre apprensione quando trova spazi sulla trequarti. Il team di Bisoli lascia varchi per il contropiede avversario; Rocchi, appena entrato, fallisce il colpo del ko a tu per tu con Agazzi, probabilmente toccato da Astori in recupero. Il Cagliari non riesce a calciare più in porta e dopo due minuti di recupero finisce il match che regala altri tre pesantissimi punti ai romani.

CHIAVE – E’ il leit motiv della Lazio di quest’anno, i continui inserimenti di Mauri portano sempre la Lazio in rete anche se fortunosamente. Momento veramente magico per il brianzolo che azzecca tutto in tutte le maniere…

CHICCA – L’aquila Olimpia, protagonista del solito show prepartita, decide di godersi il match dall’alto delle coperture dello stadio Olimpico, comoda e interessata a gustarsi lo spettacolo in campo. Dopo qualche decina di minuti il volatile viene prelevato da padrone e addetti, probabilmente non aveva con sé la tessera del tifoso.

MOVIOLA – Nel secondo tempo fallo di mano in area di Lichtsteiner, tocco però involontario dato il movimento in scivolata dello svizzero, bravo l’arbitro a lasciare correre. Dubbio l’intervento di Astori su Rocchi lanciato a rete, il tocco da tergo del difensore ex Milan sembra esserci. Nel finale altra protesta del bomber veneziano, Canini tocca però nettamente il pallone.

TATTICA – 4-2-3-1 confermatissimo nei ruoli e negli interpreti, Zarate dedito al supporto di Floccari e al dispendioso ruolo di ala pura. Leggermente più arretrati i trascinatori Mauri e Hernanes, i polmoni di Brocchi preferiti alle geometrie di Matuzalem principalmente per contenere le velleità del doppio trequartista avversario. Dopo il goal sardo, Reja rinforza la mediana con Matuzalem al posto di Hernanes. 4-3-2-1 per gli isolani, Pinardi e Cossu nel reparto fantasia dietro il bomber Matri. Senza Conti, Nainggolan mediano adepto alla fase d’interdizione. Bisoli inserisce nella ripresa Nenè e Acquafresca, aumentando efficacemente il peso offensivo.

PROMOSSI&BOCCIATI – Nei capitolini decisivi Floccari e Mauri (Voto 7), Muslera (Voto 7) salva più volte il vantaggio con interventi prodigiosi. Zarate (Voto 5.5) è la solita croce e delizia, ben lontano però dalle sue reali potenzialità. Troppo distratto Radu (Voto 5.5), efficace in marcatura ma troppo pericolante in disimpegno. Nei sardi solita ottima prestazione del cecchino Matri (Voto 7), Cossu (Voto 6.5) è un trottolino impazzito che quando tocca palla fa sempre male. Lazzari (Voto 6) parte forte ma si spegne, Canini e Astori (Voto 5.5) non chiudono bene in occasione di entrambi i goal ospiti.

Questo pomeriggio LAZIO-CAGLIARI...

giovedì 21 ottobre 2010

"Boicotta il derby del tesserato"(?)


ROMA (21 ottobre) - «Boicotta il derby del tesserato». Lo slogan che da giorni circola sul web è di conio romanista, ma il concetto è ampiamente condiviso anche dai tifosi biancocelesti. A meno di venti giorni da Lazio-Roma, partita che dovrebbe essere attesissima, visto l’attuale primato della Lazio, gli ultrà delle due curve invece dichiarano di essere seriemente intenzionati a disertare gli spalti. Motivo della protesta, la tessera del tifoso (e questa non sarebbe una novità, anche se di derby si tratta) in riferimento questa volta alla decisione del Casms di riservare la vendita dei biglietti di tribuna Tevere ai soli possessori della carta del tifoso. L’ultima parola in merito spetta al Prefetto, che dovrà pronunciarsi nei prossimi giorni. Ma nel frattempo la protesta è già divampata sul web.

«Boicotta il derby del tesserato». Da Facebook ai siti internet e blog frequentati quotidianamente dalla componente più calda di ciascuna tifoseria la parola d’ordine è «Boicotta il derby del tesserato». Le idee lanciate per realizzare la protesta sono molte, alcune di queste del tutto provocatorie, eppure se anche poche centinaia di persone dovessero seguirle, il clima intorno all’Olimpico, il 7 novembre prossimo, rischierebbe di essere quello delle domeniche peggiori dal punto di vista dell’ordine pubblico.

I romanisti: «Tutti in curva nord». «Qui si rischia una Genova due - ammonisce Lorenzo Contucci, tifoso romanista e avvocato penalista tra i più esperti in materia di tifosi - Per ora regna il caos. Non si capisce quali siano i settori destinati agli ospiti». Perché quando la Lazio gioca in casa il settore riservato è il Distinto sud lato Monte Mario. «I romanisti con la tessera potranno andare solo in quel settore oppure si avrà un ampliamento del settore ospiti fino a comprendere la Curva Sud e i Distinti Sud?», domanda Contucci. Se la Curva sud fosse riservata ai soli possessori di tessera del tifoso, il popolo romanista saprebbe già cosa fare: «Tutti in curva nord» è la provocazione lanciata sul sito asromaultras.org e subito rilanciata sui social network.

Il tam tam su internet. Dalla biglietteria di Formello si invita alla calma: «Sono allarmismi inutili, ancora non è stato deciso nulla».Ma i tifosi non si fidano. «Aggiriamo le limitazioni: tutti in nord», scrive Luca sulla pagina di Facebook “Boicotta il derby del tesserato”. «Lasciamo lo stadio ai maroniani e ai tesserati - sentenzia Giuseppe - che se lo giochino loro il derby all'Olimpico». Anche Valeriuccio Rodriguez è tra i tanti che invitano a: «disertare completamente lo stadio. Meglio rimanere fuori, sentire la partita organizzati con radioline, e dopo, quel che succede succede...».

Le curve: «No grazie». Una provocazione, certo. Eppure gli ultrà in carne e ossa, non smentiscono il boicottaggio del derby. «Ancora non abbiamo preso nessuna decisione ufficiale ma è molto probabile che diserteremo lo stadio - afferma Gianluca Tirone, uno dei punti di riferimento della Curva nord laziale - Il caos che si sta creando intorno a questa partita dimostra ancora una volta il fallimento della tessera del tifoso». In casa romanista, invece, la decisione definitiva verrà presa a ridosso dell’incontro. «Non abbiamo le idee chiarissime - dice una voce interna alla Curva sud - Ma non escludiamo di disertare anche noi».

I laziali della tribuna Tevere. Rischia seriamente di essere un derby senza coreografie («poco male», direbbero alcuni) ma soprattutto senza troppi tifosi quello del 7 novembre. «Vista la limitazione imposta dal Casms per l’acquisto dei tagliandi di Tevere, quasi certamente non entreremo neppure noi - assicura Paolo Bravaccini, vice presidente dell’associazione Sodalizio Biancoceleste - Invieremo solo due alfieri con lo striscione Gabriele sempre nei nostri cuori». Come la curva nord infatti, anche quelli del Sodalizio sono da sempre contrari alla tessera del tifoso.

L’ultima parola al Prefetto. E mentre i supporters insorgono contro la decisione del Casms, Contucci, che gli ultrà li conosce bene, lancia l’appello: «Il Prefetto ci pensi bene, Dal 1927 ad oggi non si è mai visto un derby senza tifosi. Chi ha deciso di non entrare, andrà comunque fuori lo stadio. La cosa migliore da fare per scongiurare qualsiasi tipo problema è dividere equamente lo stadio. Come si è sempre fatto. E come accade anche in Inghilterra. Dove anche derby tra i più incandescenti come Chelsea - Millwall si giocano con lo stadio pieno e senza limitazioni di sorta». Ora non resta che attendere la decisione del Prefetto, sperando che il 7 novembre tutto fili per il verso giusto.

LOTITO: "Olimpia non è un fenomeno da baraccone"


L'aquila Olimpia, assurta a simbolo della lazialità, "non è un fenomeno da baraccone": lo ha detto il presidente biancoceleste Claudio Lotito. Il massimo dirigente della Lazio ha commentato così le polemiche relative all'uso dell'animale: "Abbiamo tutte le autorizzazioni e i permessi per farla volare. L'ho persino fatta scortare dalla Forestale - ha ironizzato - è solo un problema politico: qualcuno dell'opposizione ha chiesto perchè sono state date le autorizzazioni, tutto qua".

Perentorio invece sulla trattativa per il rinnovo di Muslera: "Problemi non ce ne stanno", ha assicurato Lotito, convinto dell'attaccamento del portiere alla maglia laziale.

martedì 19 ottobre 2010

...AI TIFOSI DEL BARI...

"L'UGUAGLIANZA"

Fissato ne l'idea de l'uguajanza
un Gallo scrisse all'Aquila: - Compagna,
siccome te ne stai su la montagna
bisogna che abbolimo 'sta distanza:
perché nun è né giusto né civile
ch'io stia fra la monnezza d'un cortile,
ma sarebbe più commodo e più bello
de vive ner medesimo livello.-

L'Aquila je rispose: - Caro mio,
accetto volentieri la proposta:
volemo fa' amicizzia? So' disposta:
ma nun pretenne che m'abbassi io.
Se te senti la forza necessaria
spalanca l'ale e viettene per aria:
se nun t'abbasta l'anima de fallo
io seguito a fa' l'Aquila e tu er Gallo.

-TRILUSSA-

BARI-LAZIO 0-2...i galletti non volano, l'Aquila si!


Il tanto sospirato test di maturità viene superato a pieni voti dai ragazzi di Edy Reja che si sbarazzano con due goal della sempre pericolosa compagine di Giampiero Ventura. I biancorossi pagano l’assenza dell’ honduregno Alvarez, risultando spesso lenti e poco pericolosi, la Lazio sta a guardare per tutto il primo tempo, poi decide di alzare l’asticella della pericolosità e passa con un letale inserimento di Hernanes. Il Bari subisce e viene steso dal rapido raddoppio di Floccari, bravo e fortunato nella deviazione, non riesce più ad organizzare un assalto ordinato alla porta di Muslera e solo un palo di Castillo fa tremare i tifosi biancocelesti. Brividi freddi che però si trasformano in gioia con il fischio finale di Rocchi e in emozione per il primo posto in classifica.

FORMAZIONI – Giampiero Ventura deve rinunciare alla velocità supersonica di Alvarez, rientrato tardi dal centro America, al suo posto c’è l’estroso Rivas. Al centro della difesa preferito Parisi a Rossi, con Salvatore Masiello sull’out di sinistra. Kutuzov – Barreto è il tandem “scardina” Lazio. Edy Reja conferma il redditizio undici vittorioso all’Olimpico, Matuzalem non è al cento per cento e va in tribuna. Atteggiamento iper offensivo da parte dei capitolini, Mauri – Hernanes – Zarate è il terzetto di fantasisti in appoggio a Floccari.

PARTITA – Squadre in campo con atteggiamento di studio, il Bari manovra spesso con i propri difensori in attesa del pertugio giusto per colpire in profondità. Lazio estremamente ordinata, Dias e Biava sono sempre attenti e chiudono i pochi spiragli lasciati dal centrocampo. Possesso palla asfissiante dei galletti, la squadra ospite non si scopre mai e il risultato un solo tiro dalla distanza di Hernanes fuori di poco. Oltre la metà tempo arriva la prima e unica vera occasione, Ledesma calcia una punizione dalla trequarti destra pescando Dias a centro area, stacco imperioso del brasiliano che indirizza però fuori da ottima posizione. Spazi veramente intasatissimi nel resto del campo, entrambi gli undici aspettano la mossa falsa che però non si palesa. Sul finire di tempo Salvatore Masiello prova la percussione e il tiro dalla distanza, Muslera respinge con stile non propriamente perfetto. Ritmo esageratamente blando, si attende una ripresa nettamente migliore.

Primi minuti ingannevoli nella ripresa, si teme lo stesso titic titoc spagnolo del primo tempo ma non è così. Floccari scalda, per modo di dire, le mani a Gillet, poi qualche minuto dopo è Mauri a cercare e trovare un lancio teso in diagonale che trova Hernanes alle spalle di tutta la difesa barese, rasoterra tra le gambe del portiere e la Lazio va in vantaggio. Bari colpito alla schiena, Zarate sfiora il raddoppio con un destro di contro balzo sull’esterno della rete. Il tallone d’Achille dei pugliesi è proprio il lato sinistro, Salvatore Masiello è un’ala e lo dimostra sempre in fase difensiva. Al 16’ Lichtsteiner infierisce sulla sopraccitata fascia, cross per Mauri che assiste al volo Floccari, deviazione fisicamente inspiegabile del centravanti e palla che si insacca nel “sette” e fa 0-2. I biancorossi faticano a organizzare l’arrembaggio, Castillo è sfortunato quando devia un corner di Parisi sul palo. Prima del finale di partita assedio disordinato dei Ventura boys, Almiron sfiora il goal di testa ma il fortino laziale regge bene fino al triplice fischio dell’arbitro.

CHIAVE – Ancora una volta gli inserimenti dei centrocampisti biancocelesti determinano il risultato finale. Mauri fornisce due assist, Hernanes decisivo nell’aggirare la difesa ospite e insaccare il preziosissimo vantaggio.

CHICCA – Hernanes sigla il suo secondo goal in campionato e cerca in fondo alla porta il pallone appena insaccato. La risposta dei difensori è picche, niente palla, allora il brasiliano cerca palla dai raccattapalle e dopo un’opera di convincimento ottiene la tanto desiderata sfera e la piazza sotto la maglietta: voleva solo festeggiare una gravidanza!

MOVIOLA – Rocchi omaggia il Bari due punizioni dal limite assolutamente dubbie, al 28’ Floccari si lamenta per un tocco di Belmonte che c’è ma è difficile da valutare. Nel finale di gara entrataccia di Ghezzal su Ledesma, Lichtsteiner chiede il rosso ma sarebbe più giusto l’ “arancione”.

TATTICA – 4-4-2 e non potrebbe essere altrimenti per i pugliesi che ne hanno oramai fatto un marchio di fabbrica. Ali tecniche e veloci, inserimenti continui dalla cintola in su della squadra. Kutuzov è il solito finto centravanti – guastafeste pronto a pressare Ledesma, Barreto il cecchino. Gli inserimenti di tre riserve non cambiano il modulo nella ripresa. Ospiti con il 4-2-3-1 camaleontico, Radu terzino e centrale aggiunto, Mauri incursore letale e disturbatore della manovra avversaria quando riparte. Hernanes è il vero regista, Ledesma filtro puro davanti alla difesa. Reja inserisce Diakitè nel finale al posto di Zarate rinforzando una difesa assediata dai galletti.

PROMOSSI&BOCCIATI – Il Bari stecca la partita, l’unico che prova a inventare qualcosa è Almiron (Voto 6) e l’unico a seguirlo è il subentrato Castillo (Voto 6,5). Ghezzal (Voto 5.5) si propone spesso ma pasticcia troppo. Insufficiente Salvatore Masiello (Voto 4.5) che si fa infilare più volte, impalpabili gli attaccanti. Mauri e Hernanes (Voto 7) formano ancora una volta l’ascensore per la vetta, Floccari (Voto 7) si batte e segna un goal importante anche se fortunoso. Zarate (Voto 6) si sacrifica indietreggiando molto. Ledesma (Voto 7) ispira la manovra lanciando con precisione e interdicendo ottimamente per tutti i novanta minuti.

sabato 16 ottobre 2010

Probabile Formazione per Bari-Lazio


15 ottobre 2010 - Seduta pomeridiana per la Lazio alla quale hanno preso parte tutti gli uomini di Reja ad eccezione di Meghni che continua a svolgere lavoro differenziato in vista del rientro che non avverrà prima di un paio di settimane. Per la trasferta di Bari il tecnico pare intenzionato a schierare il 4-2-3-1 che sta testando da alcuni giorni a Formello. L’unica possibile variante può essere l’inversione delle fasce tra Mauri e Zarate. Domani mattina rifinitura, quindi nel pomeriggio partenza per Bari.
Gasport

mercoledì 13 ottobre 2010

Franco Lerda contro la tessera


«Dispiace profondamente andare a Bergamo senza tifosi, questa è una grossa stupidaggine per il calcio in generale. Ci lamentiamo che la gente non va più allo stadio e poi mettiamo simili limitazioni. Non voglio entrare nel merito di certe scelte, ma i nostri tifosi non possono seguirci e tutto ciò non mi piace».

Franco Lerda - allenatore del Torino

domenica 10 ottobre 2010

AUGURI MISTER!


Oggi mister Edy Reja compie 65 anni, un compleanno da festeggiare come primo della classifica, un compleanno da leader: “E’ una vita che voglio partecipare alla Barcolana (storica regata a vela, ndr) e non ci riesco.- di Edy - . Ora che potevo, vista la sosta del campionato, mi hanno piazzato la regata proprio nel giorno del mio compleanno! Vabbè, sarà per la prossima volta, quando avrò smesso di allenare mi dedicherò alla barca. Oh, non prima di compiere 80 anni, chiaro?”

LA LAZIO. Ieri guidava il Molinella in Serie D, fu la prima panchina, era il 1979. Oggi è al comando della Lazio del Profeta Hernanes. Ha scoperto giocatori(fece esordire da titolare Pirlo col Brescia) , ha salvato squadre, ha ottenuto 4 promozioni in A. Soprattutto sta riportando in alto la Lazio.

IN SLOVENIA. Il contratto della Lazio è in scadenza a giugno, con il presidente Lotito ne parlerà più avanti, ma trovare un’intesa non sarà difficile. Un giorno vorrà allenare la Croazia: l’ex Jugoslavia è una terra che lo ha sempre affascinato, davanti la quale è cresciuto. Nato a Lucinico, frazione di Gorizia, con un cognome di origini slovene. E proprio in Slovenia, con la famiglia e gli amici più stretti, ha deciso di festeggiare il suo compleanno, al solito ristorante nel posto di sempre, da Tomi.

RIPOSO E PASTE. Reja tornerà a Roma martedì, quel giorno porterà le paste nello spogliatoio di Formello per festeggiare e tutta la Lazio inizierà poi a preparare la trasferta a Bari. Come dice Reja: “Speriamo di restare in vetta il più a lungo possibile. L’importante non è partire, ma arrivare primi “ chiude il mister. In mare come a Formello, con la serenità del buon velista. Per la Barcolana c’è ancora tempo.

venerdì 8 ottobre 2010

Sognare con un colpo


E' davvero un momento positivo per la Lazio. La squadra biancoceleste si trova al primo posto in classifica dopo sei giornate di campionato, il periodo nero è totalmente alle spalle. L'organico a disposizione di Reja appare abbastanza competitivo per traguardi importanti ma le sorprese per i tifosi biancocelesti potrebbero non essere finite. Con ogni probabilità infatti, a gennaio potrebbe arrivare un tassello in grado di arricchire di maggiore qualità l'attacco. Nei giorni scorsi, alcuni quotidiani sportivi hanno ipotizzato il ritorno di Federico Macheda, attualmente alla corte di Sir Alex Ferguson al Manchester United, ma ex-prodigio del vivaio laziale, ma non è da sottovalutare la possibilità che la Lazio possa tornare alla carica per Santa Cruz, attaccante paraguaiano del City trattato a lungo la scorsa estate e poi sfumato.

-da goal.com-

lunedì 4 ottobre 2010

LAZIO-BRESCIA 1-0...L'Aquila è prima in classifica


Sotto gli occhi della “mamma” Olimpia i piccoli aquilotti inanellano la seconda vittoria consecutiva in campionato che regala la momentanea vetta solitaria in attesa di Inter - Juventus. Un Brescia agguerrito e carico a pallettoni si gioca una partita a viso aperto, tre punte e tanta corsa che toglie il fiato ai palleggiatori avversari. Ci pensa così Hernanes sul finale di tempo con una giocata da DVD che manda in porta Mauri a scardinare la gabbia bresciana e uno strepitoso Sereni, nella ripresa è l’altro estremo difensore Muslera a dire di no a Eder e mantenere un fondamentale goal di vantaggio. Vola l’aquila a inizio gara, volano gli aquilotti anche alla fine nonostante delle tignose rondinelle venute a Roma senza la paura di far parte della catena alimentare.

FORMAZIONI – Edy Reja coccola e lucida l’undici vittorioso sul difficile campo di Verona, Zarate confermatissimo al fianco di Floccari e Ledesma unico avvicendamento scontato al posto di Matuzalem. Terza panchina consecutiva per Rocchi. Beppe Iachini recupera il claudicante Diamanti sulla trequarti ma deve rinunciare a mezza difesa: indisponibili Zoboli, Zebina, Daprela e il lungodegente Mareco. Rinnovata la fiducia alla coppia offensiva Eder - Caracciolo.

PARTITA – Primi fase di gioco all’insegna dello studio, i moduli simili non fanno decollare il gioco né da una parte né dall’altra. Le rondinelle cercano di stanare l’aquila dal proprio nido con l’arma del contropiede, Zambelli prova ad impensierire Muslera senza successo. La Lazio non ha la solita padronanza di palleggio, Hernanes sembra appannato e Ledesma più impreciso del solito. E’ così Brocchi a scaldare i guanti a Sereni con un destro da fuori e proprio da lontano arrivano tutti i pericoli per la “tana” bresciana ben difesa dalla reattiva coppia Martinez – Bega. Al 35’ calcio piazzato di seconda dai 25 metri, Zarate calcia a giro sul tocco del compagno e costringe Sereni ad una prodezza difficilmente descrivibile a parole. La Lazio si espone spesso al contropiede lombardo, Eder è però spesso lontano dall’area mentre Caracciolo sportella senza costrutto con Biava. Negli ultimi minuti i romani si scatenano, Floccari stoppa e si gira in area, Bega in caduta stoppa incredibilmente con il piede la conclusione a botta sicura del calabrese. Ma il vantaggio è solo rimandato; Hernanes, in ombra per parecchio tempo, si inventa uno slalom speciale con annessa discesa libera e serve in area Mauri che si infila e col sinistro fredda Sereni sul secondo palo. 1-0, tutti sotto la doccia.
Ripresa più compassata sin dai primi minuti, la Lazio in vantaggio cerca sempre di abbassare i ritmi. Il Brescia non rinuncia mai ad attaccare, Iachini inserisce Possanzini al fianco di Eder. Il brasiliano si sveglia all’improvviso al quarto d’ora, fuga in velocità da Dias e destro strepitoso sul secondo palo, sensazionale il riflesso di Muslera che mette in corner. Celi espelle Diamanti e il Brescia in dieci perde slancio offensivo. Hetemaj non perde la fame neanche in inferiorità, chiude ovunque e cerca di ripartire, addirittura sfiorando il clamoroso pareggio con una saetta dalla distanza. Il resto del tempo è palleggio e accademia dei capitolini, con il solito Hetemaj guerriero mai domo ma impossibilitato a risolvere la partita da solo.

CHIAVE – Come accade di consueto in questo inizio di stagione, a fare la differenza sono i letali inserimenti senza palla di Stefano Mauri. Il brianzolo si infila come una lama calda nel burro nella difesa lombarda, poi ferisce e perisce di sciabola contro l’ostacolo apparentemente insormontabile a nome Sereni.

CHICCA – La giocata di Hernanes sul goal partita è di quelle che fanno leccare i baffi anche ai palati più fini. Giocata stretta tra i due piedi e dribbling secco, progressione verticale e cioccolatino ripieno filtrante per il “goloso” Mauri che insacca.

MOVIOLA – Al 19’ della ripresa Mauri calcia di collo verso lo specchio della porta, Martinez respinge nettamente con il gomito ma Celi non concede il calcio di rigore. Al 28’ della ripresa secondo giallo per Diamanti, non un fallo cattivo ma la classica “sommatoria” di falli.

TATTICA – Reja ripropone il 4-3-1-2 con “O Profeta” Hernanes a galleggiare sulla trequarti, Ledesma regista basso e Mauri finto interno sinistro di centrocampo con licenza di fare male. Il Radu terzino sinistro consente in fase offensiva a Lichtsteiner di fare l’ala pura, col rumeno centrale aggiunto. L’inserimento successivo di Bresciano per Hernanes solidifica la linea mediana. Iachini risponde con un modulo a specchio, Diamanti rifinitore ma centrocampo e difesa molto più bloccati rispetto ai biancocelesti. La mossa Possanzini per Caracciolo dà più velocità ad un attacco poco mobile nella prima parte, Kone per Baiocco è per giocarsi il tutto per tutto nel finale.

PROMOSSI&BOCCIATI – Nella Lazio eccellente prova complessiva della difesa nella quale spicca un super Biava (Voto 7), sempre ben affiancato dall’elegante Dias (Voto 6.5). Leggermente sotto i suoi standard il profeta Hernanes (Voto 6.5), comunque sopra la sufficienza grazie alla straordinaria azione che decide il match. Mauri (Voto 7) è l’anima della squadra, Ledesma (Voto 5.5) invece fa rimpiangere Matuzalem. Nel Brescia Hetemaj (Voto 7) è una furia implacabile, Sereni compie un paio di parate che portano a pensare come un portiere del genere abbia fatto solo una carriera di medio livello. Malissimo Diamanti (Voto 4.5), spesso fuori dal gioco, impreciso e meritevole del cartellino rosso, Eder (Voto 6) quando si accende è pericoloso ma lo fa troppo poco nell’arco dei novanta minuti.

domenica 3 ottobre 2010

Probabile formazione per Lazio-Brescia


Sarà Zarate ad affiancare Floccari domani contro il Brescia. L’allenamento di rifinitura, svolto nel pomeriggio a Formello, ha sciolto l’ultimo dubbio che si portava dietro Reja in vista della sfida con i lombardi. L’argentino titolare, dunque, e Rocchi ancora in panchina. Per il resto il tecnico conferma la formazione di Verona con l’unica eccezione di Ledesma che prende il posto di Matuzalem: il brasiliano è ancora alle prese col risentimento muscolare al polpaccio e non sarà neppure convocato.

venerdì 1 ottobre 2010

SPECIALE SU HERNANES 'IL PROFETA' di Niccolò Faccini


Lo guardi in faccia e vedi un brasiliano vero, lo vedi forte e determinato, lo vedi correre e noti che non è come gli altri, che ha un passo diverso, che danza col pallone; lo vedi giocare e scorgi uno di quei giocatori che hanno solamente un nome, che possono essere chiamati solamente in un modo, uno di quelli a cui ben presto si appiccica l’etichetta “campione”. Gli guardi gli scarpini e vedi che sono in costante movimento, che la palla c’è e non c’è, provi a vedere a chi l’ha passata e gli è già ritornata.

IL PROFETA
Il suo nome è Anderson Hernanes de Carvalho Andrade Lima, è conosciuto come Hernanes, lo chiamano il Profeta. E’ sicuramente la sorpresa di questo inizio di campionato, nonché il miglior acquisto della campagna estiva della Lazio di Lotito. E’ sbarcato a Roma col sorriso sulle labbra e ha detto di puntare a vincere tutto il possibile. Eccola là, la sfrontatezza di chi sa di essere un campione e deve solo dimostrarlo davanti ai suoi nuovi tifosi. Pronti, via e Hernanes già incanta. Soffiato dalla Lazio alle milanesi, entra in campo a Genova e fa capire di essere superiore, di essere un talento: riceve palla e non ha alcun timore, non la passa subito, anzi se ne impossessa, supera un avversario e tira in porta, la palla esce di un soffio. Niente da fare, la squadra perde, ma il Profeta non cambia idea, vuole arrivare in alto. C’è chi gli rimprovera di essere un po’ lento, mai sensazione fu più sbagliata.

LA PRIMA GIOIA
Seconda giornata, tra le mura amiche vuole confermare ciò che ha fatto a Genova all’esordio in campionato, gioca una grande gara e segna un il primo gol in A su rigore: è freddo e dal dischetto non sbaglia. Poi si ripete a Firenze, e all’Olimpico contro il Milan si scatena: prende palla, se ne va in velocità saltando gli avversari come birilli, supera Nesta e mette sul piede di Floccari un assist perfetto che l’attaccante della Lazio sfrutta al meglio. Ma il gol è praticamente suo, del Profeta che corre a festeggiare sotto la sua curva. Lui lo sa, sa di poter arrivare in alto, sa di potersi migliorare, sa che la strada è lunga ma mostra una serenità e un’eleganza nel toccare il pallone che conquista subito tutti. E appena lo vedono giocare, tutti sono consapevoli che questo talento brasiliano abbia arricchito il nostro campionato, abbia portato un po’ di qualità in più. Hernanes sa di dover convincere gli scettici che avevano qualche dubbio sulla sua posizione in campo, ma il brasiliano gioca da trequartista dietro le punte e quella è la sua posizione: smista palloni per 90 minuti e ha una resistenza pazzesca che gli permette di giocare al massimo dall’inizio alla fine.

IL FARO DELLA SELECAO
I palloni che tocca non sono mai banali, quando gli arriva la palla nessuno sa cosa aspettarsi da questo fuoriclasse, nessuno sa dove andrà a finire il pallone, ma tutti lo incitano e si stropicciano gli occhi: con quegli occhi stanno ammirando le giocate di un gioiello brasiliano che è destinato a diventare fondamentale nello scacchiere della sua Nazionale, non una Nazionale qualunque ma quella brasiliana. Non ha paura, nel suo sguardo c’è tanta cattiveria sportiva, tanta voglia di stupire. Entra in campo a Verona e fa impazzire la difesa gialloblù. Non è il giocatore più veloce al mondo ma è molto intelligente e salta sempre almeno due uomini, poi passa la palla e si ripropone immediatamente. Non ha bisogno di fare la giocata per essere applaudito, se fa la giocata la fa perchè vuole arrivare in porta e vuole gonfiare la rete, vuole far esultare i tifosi. Sa di poter cambiare la partita da solo, lo sanno i tifosi quando lo vedono giocare. E lui vuole continuare a stupire. Se lo volevano le migliori squadre d’Europa evidentemente c’era un motivo.

LA PROSSIMA PROFEZIA
Oggi l’Italia quel motivo l’ha capito. I tifosi laziali e in generale gli amanti del bel calcio aspettano soltanto di godersi la prossima profezia del 25enne di Recife. Se Hernanes continua così ci sarà poco da fare per le difese avversarie. Destro, sinistro, qualità e quantità, potenza fisica, tiro esplosivo e grande grande classe. Questo è il suo repertorio, queste sono le qualità di un giocatore di cui forse molti ancora non si sono accorti. Queste sono le caratteristiche di un centrocampista straordinario che in prospettiva può davvero diventare un fenomeno. Questo è solo l’inizio, il bello deve ancora venire. La serie A è il palcoscenico su cui può esibirsi un giocatore che può solo migliorare, un giocatore che farà ancora parlare di sé per la sua agilità, per le sue accelerazioni, per la sua umiltà. Un grande giocatore diventa un campione solo se resta umile e si mette a servizio della squadra. In prospettiva, ma non troppo, il nostro campionato ha scovato un mago. Uno che per farsi notare non ha bisogno della bacchetta magica. Fa miracoli con i piedi.