martedì 30 aprile 2013

Gonzalez accende il derby: “Per chi perde sarà dura dimenticare”



Mancano ancora 360 minuti alla conclusione di questo campionato, ma nella capitale l’attesa per la prossima finale di Coppa Italia inizia a farsi sempre più pressante. In attesa dell’ufficialità in merito alla data e l’orario del match, Alvaro Gonzalez ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Fox Sports: “Ci aspetta una partita spettacolare, che attira un grande seguito non solo in Italia, ma anche a livello internazionale”.

Queste le parole de El Tata, che poi ha aggiunto: “E’ una gara speciale perché un Roma-Lazio in finale di Coppa Italia diventa estremamente importante anche a livello emotivo. Il derby è come un ‘Clasico’, una gara seguita in tutto il mondo, in cui non importa chi gioca meglio. Una partita che resta in bilico per tutti i 90 minuti, che può cambiare in ogni momento. Una gara molto sentita a livello emotivo e che va giocata con il cuore. In questo tipo di partite quello che conta è il risultato. Sono incontri in cui devi dare tutto, ma che allo stesso tempo devi giocare con la testa. E poi è ciò che cerchiamo di fare sempre. La Lazio è una squadra con grande qualità, sa leggere la partita con intelligenza. Spero che riusciremo a dimostrare che la Lazio è la squadra più forte. Quando l’arbitro fischierà la fine chi vince ha fatto una grande stagione, mentre chi uscirà sconfitto chiuderà la stagione con l’amaro in bocca, perché dimenticare una sconfitta in un derby in finale di Coppa Italia sarà molto dura“.

PARMA-LAZIO 0-0


La maledizione continua e nel frattempo l'Europa si allontana. La Lazio continua il periodo di digiuno in trasferta e lo 0-0 col Parma complica ulteriormente la vita ai biancocelesti. Dal 22 dicembre la Lazio non sa più vincere fuori e le cene in settimana gentilmente offerte da Lotito e Marchetti per compattare l'ambiente hanno soddisfatto le pance ma non la classifica. Il Parma trova un punto e ancora 0 reti per la quarta gara consecutiva nonostante il periodo di forma di Amauri.

mauri out — Donadoni punta in difesa su Benalouane e Mesbah esterni. In avanti tridente Biabiany-Amauri-Belfodil e la panca tocca a Sansone. Petkovic ritrova Konko, che mancava dal 25 febbraio. Fuori causa invece Cana e Lulic, rispettivamente vittime di influenza e di uno stiramento al retto femorale. In cabina di regia Ledesma, in mezzo Candreva-Onazi-Hernanes-Ederson, con Mauri escluso a sorpresa. Terminale offensivo Miro Klose.

poco incisivi — Alla vigilia Petkovic aveva chiesto un cambiamento nell’atteggiamento, ma a Parma l’approccio biancoceleste è poco cattivo. I padroni di casa costruiscono l’occasione più ghiotta subito al 3’, quando Biabiany mette una palla deliziosa per Amauri a centroarea. La capocciata c’è, Marchetti pure e la sua reattività giustifica abbondantemente le attenzioni di mercato sul portiere. La Lazio non incide: qualche palla in verticale per pescare Klose, un tiraccio svirgolato dello stesso tedesco e praticamente nient’altro in avanti. Male e troppo poco per agguantare l'Europa. Petko, oltretutto, non può essere contento dei suoi perché in un paio di occasioni si fanno sorprendere in contropiede e non capitolano solo grazie agli errori di Valdes e compagni al momento dell’apertura.

Parma-Lazio: è 0-0 al Tardini
ancora amauri — La ripresa inizia in modo identico rispetto a i primi 45’: subito Parma pericoloso col solito Amauri. La sua girata di destro finisce sul secondo palo mentre Marchetti stavolta resta a guardare. Il primo squillo biancoceleste arriva sull’asse Klose-Ederson, con la fucilata del brasiliano che finisce a lato. La Lazio in trasferta continua a non funzionare, allora al 22’ Petkovic tira via Ederson e butta nella mischia Floccari per dare più sostegno a Klose. Donadoni risponde subito con Sansone- Ninis per Biabiany-Marchionni.

radu, che occasione! — Il Parma si rende nuovamente insidioso, con le conclusioni di Valdes e Amauri a fil di palo. Petko intanto cambia ancora: fuori Klose dentro Kozak. Il ceco ha subito due chance colossali: su una Mirante chiude con i piedi, sull’altra è lo stesso attaccante a non raccogliere il bel traversone di Floccari. Il gol non arriva, ma la Lazio cresce ed è tanto in confronto al nulla del primo tempo. Al 36’ gran palla di Candreva sulla testa di Radu che di testa manda alto di un soffio. Al 44' è Floccari a far tremare il Tardini ma la palla non entra neppure stavolta. Nel finale succede di tutto: espulso Biava per doppia ammonizione e doppio gol annullato, prima a Paletta, poi a Kozak. Il risultato resta piantato sullo 0-0 e l'Europa per la Lazio si allontana.
Azzurra Saggini

venerdì 26 aprile 2013

Probabili formazioni Parma-Lazio



PARMA – Una Lazio alla ricerca dell’Europa League contro il Parma che è quasi salvo, ma per la sicurezza matematica ha bisogno di fare ancora punti. Domenica al Tardini si affrontano due squadre con motivazioni molto diverse. L’ambiente crociato vuole però onorare un campionato, che soprattutto nella prima parte è stato al di sopra delle aspettative. La partita con la Lazio potrebbe segnare il ritorno di Belfodil dal primo minuto e Biabiany in panchina.

Probabili formazioni

Parma (4 – 3 – 3): Mirante; Benalouane, Paletta, Lucarelli, Gobbi; Marchionni, Valdes, Parolo; Belfodil, Amauri, Sansone

Lazio (4 -5 -1): Marchetti; Konko, Biava, Dias, Radu; Candreva, Onazi, Ledesma, Hernanes, Mauri; Klose

giovedì 25 aprile 2013

Scontro sullo stadio e «minaccia» derby all’estero



La Roma giocherà in casa il derby della finale di Coppa Italia contro la Lazio. Non si sa ancora a che ore a, addirittura ci sono dubbi sul dove, ma almeno questo è certo: il sorteggio si è svolto ieri al termine della riunione presso l'Osservatorio sulla manifestazioni sportive, che ancora non si è pronunciato su data e ora dell’evento, al momento previsto per domenica 26 maggio alle 21 all’Olimpico.

Alla riunione hanno preso parte i rappresentanti delle autorità di pubblica sicurezza, della Lega di A e delle due società. Non è filato tutto liscio. «Abbiamo presentato il progetto studiato insieme ai due club - ha spiegato il dg della Lega, Marco Brunelli - sono state espresse delle perplessità dal punto di vista della gestione della sicurezza, in particolare sulla proposta della suddivisione dell'Olimpico».

Il problema riguarda le due tribune. Prefettura e Questura vorrebbero abbinare la tribuna Tevere alla Nord, riservandole ai tifosi della Lazio, con la Monte Mario e la Curva Sud a disposizione dei tifosi della Roma. Nel progetto presentato dalla Lega, invece, la volontà sarebbe quella di dividere le tribune, destinando la parte centrale della Tevere a una «zona famiglie» da 3.600 posti. La Lega vorrebbe evitare spazi vuoti sugli spalti, ma il rischio è concreto perché le tribune verrebbero vendute unicamente ai sostenitori fidelizzati (pochi rispetto ai posti in vendita) e ci dovrebbero comunque essere delle zone «cuscinetto».

Si rischia la rottura, così la Lega «minaccia» di spostare la gara all’estero. Una forzatura strategica visto che l’ipotesi è quasi impossibile da realizzare: bocciata Pechino, sono arrivate proposte per giocare negli States e in Brasile a Rio, San Paolo o Recife, i club ci stanno ragionando con la Lazio che ha già scartato l’ipotesi Usa. «La data ci auguriamo che non sia più in discussione - conclude Brunelli - mentre la decisione sull'orario spetterà unicamente al Prefetto».

L’orientamento degli organi di pubblica sicurezza sul calcio d’inizio sarebbe quello di proporre l’orario pomeridiano, alle 17. Entro domani si attende l’ufficialità. Potrebbe essere anticipato anche l’inizio di Fiorentina-Roma in programma sabato 4 maggio alle 20.45: il comitato per l’ordine e la sicurezza riunitosi ieri a Firenze chiederà all’Osservatorio che la gara, considerata a rischio, si disputi alle 18.

Simone Pieretti

domenica 21 aprile 2013

Alemanno, derby potrebbe slittare al 29



(ANSA) - ROMA, 21 APR - ''Ho parlato con il prefetto e il ministro degli Interni e ritengo che sia sbagliato disputare la partita il 26 maggio, nei giorni delle elezioni per il sindaco. Si potrebbe far slittare a mercoledi' 29 maggio''. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a Sky Tg24 a proposito della data della finale di Coppa Italia fra Lazio e Roma.

UDINESE-LAZIO 1-0



La caldissima sfida del Friuli fra Udinese e Lazio si è risolta in favore dei padroni di casa grazie ad un colpo di genio di Antonio Di Natale, abilissimo nel mettere alle spalle di Marchetti su un bell'assist di Gabriel Silva. Le velleità europee dei bianconeri ne escono notevolmente rinforzate.

La partita, forse per l'importanza della posta in palio, è stata molto bloccata per lunghi tratti, con i due schieramenti che si sono annullati a vicenda. Nel secondo tempo i padroni di casa hanno legittimato il successo limitando abilmente le velleitarie iniziative biancocelesti. Il calendario adesso sorride alla squadra di Guidolin che potrebbe presentarsi allo scontro diretto dell'ultima giornata in casa dell'Inter con ancora molto da chiedere al campionato.

FORMAZIONI - Orfano di Muriel Guidolin non rinuncia al centrocampo folto, ma rispetto al solito schiera un uomo in più sulla trequarti: Zielinski e Pereyra agiscono alle spalle di Di Natale. Nella Lazio, orfana di Lulic, c'è Klose dal primo minuto, ma Hernanes si siede in panchina. Petkovic sceglie un modulo speculare a quello dell'Udinese: 3-4-2-1 con Mauri e Candreva tra le linee.

PRIMO TEMPO - I primi minuti della partita sono giocati su ritmi buoni, ma non elevatissimi. La Lazio sembra più in partita rispetto ai padroni di casa e riesce a rendersi pericolosa in un paio di occasioni. Klose ci mette pochissimo ad andare vicino al goal: al 2' manca di pochissimo l'appuntamento col pallone in seguito ad un bel cross di Candreva.

Le squadre sono piuttosto lunghe, ma l'Udinese è troppo lenta in fase di transizione e lascia sempre il tempo di riorganizzarsi alla difesa biancoceleste. Fino al 18' il migliore in campo è senza dubbio Candreva, molto vivace sulla destra, ma a Di Natale basta un guizzo per prendersi il palcoscenico e sbloccare la partita. L'Udinese finalizza alla perfezione la prima azione degna di nota: Gabriel Silva e Pereyra si intendono alla perfezione sulla sinistra col brasiliano che arriva sul fondo e mette in mezzo un pallone delizioso.

Di Natale, lasciato troppo libero dalla difesa laziale, colpisce di prima intenzione in semirovesciata e il suo diagonale volante si va ad insaccare imparabilmente. Un vero e proprio gioiello di balistica e coordinazione che l'eterno Totò regala al pubblico del Friuli. La Lazio è frastornata, ma prova a reagire: più volte arriva alla conclusione, ma Brkic non è mai chiamato al miracolo. A questo punto l'Udinese contiene bene le sfuriate degli ospiti e riesce a mantenere il possesso palla più a lungo degli avversari.

Le occasioni da goal continuano a latitare, ma prima Marchetti e poi la difesa ospite riescono a sbrogliare solo all'ultimo secondo due situazioni spinose. Negli ultimi minuti la Lazio riesce a trovare più costantemente il possesso palla. Ledesma si fa apprezzare in cabina di regia e Candreva continua ad essere molto attivo, ma al duplice fischio il lampo di Di Natale rimane l'unica grande emozione di un primo tempo per il resto molto equilibrato.

SECONDO TEMPO - Le squadre si ripresentano sul terreno di gioco senza variazioni. Nel primo quarto d'ora gli equilibri rimangono simili a quelli della prima frazione, ma il gioco è molto spezzettato, circostanza che chiaramente favorisce chi è già in vantaggio. Per questo motivo Petkovic si decide ad operare un doppio cambio: fuori Ledesma e Stankevicius, dentro il duo brasiliano Ederson-Hernanes, con quest'ultimo ad agire in qualità di regista e l'assetto della squadra che rimane invariato. Arriva subito una fiammata, ma porta i colori dei padroni di casa.

Di Natale serve il giovanissimo Zielinski che però spara su Marchetti in uscita. Adesso l'Udinese aspetta la Lazio ed è pronta a pungere in contropiede: ancora Zielinski e Di Natale sugli scudi, ma la conclusione di quest'ultimo termina a lato. Al 28' la Lazio inserisce la seconda punta - Floccari - al posto di uno dei due trequartisti, Mauri.

Rimane l'incapacità ospite di di produrre occasioni da goal degne di nota: i ritmi sono in costante calo e la partita si sta avviando inesorabilmente verso la vittoria dell'Udinese. L'unico motivo di interesse offerto da questo secondo tempo, per il resto avaro di emozioni, è la grande intesa che maturano il vecchietto Di Natale e il giovanissimo Zielinski. Guidolin negli ultimi dieci minuti concede i meritati applausi all'accoppiata bianconera.

LA CHIAVE - In una partita molto bloccata la differenza l'ha fatta quel campione che risponde al nome di Antonio Di Natale. Il capitano dell'Udinese segna con una splendita semirovesciata e risulta ancora una volta decisivo per la sua squadra.

TATTICA - Nel primo tempo le squadre scendono in campo con due schieramenti speculari. Nella Lazio si cerca di sfondare sulla destra, dove Candreva è molto attivo di fronte al suo ex pubblico. Il contrappasso vuole che l'Udinese prediliga spingere sulla sinistra e proprio da quella zona del campo parte l'azione che porta alla rete di Di Natale.

I padroni di casa sono più abituati a questo tipo di gioco, ma, episodio del goal a parte, la partita risulta davvero molto equilibrata. Anche per metà della ripresa gli schieramenti sono speculari. Cambia qualcosa la Lazio al 28' con l'inserimento di Floccari per Mauri. I risultati però non arrivano e l'Udinese legittima il risultato con una fase difensiva applicata alla perfezione.

MOVIOLA - Partita molto corretta nel primo tempo. Al 30' un intervento deciso di Dias fa cadere un giocatore dell'Udinese in piena area ospite. Il difensore brasiliano colpisce la palla con netto anticipo e quindi è giusto non assegnare il calcio di rigore.

Nel secondo tempo la partita rimane sui binari della correttezza, ma è più spezzettata e l'arbitro comincia ad usare, alla perfezione, il cartellino giallo.

Dalle Pagelle:

IL MIGLIORE - Zielinski. Ha personalità. Cresce alla distanza, provando la giocata che spesso gli riesce, specie nella ripresa. Splendida la sua intesa con Di Natale. Altra scoperta di casa Udinese? Ai posteri l’ardua sentenza.

IL PEGGIORE - Stankevicius. Si propone con convinzione ma sbaglia spesso il cross o l’appoggio. Male anche in fase difensiva, dove è in netta sofferenza contro la velocità di Gabriel Silva. Meglio da centrale che da esterno.

sabato 20 aprile 2013

Udinese-Lazio: ultime, formazioni e statistiche


UDINESE (3-4-2-1): Brkic; Benatia, Danilo, Domizzi; Basta, Allan, Pinzi, Gabriel Silva; Pereyra, Lazzari; Di Natale. Squalificati: Muriel (1). Indisponibili: nessuno.

LAZIO (4-5-1): Marchetti; Gonzalez, Biava, Dias, Stankevicius; Candreva, Onazi, Ledesma, Hernanes, Mauri; Floccari. Squalificati: Cana (1). Indisponibili: Konko, Pereirinha, Brocchi, Lulic.

CONVOCATI
UDINESE: Portieri: Brkic, Padelli, Pawlowski; Difensori: Angella, Basta, Benatia, Danilo, Domizzi, Heurtaux, Gabriel Silva, Pasquale. Centrocampisti: Allan, Badu, Campos Toro, Faraoni, Lazzari, Merkel, Pereyra, Pinzi, Rodriguez. Attaccanti: Di Natale, Maicosuel, Ranegie, Zielinski.

LAZIO: Portieri: Marchetti, Bizzarri, Scarfagna; Difensori: Biava, Ciani, Konko, Dias, Stankevicius; Centrocampisti: Ledesma, Onazi, Mauri, Ederson, Candreva, Gonzalez, Hernanes, Crecco; Attaccanti: Kozak, Saha, Klose, Rozzi, Floccari.

STATISTICHE

Prima della sconfitta per 3-0 dell’andata, l’Udinese era andata in gol contro la Lazio nella massima serie per 11 gare di fila.

Al Friuli l’Udinese ha vinto le ultime due sfide di campionato contro la Lazio, e non perde da cinque giornate.

L’Udinese viene da due vittorie consecutive in Serie A, in questo campionato non ne ha ancora vinte tre di fila.

Prima del successo sul Parma di domenica scorsa, era dall’aprile 2011 (2-1 a Napoli) che l’Udinese non vinceva una partita di campionato senza Antonio Di Natale in campo.

I bianconeri hanno subito tre soli gol nelle ultime otto gare interne di Serie A, mai più di uno a partita.

La Lazio ha vinto solo due volte nelle ultime 12 giornate, sette le sconfitte in questo parziale.

I biancocelesti non sono riusciti a segnare in quattro delle ultime sei gare di campionato.

La Lazio ha vinto solo una delle ultime 11 trasferte di Serie A, e non è riuscita a segnare in sette di queste.

Sono 11 i gol segnati da Antonio Di Natale contro la Lazio in campionato, solo contro la Roma ne ha realizzati di più (13).

L’ultimo gol di Miroslav Klose in Serie A risale allo scorso dicembre, contro l’Inter: da allora sette partite senza segnare, il suo digiuno più lungo da quando milita nel campionato italiano.

mercoledì 17 aprile 2013

Fascetti: “Lazio stanca e rosa non all’altezza, salvo solo..”



Ai microfoni di Radiosei, durante la trasmissione “Quelli che hanno portato il calcio a Roma”, è intervenuto questa mattina l’ex mister laziale Eugenio Fascetti, che ha commentato la partita di lunedì sera tra Lazio e Juventus: “Ho visto una Lazio brutta e stanca, c’è stata poca gara a partire dal rigore ingenuo provocato da Cana. La partita ha evidenziato tutta la differenza di potenziale tra le due squadre. La Juventus giocava per la prima volta con una sola punta ma ha dei centrocampisti che si inseriscono e cercano la porta, a partire da Pogba. I biancocelesti mi sembra che siano troppo sulle gambe, in più non hanno una rosa abbastanza ampia per affrontare tre competizioni. Salvo soltanto Candreva, è l’unico che vedo in forma, ha passo, buona iniziativa ed è uno dei pochi che riesce a rendersi sempre pericoloso”.

Floccari e Klose possono giocare insieme? “Secondo me si, entrambi si muovono molto e lavorano per la squadra. Sarebbe una buona soluzione tattica e forse è giusto cambiare modulo per tentare di vincere più partite possibili da qui al termine della stagione”.

Sul finale di campionato: “Per il terzo posto bisogna vedere cosa succede domenica sera tra Milan e Juventus, sarà un bel finale di campionato proprio per la lotta al terzo posto e per l’Europa League. Lo Scudetto e il secondo posto mi sembrano già assegnati rispettivamente a Juventus e Napoli. Anche per la retrocessione in Serie B il discorso è ancora aperto”.

martedì 16 aprile 2013

Crecco: "Sono felice per l'esordio, ringrazio Petkovic"



Il giovanissimo centrocampista della Lazio è entrato nel secondo tempo al posto dell'infortunato Ledesma.
Quella che ha vissuto la Lazio non è stata certo una serata meravigliosa, c'è però da giurarci che Luca Crecco non la dimenticherà mai. Il giovanissimo centrocampista biancoceleste infatti, ha fatto il suo debutto in Serie A in un match importante come quello con la Juventus.

Crecco, intervistato ai microfoni di Sky, non ha nascosto la sua emozione: "Ringrazio Petkovic che ha speso belle parole per me. Riuscire a debuttare in una serata come questa è stata una grande emozione".

Il talentino della Lazio non ha ancora compiuto 18 anni: "Sono molto felice per quello che sto facendo, voglio continuare su questa strada qui. Oggi per me era difficile riuscire a fare meglio, ho esordito contro la Juventus, una squadra fortissima".

Il giovanissimo centrocampista della Lazio è entrato nel secondo tempo al posto dell'infortunato Ledesma.

LAZIO-JUVENTUS 0-2



Il conto alla rovescia verso i festeggiamenti è già partito. Quello di Roma era uno degli esami più difficili da qui al termine della stagione: la Juventus l'ha superato in scioltezza, sfruttando appieno le incertezze di una Lazio rimaneggiata e incredibilmente fragile, soprattutto nel reparto arretrato. Grazie ad una doppietta di Vidal i bianconeri si impongono 2-0 all'Olimpico, centrano il quinto successo di fila e allungano ulteriormente sul Napoli, facendo un altro passo avanti verso lo scudetto. Per Petkovic il ko di questa sera ha il sapore dell'addio definitivo al sogno Champions: da sabato sera ad Udine i biancocelesti dovranno accontentarsi di rincorrere un piazzamento nell'Europa meno nobile.

FORMAZIONI - Tra squalifiche e infortuni, Petkovic è costretto a schierare una difesa rabberciata: Ciani e Cana formano la coppia centrale, Gonzalez e Stankevicius occupano le corsie esterne. Poche novità dalla cintola in su: Mauri si riprende una maglia da titolare sull'out di sinistra, Klose è il punto di riferimento avanzato. Senza Chiellini, uscito malconcio dalla sfida con il Bayern, Conte rilancia Peluso accanto a Barzagli e Bonucci. Per la seconda volta da quando è a Torino, il tecnico bianconero schiera un centrocampista in più: Pogba affianca Pirlo e Vidal in mediana, Marchisio si muove qualche metro più avanti a supporto di Vucinic.

PRIMO TEMPO - Di fronte al pubblico delle grandi occasioni, la Lazio parte con li piede pigiato sull'acceleratore. Uno dei più in palla è Hernanes, che prova subito a bissare il gol del derby: la botta da fuori, però, è bloccata senza affanni da Buffon. La Juve sembra patire l'aggressività biancoceleste, ma dopo 8' è già avanti: Cana atterra Vucinic in piena area, Vidal si presenta sul dischetto e spiazza Marchetti. La reazione dei padroni di casa è sterile, il foltissimo centrocampo di Conte rintuzza con disinvoltura le offensive nemiche. Anzi, è Marchetti il portiere più impegnato: su una zampata di Vucinic, il numero uno biancoceleste è chiamato al grande intervento per evitare il raddoppio.

La Lazio fatica a rendersi pericolosa attraverso la manovra e deve affidarsi ai calci da fermo: su un corner da destra, Cana avrebbe la palla buona ma svirgola a due passi da Buffon. Conte perde la pazienza e chiede ai suoi maggior concentrazione, Vidal lo accontenta e raddoppia sfruttando un rimpallo e superando Marchetti con un tocco dolce: dopo meno di mezz'ora la gara è già chiusa. Nell'insolito ruolo di mezza punta, Marchisio è una spina nel fianco della difesa di Petkovic e va ad un passo dal terzo goal. Al di là di una botta da distanza siderale di Candreva, invece, la Lazio non riesce a pungere: gli ospiti gestiscono bene e vanno al riposo meritatamente in vantaggio di due goal.

SECONDO TEMPO - All'uscita dagli spogliatoi Petkovic prova a mischiare le carte, inserendo Ederson e Kozak al posto di Mauri ed Hernanes: la Lazio cambia modulo e passa al 3-4-1-2. La Juve, convinta di aver già chiuso la pratica, inizia la ripresa con un pizzico di sufficienza e deve ringraziare subito Buffon, bravissimo su zuccata di Ciani. Dopo un paio di brividi e qualche urlaccio di Conte, i bianconeri si riassestano e vanno vicinissimi al tris con Marchisio, che si divora un'occasione facile facile ad un passo dalla porta (vuota) biancoceleste. Scampato il pericolo, i padroni di casa ripartono all'assalto, trascinati da un Klose finalmente vivo.

La palla per riaprire la gara, però, capita sulla testa sbagliata, quella di Kozak, che fallisce un'occasione d'oro ad un metro da Buffon. Conte corre ai ripari inserendo Padoin per Lichtsteiner, Petkovic è costretto a rispondere subito per l'infortunio di Ledesma: al suo posto c'è il giovane Crecco, all'esordio assoluto in A. Senza il suo faro in mezzo al campo, la Lazio perde le distanze e lentamente si affloscia. Dal canto loro, gli ospiti non hanno alcuna intenzione di forzare, anzi: fanno girare la sfera e la tengono lontana da Buffon.

Con il match ormai chiuso, Conte concede qualche minuto a Quagliarella e Giaccherini, che però non hanno il tempo di dar notizie di sé: accompagnata dai cori dei propri tifosi, la Juventus festeggia la quinta vittoria consecutiva e si avvicina al secondo tricolore consecutivo.

CHIAVE - Tra infortuni (Dias, Konko e Pereirinha) e squalifiche (Biava, Radu e Lulic), Petkovic è costretto a mandare in campo una difesa troppo rimaneggiata per reggere l'urto dell'attacco della Juventus. Pur senza forzare, i bianconeri affondano che è un piacere fin dall'avvio della sfida: dopo meno di mezz'ora, Vidal ha già fatto prendere al monday night dell'Olimpico una direzione ben precisa.

MOVIOLA - Giannoccaro viene chiamato in causa dopo una manciata di minuti in occasione del penalty per la Juventus: Cana entra da dietro su Vucinic e lo stende, il rigore è nettissimo. Poco dopo è Pogba a invocare la massima punizione per una spinta di Gonzalez: il francese accentua la caduta ma i dubbi restano. Ad inizio ripresa la Lazio chiede l'espulsione di Vidal, che trattiene il pallone per non far battere a Ciani una rimessa laterale: l'arbitro invece punisce il centrale biancoceleste per la reazione sul cileno.

Dalle Pagelle:

IL MIGLIORE - Arturo Vidal. Solito guerriero di qualità. Batte un rigore con freddezza spiazzando Marchetti e s'infila nella colpevole difesa laziale per il 2-0. Come contorno, tante botte, date e prese a ancora diverse occasioni offensive dove fa valere i suoi muscoli.

IL PEGGIORE - Lorik Cana. A dir poco folle l'intervento in scivolata da dietro su Vucinic. Un episodio che ha cambiato una partita e ha marchiato indelebilmente la prestazione dell'albanese che è stato in bambola per quasi tutto il match.

venerdì 12 aprile 2013

La Corte dei Conti: Spaccarotella paghi 1,5 milioni allo Stato


di Valentina Errante e Sara Menafra

ROMA - Non solo la condanna penale. Luigi Spaccarotella, l’agente che aprì il fuoco contro il tifoso della Lazio Gabriele Gabbo Sandri uccidendolo, dovrà risarcire anche il ministero degli Interni: un milione e mezzo di euro, ovvero il 50% del danno subito dall’erario col pagamento, già effettuato, alla famiglia di Gabriele Sandri di 3 milioni di euro di risarcimento e 150mila euro di spese legali.

IL RISARCIMENTO
La sentenza della Corte dei conti di Firenze accoglie la richiesta arrivata dalla procura. E specifica che a fissare un risarcimento più alto «rispetto a quello dovuto in situazioni analoghe» fu l’Avvocatura generale dello stato di Roma, che seguì la transazione in sede civile a nome del ministero degli Interni: «Ai fini della determinazione dell’ammontare del risarcimento del danno - spiegava la proposta di transazione - può tenersi conto della circostanza che la mancata definizione in via bonaria della vicenda, potrebbe essere strumentalizzata dalla tifoseria organizzata della squadra di calcio della S. S. Lazio; una circostanza, quest’ultima, dalla quale potrebbero conseguire pericoli per l’ordine pubblico».

Dunque, Spaccarotella deve pagare la metà della cifra concordata: «Considerato che non appare ascrivibile alla diretta e personale responsabilità dell’assistente Spaccarotella il pagamento di somme ulteriori, rispetto a quelle dovute in situazioni analoghe, versate dall’amministrazione solo per evitare potenziali azioni eversive e violente - scrive la sezione giurisdizionale della Toscana, presieduta da Carlo Greco - la procura ha ritenuto equo imputare alla condotta gravemente colposa del signor Spaccarotella la somma di euro 1.550.000 (pari al 50% di quanto concretamente erogato dalla Amministrazione dell’Interno)».

LA VICENDA
Che la responsabilità del danno erariale subito dal ministero sia di Spaccarotella, concludono i giudici, lo dimostrano le sentenze a suo carico arrivate unanimi fino in Cassazione. Lo scorso 1 agosto, infatti, il Palazzaccio ha confermato la condanna a nove anni e sei mesi, assumendo una ricostruzione dei fatti che non è mai stata messa in dubbio. L’11 novembre del 2007, in una stazione di servizio dalle parti di Arezzo, Sandri e i suoi amici finiscono in una rissa con alcuni tifosi della Juventus. Lo scontro si era praticamente concluso e i due gruppi stavano tornando alle macchine, quando gli agenti della Polstrada che erano dall’altro lato dell’autostrada si sono accorti di quanto succedeva nella stazione di servizio di fronte. E mentre le macchine di tifosi fuggivano, Spaccarotella ha sparato un colpo non in aria ma contro una Renault Megan Scenic. Quella di Gabriele Sandri.

Lulic: "Che carattere questa Lazio, peccato uscire così..."



Il gol della speranza. Stacco imperioso di Senad Lulic, e la Lazio ci crede. Il bosniaco è stato ancora tra i migliori in campo, attraversa uno stato di forma straordinario. Peccato che la sua incornata non abbia trovato seguito per la storica rimonta, come sottolinea ai microfoni di Mediaset Premium: “Abbiamo sbagliato la partita in Turchia per quanto riguarda il risultato, nonostante l’ottimo atteggiamento, oggi abbiamo provato e siamo andati in vantaggio. Purtroppo non abbiamo chiuso la partita, oggi abbiam fatto vedere carattere, abbiam provato tutto ma alla fine non è andata bene”. Sontuose le prestazioni di Lulic e Candreva sugli esterni, dispensatori di traversoni a raffica per le punte, e proprio le due ali hanno confezionato il vantaggio: “Se Candreva fa il cross l’altro è in area a saltare, è stato difficile giocare contro un avversario ben organizzato, peccato perchè siamo usciti in questo modo”. Ora non sarà semplice recuperare le forze per una serie di partite ravvicinate: “Non è facile, ma è il nostro lavoro, è meglio giocare invece che allenarsi”.

Con il suo gol ha fatto sperare i tifosi laziali nella qualificazione, Senad Lulic è deluso per il mancato passaggio del turno come confessa ai microfoni di Sky sport: “Siamo usciti con un avversario che non è più forte di noi, ma dobbiamo guardare avanti”. Non è riuscita la rimonta in Europa League, ora si punta al campionato: “I punti da recuperare sono troppi però tutto è possibile, dobbiamo guardare partita dopo partita. Adesso ci aspetta lunedì la Juventus, ma noi daremo sempre il massimo per vincere, siamo una grande squadra come dimostriamo sul campo”. In chiusura Lulic parla della sua posizione in campo: “Lavoro per dove dice il mister, sono sempre a disposizione della squadra. Per me è importante giocare, destra o sinistra cambia poco”.

Man of the mach per la Uefa tra le fila della Lazio, tanta corsa ed un goal che però non è valso la qualificazione. Senad Lulic è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7 attraverso i quali ha espresso il proprio rammarico. “Per me non è importante il goal, fa arrabbiare uscire con una squadra che non è più forte di noi. Il risultato dell’andata ci ha penalizzato, per questo siamo usciti oggi". La Lazio esce a testa alta dalla competizione e può rammaricarsi per gli episodi sfavorevoli dell'andata, come ricordato anche dal laterale bosniaco. "Se all’andata fischia il rigore su Ederson passiamo noi. Siamo usciti per gli errori di altri, noi abbiamo giocato bene, oggi abbiamo dato tutto, il risulato dell’andata ci ha penalizzato". In chiusura Lulic si sbilancia su chi potrebbe essere, a questo punto, la favorita per la conquista del trofeo. “A noi non importa di chi vince, è uguale. Il Chelsea comunque credo sia è la squadra più forte rimasta nella competizione".

giovedì 11 aprile 2013

Lazio-Fenerbahce 1-1: Lulic illude tutti, Erkin gela l'Aquila e fa volare i turchi



Così come avvenuto ieri per la Juventus, anche l'avventura della Lazio finisce ai quarti di finale di Europa League. Nonostante la netta padronanza di gioco i biancocelesti ottengono solo un 1-1 che non serve a nulla e lancia il Fenerbahceverso la semifinale, la prima in una competizione internazionale della sua storia.

FORMAZIONI - Petkovic si affida a Kozak in attacco e rinuncia a Klose ancora non al meglio che parte inizialmente dalla panchina. Dietro alla punta slovacca agisce da rifinitore Ederson, supportato a centrocampo dalla fantasia e geometria di Hernanes e Ledesma, con la velocità di Candreva e Lilic sulle fasce. Nel Fenerbahce presenti i giustizieri della Lazio dell'andata, Webo e Kuyt; a centrocampo c'è l'ex Chelsea Meireles, in difesa invece una vecchia conoscenza del calcio italiano: Reto Ziegler.

PRIMO TEMPO - I biancocelesti dimostrano sin da subito di avere uno spirito battagliero, necessario per cercare la rimonta che varrebbe la qualificazione. La prima conclusione verso la porta turca è di Candreva dopo tre minuti ma Volkan non ha difficoltà a bloccare la sfera. Molto attivo anche Ederson che cerca la gloria con un siluro da fuori area che però non inquadra la porta.

La inquadra eccome invece Hernanes con un calcio di punizione velenosissimo che mette in grossa difficoltà Volkan il quale rischia di trascinare il pallone oltre la linea di porta. Molto bene anche Lulic, inesauribile sull'out di sinistra, che crossa al limite dell'area dove si coordina perfettamente Candreva che però non riesce ad impensierire il portiere turco. Il Fenerbahce pensa solo a gestire il vantaggio maturato all'andata e non si fa mai vedere dalle parti di marchetti che può dormire sogni tranquilli.

La più grande occasione per la Lazio arriva nel finale di tempo quando Volkan respinge coi piedi un diagonale molto potente di Ederson che però si trovava in una posizione abbastanza defilata. Ancora protagonista poco dopo il portiere turco che blocca in due tempi un tiro al fulmicotone di Hernanes sul quale si avventa come un avvoltoio Kozak: lo slovacco nel tentativo di trovare il pallone trova invece, colpendolo con un calcio, l'estremo difensore del Fenerbahce e viene ammonito; un giallo pesante visto che Kozak era diffidato.

SECONDO TEMPO - La Lazio riprende così come aveva terminato il primo tempo, ossia attaccando: Kozak è sempre attivo e sfiora il goal con un colpo di testa che termina di poco alto sulla traversa. Petkovic inserisce il grande assente Klose per Biava per dare maggior peso all'attacco biancoceleste che qualche minuto dopo riesce finalmente a trovare il meritato vantaggio con una bella incornata di Lulic che sfrutta al meglio un cross al bacio di Candreva riaccendendo le speranze di qualificazione.

Il Fenerbahce capisce che ora si rischia di andare perlomeno ai tempi supplementari e inizia dunque a spingere sull'acceleratore facendosi vedere dalle parti di Marchetti. Intorno alla mezz'ora accade quello che i tifosi laziali non avrebbero mai voluto vedere: la difesa biancoceleste si dimentica in area Caner che non ha difficoltà a scagliare in rete la sua rabbia e a battere un incolpevole Marchetti.

Il goal spegne le speranze della Lazio che però non si arrende e fino all'ultimo prova a vincere la gara: è strepitoso Volkan a disinnescare un colpo di testa di Cana ed è fortunato poco dopo su uno scellerato colpo di testa all'indietro di Yobo che rischia un incredibile autogoal. L'ultima occasione è una potente punizione calciata da Candreva sulla quale però si esalta ancora una volta l'estremo difensore turco.

CHIAVE - L'unica disattenzione della difesa della Lazio ha portato al goal del Fenerbahce, quasi mai pericoloso durante tutta la gara; grande impegno di tutti i giocatori di Petkovic che hanno trovato sulla loro strada un grande Volkan. Da sottolineare però la poca fluidità di manovra soprattutto nel primo tempo quando Hernanes & Co. hanno cercato invano la gloria del goal affidandosi alla soluzione del tiro da fuori.

MOVIOLA - Nonostante la grande intensità di gioco, la gara è stata sostanzialmente corretta da ambo le parti. Giusto il giallo nel primo tempo a Kozak che, nella foga, non si ferma e va a colpire Volkan che nel frattempo era riuscito a far sua la sfera.

mercoledì 10 aprile 2013

Diabolik ci svela il significato della coreografia del derby



Diabolik svela il mistero coreografia: "Sono un padre e figlio laziali! Ecco le iniziative per il Fenerbahce..."
“Speriamo di avere presto uno stadio nostro per far rendere al meglio le nostre coreografie”. Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik, non nasconde uno dei desideri della curva biancoceleste. Intanto il feudo del tifo laziale gongola in seguito ai numerosi complimenti ricevuti dopo la splendida coreografia del derby. Un abisso, in confronto al tourbillon di bandiere e fumogeni inscenato dai giallorossi. In Nord ieri campeggiava una gigantografia di una padre nell’atto di allacciare gli scarpini al proprio figlio. Un gesto tanto semplice quanto carico di significato, che rimanda alla proliferazione della fede biancoceleste di generazione in generazione ed allo stesso tempo indica la necessità di un tifo omogeneo allo stadio. In molti hanno rivisto in quel padre Tommaso Maestrelli, lo storico allenatore del primo scudetto, con il figlio Massimo. Un parallelismo che ha caricato ancor di più il significato simbolico contenuto nella coreografia. Fabrizio ha spiegati ai microfoni di Lazio Style Radio le basi di questa scelta: “In questo derby volevamo dare un messaggio che rappresentasse la tradizione della lazialità che si passa di padre in figlio. Inizialmente doveva rappresentare quattro volti a partire dal 1900 sino ai giorni d'oggi, poi abbiamo dovuto cambiare disegno per un problema di proporzioni, le quattro figure risultavano troppo vicine. Quindi abbiamo optato per quest'altro disegno, prendendo spunto da una foto di un allenatore che allaccia le scarpe ad un suo atleta, riportandolo come un padre che allaccia le scarpe al figlio. Molti ci hanno visto Maestrelli? Sì molti hanno avuto questa intuizione, ma sono solo un padre e un figlio laziali. La coreografia voleva essere anche una risposta alle critiche che ci hanno mosso ultimamente, molti dovrebbero ricordarsi delle cose belle che vengono fatte e non solo di quelle brutte”. Dal derby vinto sugli spalti all’arduo ritorno dei quarti di finale di Europa League contro il Fenerbahce. Il 2-0 del Sukru Saracoglu non può e non deve scoraggiare la Lazio, chiamata ad una vera e propra impresa. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dall’assenza del tifo biancoceleste sugli spalti per la seconda gara europea consecutiva. Poco importa perché il cuore del tifo laziale sarà presente all’esterno dello Stadio Olimpico come accaduto nella gara contro lo Stoccarda, con la novità di un’iniziativa tanto originale quanto suggestiva per far sentire la vicinanza e l’amore alla squadra: “In ritorno dalla Turchia ci è venuto in mente di accompagnare la squadra, con dei caroselli di macchine, sino allo stadio giovedì sera, per cercare di ribaltare questa partita, che all'andata ci è stata rubata. Diamo appuntamento alle 17.30/18 per aspettare tutti insieme la squadra e scordarla sino all'Olimpico”. L’idea della curva era di seguire la partita dall’esterno con un maxischermo, ma la lunga trafila burocratica rende quasi impossibile l’attuazione a due giorni dal match, come sottolinea lo stesso Diabolik: “Abbiamo richiesto, a spese nostre, di collocare un mega schermo fuori la Nord per assistere assieme al match, purtroppo ci sono pochi giorni, spero in un miracolo, magari con un aiuto della società. E' un iniziativa per far sentire la nostra voce anche da fuori, ci saremo comunque, ma con uno schermo verrebbe più gente. Sarebbe una cosa bella”.

martedì 9 aprile 2013

Coreografia mozzafiato: evidente il richiamo a Tommaso e Maurizio Maestrelli



La Nord srotola la sua coreografia e sorpresa! Il padre che allaccia gli scarpini al figlio ha le fattezze del grande Tommaso Maestrelli, mentre il bambino che riceve le attenzioni del papà, quelle del compianto Maurizio, uno dei due amati gemelli venuto a mancare quasi due anni fa. La gente laziale mostra il suo cuore grande e l’attaccamento alle radici della sua storia gloriosa che mai dimenticherà.Queste le parole dell’altro gemello, Massimo, sull’emozione suscitatagli dalla splendida scenografia della Curva Nord, riportate dal “Corriere dello Sport”: “Non so se volessero rappresentare mio padre con mio fratello, ma vedere quella scritta e quel disegno mi ha quasi sconvolto. Per un po’ non ho capito più nulla, è stata davvero una coreografia sorprendente e straordinaria. Una curva Nord mai vista e voglio comunque credere che fossero davvero loro in quel disegno: un sentimento profondo, che soltanto un laziale vero poteva partorire a prescindere dal mio coinvolgimento”.

Marchetti applaude la Lazio per il pari strappato alla Roma: "Bravi a portare a casa il risultato"



Il portiere biancoceleste ha anche commentato il primo errore dal discheto di Hernanes da quando è in Italia: "Il Professore ci aveva abituati bene, ci sta che sbagli".

Solo un pari per la Lazio nel derby contro la Roma, ma per il portiere Marchetti si tratta senza dubbio di un punto guadagnato, dato come si era messa la partita con la formazione biancoceleste in 10 uomini per l'espulsione di Biava per doppio giallo.

"Siamo stati bravi a portare a casa il risultato, - ha sottolineato l'estremo difensore - ormai siamo abituati alle difficoltà. Abbiamo ritrovato la brillantezza, e questo mi porta ad essere fiducioso, a cominciare dalla prossima battaglia contro il Fenerbahce. Abbiamo la consapevolezza di poter ribaltare lo 0-2 dell'andata".

Poi un commento sul rigore fallito da Hernanes, che avrebbe potuto portare la squadra di Petkovic sul 2-0. "Peccato, - ha detto Marchetti - perché il professor Hernanes ci aveva abituato bene. Ci sta che sbagli, anche se il rigore fallito ha cambiato la partita. Loro erano in difficoltà palese, ma siamo mancati sotto il profilo mentale".

Il derby finisce 1-1



Tutto il resto è noia. Califano l’avrebbe cantato così il primo derby giocato di Lunedì notte. Finisce con un pareggio per 1-1 che accontenta un po’ tutti. La Lazio dopo un ottimo primo tempo concluso meritatamente in vantaggio grazie all’eurogoal di Hernanes, si è spenta nella ripresa in seguito all’errore dal dischetto dello stesso calciatore brasiliano.

La Roma, dal canto suo, ha giocato un grande secondo tempo e dopo il pareggio con il goal del capitano Francesco Totti ha avuto le occasioni per vincere la partita ma le ha fallite clamorosamente. Un pareggio giusto, insomma, che mantiene invariata anche la distanza in classifica tra le due eterne rivali.

FORMAZIONI - Andreazzoli schiera la Roma con un 4-3-1-2 in cui davanti a Stekelenburg, confermato tra i pali, la grande novità è rappresentata da Marquinho schierato nell'inedito ruolo di terzino sinistro. A centrocampo confermato De Rossi davanti alla difesa, mentre Pjanic viene schierato trequartista alle spalle di Lamela e del capitano Francesco Totti.

La Lazio risponde con il classico 4-1-4-1 con Cana confermato come centrale difensivo accanto a Biava, e con il giovane Onazi che vince il ballottaggio con Mauri e viene schierato come interno di centrocampo accanto a Hernanes. Il terminale offensivo è rappresentato da Miroslav Klose al rientro da titolare dopo un lungo infortunio.

PRIMO TEMPO - Parte meglio la Roma che ci prova al 1’ con Lamela ma il suo colpo di testa è debole e non impensierisce Marchetti. Al 12’ il primo acuto della Lazio con Candreva che ci prova con un tiro dalla distanza su cui Stekelenburg risponde alla grande deviando in corner.

Al 15’ si sblocca la gara: Hernanes riceve palla da sinistra, si accentra e lascia partire un bolide che si insacca all’incrocio dei pali. La Roma accusa il colpo e rischia di subire il raddoppio con un tiro di Lulic respinto in angolo da Stekelenburg.

I giallorossi provano a reagire ma sull’assist di Lamela nessun calciatore romanista riesce ad anticipare i difensori biancocelesti. L’ultima occasione del primo tempo arriva al 47’ con Totti che calcia al volo ma trova l’ottima risposta di Marchetti che mette in corner deviando con i pugni.

SECONDO TEMPO - Secondo tempo spettacolare fin dai primi minuti quando, per un fallo di mano di Marquinhos, il signor Mazzoleni decreta il calcio di rigore per la Lazio: dal dischetto va Hernanes che calcia clamorosamente a lato.

Al 56’ il pareggio giallorosso: Pjanic viene steso in area da Hernanes, Mazzoleni decreta il secondo calcio di rigore della serata e Totti lo trasforma battendo Marchetti e raggiungendo quota 227 gol in Serie A. Al 65’doppia occasione per la Roma ma prima Totti e poi Florenzi vengono fermati da un ottimo Marchetti.

Al 69’ Mazzoleni espelle Biava per doppia ammonizione. L’ultima occasione della partita è clamorosa ma Lamela spedisce alto di testa da pochi passi e con la porta ormai sguarnita, raccogliendo un perfetto corner di Francesco Totti.

CHIAVE - Indubbiamente il calcio di rigore fallito da Hernanes ha capovolto l'esito di una gara che sembrava ormai in possesso della Lazio.

MOVIOLA - Buon arbitraggio per il signor Mazzoleni che dirige con personalità una partita non semplice. Nel primo tempo è involontario il tocco di mano di Marquinhos all’interno dell’area romanista, mentre sono giusti i due calci di rigore fischiati nella ripresa dal direttore di gara. Corretti anche i gialli a De Rossi, Lulic, Lamela, Cana, Pjanic e Castan. Dubbio il primo giallo a Biava mentre è giusto il secondo che provoca l’espulsione del difensore biancoceleste.

Dalle Pagelle:

IL MIGLIORE - Marchetti. Para tutto quello che può, tranne il rigore che viene sì intuito ma non respinto. Senza di lui la Roma avrebbe quasi certamente portato a casa i tre punti.

IL PEGGIORE - De Rossi. Come spesso accade nei derby, 'Capitan Futuro' si anestetizza. Prende un colpo a inizio match che forse lo penalizza un po'. Ma se in un tempo non tiri una volta in porta, non suggerisci palloni velonosi ai compagni e ti limiti al compitino, la punizione che ti viene data è una sola e inesorabile: sostituzione al minuto 53.

domenica 7 aprile 2013

Noi VLADIMIR PETKOVIC, voi VLADIMIR LUXURIA!

Formazioni per il derby



Roma (3-4-2-1): 24 Stekelenburg, 3 Marquinhos, 29 Burdisso, 5 Castan, 35 Torosidis, 16 De Rossi, 15 Pjanic, 7 Marquinho, 20 Perrotta, 8 Lamela, 10 Totti.
1 Lobont, 13 Goicoechea, 46 Romagnoli, 42 Balzaretti, 27 Dodo’, 11 Taddei, 77 Tachtsidis, 47 Lucca, 4 Bradley, 48 Florenzi, 22 Destro, 17 Nico Lopez). All.: Andreazzoli. Squalificati: Guberti, Osvaldo, Piris. Diffidati: Balzaretti, Burdisso, Destro, Florenzi. Indisponibili: nessuno.

Lazio (4-1-4-1): 22 Marchetti, 19 Lulic, 20 Biava, 2 Ciani, 26 Radu, 24 Ledesma, 87 Candreva, 8 Hernanes, 15 Gonzalez, 6 Mauri, 11 Klose.
(1 Bizzarri, 95 Strakosha, 33 Stankevicius, 7 Ederson, 23 Onazi, 27 Cana, 38 Cataldi, 94 Antic, 18 Kozak, 25 Rozzi, 28 Saha). All.: Petkovic. Squalificati: nessuno. Diffidati: Gonzalez, Konko, Lulic, Radu. Indisponibili: Brocchi, Dias, Floccari, Konko, Pereirinha.

Arbitro: Mazzoleni di Bergamo.

Quote Snai: 2,00; 3,50; 3,50.

Ultime sul derby


Roma e Lazio scaldano i motori e nelle ultime 11 sfide ci sono sei vittorie giallorosso contro le cinque biancocelesti, anche se è stata la Lazio ad avere la meglio negli ultimi tre derby. Otto degli ultimi nove derby di campionato giocati sono finiti con almeno un’espulsione, compresi gli ultimi quattro.

SERIE POSITIVA - La Lazio è reduce da 3 vittorie consecutive nel derby capitolino, quelle ottenute nella serie A 2011/12, in entrambi i casi per 2-1 (prima in casa, poi in trasferta), quindi la gara d'andata del campionato in corso (3-2 in casa). I biancocelesti non vincono 4 derby consecutivi dalla stagione 1997/98 quando si imposero in tutti quelli disputati tra serie A e coppa Italia: 3-1 fuori casa e 2-0 in casa in campionato; 4-1 in casa e 2-1 in trasferta in coppa Italia.

ROMA SEMPRE IN GOL - La Roma segna in casa da 38 gare consecutive ufficiali, in cui ha messo a segno 83 marcature. L'ultimo digiuno risale al 7 maggio 2011: Roma-Milan 0-0, in campionato. L'ultimo gol segnato in trasferta dalla Lazio in serie A risale al 3 febbraio scorso quando fu sconfitta per 2-3 in casa del Genoa. L'autore del secondo gol laziale è stato Mauri su rigore all'82': da allora si contano i restanti 8' di quel match, più le intere partite di campionato perdute in casa di Siena e Milan (doppio 0-3) e Torino (0-1), per un totale di 278' di digiuno fuori casa in campionato.

LAZIO MALE FUORI CASA - La Lazio è in crisi fuori casa in campionato: nelle ultime 10 trasferte ha racimolato 6 punti appena, frutto di 1 vittoria (1-0 a Marassi sulla Sampdoria il 22 dicembre scorso), 3 pareggi e 6 sconfitte. La Roma è l'unica squadra di questa Serie A a cui Sergio Floccari non ha ancora segnato in carriera.

I PUPILLI GIALLOROSSI - Totti e De Rossi sono due facce della stessa medaglia giallorossa. Sono otto i gol segnati da Totti contro la Lazio, ma solo in uno degli ultimi 10 derby il capitano giallorosso è riuscito a trovare la rete. Ancora a secco di gol in stagione Daniele De Rossi, che non segna in campionato dallo scorso 13 maggio contro il Cesena, e non segna invece all'Olimpico dal 12 dicembre 2011 contro la Juve.

sabato 6 aprile 2013

L'Uefa ammette gli errori di Collum!



Il delegato Uefa Taylor, a colloquio don il direttore sportivo biancoceleste, Igli Tare, avrebbe ammesso gli errori del fischietto. E' furia Lotito.

Vergogna, scandalo, esecuziona arbitrale. La direzione di gara dello scozzese Collum, in occasione dell'andata dei quarti di finale di Europa League andato in scena giovedì sera tra Fenerbahce e Lazio, non è ancora stata digerita dalla società biancoceleste.

Come rivelato oggi dal 'Corriere dello Sport', ci avrebbe pensato poi il delegato Uefa Taylor a far infuriare ancora di più il club capitolino. Taylor infatti, intercettato nella pancia dello stadio 'Sukru Saracoglu' dal direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, davanti alla rimostranze dell'albanese, avrebbe ammesso tutto con un eloquente: "I know, I know".

Ora si attende una controreplica dell'Uefa, che dovrà giustificare l'evidente sensazione di ingiustizia perpetrata nei confronti della Lazio da parte dell'arbitro scozzese, ma non solo. Al termine del match contro i turchi infatti, il tecnico Petkovic ha fatto notare come: "Nelle ultime cinque partite europee abbiamo subito due espulsioni e quattro rigori. E’ strano, ma è successo". Il clima intorno ai biancocelesti insomma è pessimo, come dimostrato dalla dura condanna inflitta alla società per i cori dei propri tifosi.

Davvero troppi poi gli errori commessi da Collum a Istanbul: niente rigore e mancata espulsione di Mehmet Topal per l’intervento su Ederson in avvio di gara. Il rigore accordato invece al Fenerbahce dopo le proteste del pubblico e la segnalazione di Beaton, arbitro d’area. L’intervento falloso di Gokhan su Mauri, trasformato nella punizione da cui è nato il raddoppio di Kuyt.

Dello scozzese ha impressionato anche il differente metro di giudizio. Cartellino facile nei confronti dei capitolini, estremo permissivismo invece di fronte ad alcuni rudi interventi della squadra di casa.

Come sottolineato da Petkovic peraltro la Lazio era già stata pesantemente penalizzata al 'Borussia Park' contro il Gladbach, dall’arbitro russo Karasev. In quell'occasione i biancocelesti agguantarono il meritato pari con un goal di Kozak a tempo scaduto nonostante i tre rigori assegnati ai tedeschi e l’espulsione di Dias al 24' della ripresa.

Nelle ultime cinque partite europee della Lazio il bilancio recita: due espulsioni, quattro rigori, quattordici cartellini gialli. Numeri che confermerebbero la tesi del tecnico bianconceleste, ora la parola passa a monsieur Platini.

venerdì 5 aprile 2013

Rabbia Lazio: "Meritiamo più rispetto!"



Il ritorno si giocherà a porte chiuse: "Non è una cosa che ci condizionerà, siamo abituati. Dobbiamo combattere contro tutti e tutti".

Non basta un gran cuore alla Lazio. La compagine biancoceleste infatti, cede nel finale sul campo del Fenerbahçe ed in virtù del 2-0 maturato in Turchia vede complicarsi non poco il suo percorso in Europa League.

La compagine capitolina, è ora chiamata ad una grande rimonta nella gara di ritorno dei quarti di finale in un Olimpico che sarà però chiuso ai tifosi.

Vladimir Petkovic, intervistato ai microfoni di Mediaset Premium, si è lamentato per l'arbitraggio: "In cinque partite di Europa League abbiamo subito due espulsioni e quattro rigori contro, è troppo. A questi livelli meritavamo maggiore appoggio".

Il tecnico biancoceleste non getta però la spugna: "Il Fenerbahçe oggi ha giocato davanti al proprio pubblico e in queste condizioni, al ritorno però le cose saranno diverse per loro. Abbiamo perso ma è un risultato che si può ribaltare. Il Derby? Dopo una gara come questa è meglio avere un avversario forte ed emozioni forti".

Il ritorno si giocherà a porte chiuse: "Non è una cosa che ci condizionerà, siamo abituati. Dobbiamo combattere contro tutti e tutti, perdiamo anche Mauri per un fallo che non c'era".

Fenerbahce-Lazio 2-0


Una grande ingenuità di Onazi ad inizio ripresa condanna la Lazio sul campo del Fenerbahce, riaperto al pubblico dopo i due turni a porte chiuse. Finisce 2 a 0 per i turchi grazie ai goal di Webò su rigore e Kuyt nel finale. La prossima settimana, all’Olimpico (a porte chiuse) servirà una rimonta 'pazzesca', anche se non sarà facile, visto che lunedì la Lazio se la vedrà nel derby contro la Roma, che può valere l’ultimo treno per il terzo posto.

FORMAZIONI - In vista del derby, Petkovic lascia in panchina (almeno inizialmente) Biava, Ledesma, Mauri e Klose, affidandosi al bomber di Coppa Kozak, con Hernanes ed Ederson alle sue spalle. Il tecnico Kocaman risponde con un offensivo 4-2-3-1 con Webò unica punta supportato da Kuyt, Cristian e Sow.

PRIMO TEMPO - Inizia meglio la Lazio che al 9’ si fa vedere dalle parti di Demirel con un colpo di testa di Ederson, bloccato però senza problemi dal portiere turco. Al 12’ proteste vivaci dei biancocelesti per un contatto in area fra Ederson e Yobo, ma il direttore di gara lascia proseguire. Il Fenerbahce c’è e al 16’, alla prima palla goal, sfiora il vantaggio: errore grossolano di Lulic in fase difensiva, pallone che finisce sui piedi di Sow che calcia al volo dal limite, ma trova Marchetti che sfiora la sfera spedendola sul palo interno.

La Lazio sembra essere più ordinata in campo e al 24’ Ederson prova un colpo sotto dal limite deviato in angolo da un difensore turco. Il ritmo si abbassa e il match non regala emozioni prima del riposo, anche in virtù dell’altissima posta in palio.

SECONDO TEMPO - La ripresa si apre subito con il secondo giallo ad Onazi (47’), che commette un fallo gratuito in mezzo al campo ai danni di Cristian e va sotto la doccia. A questo punto i turchi provano ad alzare il muro e un minuto dopo Meireles dai venti metri colpisce il palo interno, con Marchetti che non sarebbe mai arrivato sulla sfera.

La Lazio soffre e Petkovic getta nella mischia Ledesma al posto di Ederson, passando di fatto ad un 4-4-1, ma è sempre il Fenerbahce a fare la partita, anche se Marchetti è attento sulle conclusioni di Mereiles e Sow. Al 77’ l’episodio che cambia il volto al match: pallone in area della Lazio che finisce sul braccio di Radu e Collum, su segnalazione dell’arbitro d’area assegna il rigore ai turchi. Dal dischetto (78’) va Webò che spiazza Marchetti. Nel finale Petkovic si gioca anche la carta Mauri, ma al 90’ la Lazio subisce il goal del 2-0 che pesa come un macigno. Punizione dai 35 metri di Topuz, Marchetti non trattiene e Kuyt sotto misura trova la rete. Finisce dopo 4’ di recupero. La prossima settimana servirà un miracolo per capovolgere la situazione.

CHIAVE - L’espulsione di Onazi (giusta) ad inizio ripresa che lascia la Lazio in dieci ed in balia del Fenerbahce, che ne approfitta trovando la via della rete in ben due occasioni, ipotecando la qualificazione alle semifinali.

MOVIOLA - Lo scozzese Collum non è sicuro e lascia a desiderare in più di un occasione. Nella prima frazione episodio molto dubbio in area turca: minuto 12’, contatto fra Yobo ed Ederson, ma sia assistente (ben posizionato) che arbitro lasciano correre tra i dubbi. Sempre nel primo tempo giusti i cartellini gialli sventolati ad Onazi e Kormak entrambi per gioco scorretto. Ad inizio ripresa, giustissimo il secondo giallo ad Onazi, che lascia la Lazio in dieci.

L’episodio chiave arriva al 78’ quando in collaborazione con l’arbitro d’area, assegna il rigore ai padroni di casa, per fallo di mano di Radu: è vero che il braccio del laziale è leggermente largo, ma la sfera gli carambola addosso dopo un colpo di testa ravvicinato di un giocatore turco; probabilmente a parti invertite non avrebbe assegnato un rigore che non pare esserci. Giusti i gialli a Radu (proteste), Webò (esultanza prolungata) e Mereiles (gioco pericoloso), mentre sono severi quelli sventolati a Marchetti per perdita di tempo e Mauri per gioco pericoloso (diffidato salterà il ritorno).

martedì 2 aprile 2013

Papa Franceso tifa Lazio. Gonzalez: "E' il nostro orgoglio"


Papa Francesco I è un grande appassionato di calcio e non ha mai nascosto le proprie simpatie per il San Lorenzo, la squadra argentina di cui è un grandissimo tifoso. Ad una settimana esatta dal derby, però, come sottolineato anche dall’Osservatore Romano, quotidiano molto vicino allo Stato Pontificio, si scopre che il pontefice è tifoso della Lazio. Alla fine degli anni '60 padre Bergoglio, infatti, insegnava filosofia a Santa Fé e aveva come "perpetua" Isabela Pianta Gussones. La donna, oggi 96enne, è la sorella di Eulalia Pianta Gussones, che ha sposato Marco Enzo Castroman, il nonno del centrocampista che tra il 2001 e il 2003 ha militato nella Lazio. Ed è proprio in quegli anni, grazie anche a una visita a Formello, che l’attuale capo della chiesa cattolica è diventato un fedele sostenitore della squadra biancoceleste. Intanto, ieri mattina, in Piazza San Pietro erano presenti, tra gli altri, Scaloni e Gonzalez che hanno voluto rendere omaggio al papa. "Siamo stati lì per salutare Papa Francesco nel giorno di Pasqua. E' stato molto emozionante", ha raccontato il mediano uruguaiano. E ha aggiunto: "Per noi è un motivo d'orgoglio avere il Papa sudamericano".