domenica 31 maggio 2009

Juventus-Lazio 2-0 nell'ultima di campionato


Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Una Lazio senza motivazioni e rimaneggiata cede di schianto ad una Juventus concentrata e sicura, capace di concretizzare al meglio le occasioni da rete con l’implacabile Iaquinta. Si conclude così al meglio la mini gestione di Ciro Ferrara, capace di conquistare due vittorie in altrettanti incontri e di concludere il campionato con l’importantissimo e agognato secondo posto. Saluta il suo pubblico

In campo – Ciro Ferrara cambia poco o nulla dalla vittoriosa trasferta senese e inserisce in formazione il solo “Brazzo” Salihamidzic al posto dell’indisponibile De Ceglie. Confermata la coppia offensiva Del Piero–Iaquinta, fascia di capitano al braccio del partente ma indimenticabile Pavel Nedved. Delio Rossi rivoluziona una Lazio priva di tantissimi giocatori, manca tutto il tridente delle meraviglie oltre a Matuzalem, Radu e Cribari. Tanta primavera in campo, tandem d’attacco Del Nero–Kozak.

Si gioca –
Pronti via e subito Juventus con Marchisio che al 3’ vede il movimento in veticale di Iaquinta e lo serve con un assist perfetto, il centravanti della nazionale raccoglie e infila tra le gambe di Carrizo in uscita per l’1-0. Lazio su ritmi blandissimi, Kozak è però volenteroso e al 14’ scatta in profondità, aggancia il pallone ma prova un cucchiaio su Buffon che termina alto sopra la traversa. Si accende ad intermittenza anche Foggia, spostato sulla destra, punta e salta spesso Salihamidzic ma sia al 24’ che al 42’ spara col sinistro addosso a Buffon. La Juventus aspetta e si fa vedere raramente in avanti, al 47’ stupenda combinazione Nedved – Iaquinta – Del Piero, splendida rovesciata di Pinturicchio e palla alta di pochissimo.

Ripresa senza variazioni di formazione. Al 9’ Pavel Nedved prova a salutare i tifosi con un goal alla sua maniera ma il sinistro di collo termina di poco alto. Ferrara inserisce Amauri per riproporre il tridente con Del Piero trequartista e subito si notano i benefici. Al 14’ De Silvestri mostra tutti i suoi limiti difensivi e si fa rubare palla dallo scaltro Nedved, assist per Iaquinta e tap in facile facile per il 2-0. Sale d’intensità la manovra della Signora, Del Piero cerca il cucchiaio sull’attento Carrizo che blocca e si ripete sulla conclusione da fuori area dello scatenato Nedved. Al 25’ riappare la Lazio, Brocchi pesca in mezzo all’area Kozak che gira a rete di testa, decisiva la deviazione in corner di un super Legrottaglie. Al 38’ Tuia stende Giovinco al limite dell’area, sul punto di battuta si presenta Pavel Nedved che scarica un destro siderale sventato in angolo da una prodezza di Carrizo. Il ceco esce e lascia spazio a Tiago e alla standing ovation del popolo bianconero. Prima della fine del match Mendicino e Kozak riescono a fallire una clamorosa palla goal mandando sul palo il pallone da pochi passi.

giovedì 28 maggio 2009

LOTITO:"Pandev resta..mi piace Iaquinta"


Presidente Lotito, la Juventus le ha fatto proposte per Kolarov e Pandev? «Mai sentiti. Sono tutte chiacchiere, stupidaggi­ni. Dovrò ripeterlo all’in­finito, non mi sono arri­vate richieste. Al­tro che vendere calciato­ri. La Lazio compra. Kolarov è sicuramente incedibile, Pandev non l’ho messo in vendita».

Ma se arrivasse l’offer­ta... «Dovrebbe essere una co­sa come in quel film, co­me si intitolava... “Pro­posta indecente”. Ecco se Pandev vorrà davvero andarsene e la Juve o un altro club mi facesse una proposta indecente, allo­ra ci ragionerei. Ma io Pandev non lo voglio vendere».

Il fatto che Pandev tra un anno possa svinco­larsi non la spaventa? «Tra un anno appunto, mica siamo nel 2010».

La domanda era inge­nua. Non la spaventò nemmeno il fatto che Oddo fosse a pochi gior­ni dalla svincolarsi, nel gennaio 2007... «Lo voleva il Milan, ma le regole sono chiare: pa­gare moneta, vedere cammello. Pagarono».

Lei viene dipinto, non a caso, come uno straordinario vendito­re. «Io non ho mai venduto i miei giocatori».

Adesso esagera. «Ne ho venduti soltanto tre, tutti perché voleva­no andarsene. Che cede­re Oddo fu un buon affa­re lo ha detto lei. Pure Mudingayi voleva lascia­re la Lazio, anzi chiede­va proprio di andare al Bologna e qui lo dico che io che fu una buona ope­razione (6 milioni, ndr). E poi c’è stato Behrami, che voleva liberarsi con l’articolo 17 per andare al West Ham, ma alla fi­ne ci ripensò... (alla La­zio andarono 6,5 milioni, l’affare meno brillante, ndr)».

L’articolo 17 si può uti­lizzare solo per i trasfe­rimenti nei club di fede­razioni estere e su Pan­dev ci sono anche il Bayern e alcuni club in­glesi. Non teme una bef­fa? «Sia ben chiaro che oggi la Lazio non si fa scippa­re nessun giocatore. So­prattutto da questi club inglesi che paradossal­mente devono la loro for­za alla possibilità di ac­cumulare impunemente debiti. E’ un chiaro caso di mancata vigilanza de­gli organi che dovrebbero obbligarli a ripianare i debiti».

Ribaltiamo la situazio­ne: c’è un giocatore del­la Juve che potrebbe in­teressarle? «No, nessuno. Anzi, a pensarci bene uno c’è».

Chi è il fortunato?
«Iaquinta».

giovedì 21 maggio 2009

Lazio-Reggina 1-0...Reggina in B e festa per la Coppa


Reggina in B. Alla fine è quello che rimane di una gara giocata male dagli amaranto che erano gli unici interessati al risultato. La Lazio approfitta della scarsa vena realizzativa del suo reparto avanzato. Ne approfitta Zarate che trova la rete della vittoria. I calabresi dopo sette stagioni consecutive fanno mesto ritorno in cadetteria. Miracoli ne han fatti parecchi, quello che si stava prospettando era qualcosa di impossibile. E la sconfitta di questo anomalo anticipo della penultima è l'epilogo di una stagione nata male che il Presidente non è riuscito a raddrizzare come suo solito. Ora toccherà riprogrammare il futuro, tenendo i piedi per terra, e ripartendo con le motivazioni giuste. Questa è la nuova sfida per il sodalizio amaranto. Sull'altra sponda Lotito gongola con la "sua" Coppa Italia che alza orgogliosamente come per rispondere a Mourinho: anche la Lazio ha il suo "titulo".

In campo - Lazio in festa, con alcuni rincalzi in campo, Foggia Zarate e Pandev in avanti. Orlandi preferisce lasciare in panchina l'ex Corradi, dando fiducia a Cozza coadiuvato da Brienza.

Si gioca - Reggina più pimpante, ha con Brienza al 4' la prima occasione, ma il tiro è debole e viene bloccato da Carrizo. Lazio un po' rinunciataria, e allora Reggina vicina alla reta anche al 24' con un tiro di Carmona sul vertice destro dell'area piccola: Carrizo si supera e manda in angolo. Lazio sorniona ma cinica: Zarate ha un pallone invitante filtrato per vie centrali: trova così la rete con un tiro a filo d'erba. La Reggina abbozza una reazione con Barreto pronto alla deviazione di tacco: la palla carambola sui piedi di Barillà che manda in alto. Ma Lazio pronta al contropiede: Pandev alla mezzora ha la palla del raddoppio, ma il suo tiro risulta debole e centrale.
38' minuto di clamore: Brienza dribbla Carrizo ma inspiegabilmente non tira e si dirige sulla linea di fondo: poi l'azione sfuma ma sul versante opposto Pandev si trova la porta vuota per l'uscita avventata di Puggioni; il pallonetto termina d'un soffio fuori.

Nella ripresa Orlandi si riscopre Mourinho e getta nella mischia altre due punte: Ceravolo e Corradi. Ma alla fine non scaturiscono palloni interessanti: il solo Brienza ha un paio di palloni interessanti: mai effettivamente pericoloso.

-Manuel-

domenica 17 maggio 2009

Palermo-Lazio 2-0


La differenza di motivazioni e di formazione fanno la differenza in una sfida tutto sommato apprezzabile. Un Fabrizio Miccoli in grande spolvero porta in vantaggio i padroni di casa grazie ad un generoso rigore, la Lazio non si vede finchè Rossi inserisce il solito scatenato Zarate che pareggia i conti ma nessuno dei quattro addetti alla direzione arbitrale se ne accorge. Nel finale Migliaccio incorna il goal della sicurezza sull’ennesima uscita a vuoto di Juan Pablo Carrizo.

In campo – Ballardini è ancora in lotta per un posto in Europa League e schiera la formazione migliore, Miccoli recupera e fa coppia con Cavani, rientra in regìa l’indispensabile Fabio Liverani. Sensazioni diametralmente opposte sulla panchina di Delio Rossi, reduce dalla splendida vittoria della Coppa Italia e automaticamente qualificato alla sopraccitata coppa europea. Turnover forsennato dopo tre giorni di riposo e festeggiamenti, in porta si rivede Juan Pablo Carrizo, in difesa De Silvestri, Radu e Diakitè, Mauri e Del Nero partono titolari nel centrocampo a quattro. Debutta dal primo minuto il bomber della primavera Ettore Mendicino, in panchina va il fuoriclasse Mauro Zarate.

Si gioca – Partenza illusoria della Lazio che spinge forte nonostante un modulo assolutamente inedito, al 5’ però Russo non vede un fallo a metà campo e innesca il contropiede rosanero, Miccoli va giù in area e l’arbitro non esita a fischiare un rigore alquanto dubbio. Dal dischetto lo stesso Miccoli spiazza Carrizo e fa 1-0. Reazione degli ospiti immediata, Mendicino sembra motivatissimo e al 12’ serve Rocchi a centro area, destro immediato del capitano e deviazione decisiva di Kjaer che facilita la presa di Amelia. Palermo che prova a chiudere il match con i calci da fermo, al 23’ Cassani raccoglie una respinta corta da calcio d’angolo ed esplode un destro micidiale che sfiora il sette più vicino. Partita strana che corre via senza grandi acuti, al 30’ Kolarov calcia un corner insidiosissimo che Liverani respinge male, palla che finisce sul volto di Diakitè e si spegne sul fondo di un niente. Pochi minuti dopo Liverani perde palla in seguito ad una distorsione al ginocchio, Mendicino e Rocchi buttano fuori il pallone nonostante la limpidissima occasione da rete: grandissimo gesto di fair play, applaude forte il Barbera. Miccoli si scalda a sprazzi, al 39’ pennella un lancio al bacio per Simplicio che da due passi sbuccia clamorosamente il pallone sul fondo.

Ripresa senza cambi iniziali. Miccoli prosegue il suo show inventando calcio ad ogni latitudine, al 10’ il Romario del Salento riceve sulla trequarti e scarica un destro micidiale che sfiora il palo alla destra di Carrizo. Sempre Farbizio Miccoli poco più tardi, dribbling in un fazzoletto su Diakitè, Carrizo gli chiude la strada per la doppietta. Lazio allo sbando totale, al 20’ ancora Palermo con Bovo che centra per il solissimo Cavani che in corsa cicca clamorosamente il pallone buttando all’aria il raddoppio. Al 23’ Delio Rossi inserisce Zarate ed è subito panico nei rosanero, l’argentino ci mette un paio di minuti a mettere la palla in rete su assist di Rocchi ma ci pensano l’arbitro e l’assistente a non convalidare un goal con la palla che aveva completamente varcato la linea di porta. Al 42’ il Palermo mette la parola fine alla partita, Simplicio crossa in mezzo all’area dove Carrizo sbaglia completamente il tempo e concede il 2-0 all’ottimo Migliaccio.

La chiave – La terna arbitrale è in assoluto la chiave della partita. Dopo cinque minuti di partita Russo vede un rigore assai dubbio su Miccoli e non esita a fischiare la massima punizione per il vantaggio rosanero, nella ripresa né lui né i suoi assistenti vedono un goal “fantasma” di Zarate che aveva varcato completamente la linea di porta. Giornataccia e risultato condizionato.

-Manuel-

giovedì 14 maggio 2009

LA COPPA ITALIA E' NOSTRA!


La Lazio conquista la sua quinta Coppa Italia al termine di una partita infinita, conclusasi ai calci di rigore. Decisivi nella Sampdoria gli errori di Cassano e Campagnaro, ma anche la prontezza di Muslera, che li ha neutralizzati. Di Dabo il rigore decisivo. Nei tempi regolamentari le reti sono state realizzate da Zarate e Pazzini.

In campo – La Lazio si presenta quasi al completo, unico assente fra i biancocelesti è Matuzalem per squalifica sostituito da Dabo che potrebbe non avere i novanta minuti nelle gambe. Delio Rossi decide di far giocare Pandev nonostante il suo affaticamento lasciando in panchina Tommaso Rocchi. Mazzarri preferisce Stankevicius a Raggi per aumentare la pressione su Kolarov, davanti i soliti Cassano-Pazzini.

Si gioca – Parte fortissima la Lazio che dopo soli quattro minuti si porta in vantaggio con l’inserimento fenomenale di Zarate che salta Stankevicius sulla destra e Campagnaro battendo Castellazzi con un tiro straordinario. Non tardano le proteste blucerchiate che lamentano un fallo su Pazzini da parte dei difensori laziali. Si accende dunque la sfida e sale il nervosismo e Foggia si fa ammonire per gioco scorretto ma Rosetti non si accorge della manata inopportuna di Campagnaro come reazione dopo solo sette minuti. Importante è fin da subito l’apporto di Stankevicius che si propone diverse volte con interessanti iniziative sfidando Kolarov a viso aperto. Il match dunque inizia in salita per i doriani che oltre allo svantaggio sugli spalti devono adesso colmare quello in campo. Al diciottesimo gli uomini di Mazzarri ancora molto polemici, recriminano per un presento fallo in area di Siviglia ai danni di Pazzini ma l’arbitro non è d’accordo. Si nota in campo la voglia della Samp di raggiungere il pari con Pazzini ma la convinzione è che la Lazio dopo i primi venti minuti si sia mostrata più concreta e attenta e adesso lavora per difendersi e addormentare il gioco con un’importante azione difensiva sulle due stelle doriane. Al ventiseiesimo Lazio vicinissima al raddoppio, tiro di Kolarov dalla distanza e prodezza di Castellazzi che si replica sulla ribattuta di Zarate ad un passo dalla porta e mantiene la Samp in gara. Trentunesimo, Cassano alza un pallone che Stankevicius devia di testa e lo straordinario Pazzini gira sempre di testa sorprendendo Rozehnal, non può arrivare Muslera e arriva lo splendido pareggio dei blucerchiati proprio nel momento più difficile per gli ospiti. La gara dopo il pareggio della Samp si mantiene su una situazione di equilibrio a causa della botta accusata dalla Lazio e dal bel gioco mostrato dagli uomini di Mazzarri che nei minuti finali del primo tempo hanno cercato l’1-2 con Cassano. La ripresa sembra la continuazione perfetta del primo tempo con la Samp che attacca e sfiora la rete con Cassano dopo cinquanta secondi ma trova il salvataggio sulla linea di Kolarov. La Lazio deve cambiare atteggiamento se vuole tenere a Roma questo trofeo e Delio Rossi fa già scaldare due uomini ad inizio ripresa tuttavia i biancocelesti provano a cambiare l’inerzia della partita cercando di costruirsi più spazi e attaccando con la fantasia di Foggia e la concretezza di Zarate e Pandev.

Nettamente migliore la Lazio nella ripresa, Rossi sprona la squadra nell’intervallo e i biancocelesti scendono in campo con un altro passo. La Sampdoria, troppo passiva nella ripresa, si accorge di non riuscire più a contenere la Lazio e così Mazzarri manda a scaldare Raggi ma la sostituzione la effettua subito Rossi che fa rifiatare Pandev mandando in campo Tommaso Rocchi. La Lazio, a dieci dalla fine, prova ad evitare i tempi supplementari e il mister inserisce anche Del Nero sostituendo Foggia, buona partita per l’ex Cagliari. Non bastano novantadue minuti per decidere i vincitori della Coppa Italia e cosi si va ai supplementari. Il primo tempo supplementare è molto equilibrato, entrambe le squadre sono stanche e hanno paura di commettere errori che adesso si pagano cari. Il secondo tempo supplementare si apre con una grande occasione di Cassano che sfiora il colpaccio ma non cambia la situazione, ancora 1-1. Grande protesta di Delio Rossi per un fallo in area su Lichtsteiner al decimo del secondo tempo supplementare ma ormai a decidere la finale di Coppa Italia saranno i fatidici Calci di rigore che incoronano la Lazio.

-Manuel-

martedì 12 maggio 2009

Aspettando la Finale!


Saranno emozioni, senza dubbio. Una delle due realizzerà un sogno, quello di sollevare un trofeo che magari qualcuno snobba ma che al momento dei festeggiamenti riempie il cuore di gloria.
Perché giocare la finale unica di Coppa Italia, salire sul palchetto da vincitori, strappare il biglietto per l'Europa League al termine di una partita giocata in uno stadio pieno, lo stesso stadio che ospiterà la finale di Champions, emozionerebbe chiunque.

Lazio o Sampdoria, Sampdoria o Lazio. Zarate o Cassano, Mazzarri o Rossi. Tifoserie in fermento, spettacolo assicurato. E scelte ancora da compiere. Per questo abbiamo cercato di giocare "in anticipo" la sfida tra aquilotti e doriani, interpellando due esperti del settore, l'ex allenatore biancoceleste Dino Zoff e l'ex capitano Doria Luca Pellegrini.

Samp, occhio alla DIFESA!
Dino Zoff è sicuro: le chiavi tattiche della sfida saranno in mano ai "padroni di casa". "Secondo me dipenderà molto dalla Lazio - ci ha detto in Esclusiva per Goal.com l'ex allenatore dei capitolini e della nazionale - perchè è una squadra discontinua che alterna bellissime prestazioni a partite da dimenticare. Se saranno in serata positiva allora potranno fare loro la partita, anche se in queste occasioni entrano in gioco anche tantissime altre componenti come la voglia di vincere un trofeo...". Luca Pellegrini dà una lettura simile, specie in ottica attacco-Lazio. "Gli avanti di Rossi - ci ha detto - sono difficili da marcare per le caratteristiche morfologiche dei difensori della Samp. L'unico che mi sembra in grado di adattarsi è Accardi, anche se non in grande forma. Dall'altra parte, invece, tantissimo dipenderà da Cassano".

Pandev si o no?
Su di una cosa, i due intervistati, sono d'accordo. A cosa serve rischiare Pandev quando si hanno giocatori come Rocchi e Zarate in rosa? "Con una coppia Rocchi-Zarate davanti - ci ha detto Zoff - non vedo la necessità di rischiare il macedone". Stesso discorso quello di Pellegrini. "Più volte Rossi è dovuto tornare indietro dopo aver provato la soluzione-tridente, per questo credo che Zarate e Rocchi diano molte garanzie. Fossi nel tecnico della Lazio non rischierei Pandev, mentre come detto se fossi Mazzarri starei attentissimo alla fase difensiva. Per il Doria, questa, è la "partita della vita": non è solo una finale, perché questa è la stagione in cui il Genoa, dopo 27 anni, l'ha sorpassato in classifica...".

Palombo vs Ledesma: mediani dal colpo di grazia
Difficile trovare un eroe a sorpresa a cui dare lo scettro di "giocatore del match". Eppure secondo Pellegrini ce ne sarebbero diversi di candidati, con uno su tutti, ovviamente in maglia blucerchiata. "Nella Lazio vedo Mauri e Ledesma che potrebbero avere il colpo risolutivo, ma se dovessi sceglierne uno del Doria, direi capitan Palombo. Ripeto: per la squadra di Mazzarri questa non è solo una finale, è la partita della vita e in genere in queste sfide il cuore di capitano viene fuori...". Zoff punta sul classico, invece, per designare i nomi risolutivi. "Dico Cassano e Zarate". Come farebbero molti dei tifosi delle due squadre. Tranquilli, la superfinale di Coppa Italia sta arrivando, basta solo aspettare ancora un po'. L'orologio ha già iniziato il countdown...

-Mario Garozzo- e -Daniele Perticari-

domenica 10 maggio 2009

Lazio-Udinese 1-3


Lazio e Udinese,due squadre con ambizioni e interessi diversi, i padroni di casa con la testa alla finale di Coppa Italia e l’Udinese che guarda con malizia all’utilissimo sesto posto. Rocchi al 56’ sblocca il match con una magia, Marino inserisce Floro Flores e ribalta il risultato con i goal dello stesso attaccante, una punizione splendida di D’Agostino e il rigore del definitivo 1-3 di Quagliarella.

In campo – Delio Rossi in ottica Coppa Italia fa turnover ma non in maniera esasperata, Zarate a sorpresa parte dall’inizio e affianca capitan Tommaso Rocchi. Nella linea difensiva rimane a riposo il solo Kolarov, in mediana non c’è Foggia sostituito da un ritrovato Del Nero, Ledesma è squalificato. Pasquale Marino ha sicuramente più motivazioni e meno preoccupazioni, formazione tipo ad eccezione di Felipe e del lungodegente Di Natale, sostituito nel tridente dal nino maravilla Alexis Sanchez.

Si gioca – Primi minuti piuttosto concitati, Zarate inizia a spaventare gli avversari con i suoi soliti spunti, al 4’ Zapata sbaglia un comodo appoggio e innesca Rocchi che invece di calciare cerca un improbabile dribbling e getta al vento un’occasione colossale. Lazio che sembra avere il pallino del gioco ma è solo un’impressione, l’Udinese è viva e punge con il suo tridente. Al 19’ Quagliarella mette giù un pallone sublime, il suo destro è però troppo strozzato e si perde sul fondo. La partita si addormenta soprattutto perché la Lazio perde troppi metri, Sanchez sembra il clone di Zarate e meriterebbe un rigore ma occasioni nitide non ce sono. Al 40’ un cross di Radu crea scompiglio in area, Rocchi non ci arriva e Handanovic toglie la palla dai piedi di Lichtsteiner, aiutato da un ottimo Domizzi. La miglior palla goal è però di marca friulana, Rozehnal e Siviglia rimangono a guardare Isla che tutto solo gira a rete mettendo fuori di un niente.

Secondo tempo con Brocchi al posto di De Silvestri. Lazio che spinge sull’acceleratore col solito Zarate, corre il minuto 11 quando l’argentino appoggia per Rocchi, veronica su Domizzi del bomber veneziano e destro sotto il sette per il vantaggio laziale, 1-0. Marino inserisce Floro Flores per l’ottimo Sanchez e l’attaccante napoletano ci mette due minuti a lasciare il segno, assist di Pasquale e gran destro sul primo palo dal limite per il pareggio immediato, 1-1. La reazione biancoceleste è immediata, Zarate calcia una splendida punizione dai 16 metri con palla che fa la barba all’incrocio. Ancora l’argentino pochi minuti più tardi, i difensori non chiudono e il talento scaglia un destro micidiale dalla trequarti che Handanovic fatica a mettere in corner. Ma il calcio a volte è spietato, Asamoah guadagna una punizione dal limite che D’Agostino pennella in maniera sublime per il vantaggio friulano, 1-2. Rossi cambia qualcosa inserendo Meghni e Mauri, ne trae giovamento Rocchi che sfiora la doppietta con un altro gran destro da fuori area. Match frenetico, D’Agostino cresce sempre più e impegna più volte Muslera. Al 35’ contropiede udinese con Floro Flores, palla a tagliare la difesa per Pepe che scavalca Muslera con una pallonetto ma trova un grandissimo recupero di Siviglia sulla linea di porta. Poco più tardi lo stesso difensore calabrese abbatte uno scatenato Floro Flores in area e Quagliarella sancisce il definitivo 1-3 dal dischetto.

sabato 2 maggio 2009

"Gabriele sarai sempre con noi"


Emozionante coreografia preparata dalla Curva Nord di San Siro all'ingresso di Inter e Lazio per l'anticipo serale della 34ª giornata di Serie A.

La tifoseria nerazzurra, gemellata con quella biancoceleste, ha voluto ricordare Gabriele Sandri, il tifoso laziale scomparso l'11 novembre del 2007 nell'Autogrill di Badia al Pino dopo essere stato colpito da un colpo di pistola sparato da un agente di polizia.

Gabbo, quel giorno, era diretto proprio a San Siro assieme ad alcuni amici per assistere ad Inter-Lazio, sfida poi rinviata per comprensibili ragioni.

INTER-LAZIO 2-0


Un primo tempo molto equilibrato, con una bella Lazio e uno scatenato Zarate e una buona Inter. Quando tutto sembra complicarsi per i nerazzurri, che ritornano a vivere i soliti spettri, ecco lo Zlatan Ibrahimovic di sempre, decisivo con una bordata mostruosa e un assist magico per l’accorrente Muntari. Lazio troppo arrendevole nella ripresa, in versione sparring partner. Fanno riflettere gli otto cartellini gialli finali in una partita che sembrava scorrere via nella totale tranquillità.

In campo – Josè Mourinho prova a scuotere la squadra e rivoluziona modulo e uomini. Complice la squalifica di Balotelli si torna al 4-3-3 vecchio stampo con Figo e Mancini mezze punte esterne, Ibrahimovic centrale con libertà di svariare. Torna dal primo minuto il “bambino” Santon, Zanetti si colloca in mediana. Delio Rossi cambia tutto rispetto alla pessima esibizione casalinga contro l’Atalanta, a sorpresa torna centrale di difesa Stefan Radu, Siviglia fa il terzino e Del Nero spodesta Foggia dalla fascia sinistra. Rientra in cabina di regìa Francelino Matuzalem, davanti Rocchi recupera e fa coppia con Zarate.

Si gioca –
Parte forte l’Inter, al 2’ Mancini calcia fuori da posizione defilata dopo una bella azione corale. Lazio che non sta a guardare e trova in un ispirato Del Nero una ottima fonte di pericolosità. Zarate e Rocchi si cercano e si trovano, lo stesso bomber veneziano scalda le mani a Julio Cesar con un destro dal limite. L’Inter si allunga a vista d’occhio e si affida ai lanci lunghi che innescano la testa di Ibrahimovic, pericoloso con una zuccata da centro area fuori di poco. Lo svedese assiste poco dopo Muntari in situazione analoga ma il risultato non cambia. Zarate scalda i motori verso metà tempo e per l’Inter sono dolori. L’argentino parte continuamente in slalom, costringe al giallo Samuel e sfiora il goal con un destro siderale da trenta metri. Finisce il primo tempo, match sostanzialmente equilibrato.

Ripresa che inizia al piccolo trotto, Mourinho si arrabbia e dopo dieci minuti butta nella mischia Vieira e Crespo. Ibrahimovic sbaglia un controllo comodo in area e comincia a litigare con la curva, al 13’ però lo svedese punta Rozehnal, trova lo spazio e fa brillare una bomba sul secondo palo che non lascia scampo a Muslera. 1-0, deplorevole l’esultanza del centravanti che zittisce i suoi tifosi e rivolge loro un gestaccio che non lascia spazio alle interpretazioni. La Lazio non reagisce e si fa del male da sola; al 25’ Rozehnal sbaglia un appoggio incredibile, palla a Ibrahimovic che attende l’arrivo di Muntari, assist perfetto e sinistro comodo del ghanese per il 2-0. Partita in ghiaccio, Ibrahimovic prosegue il suo show ma trova un reattivo Muslera tra i pali. Finisce 2-0, Inter momentaneamente a +10 sul Milan.

Aspettando Inter-Lazio


Le statistiche di Inter e Lazio sono dalla parte dei nerazzurri. Il club milanese non perde contro i biancocelesti dal lontano 1998. Inoltre, l’Inter, è imbattuta in casa in match ufficiali da più di un anno e precisamente dal 22 marzo 2008, quando venne sconfitta dalla Juventus per 1 a 2. Una sfida sicuramente fondamentale per le due formazioni. Gli uomini di Mourinho puntano a lasciare a debita distanza un Milan che si sta facendo fin troppo minaccioso, mentre la Lazio crede ancora nella qualificazione in Uefa, essendo a -5 dall’ultimo piazzamento disponibile, delimitato dai cugini giallorossi. All’andata fu trionfo Inter che si impose all’Olimpico di Roma con un sonoro 0 a 3.

Due pesanti assenze per i nerazzurri. Stankovic e Balotelli non potranno infatti essere della gara perché squalificati. Mourinho, vorrebbe quindi provare a lanciare Cruz dal primo minuto, insieme al solito Ibra e a Figo. Nella Lazio, invece, assenti Pandev e Mauri. In attacco spazio al duo Rocchi-Zarate, con il folletto Foggia schierato da trequartista.

Milano, stadio San Siro, sabato ore 20.30
Probabili formazioni:
INTER (4-3-3): Julio Cesar; Santon, Cordoba, Samuel, Chivu; Zanetti, Cambiasso, Muntari; Figo, Ibrahimovic, Cruz.
All. Mourinho
A disposizione: Toldo, Materazzi, Maxwell, Burdisso, Vieira, Mancini, Obinna
Squalificati: Stankovic e Balotelli
Indisponibili: Maicon, Rivas, Crespo, Bolzoni

LAZIO (4-4-2): Muslera; Lichtsteiner, Siviglia, Rozenhal, Kolarov; Brocchi, Ledesma, Matuzalem, Foggia; Rocchi, Zarate. All. Rossi
A disposizione: Carrizo, De Silvestri, Radu, Meghni, Del Nero, Manfredini, Kozak
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Inzaghi, Mauri, Pandev, Diakitè, Dabo

-Manuel-