martedì 30 novembre 2010

Ag. RAKITIC: "I biancocelesti sarebbero una destinazione GRADITA"


Non c'è solo la Juventus su Ivan Rakitic. Anche la Lazio sarebbe infatti fortemente interessata al 22enne centrocampista dello Schalke 04, ritenuto uno dei talenti più promettenti del panorama europeo. "Sì, la Lazio ha mostrato interesse per il mio assistito - ha dichiarato l'agente del croato, Michel Urscheles a cittaceleste.it - e di questo siamo onorati. Rinnovo con lo Schalke? E' molto difficile ma decideremo il nostro futuro durante la prossima settimana: nel calcio non c'è mai niente di scontato. In ogni caso, la Lazio sarebbe una destinazione molto gradita".

Rakitic, in scadenza di contratto con il suo club, potrebbe arrivare in Italia già a gennaio. Sarà dunque sfida Lazio-Juve per accaparrarsi il giocatore, con il possibile inserimento di un terzo incomodo (si vocifera del Napoli): chi la spunterà?

LAZIO-CATANIA 1-1


La rincorsa della Lazio alla capolista Milan si ferma dinnanzi alla diga imposta dal Catania, squadra difficilissima da affrontare a causa della quasi maniacale cura della fase difensiva dei propri interpreti. I ragazzi di Reja hanno fatto la partita per quasi tutto l’arco dei novanta minuti, senza trovare però il colpo del ko anche “grazie” alla giornata sì di Mariano Andujar. Partita troppo tattica e aperta solo nei finali di tempo, sfortunato nella finalizzazione uno Zarate autore di alcune giocate da fuoriclasse autentico, sciagurato il contropiede finale della squadra di Giampaolo che butta via un successo che sarebbe stato veramente troppo penalizzante per i capitolini.

FORMAZIONI – Lazio con la rosa al gran completo, problemi di abbondanza per Reja che lascia addirittura a casa Stendardo e Garrido. Regia affidata a Ledesma che vince il ballottaggio con Matuzalem, Zarate ancora prima punta con Floccari alle sue spalle. Catania che arriva all’Olimpico con parecchie defezioni; non recuperano Carboni e Spolli, Lopez è squalificato e lascia spazio al giapponese Morimoto. Confermati Gomez e Llama sulle fasce.

PARTITA – Cerca subito di fare gioco la Lazio, il Catania erige il solito muro umano dietro la metà campo e gli uomini di Reja faticano tantissimo a trovare spazi. I rossoblu cercano di pungere con le ripartenze, il solo Gomez spaventa però la difesa biancoceleste partendo da lontano. Hernanes sfiora il goal con un bello stop e girata strozzata in area, poi è Floccari a saltare Terlizzi ma il suo tiro sbatte contro il corpo di Andujar. Il Catania prende via via le misure, la Lazio è costretta a una sessione infinita di retropassaggi a Muslera a causa del pressing e del catenaccio puro imposto da Giampaolo. La partita si addormenta inevitabilmente, Zarate non riceve un solo pallone giocabile e le occasioni arrivano solo da calcio piazzato. Riappare il Catania al 43’, Gomez scarica il destro da trenta metri e Muslera mette goffamente in corner; dalla bandierina va Llama, Silvestre sbuca da tergo e insacca sul primo palo. La Lazio freddata, gelata, risorge immediatamente con l’anima caliente di Hernanes; discesa palla al piede incontrastata, un occhio alla porta e destro secco da fuori area che trafigge Andujar e riporta la parità in pieno recupero.

Ripresa che inizia all’insegna di Zarate, il talento di Haedo al 6’ decide di fare tutto da solo saltando mezza squadra avversaria, pallonetto finale su cui Andujar si supera e devia in angolo. La partita riprende la falsariga del primo tempo, Lazio che cerca di fare gioco e Catania sempre attento nelle chiusure. Reja inserisce Matuzalem e Foggia per gli spenti Ledesma e Mauri, il gioco si focalizza sulle fasce e il Catania è costretto ad arretrare ulteriormente. Al 32’ è ancora Zarate a scaldare l’Olimpico, ennesimo slalom efficace sulla sinistra e destro a giro su cui rimangono tutti a guardare, palla però che sfiora solo l’incrocio dei pali. Asfissiante la pressione dei padroni di casa, il Catania è però sempre lucido nel difendere e nell’addormentare la partita con qualche perdita di tempo abbastanza snervante. E’ ancora Zarate nel finale a provarci, il suo assist al bacio per Foggia trova un sinistro di difficile narrazione per bruttezza e scoordinazione. Ci prova la Lazio nel recupero, Hernanes dalla distanza piega le mani all’ottimo Andujar, sul susseguente corner un dubbio intervento sul brasiliano consente la ripartenza dei rossoblu che in quattro contro due pasticciano clamorosamente e consentono a Biava di effettuare un prodigioso recupero. Finisce 1-1, risultato stretto alla Lazio, Catania a casa con il malloppo desiderato.

CHIAVE – Il pressing asfissiante sui portatori di palla laziali non consente alla squadra di Reja di imporre il proprio gioco come al solito. Mascara e Morimoto non puntano mai la porta ma danno sempre fastidio a Ledesma e Dias quando impostano, Biagianti ricorre sempre alle maniere forti per spezzare le sortite avversarie: il “credo” di Giampaolo.

CHICCA – Al quinto della ripresa Hernanes appoggia per Mauro Zarate, l’argentino salta un avversario, vince un rimpallo, salta in slalom speciale con la finta a due piedi altri tre avversari e deposita verso la rete un lob pazzesco su cui Andujar si supera ed evita quello che sarebbe stato il goal dell’anno.

MOVIOLA – Al 20’ annullato goal a Biava che parte effettivamente in offside. Corrette tutte le segnalazioni di fuorigioco degli assistenti.

TATTICA – Confermato il 4-2-3-1 dell’ultimo periodo con Zarate finalizzatore e Floccari arretrato. Preferito Christian Ledesma a Matuzalem, l’argentino dà maggiori garanzie in fase difensiva contro una squadra molto veloce palla a terra. L’inserimento di Foggia per Mauri serve a aprire la difesa ospite sulla fascia, Rocchi per Floccari lascia qualche dubbio. Giampaolo risponde con un 4-4-2 tutto rapidità, Gomez e Llama larghi sulle fasce e coppia d’attacco Antenucci – Mascara. Biagianti e Pablo Ledesma in mediana, centrocampo intento a distruggere più che a creare. L’inserimento di Martinho e Izco per dare maggiore verve alla squadra non sposta gli equilibri.

PROMOSSI&BOCCIATI – Radu (Voto 6,5) risponde alla polemica innescata dalla Federazione rumena (Voto 4) con una dimostrazione di integrità fisica, nel Catania bocciata la mentalità intenta solo a spezzare il gioco avversario. Voto 8 alla giocata quasi goal del rigenerato Zarate e alla conseguente parata di Andujar, Voto 4 agli schemi offensivi dei capitolini sui calci d’angolo che in dieci occasioni non costruiscono una sola palla goal. Bocciatura e esami a settembre per il contropiede finale degli etnei, incredibile come Pablo Ledesma e soci si divorino la palla dei tre punti gigioneggiando e cincischiando in piena area di rigore biancoceleste.

sabato 27 novembre 2010

REJA carica la squadra!


27 novembre 2010 - "Può essere la gara della svolta, un match di importanza fondamentale". Il tecnico della Lazio Edy Reja suona la carica in vista della sfida di domani con il Catania. "Noi abbiamo solo da rimetterci, il nostro obbligo è quello di vincere. La partita è molto difficile, ma da parte mia c'è la totale fiducia nel gruppo. Da un po' di tempo abbiamo ripreso il nostro rendimento, adesso è arrivato il momento di dare seguito ai risultati". In attesa delle sfide con Inter e Juve ("Giocare contro squadre titolate ci potrà dare un giudizio definitivo sul nostro valore"), Reja confessa che il primato in classifica non gli manca: "Quando sei primo ci sono sempre molte attenzioni. Noi preferiamo stare lì dietro, navigare a fari spenti". Reja poi non nasconde che nelle ultime partite c'è stato un problema in attacco. "Facciamo un tocco in più - spiega -. Le possibilità di verticalizzare ci sono, ma noi non le sfruttiamo. È questo il nostro problema. Abbiamo dei giocatori a cui piace troppo portare il pallone. Se noi migliorassimo questo aspetto, potremmo avere grandissimi risultati. Dobbiamo riuscire a capirlo".

venerdì 26 novembre 2010

Verso LAZIO-CATANIA


Una squadra in campo, l’altra a Formello ad allenarsi pensando al campionato. La Lazio ha battuto l’AlbinoLeffe e centrato gli ottavi di Coppa Italia, dove affronterà la Roma: "E nel derby farò giocare i migliori", garantisce il tecnico Edy Reja. In chiave campionato, Biava va verso il recupero dalla distorsione alla caviglia sinistra.

giovedì 25 novembre 2010

LAZIO-ALBINOLEFFE 3-0...agli ottavi contro la Roma


Ti aspetti capitan Rocchi o magari gente che ha il goal nelle proprie corde come Kozak, Foggia o Bresciano e invece a finire sul tabellino di Lazio-Albinoleffe, gara valevole per il quarto turno eliminatorio della Coppa Italia, ci finiscono due difensori. Sono Javier Garrido e Guglielmo Stendardo a firmare le reti che permettono ai biancocelesti di mettere in cassaforte la gara contro la squadra bergamasca, chiusa poi all'85 da Del Nero. Un 3-0 che non ammette replice: troppo il divario in campo tra le due squadre, poco incisivo l'attacco della squadra di Mondonico.

Vantaggio siglato al 15' dallo spagnolo ex Manchester City, con una strepitosa punizione mancina dal limite che sorprende Layeni. Provano subito a trovare il raddoppio sia Diakitè che Rocchi, ma è un altro difensore, Stendardo, a trafiggere il portiere dell'Albinoleffe al 45' con un tap in sotto misura su cross di Foggia.

Nella ripresa, al 68', la Lazio sfiora anche la terza rete colpendo una traversa con Kozak. Rocchi si impegna, colpisce un palo, ma la fortuna non sembra assisterlo. All'85 ci pensa allora Del Nero a siglare la rete del 3-0 finale a tu per tu con Layeni.

Agli ottavi la squadra di Reja troverà dunque la Roma, per un derby che nessuno vorrà ovviamente perdere anche se si tratta della tanto vituperata 'Coppetta'...

IL TABELLINO

MARCATORI: 15' Garrido, 45' Stendardo, 85' Del Nero

LAZIO (4-3-1-2): Berni; Scaloni, Diakitè, Stendardo, Garrido; Gonzalez, Ledesma (63' Del Nero), Bresciano; Foggia (75' Brocchi); Kozak, Rocchi. A disp: Bizzarri, Dias, Cavanda, Hernanes, Floccari. All. Reja

ALBINOLEFFE (4-5-1): Layeni; Zenoni, Piccinni, Maino, Garlini; Previtali, Mingazzini (52' 7 Cia), 5 Passoni, Hetemaj (75' Girasole), Grossi (52' Foglio); Momentè. A disp: Tomasig, Lebran, Bergamelli, Cocco. All. Mondonico

Arbitro: Russo di Nola
Note: ammonito Foggia (L)

lunedì 22 novembre 2010

IL PUNTO: IL 2° POSTO E' SALVO MA HERNANES DEVE RIPOSARE...di Alessandro Lazzaro


La Lazio è ancora seconda. Saldamente seconda alle spalle di un Milan più cinico e fortunato in questo periodo. Del resto, come si diceva tempo fa, prima o poi la ruota deve girare. E così è stato. Al di là del pareggio al Tardini, stretto ma buono, non si può che valutare positivamente il giocattolino che l’accoppiata Lotito-Reja sta mettendo in mostra. Questa squadra non sembra intenzionata a mollare la presa, e lo fa con determinazione, ordine ed equilibrio, senza mostrare cali eccessivi. Qualche piccola flessione è normale, e qualcuna anche un po’ più vistosa in futuro sarà inevitabile, ma la compagnie biancoceleste ha dimostrato di meritare la posizione in classifica attraverso un calcio fatto di intelligenza tattica, di manovre orchestrate con pazienza e convinzione, senza mai andare in affanno.

Ancora una volta un esperimento di Reja, già applicato contro il Napoli, sta avendo i suoi frutti, ma soprattutto, pregio fondamentale, è stato assimilato in maniera istantanea e senza traumi da parte di tutti. A cominciare da Hernanes e Floccari, dirottati in posizioni del campo meno consone alle loro caratteristiche. Eppure non è cambiato di una virgola l’impegno di tutti. Occasioni a palate create dai capitolini, frutto di un gioco convincente e di una forma fisica che non ha ancora conosciuto picchi vertiginosi sui 90’, come invece gli statistici e i malpensanti si aspettavano dai fatidici novembre del tecnico di Gorizia. Sempre infelice, ma purtroppo sacrosanto, parlare degli arbitraggi, a volte inspiegabilmente volti a far irritare i più attenti: al di là di alcuni gialli condonati ad alcune maglie crociate, fa riflettere la curiosa gestione del recupero rispetto a quanto stabilito dal tabellone luminoso, abbondante nel primo tempo col Parma in possesso palla, interrotto bruscamente nella ripresa su un’azione offensiva biancoceleste a pochi secondi dal termine. Ad altri le possibili valutazioni.

COSA VA – Un gioco scoppiettante, che ribatte colpo su colpo ai tentativi dell’avversario, fino a prendere nei secondi tempi le redini del gioco creando sempre più grattacapi alle difese. La banda di Reja non si scompone mai, sembra una schiera di soldatini d’acciaio che assolvono al loro dovere senza arrendersi e imbastendo il tutto con la fantasia e le peculiarità dei singoli a disposizione.

COSA NON VA – Paradossalmente Reja non è riuscito questa volta a imporsi come il solito: i suoi solisti hanno giocato a tratti troppo da solisti, risultando leziosi e fumosi negli ultimi metri. Come se dopo la netta vittoria col Napoli, qualcuno si sia preso la licenza di voler cercare per conto proprio la rete. Ne è risultata sì un’orchestra ben condotta, ma con qualche stonatura qua e là che ha creato un po’ di imbarazzo e tante occasioni sciupate.

TOP&FLOP– Le geometrie che il centrocampo laziale riesce a ritrovare quando Matuzalem è in campo sono ormai sotto gli occhi di tutti. La squadra gira a dovere e ne beneficia il gioco, più brillante e veloce nelle ripartenze. Zarate è luci ed ombre di questa squadra: pimpante e volenteroso, nonché più pericoloso in quella posizione, ma estremamente irritante nel possesso palle e nel ritardo dell’ultimo passaggio. Ormai si è detto alla nausea che Hernanes sta patendo l’incessante impiego da gennaio ad ora, va aspettato ma sfruttato comunque. La difesa regge, è un dato confortante, soprattutto dopo gli ultimi anni delle’era-Lotito.

CONSIGLI PER IL MISTER– La mentalità della grande squadra sembra esserci, bisogna solo ritrovare quella cattiveria e quel cinismo che avevano impressionato tifosi e addetti ai lavori nel primo scorcio di campionato.

IL FUTURO – A chi consiglia alla Lazio di fare un paio di acquisti, Reja risponde che ha già il meglio con cui potesse lavorare. In parte sono d’accordo sul fatto che un paio di ricambi di lusso tra difesa e attacco siano auspicabili. Ma il cosiddetto “bomber da 20 goal” tanto invocato non credo sia così indispensabile: la forza dei biancocelesti di quest’anno è la partecipazione di tutti alla fase offensiva, col conseguente alzamento del livello del gioco. Con un Ibra là davanti, si sa come andrebbe a finire: tutto catalizzato su di lui, e una squadra come la Lazio non penso che se lo possa permettere. Valutazioni comunque ancora lontane, il futuro prossimo si chiama Catania, senza Maxi Lopez, ma prima c’è la speranza del derby di dicembre, se giovedì il turnover surclasserà l’Albinoleffe in Coppa Italia.

PARMA-LAZIO 1-1


Un Parma in salute e molto concreto stoppa la rincorsa laziale alla vetta della classifica e smuove ulteriormente la propria posizione in zona salvezza. La solita bella ed elegante Lazio non riesce a strappare altri tre punti lontano dall’Olimpico, complice il cinismo e la crudeltà dell’eterno Hernan Crespo. Il goal sul finire di primo tempo di Floccari sembra il preludio alla svolta della partita, ma nella ripresa i biancocelesti sciupano occasioni a ripetizione e sono costretti ad accontentarsi di un pari che va effettivamente un po’ stretto ai ragazzi di Edy Reja.

FORMAZIONI – Pasquale Marino non può confermare il vittorioso undici di Bari causa la squalifica di Paletta, sostituito da Paci, e l’infortunio di Valiani, A sorpresa va in panchina il talentuoso Marques, Candreva trequartista alle spalle del duo Bojinov–Crespo. Edy Reja non modifica l’assetto della squadra e ripropone Zarate centravanti con Floccari leggermente arretrato, Dias e Radu recuperano e sono regolarmente in campo. L’unica variazione riguarda Matuzalem al posto dello spremuto Ledesma.

PARTITA – Partenza ordinata della squadra capitolina, i padroni di casa si difendono ordinatamente ma soffrono la vivacità degli avanti ospiti. Il primo sussulto è di Floccari ma la sua sgroppata viene fermata all’ultimo da un super tackle di Lucarelli. Si fa male Morrone, entra Angelo e proprio su un cross del brasiliano irrompe Crespo che anticipa Biava e insacca sul palo lontano. La Lazio si scompone, freddata dal primo allungo ducale, Angelo rulla in continuazione la fascia di competenza e piazza ancora il cross per Crespo, anticipo netto su Biava ma palla alta di poco. E’ la scintilla che fa incendiare la Lazio, al 39’ Hernanes ruba palla e scarica il destro dalla distanza, respinta maldestra di Mirante su cui si avventa Zarate, cucchiaio e salvataggio clamoroso sulla linea di Antonelli. Passano pochi minuti e Mauri, impresentabile in questo primo tempo, butta in discarica un comodo assist di Zarate cincischiando fatalmente davanti a Mirante. Il Parma è tutto dietro, l’assedio dei biancocelesti porta i suoi frutti proprio sul gong; corner di Zarate, testa di Floccari deviata da Antonelli e palla in rete per il meritato pareggio.

Ripresa sulla stessa falsariga del primo tempo con la Lazio a comandare il gioco. Al 3’ Hernanes ritarda leggermente il passaggio per Floccari che, costretto a saltare Paci, perde l’attimo vincente. La squadra di Marino vive di fiammate sporadiche, Bojinov non punge e viene sostituito, Crespo si spegne strada facendo. La Lazio continua a cercare i tre punti, Zarate quando accelera fa male e Mirante fa gli straordinari per evitare lo svantaggio due volte di fila. Rizzoli fischia pochissimo, giustamente, la partita assume un aspetto molto inglese con attacchi improvvisi da una parte e dall’altra. Zarate è lucido nel gioco spalle alla porta, il suo appoggio per Hernanes è perfetto così come lo slalom del brasiliano, sinistro radente a botta sicura fuori di un’inezia. Verso metà tempo comincia ad affiorare la stanchezza e la precisione scompare vistosamente. Gli ultimi cambi decisamente discutibili dei due allenatori non portano a nulla di buono, l’uscita dal campo di Hernanes e Zarate toglie tantissimo alla Lazio mentre Marques per Bojinov non sposta l’asticella della pericolosità del Parma. Finisce 1-1, un punto a testa con la Lazio che deve però rammaricarsi delle tantissime occasione fallite.

CHIAVE – La mossa obbligata di Marino che inserisce Angelo per l’infortunato Morrone dà il “la” alla partita, ma a pesare maggiormente sull’economia della partita sono le decine di occasioni sprecate dalla squadra di Reja.

CHICCA
– Questa volta è in negativo, perché i cambi nella ripresa di Reja tolgono imprevedibilità e qualità all’assalto finale. La sostituzione di Hernanes con Ledesma e di Zarate con Rocchi consentono al Parma di sistemarsi e prendere meglio le misure, evitando così l’assedio dell’ex capolista.

MOVIOLA – Mancano alcuni gialli, buona però la direzione di Rizzoli.

TATTICA – Ducali in campo con un 4-3-1-2 molto bloccato, Candreva arretra spesso sulla linea di centrocampo e Bojinov che ripiega a dare una mano lasciando Crespo isolato in avanti. La mossa del doppio attaccante viene probabilmente fatta per evitare che la Lazio possa ripartire palla al piede dalla difesa. Entra Angelo e si passa al 4-3-3, Marques sostituisce poi Bojinov sulla fascia. Biancocelesti con l’ormai noto 4-2-3-1, Hernanes a destra, Floccari spizzatore – fantasista alle spalle del talento di Zarate. Solita rocciosa linea difensiva, mediana con Brocchi alla rottura e Matuzalem tessitore di gioco. A metà ripresa dentro Ledesma per Hernanes, si passa al 4-4-2.

PROMOSSI&BOCCIATI
– Nel Parma bene Hernan Crespo (Voto 6.5) finché regge il fisico, Angelo (Voto 6.5) entra e cambia il corso della partita anche se poi si spegne. Bojinov (Voto 5) non punge praticamente mai, Gobbi (Voto 5.5) non demerita ma semina falli ovunque, Marques (Voto 5) entra e fa più danni di un fumogeno. Nella Lazio bene Zarate (Voto 7), a suo agio come centravanti e autore dell’assist vincente, Matuzalem (Voto 7) è la solita garanzia in fase di regia. Dias (Voto 6.5) è il solito elegante muro, Mauri (Voto 4.5) non azzecca una giocata in novanta minuti abbondanti.

venerdì 19 novembre 2010

Formazioni di Parma-Lazio


18 novembre 2010 - Seduta pomeridiana imperniata sulla partitella in famiglia con la Primavera di Bollini. Non sono stati impiegati i cinque giocatori reduci dalle nazionali: Ledesma, Mauri, Lichtsteiner e Kozak hanno svolto lavoro differenziato, mentre Muslera, che doveva rientrare dal Cile, è stato esentato dall’allenamento. Buone notizie dall’infermeria: Brocchi è tornato in gruppo (ed è dunque recuperato), Radu ricomincerà invece a lavorare regolarmente domani (anche lui ha buone possibilità di essere recuperato). Si è invece fermato Dias, ma solo a scopo precauzionale (affaticamento muscolare).

mercoledì 17 novembre 2010

TRE COLPI PER SOGNARE


Tre colpi per sognare, tre rinforzi per continuare a volare com’è successo nelle prime dodici giornate di campionato. Mancano solo cinque partite alla sosta natalizia e alla riapertura del mercato, è ovvio che Lotito e Reja abbiano già delle idee su come intervenire a gennaio. Il presidente della Lazio pensa a tre rinforzi, uno per reparto. Acquisti mirati per puntellare una rosa che ha già dimostrato di essere altamente competitiva. Ma l’idea di lottare per l’ingresso in Champions, la tentazione di provare a tenere il passo del Milan, senza l’obbligo di giocare per lo scudetto, rappresentano uno stimolo fortissimo e un’occasione forse irripetibile in una stagione senza impegni europei. Ecco perché la Lazio tornerà sul mercato, al tavolo delle trattative calerà le sue carte per assestare uno, due o tre acquisti. Lotito interverrà, questo è sicuro, soltanto per migliorare la qualità del gruppo, non per appesantire una rosa già folta e piena di alternative. Arriverà un difensore centrale, appare scontato. Reja ha intenzione di migliorare il ricambio a Biava e Dias, che considera titolari. Dallo Zenit è segnalato vicinissimo Fernando Meira, 32 anni, affidabilissimo. A giugno si punterà su Miranda o Toloi, e i due brasiliani non escludono il portoghese ex Stoccarda, che si può prendere a parametro zero. A centrocampo Tare cerca un mediano di grande fisicità: Sissoko della Juve è un sogno, una tentazione. Dietro al francese spunteranno alternative dello stesso tipo. Ma c’è spazio anche per un esterno di fascia destra: piace lo svizzero­kosovaro Shaquiri, 19 anni, centrocampista del Basilea. Non è detto che la Lazio rinforzi l’attacco: potrebbe succedere soltanto se Kozak venisse ceduto in prestito al Bologna. E allora rispunterebbero i nomi di due centravanti sondati e trattati in estate: Hugo Almeida del Werder Brema e Roque Santa Cruz del Manchester City.

DIFESA
Il gigante portoghese si libera gratis dallo Zenit. Miranda-Toloi per giugno
Ha appena vinto lo scudetto con Spal­letti in Russia. Fernando Meira si prepara a la­sciare San Pietroburgo per sbarcare a Formel­lo. Lo Zenit lo lascerà libero con dodici mesi di anticipo rispetto alla scadenza del contratto, prevista il 31 dicembre 2011. Il difensore cen­trale portoghese non è stato impiegato moltissi­mo nel campionato che si è appena concluso e già la scorsa estate era stato vicino al divorzio. Lotito e Tare ci avevano pensato negli ultimi giorni di agosto, mollando l’operazione perché bisognava tirare fuori un paio di milioni per il suo cartellino e per­ché, subito dopo la sconfitta con la Sampdoria, nacque l’idea di tornare alla difesa a quattro, can­cellando di fatto l’esigenza di cer­care un altro difensore centrale.

Sei in organico sarebbero stati troppi.

DIFFERENZE -Oggi gli scenari sono diversi. Reja ha scelto in pianta stabile Radu come terzino sini­stro, sta provando Diakitè sulla fascia destra, Stendardo sta sof­frendo la concorrenza di Biava e Dias, che il tecnico friulano ritie­ne la miglior coppia del campio­nato nel girone d’andata, come ha spiegato anche domenica all’Olimpico subito dopo la sfida con il Napoli. Zio Edy non ha alcu­na intenzione di mettere in discussione Biava e Dias, che resteranno titolari sino alla fine della stagione. Nelle prossime ore, peraltro, Lotito sfrutterà l’opzione a favore della società per prolungare il contratto del difensore lombardo, acquistato nel gennaio 2010 su indicazione di Ballardini, dal 2011 al 2012. Reja è convinto, però, che sia necessario elevare il livello delle alternative, soprattutto se la Lazio dovesse lot­tare sino in fondo per le primissime posizioni.

AFFIDABILE -Ecco perché la candidatura di Fer­nando Meira, 32 anni compiuti a giugno, ha ri­preso sostanza. Sarebbe il difensore pronto su­bito a inserirsi, il classico rinforzo da metteredietro a Biava e Dias e che consentirebbe di as­sorbire con minori preoccupazioni un turno di squalifica e un eventuale infortunio. Uno stop­per di esperienza che tornerebbe utile anche nella prossima stagione, quando la Lazio si au­gura di tornare in Champions o, nella peggiore delle ipotesi, di giocare l’Europa League. Mei­ra è un pilastro della nazionale portoghese (54 presenze), possiede quei centimetri che occor­rono alla difesa biancoceleste (è alto un metro e 90) e vanta una lunghissima esperienza: pri­ma di arrivare allo Zenit San Pie­troburgo, ha giocato per una sta­gione in Turchia con il Galatasa­ray e per sette anni in Bundesliga con lo Stoccarda. Il suo acquisto a parametro zero significherebbe aggiungere fisicità, esperienza e affidabilità al reparto. Se Meira può rappresentare il rinforzo in chiave- campionato, nei prossimi mesi Lotito guarderà al futuro, perché non ha rinunciato all’idea di prendere un altro fuoriclasse del San Paolo, da dove sono già arrivati Hernanes e Andrè Dias. Si tratta di Joao Miranda, 26 anni, difensore centrale del Tricolor, in scadenza di contratto. Per genna­io è impossibile tesserarlo, essen­do extracomunitario. A giugno, liberando un po­sto, potrebbe raggiungere i suoi ex compagni alla Lazio. In alternativa c’è ancora Rafael To­loi, classe ‘90, stopper del Goias già trattato la scorsa estate e poi mollato perché in attesa di ottenere il passaporto italiano.

FASCIA -Già dalla trasferta di Parma, complice l’infortunio di Radu, Reja metterà sotto osser­vazione Javier Garrido, acquistato per 2 milio­ni in estate dal Manchester City. E’ arrivato per sostituire Kolarov, è stato frenato sinora dagli infortuni. Il tecnico friulano ci crede. Nello stes­so ruolo in organico ci sono anche Simone Del Nero e il baby Cavanda. Difficilmente la Lazio tornerà sul mercato a gennaio per acquistare un altro terzino sinistro.


CENTROCAMPO
L’esterno del Basilea grande investimento. Sissoko la tentazione
Se potesse, lo prenderebbe subito, ma og­gi è difficile ipotizzare che la Juventus lo lasci par­tire a gennaio, rinforzando peraltro una concor­rente nella corsa alla Champions League. Tare punta Mohamed Sissoko, 25 anni, centrocampista francese del club bianconero. Gli piace come gio­catore, rappresenta il prototipo ideale del media­no che cerca (senza successo) da almeno un anno e mezzo. E’ alto quasi un metro e novanta, possie­de qualità nel palleggio, ma soprattutto i centime­tri e la fisicità che servirebbero alla Lazio per completarsi in mezzo al campo. Non sappiamo se Lotito stia provando ad aprire una pista con Marotta e Pa­ratici, riteniamo difficile che la Ju­ve si possa privare del francese, non bisogna trascurare l’entità di un ingaggio pesantissimo ( viaggia sui tre milioni di euro, scadenza 2013), ma questo sì che rappresen­terebbe un colpo per provare ad av­vicinarsi allo scudetto. Reja era partito per giocare con una linea mediana a tre, ma sembra ormai aver virato per una Lazio disegnata sul 4- 2- 3- 1 o sul 4- 4- 2 con un tan­dem di centrocampisti equilibrato­ri davanti alla difesa.

MEDIANI -Sono in tre per due posti.

Si sono alternati Ledesma, Matuzalem e Brocchi. Il brasiliano ha avuto qualche problema al polpac­cio e resta da monitorare il suo caso alla Fifa (lo Shakhtar ha chiesto la sua squalifica per il manca­to pagamento dell’indennizzo relativo all’articolo 17 e al suo trasferimento al Saragozza): la Lazio si sente al sicuro, l’iter legale proseguirà, ma a gen­naio scadrà la dilazione dei tre mesi ulteriori con­cessa al club spagnolo. Il mal di schiena ha co­stretto Brocchi a chiedere il cambio prima dell’in­tervallo con il Napoli. Sinora non ci sono stati in­fortuni, è andato tutto bene a Formello, ma non ci sono altri mediani in organico, Firmani è stato messo alla porta e nessuno ha spiegato perché, gli altri centrocampisti sono interni di spinta o posso­no muoversi sulla fascia (da Mauri a Foggia, pas­sando per Bresciano e Gonzalez). Un infortunio ouna squalifica potrebbero costringere Reja a ri­vedere l’assetto. Ecco perché la Lazio, se non sa­rà Sissoko della Juve, cercherà a gennaio o per la prossima stagione un centrocampista centrale di grande fisicità. Ci sono e si scopriranno le alterna­tiva: alla Lazio in passato era stato accostato l’al­tro Sissoko, di nome Moussa, 21 anni, centrocam­pista del Tolosa, altro colosso da un metro e 87. Il suo cartellino è valutato una decina di milioni.

DESTRA -In un reparto pieno di qualità, tra i mi­gliori della serie A, si può trovare una piccola carenza sulla fascia de­stra. Reja ha trovato degli accorgi­menti, impiegando davanti a Li­chtsteiner anche Zarate ed Herna­nes. Altre volte, da quella parte, ci si sono trovati giocatori che preferi­scono muoversi a sinistra: da Mau­ri a Foggia, passando per Brescia­no, tutte soluzioni per tamponare il problema, non risolverlo in modo definitivo. Gonzalez sinora non ha riscosso la fiducia del tecnico friu­lano, Eliseu l’anno scorso s’è rivela­to un flop. Rossi ha vinto la Coppa Italia giocando con Brocchi ala di contenimento, oppure avanzando Lichtsteiner con De Silvestri terzi­no.

SHAQIRI -Tutto questo per sottolineare come i di­rigenti di Formello non siano mai riusciti a sosti­tuire Behrami, che nel 2008 decise di non rinnova­re il contratto. Può darsi ci stiano pensando ades­so. Tare, infatti, sta seguendo Xherdan Shaqiri, esterno del Basilea che sta stupendo in Champions League. Si tratta di uno svizzero di origine kosova­ra, ha il doppio passaporto e può essere tesserato da comunitario. Ha appena compiuto 19 anni ( è nato il 10 ottobre ‘91), è un mancino che viene pre­valentemente utilizzato sulla fascia destra. Ha se­gnato un gol alla Roma, è fortissimo e rappresen­terebbe un grande investimento per il futuro, an­che se per caratteristiche non può essere parago­nato a Behrami. Il Basilea per adesso sostiene di non volersene privare a gennaio.

Fonte: Corriere dello Sport

martedì 16 novembre 2010

FAVOLA LEDESMA


Puerto Madryn, 150 anni fa, era una baia della Patagonia argentina, con splendide scogliere bianche affacciate sull'Oceano Atlantico, balene al largo, leoni marini e pinguini sulle spiagge. E il nulla intorno. Poi operai gallesi, spagnoli e italiani, riuniti per costruire la ferrovia, ne hanno fatto prima un piccolo paese, divenuto poi una cittadina, ora luogo di ecoturismo internazionale. Per chi è cresciuto in un posto così, dove è arrivato bambino da Baires, con una famiglia- tribù, in cerca di fortuna, incrociando quelle radici così evidenti, non deve essere difficile adesso rispondere con legittimo orgoglio: « Io non vengo qui pensando di essere un oriundo. Io mi sento italiano » . Cristian Ledesma si è presentato così ieri a Coverciano, la sua nuova casa azzurra, lui 38esimo naturalizzato della Nazionale, 17esimo italoargentino nella storia secolare della nostra rappresentativa. Il viso affilato, quello sguardo sempre un po' dolente, ma gli occhi ardenti dall'aver raggiunto un grande traguardo. Si capisce che lì dentro ci sono la gioia di sua moglie Marta, salentina, dei figli Alice e Daniel, nati pure in terra di Puglia, all'origine dell'uomo e del calciatore Ledesma, sorretto però dall'amore di bambino, per il suo idolo unico: « Mio padre, Miguel, operaio capace di crescere 9 figli » .

Questo è Ledesma, chiamato da Prandelli, uno che un anno fa, in rotta con Lotito, si sentiva giocatore di nessuno, ma di sicuro cittadino del mondo, che ha scelto l'Italia come la sua ultima frontiera. E ora è qui per parlare di Nazionale, di Lazio, di scudetto, di Roma, di Zarate, di quello che volete.

Perché lui è pronto ed ha una risposta per tutto.

Subito riflettori accesi sul regista laziale, italoargentino alla corte di Cesare Prandelli, al suo secondo ' oriundo', dopo Amauri, chiamato per altro solo una volta, ad agosto, a Londra, per il debutto del neo ct. «Io non vengo qui pensando di essere un oriundo. Io mi sento italiano». Cristian Ledesma, la vita, l'ha costruita scegliendo di fronteg­giare via via quello che il vento gli sof­fiava in faccia. «Mi piace la definizione di nuovi italiani che Prandelli ha dato parlando di noi. Io mi sento tanto italia­no dentro, e se non fosse così non avrei risposto positivamente alla convocazio­ne. Credo nel destino, significa che la mia scelta è stata giusta. A Lecce, dove arrivai 9 anni fa, sono cresciuto come giocatore, come uomo. Lì ho incon­trato Marta, mia moglie, lì sono nati i miei figli Ali­ce di 6 anni e Daniel di 3.

Al Salento devo tanto, a Roma la gloria. Dell'Italia mi piace il modo di vive­re. Lo so, per molti non c'è abbastanza sicurezza, ma vi assicu­ro che in Argentina e in Patagonia è più dura. Di una cosa farei a meno: del traf­fico della Capitale...».

DEDICHE - Ledesma poi rivela: «Ho chie­sto la cittadinanza italiana quando so­prattutto Alice ha iniziato a farmi do­mande e mi ha definitivamente convin­to. E' stato giusto così. E me lo ha detto anche mio padre» . Già, suo padre, Mi­guel. E' bello sentire Cristian che si guarda indietro, tornando ai suoi sogni di bambino, cresciuto in un Paese paz­zo di Maradona, che non si confonde: «Il mio idolo ai tempi delle giovanili del Bo­ca? Per me ce n'è sempre stato uno sol­tanto: mio padre, operaio, che ha sapu­to crescere 9 figli» . Lui, il penultimo, a 14 anni, per tornare a riabbracciarlo a Puerto Madryn, da Buenos Aires, non esitava a farsi 18 ore di pullman.

In questi tempi tristi di 'frantismo' (al­tro che buonismo), un tipo così, delle eventuali polemiche sull'opportunità di certe scelte della Nazionale, se na fa fa­cilmente una ragione: «Ognuno può di­re quel che vuole, io non risponderò, di­co solo che sono felice, anzi strafelice» . Cristian, che pure è arrivato alle soglie della nazionale argentina, fermandosi a uno stage under 20 (squadra diventata poi campione del mondo di categoria, con Maxi Lopez, Aimar, Saviola), non proverà a convincere Zarate, che sogna solo l'Argentina ( «Non ne abbiamo mai parlato direttamente però credo la pen­si così, ma mi ha mandato un messaggio di auguri» ) , né imiterà Camoranesi, l'ul­timo italoargentino che lo ha preceduto:
«Io l'inno di Mameli lo conosco e lo canterò» .

PROSPETTIVE
- E' pronto alla sfida, Ledesma, dopo essersi messo alle spalle il periodo più buio: un an­no fa, di quest'epoca, Cri­stian era fuori dalla La­zio, in rotta di collisione con il presidente Lotito. Lui taglia corto ora: «E' stata dura, per 8 mesi mi sono sentito un giocatore di nessuno anche perché nessuno mi aveva cercato nono­stante tante voci. La Roma? Qualcosa c'è stato, non direttamente con me, ma col mio procuratore. Comunque poi ho cancellato tutto quando con il presiden­te Lotito ho rinnovato il contratto. E non voglio più parlarne» . Tutto è cambiato adesso. E la Lazio è in fuga con il Milan in vetta al campionato. Qui Ledesma si fa cauto: «Non parliamo di scudetto, il Milan è stato costruito per vincere, noi per crescere. Comunque rispetto alla Lazio del terzo posto nel 2007 siamo più completi e più convinti. Ci sono uomini nuovi, straordinari, come Hernanes, che mi ha sorpreso, non lo conoscevo. Siamo più squadra» .

Fonte: Corriere dello Sport

domenica 14 novembre 2010

LAZIO-NAPOLI 2-0


Torna a volare Olimpia, torna alla vecchia formazione Reja e per la famosa legge del “non c’è due senza tre” torna a vincere anche la Lazio. La polemica infrasettimanale tra Reja e Zarate dà ragione ad entrambi, l’argentino gioca nel suo ruolo originario di punta e sconquassa la difesa napoletana con un goal e un assist per il reinventato “fantasista” Floccari, schierato in quel ruolo per l’appunto dal tecnico goriziano. Napoli incapace di pungere se non con il solito eccellente Lavezzi, Cavani arranca ben marcato da Dias e Hamsik è un fantasma che non impaurisce però nessuno. Finisce 2-0 per gli uomini di Reja che tornano momentaneamente in vetta, ridimensionate le ambizioni di un Napoli comunque privo di alcune importanti pedine.

FORMAZIONI – Edy Reja ritorna sui suoi passi e ripropone gli undici capaci di conquistare la vetta della classifica di Serie A. Zarate in campo nonostante le polemiche di Cesena, tornano titolari Lichtsteiner, Brocchi, Mauri e soprattutto il profeta Hernanes. Walter Mazzarri è costretto rinunciare all’uomo d’ordine e sostanza che risponde al nome di Gargano, sostituito dal misterioso Yebda, oltre agli infortunati Aronica e Dossena. Recuperato Cavani, confermatissimo in coppia con il pocho Lavezzi.

PARTITA – Sin dalle prime battute di gioco si nota come le due squadre siano molto simili, nonostante i diversi sistemi di gioco. Ricerca delle fasce e contropiede improvviso, nasce così la prima occasione per Lavezzi che strozza però troppo il destro dal limite. Corre il minuto sedici quando la Lazio sblocca la partita, lancio in profondità di Mauri per il neo centravanti Zarate, stop a seguire e sinistro chirurgico sul secondo palo per il talento di Haedo che insacca il punto dell’ 1-0. l Napoli non perde tempo e riorganizza subito le idee, Lavezzi è la solita iradiddio e i difensori di casa faticano a prendergli le misure. Uno spento Hamsik si mangia un goal clamoroso per sua fortuna in offside, poi è lo stesso Lavezzi che stampa l’incrocio dei pali con uno splendido destro a giro in seguito ad una insistita azione di Yebda. La difesa capitolina trema ma non crolla mai, Cavani si vede pochissimo ben controllato da Andrè Dias. Al 33’ altro scatto in profondità di Zarate servito da Floccari, l’argentino dopo un difficile controllo incrocia il tiro ma non riesce a dare forza. Il primo tempo si conclude con una magia di Lichtsteiner su Grava, il tiro cross deviato dello svizzero quasi inganna un comunque reattivo De Sanctis.
Nessun cambio nell’intervallo.

Ripresa con la Lazio che spinge subito sull’acceleratore, Lichtsteiner è una furia sulla fascia e Vitale non riesce a tenerlo mai. Il fraseggio palla a terra è un must per la squadra di Reja, al 4’ grande dimostrazione di “titic titoc” stile Liga spagnola che porta Ledesma al tiro, conclusione “mozzarella” dell’argentino fuori di molto. Il raddoppio matura minuto dopo minuto, Floccari fa le prove generali con un bel destro a giro fuori di poco, poi al 16’ raccoglie l’assist perfetto di Zarate e con un piattone preciso trafigge De Sanctis per il 2-0. Il Napoli reagisce ma concede spazio in contropiede, ancora un infermabile Zarate salta Cannavaro e incrocia il destro, prodezza di De Sanctis che devia di quel poco che basta per salvare la propria porta. I partenopei cercano di reagire, l’ingresso di Sosa porta qualità e proprio il “Principito” sfiora il goal con un sinistro a fil di palo. Al 33’ ancora uno scatenato Zarate controlla spalle alla porta, si gira e calcia a giro, tiro deviato da Cannavaro e traversa piena a De Sanctis battuto. Nel finale assedio disordinato dei biancazzurri, Cavani non è però in giornata e Yebda mette in mostra tutti i suoi limiti anche in fase realizzativa.

CHIAVE – La mossa Zarate centravanti e Floccari trequartista devasta la resistenza ospite, l’argentino ha l’argento vivo addosso e manda in tilt i vari marcatori di turno, il nazionale italiano arretra a prendere palla e tiene sempre intelligentemente palla.

CHICCA – Al minuto 85 la ciliegina sulla torta per uno strepitoso Mauro Zarate; punta l’avversario, torna indietro e serve dalla parte opposta Bresciano con una rabona scroscia applausi. Chapeau.

MOVIOLA – Proteste dei partenopei sul goal di Zarate per un presunto tocco di braccio, l’argentino si allunga però il pallone con la spalla. Al 31’ contatto Grava – Floccari, il difensore tocca prima il pallone. All’ 85’ Bresciano va giù in area ma sembra inciampare da solo.

TATTICA – 4-2-3-1 con i migliori interpreti per i biancocelesti, Zarate questa volta viene impiegato nel ruolo originario di punta con Hernanes a destra e Floccari trequartista addetto alle sponde, Mauri è il giocatore chiave per sconvolgere le linee avversarie. Radu terzino ma centrale aggiunto in fase difensiva, ampia libertà offensiva per Lichtsteiner. Con l’ingresso di Matuzalem non cambia nulla. Ospiti disposti con il solito 3-4-2-1, Hamsik e Lavezzi finti trequartisti con il primo adito ad arretrare e l’argentino sempre pronto a devastare tatticamente gli avversari con le sue accelerazioni. Dopo lo 0-2 Mazzarri inserisce Sosa al posto di Grava, passando così ad uno stranissimo 4-2-2-2.

PROMOSSI&BOCCIATI – Straordinaria risposta di Zarate (Voto 8) alle critiche recenti, Floccari (Voto 7) leggermente arretrato è una grande idea di mister Reja (Voto 7), finalmente tornato ai decisivi undici pre derby. Ledesma (Voto 6) è meno preciso del solito, Muslera (Voto 5.5) corre pochi pericoli ma nel finale rischia la frittata. Nel Napoli un ottimo Lavezzi (Voto 6.5) per oltre un’ora, De Sanctis (Voto 6.5) evita un passivo più pesante, Sosa (Voto 6) propone qualcosa di interessante. Pessima prestazione di Hamsik (Voto 4.5), mai in partita e inutile anche in fase difensiva, Cavani (Voto 5) non si vede praticamente mai, Grava (Voto 4.5) viene scherzato più volte da Zarate & co.

venerdì 12 novembre 2010

Aspettando il Napoli...


Tornano Hernanes, Li­chtsteiner e Brocchi. Mauri resta in dubbio: stamane effettuerà i controlli strumentali, è fermo da due giorni a causa di un dolore al bicipite femora­le destro. Si tratterebbe solo di un af­faticamento, la verità si conoscerà nelle prossi­me ore. Ieri non si è al­lenato, sul suo impiego si deciderà domani.

Mauri è in ottica Nazio­nale, Prandelli potreb­be richiamarlo per l’amichevole contro la Romania ( 17 novem­bre), ci tiene ad esserci, prima anco­ra vuole risollevare la Lazio. In vista del Napoli si tengono pronti Foggia e Bresciano, potrebbero prendere il po­sto di Mauri in caso di forfait ma sono candidati anche come sostituti di Za­rate se l’argentino finirà in panchina. Il napoletano è in pole.

I RIENTRI -Dopo due sconfitte di fila la Lazio è chiamata alla riscossa, non può fallire domenica altrimenti si aprirà la crisi. Edy ha fatto riposare i big Hernanes, Lichtsteiner e Brocchi, l’indisponibilità ha permesso anche a Mauri di rifiatare. I primi tre sono pronti: lo svizzero sta bene, il polso non gli provoca dolore ( si era fatto male nel derby), riprenderà il posto sulla fascia destra, in difesa si assocerà a Biava, Dias e Radu. A centro­campo rientrerà Broc­chi, si affiancherà a Le­desma. Va deciso il modulo, la scelta dipende dalla presenza o meno di Mauri. In avanti Hernanes tornerà sulla trequarti, va sciolto pure il nodo Zarate, si scalda Foggia: con Mauri in campo il napoletano potrebbe piazzar­si a destra al posto dell’argentino. I prossimi allenamenti chiariranno leintenzioni di Reja, di certo Floccari ci sarà. L’assenza del centrocampista brianzolo, e l’eventuale nuova esclu­sione di Zarate, potrebbero indurre il tecnico anche a schierare il 4- 4- 1- 1 (Matuzalem accanto a Ledesma) op­pure le due punte (4-3-1-2, Rocchi tor­nerebbein corsa).

IL PROGRAMMA -La Lazio è rientrata da Cesena subito dopo la partita con un volo charter, ha dormito a Formello e ie­ri mattina è scesa in campo alle 11. I gioca­tori impegnati mercole­dì sera hanno svolto la­vorodi scarico, il resto del gruppo si è dedicato al possesso palla. Sono sta­te provate le soluzioni offensive e so­no stati disputati 30 minuti di partita cinque contro cinque. La ripresa dei lavori è fissata alle 12.30, oggi e do­mani i biancocelesti lavoreranno nel­l’orario in cui verrà giocata la partitacontro il Napoli. Lo stesso program­ma era stato definito prima del match con il Palermo, fu il primo anticipo domenicale affrontato dalla Lazio.

IL PRANZO -La squadra si riunirà nel quartier generale a mezzogiorno, trenta minuti dopo scenderà in cam­po. Da qui a domenica ci sarà tempo per svol­gere solo due allena­menti, dovranno basta­re per arrivare pronti all’appuntamento. Do­mani la squadra si ri­troverà a Formello in­torno alle 9, farà una colazione rinforzata e tornerà in campo alle 12.30, lo stesso avverrà domenica mattina. I calciato­ri potranno scegliere cosa mangiare: sul buffet pasta, riso, bresaola o cro­stata. La prima gara giocata alle 12.30 andò bene ( vittoria a Palermo con prodezza di Dias), la Lazio e i suoi ti­fosi chiedono il bis.

Corriere dello Sport

giovedì 11 novembre 2010

Un altro anno è passato e giustizia non è stata fatta, GABRIELE CON NOI

CESENA-LAZIO 1-0


La Lazio, dopo la sconfitta nel derby di domenica scorsa, conferma il suo momento no, perdendo contro un ottimo Cesena, che porta a casa i tre punti grazie ad un gran gol di Parolo all’85’. Vittoria, che regala ossigeno a Ficcadenti, mentre la Lazio perde il primo posto in classifica, scavalcata dal Milan vittorioso contro il Palermo.

FORMAZIONI - Nel Cesena, sarà Lauro a sostituire lo squalificato Pellegrino, a destra turno di riposo per Schelotto e Ceccarelli. In avanti i due piccoletti Giaccherini e Jimenez al servizio della boa Bogdani. Nella Lazio, tanto turn over. Nemmeno convocati Lichsteiner e Hernanes. In difesa torna Biava dal turno di squalifica e prende posto al centro della difesa, mentre sulla destra gioca Diakitè. Foggia, sostituisce il “Profeta” in appoggio a Floccari e Zarate, preferito a Rocchi.

PARTITA - Entrambe le formazioni, devono riscattare la sconfitta di Domenica scorsa, ed in avvio di partita è il Cesena a spaventare Muslera con due belle conclusioni di Colucci e Parolo.
Primo quarto d’ora di gara tutta di marca romagnola, con Giaccherini, che con il suo passo breve e veloce, fa letteralmente impazzire Diakitè e Appiah attaccato a Ledesma per spegnere la fonte di gioco biancoceleste. Al 30’occasione per il Cesena per passare in vantaggio, ma purtroppo capita sui piedi maleducati di Appiah, che calcia forte ma fuori. La Lazio è ancora stordita dall’effetto derby, allora gli uomini di Ficcadenti ci provano con un cross sbagliato di Lauro, che per poco non sorprende Muslera. L’occasione sveglia la Lazio, ed al 36’ Foggia in azione solitaria colpisce la traversa con un gran sinistro. Gli uomini di Reja, soffrono la mancanza di Mauri, con Bresciano mai entrato in partita e Zarate al limite del fastidioso con tentativi di dribbling mai riusciti. Dopo un minuto di recupero, il primo tempo finisce a rete inviolate.

La ripresa comincia con una Lazio più aggressiva, che nei primi minuti prova a fare la partita, allora Ficcadenti mischia le carte, dentro Schelotto per l’ammonito Appiah, con l’arretramento di Parolo nel ruolo di incontrista e trio di trequartisti formato da Giaccherini, Jimenez e Schelotto. Gioca meglio la Lazio, che con Zarate e Bresciano prova ad impensierire Antonioli con conclusioni da fuori area. Girandola di cambi per entrambe le formazioni, ma le squadre sembrano stanche e le occasioni da rete stentano ad arrivare. Quando la partita sembra destinata allo 0-0, il Cesena va in vantaggio con il migliore in campo: è il minuto 40, quando Parolo riceve palla e dai venticinque metri fa partire un missile, che batte l’incolpevole Muslera. Reja, corre subito ai ripari inserendo Rocchi per Foggia, ma è troppo tardi al Manuzzi finisce 1-0.

CHIAVE - Ottima intuizione di Ficcadenti, che prima con Appiah e poi con Parolo, blocca Ledesma, bloccando la fonte di gioco biancoceleste. Fermando il regista argentino, la Lazio si deve affidare solo alle iniziative personali di Foggia, risultando troppo prevedibile.

CHICCA - Il Manuzzi, si conferma campo ostico per la Lazio. L’ ultima vittoria dei bianco celesti in casa del Cesena, risale a 42 anni fa, nel campionato di serie B 1968/1969., con un rotondo 0-4 firmato Fortunato, Rinero e doppietta di Massa.

TATTICA - Per il Cesena un 4-3-2-1, con gli esterni di difesa Lauro e Nagatomo ed i centrali Von Bergen e Benalouane. La diga davanti alla difesa sarà il ghanese Appiah ed al suo fianco agiscono Colucci e Parolo. In avanti la coppia Giaccherini e Jimenez giocheranno alle spalle dell’unica punta Bogdani. Reja, con Foggia al posto di Hernanes, passa ad un 4-3-3 classico. In difesa, sulle fasce giocano Diakitè e Radu, mentre al centro rientra Biava in coppia con Dias. A centrocampo, la corsa di Matuzalem al servizio della geometria di Ledesma e degli inserimenti di Bresciano, mentre in avanti si passa ad un tridente puro con Foggia e Zarate esterni e Floccari punta centrale.

MOVIOLA - Al 5’ minuto della ripresa, intervento in scivolata di Benalouane su Zarate, bravo l’arbitro Orsato a non decretare il penalty, perché il difensore del Cesena prende il pallone.

PROMOSSI & BOCCIATI - Standing ovation per Parolo (Voto 7,5), che è il re del centrocampo bianconero: costruisce, annulla Ledesma e realizza il gol del definitivo 1-0, centrocampo che trova in Jimenez (Voto 5) un corpo estraneo per una squadra tutta grinta e corsa.
Nella Lazio l’unico a provarci è Foggia (Voto 6,5), che nel primo tempo colpisce la traversa con un bel sinistro. Inguardabile Zarate (Voto 4), che dopo il centesimo dribbling sbagliato, si rischia di confonderlo con il fratello Sergio detto “El Raton”, meteora dell’Ancona dei primi anni novanta.

martedì 9 novembre 2010

Formazioni di Cesena-Lazio


Dopo aver analizzato gli errori del derby con Reja, la Lazio si è allenata questa mattina in vista della gara di Cesena: ripresa defaticante post gara per coloro che sono scesi in campo ieri; possesso di palla e partitella per gli altri. Non c'era Stendardo, reduce dal colpo al torace subito durante il derby. Con il Cesena dovrebbe essere disponibile, ma il suo posto al centro della difesa tornerà ad essere di Biava, che ha scontato il turno di squalifica. In campo si rivedrà anche Matuzalem e Zarate dovrebbe riprendersi la fascia in un 4-2-3-1 con Floccari unica punta. Reja sembra anche intenzionato a concedere un turno di riposo a Hernanes, apparso sottotono contro la Roma.
GDS

NEGATA LA TARGA PER GABBO. Il papà: "E' assurdo"


La fumata nera dopo una riunione svolta tra alcuni ma­nager aziendali e Giorgio Sandri, il papà di Gabbo. L’Anas, proprietaria del tratto dell'Autostrada del Sole, si era espressa favorevolmente ma lo stop è arrivato dalla società concessionaria: «E' assurdo - ha detto Giorgio Sandri -hanno ignorato la civilissima e democratica iniziativa della rac­colta firme portandomi una motivazione ignobile: non vogliono la targa perché altrimenti si dovrebbero ricordare tutti i morti degli incidenti d'au­to. Mio figlio è stato ucciso con un colpo di pistola! Faccio un appello al­le istituzioni». Le celebrazioni del terzo anniversario della morte di Gab­bo si apriranno domani (fiaccolata a Piazza Bocca della Verità dalle 18).

Fonte: Corriere dello Sport

domenica 7 novembre 2010

LAZIO 0-MORGANTI 2


Decido di non mettere post
MIGLIOR UOMO IN CAMPO: EMIDIO MORGANTI

venerdì 5 novembre 2010

166esimo DERBY DELLA CAPITALE


La (non) rotazione nell’attacco laziale che sinora ha privilegiato Zarate rispetto a Rocchi si potrebbe clamorosamente ribaltare proprio in vista del derby della Capitale: il capitano sembra al momento maggiormente accreditato nell’affiancare Floccari.

Il tecnico Reja in settimana ha studiato anche qualche accorgimento tattico, e domenica pomeriggio all’Olimpico i suoi uomini potrebbero schierarsi in campo con un modulo speculare a quello giallorosso.

Nel ‘nuovo’ 4-3-1-2 i centrocampisti restano quelli ‘vecchi’, Ledesma, Brocchi e Mauri. Al posto dello squalificato Biava al centro della difesa biancoceleste si rivede Stendardo. Muslera regolarmente in campo.

Ben altri problemi per la sponda romanista, con un pacchetto difensivo in stato emergenziale: dopo Burdisso rischia grosso anche Juan, alle prese con un affaticamento muscolare. Lo staff sanitario romanista conta di recuperare almeno il brasiliano, altrimenti Ranieri sposterà Cassetti al centro rispolverando Cicinho sulla fascia destra.

Anche in mediana c’è poco da essere confortati, con le contemporanee assenze di Pizarro, Taddei e Brighi (quest’ultimo potrebbe essere presente almeno in panchina). Fiducia obbligata dunque a Simplicio. Buone notizie tra gli attaccanti: Adriano è rientrato in gruppo e potrebbe essere convocato.

LAZIO (4-3-1-2): Muslera; Lichtsteiner, Stendardo, Dias, Radu; Ledesma, Brocchi, Mauri; Hernanes; Rocchi, Floccari.

ROMA (4-3-1-2): Julio Sergio; Cassetti, Juan (Burdisso), Mexes, Riise; Simplicio, De Rossi, Perrotta; Menez; Vucinic, Borriello.