mercoledì 30 maggio 2012

La camorra puntava sui match della Lazio, Sculli e il massaggiatore Papola con l'ex Banda della Magliana

Evocata fin qui come un fantasma, sussurrata in un paio di intercettazioni telefoniche, la criminalità organizzata entra ufficialmente nell’inchiesta di Cremona sul calcioscommesse. Lo fa in grande stile, con due nomi e cognomi molto pesanti: Angelo Senese, esponente di spicco del clan Moccia. E Massimo Carminati, “Er cecato” della Banda della Magliana. Due personaggi che spingono questa parte dell’inchiesta dalla procura lombarda alla Dda di Roma, cui presto dovrebbero essere trasmessi gli atti.

I SENESE

Gli investigatori sono convinti che il clan abbia investito nello scorso campionato su due gare della Lazio: quella interna con il Genoa e sulla trasferta di Lecce. Sono le due partite degli Zingari. Il contatto è con Alessandro Zamperini, l’ex calciatore amico di Mauri che tentò di corrompere il giocatore del Gubbio, Farina. L’11 maggio, dunque tre giorni prima di Lazio-Genoa, Zamperini si sente tre volte al telefono con Senese e poi i due si incontrano ai Parioli. L’incontro non è registrato. Ma analizzando i tabulati di Zamperini si scopre che i due si risentono e si rivedono in occasione di Lecce-Lazio, l’altra partita truccata secondo gli inquirenti di Cremona. Il giorno prima dell’incontro, infatti, c’è un vorticoso giro di sms tra Zamperini e Ilievski in cui si inserisce una telefonata dell’ex giocatore con Senese. Anche in questo caso gli inquirenti sospettano che l’oggetto delle conversazioni fosse la combine della partita.

ER CECATO E ROMA-GENOA

Dell’inchiesta si occupa la divisione dello Sco che abitualmente segue la criminalità organizzata: indagano sui latitanti più pericolosi d’Italia, e invece si trovano a seguire Zamperini e Sculli. «Le tecniche investigative sono però le stesse» ha spiegato il direttore del Servizio, Gilberto Caldarozzi. E forse anche i risultati. È il 19 marzo del 2011. Sculli è a Roma in occasione di Roma-Genoa. Non è stato convocato, ma il giocatore scende comunque nella capitale. Viene intercettato mentre parla al telefono con un ‘‘fratellino’’. Prendono appuntamento all’hotel degli Aranci, sede del ritiro del Genoa, per poi andare insieme a vedere la partita. Il ‘‘fratellino’’, accertano gli investigatori, altri non è che Romano Massimo Papola, massaggiatore della Lazio. L’uomo arriva all’albergo a bordo di una Smart con un’altra persona — «un uomo di circa 40/45 anni, con capelli rasati a zero» scrivono gli investigatori — e poi i tre entrano nell’hotel. Il dato «piuttosto curioso che emerge — si legge negli atti — è che la stessa vettura era stata controllata a Roma con a bordo il noto estremista di destra legato ai Nuclei armati rivoluzionari (Nar) e vicino agli ambienti della malavita organizzata Massimo Carminati, soprannominato ‘er cecato’ per via di un’evidente menomazione all’occhio sinistro (permanente conseguenza di un pregresso scontro a fuoco con i carabinieri risalenti all’anno 1981)». «Si ricorda — proseguono gli investigatori — che Carminati è stato affiliato alla Banda della Magliana ed accusato di aver garantito il legame tra l’organizzazione criminale romana e il mondo dell’eversione di destra e della criminalità organizzata romana». Quando viene fermato, Carminati è in auto con Giovanni De Carlo, ‘‘campione italiano classe ‘B’ di kick boxing’’. Ed è questo personaggio, concludono gli investigatori, che «verosimilmente si incontra con Sculli» e Papola nell’albergo del ritiro del Genoa.

LA TATTICA DEGLI IDRANTI

Come tutte le associazioni «mafiose» che si rispettino, anche quelle che avevano messo le mani sul calcio italiano potevano contare su un controllo del territorio a dir poco capillare. Nelle carte dell’inchiesta fa capolino la descrizione di un “espediente” utilizzato più volte per manipolare partite «all’ultimo minuto» grazie all’intervento degli inservienti. Ne parla Gervasoni quando racconta di una partita di fine stagione Ancona-Mantova, ovviamente combinata. Il problema è che occorreva sapere le combinazioni di risultati dagli altri campi per decidere come far finire il match: “…ricordo che quel giorno c’erano diversi risultati in bilico per decidere le retrocessioni e che ci fu, mi pare, un tentativo con degli idranti, di fare slittare di qualche minuto il termine di una delle partite in questione». Gli idranti esplosero, la partita fu interrotta, e durante la pausa si decise come farla finire: «Mi ricordo che qualcuno ideò in qualche altra partita l’espediente di fare funzionare gli idranti».

IL CORRIERE CAMIONISTA

Dagli interrogatori cominciati ieri cominciano ad arrivare le prime conferme alle ipotesi dell’accusa. Le più nette sono quelle dell’autotrasportatore Vittorio Gatti, amico di Carobbio, che ha ammesso tutto. In particolare, ha detto di aver conosciuto gli Zingari grazie a Carobbio e di essersi prestato a fare viaggi per loro conto «dietro compenso, per ritirare vincite di scommesse». Due i viaggi: uno a Bari per ritirare da Iacovelli il denaro della mancata combine tra Palermo e Bari (250 mila euro) e uno vicino a Pescara per avere dal tabaccaio Erodiani 40 mila euro, poi consegnati a Ilievski a Cernobbio. «In tutto ho incassato 600 euro di compenso»

martedì 29 maggio 2012

Petkovic-Lazio, ci siamo! Il ds del Sion conferma tutto

Vladimir Petkovic ha sorpassato tutti nella volata per la panchina della Lazio. Conferme importanti arrivano anche dal Sion, suo attuale club, per bocca del direttore sportivo Marco Degennaro: "Domani Petkovic avrà un incontro con la Lazio, se dovesse trovare un accordo noi non ci opporremo".

Il tecnico è legato agli svizzeri da un accordo, "ma è pur vero che quando la Lazio chiama è difficile trattenere chiunque. A me farebbe molto piacere vedere Petkovic in un grande club come la Lazio, gli auguro un gran bene", le parole del ds ai microfoni di Radio Manà Manà Sport, nel corso della trasmissione 'C'è calcio per te'.

A dirla tutta, la società biancoceleste non si sarebbe fatta avanti direttamente con il Sion, "ma va bene così, quando un grande club chiama non ci mettiamo di traverso, anche perché è giusto per la carriera del giocatore o dell’allenatore di turno. Petkovic è arrivato da noi da soli 15 giorni e non ci sono problemi. Non è stato tradotto nulla su carta, ci sono solo strette di mano tra il presidente e l’allenatore".

Queste le caratteristiche di 'Vlado': "E' un allenatore con un grande carisma, è capace e ha molta personalità. Tatticamente è molto preparato, meticoloso e studia molto per cercare di vincere le partite. E’ un ottimo motivatore, sa toccare le corde giuste dei giocatori. Ha tutte le caratteristiche per fare bene. Predilige il calcio offensivo, utilizza sempre il 3-4-3 con queste ali molto propositive. Lulic, per esempio, è un prodotto proprio di Petkovic. Con noi, in poco tempo, si è adattato ad un 4-2-3-1 producendo un bel calcio".

In carriera non ha mai allenato grandissime squadre, Degennaro spiega il perchè: "Dal 2006 ha iniziato a lavorare in modo professionistico, in club che militavano in Serie A. In Svizzera con lo Young Boys ha fatto bene anche nelle coppe europee. Il grande pubblico lo ha iniziato a conoscere 2-3 anni fa. Prima, al Bellinzona, c’era poca cassa di risonanza".

lunedì 28 maggio 2012

Vladimir Petkovic a un passo dalla panchina

Svolta per la panchina. Nelle ultime ore il candidato a sorpresa Vladimir Petkovic ha scavalcato il favorito Carlos Dunga. Petkovic, di origini croate ma di passaporto svizzero, è attualmente legato al Sion (proprio oggi ha ottenuto la salvezza ai playout), ma può liberarsi in qualsiasi momento. In passato Petkovic ha allenato lo Young Boys e, nell’ultima stagione, i turchi del Samsunspor. L’accordo è dietro l’angolo, potrebbe essere siglato già nelle prossime ore e l’annuncio potrebbe arrivare tra domani e dopodomani. Nell’attesa resiste pure la candidatura di Dunga, il cui arrivo però è ormai sempre più lontano.

Stefano Cieri

Scommesse: arrestato Mauri. Procura: "cinque partite truccate"

(AGI) - Cremona, 28 mag. - Si allarga a macchia d'olio lo scandalo del calcioscommesse. Il calciatore Domenico Criscito non partira' con gli azzurri per gli europei di calcio. Oggi blitz della polizia che ha arrestato Stefano Mauri, capitano della Lazio e Omar Milanetto, gia' calciatore del Genoa, attualmente in forza al Padova. Sono 19 i destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi nell'ambito dell'inchiesta "New Last Bet".

Custodia cautelare in carcere (in Italia) per Paolo Domenico ACERBIS, calciatore del Vicenza; Cristian BERTANI, calciatore della Sampdoria, ex del Novara; Vittorio GATTI, ritenuto favoreggiatore del gruppo slavo-singaporiano; Matteo GRITTI, calciatore del Bellinzona, ex dell'Albinoleffe; Stefano MAURI, calciatore della Lazio; Omar MILANETTO, calciatore del Padova, ex del Genoa; Alessandro PELLICORI, ex calciatore di Mantova e Torino; Ivan TISCI, ex calciatore; Marco TURATI, calciatore del Modena, ex dell'Ancona. Custodia cautelare in carcere (in campo internazionale) per Istvan BORGULYA, esponente del gruppo ungherese; Zoltan KENESEI, esponente di vertice del gruppo ungherese; Matyas LAZAR, detto "Lecso", esponente del gruppo ungherese; Laszlo SCHULTZ, esponente del gruppo ungherese; Laszlo STRASSER, esponente del gruppo ungherese. Arresti domiciliari per Luca BURINI, esponente del gruppo bolognese riferibile a Giuseppe Signori; Jose' Inacio JOELSON, calciatore del Pergogrema, ex di Albinoleffe e Grosseto; Daniele RAGONE, esponente del gruppo bolognese riferibile a Giuseppe Signori. Obbligo di presentazione per Kewullay CONTEH, gia' calciatore di Piacenza, Grosseto ed Albinoleffe; Francesco RUOPOLO, calciatore del Padova.

Sarebbero almeno 5 le partite di serie A e B manipolate la scorsa stagione da parte dell'organizzazione smantellata oggi dalle squadre mobili di Cremona, Alessandria, Brescia e Bologna. Si tratta di Brescia-Lecce, Palermo-Bari, Lazio-Genoa 4-2, Lecce-Lazio 2-4 e Novara-Siena 2-2. Sarebbe stata pari a due milioni di euro la vincita realizzata in seguito alle scommesse sulla partita Lecce-Lazio nel 2011. Per la stessa partita, secondo gli investigatori, sarebbero stati spesi 600mila euro per la corruzione dei calciatori. La polizia e' giunta anche nel ritiro della nazionale a Coverciano. Coinvolto nell'inchiesta Domenico Criscito. Il difensore, attualmente in forza allo Zenit San Pietroburgo, risulta indagato per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e alla truffa. Criscito in ritiro con la Nazionale di Calcio a Coverciano sarebbe stato perquisito dagli agenti. Gli uomini della Digos di Firenze hanno lasciato il centro tecnico federale di Coverciano intorno alle 9,40, dopo avere notificato l'avviso di garanzia al giocatore. Secondo quanto si e' appreso, il calciatore si sarebbe limitato a firmare il documento di notifica, senza rilasciare alcuna dichiarazione. La nazionale italiana di calcio ha iniziato la seduta di allenamento in un clima visibilmente teso. C'e' anche Antonio Conte, allenatore della Juventus, fra gli indagati nell'operazione New Last Bet.

La procura di Cremona, intanto, "non esclude il coinvolgimento" anche "delle dirigenze" di alcune squadre nell'inchiesta sul calcioscommesse. Lo ha detto il procuratore Roberto Di Martino nel corso di una conferenza stampa in Questura. Perquisita questa mattina dalla polizia nell'ambito dell'inchiesta sul Calcioscommesse, la casa dell'attaccante dell'Ascoli (serie B) Andrea Soncin. Il calciatore e' indagato a piede libero per vicende legate al campionato 2010-2011, quando giocava nel Grosseto.

martedì 22 maggio 2012

Impazza il toto-allenatore

ROMA - Impazza il toto-allenatore in casa Lazio. Un vero e proprio rebus. La società si sta guardando attorno per cercare di capire chi potrà prendere il posto di Reja. Di certezze ce ne sono poche. La candidatura di Roberto Di Matteo sta sempre più scemando, mentre c’è Gianfranco Zola e il suo manager, Fulvio Marrucco, che attendono una chiamata. Il club di Formello, nonostante le smentite di Mazzarri, è molto attenta a quel che può accadere tra il tecnico toscano e il presidente De Laurentiis. Poi c’è il sogno della maggior parte dei tifosi biancocelesti che porta il nome di Zdenek Zeman. In questo momento il boemo è di nuovo in auge grazie alle imprese con il Pescara e per la gente di fede laziale potrebbe diventare un simbolo non solo di bel calcio, ma anche di rinascita. Ma andiamo con ordine.

In prima fila ci sono sempre i nomi di Di Matteo e Zola. Sul primo c’è stato un contatto indiretto un paio di settimane fa, ma con il passare del tempo sembra che sia stato lo stesso allenatore a non essere convinto di rientrare a Roma come allenatore. Inizialmente aveva tenuto aperte le porte. L’idea di approdare alla Lazio dalla porta principale lo aveva intrigato ma adesso, soprattutto dopo la vittoria in Champions e con una fila di squadre che lo stanno corteggiando, il club biancoceleste ha perso fascino. In più è sempre rimasto distante anche a causa della concorrenza con il suo fraterno amico Gianfranco Zola. I due si sentono quasi ogni giorno e a Di Matteo dava un po’ fastidio l’idea che potesse essere proprio lui a togliere all’amico la possibilità di arrivare alla Lazio. Il nome di Zola è sempre vivo anzi per il momento sembra essere l’unica certezza in casa biancoceleste. L’ex fantasista sardo attende una chiamata da parte di Lotito ed è probabile che in settimana possa accadere qualcosa. Con Zola a febbraio c’è stata parecchia sintonia sui programmi da seguire e sulle nuove strategie da adottare sia per quel che riguarda il modo di gestire la squadra ma anche la maniera di lavorare e di giocare. Il calcio di Zola è completamente cambiato rispetto all’esperienza fatta al West Ham: decisamente più offensivo e spettacolare. Ed era anche questo aspetto che a febbraio convinse Lotito e Tare a convergere su di lui.

Dalla zeta di Zola, si passa a quella di Zeman, tecnico particolamente in auge per la spettacolare promozione in A con il Pescara. Per tutta la giornata di ieri i tifosi della Lazio non hanno fatto che inviare messaggi (via etere e internet) di stima e di affetto nei confronti del tecnico boemo, già tecnico della Lazio nella metà degli anni ’90. È lui il vero sogno della piazza, che ora più che mai sente la necessità di essere stupita dalla qualità del gioco. E all’interno della società biancoceleste qualche settimana fa c’è stato qualcuno che l’ha proposto al presidente Lotito: portiamo il boemo, cambiamo l’immagine calcistica della Lazio. Un grande atto di coraggio. Lì per lì se ne è anche discusso in modo positivo, ma poco dopo l’ipotesi è caduta perché significherebbe una rivoluzione totale, soprattutto tecnica. Tanti giocatori andrebbero via e forse per la Lazio attuale sarebbe troppo. Da Zola a Zeman per andare a Mazzarri. La sensazione è che la Lazio ancora non ha trovato l’uomo giusto.

mercoledì 16 maggio 2012

Incognita sul futuro di Reja

Clima da ultimo giorno di scuola, partitella in famiglia e un piccolo buffet. La Lazio ha salutato così l'annata prima del rompete le righe. L'appuntamento è stato un'occasione di incontro anche tra il presidente Claudio Lotito e il tecnico Edy Reja, ma al momento non ci sarebbe stata nessuna fumata bianca per il rinnovo di un contratto in scadenza il 30 giugno. In campo a Formello c'erano tutti: dai massaggiatori ai magazzinieri, il ds Igli Tare in attacco e i giocatori (con l'eccezione di Gonzalez volato a casa e Klose, già in ritiro con la Germania) protagonisti di questo campionato che ha visto la Lazio conquistare il quarto posto e l'Europa League. Un campionato in cui la squadra biancoceleste ha sfiorato anche la qualificazione in Champions League. Reja, invece, ha vestito i panni dell'arbitro. Soltanto nella partitella, però.

Al termine del rinfresco, in cui si è festeggiato anche il compleanno di Dias, quando ormai tutti i giocatori avevano lasciato il centro sportivo, l'allenatore goriziano si è chiuso in una stanza insieme al presidente Lotito e al ds Tare per discutere del futuro. Nonostante il rammarico per la mancata qualificazione nell'Europa che conta, Reja ha dalla sua la crescita costante di una squadra presa due anni fa sull'orlo del baratro e portata per due stagioni consecutive a competere in Europa League. Contro di lui rema, invece, proprio la delusione per quel sogno Champions da cui la Lazio e i suoi tifosi si sono dovuti svegliare troppo presto e quella rottura con Lotito che aveva spinto il goriziano a presentare le dimissioni alla vigilia della partita con l'Atletico Madrid. Da allora il tecnico ha dovuto convivere con l'ombra di Gianfranco Zola, prima scelta di Lotito in caso di una rottura già a campionato in corso.

A "Magic Box", in questi ultimi giorni, si è affiancato poi il nome di Roberto Di Matteo. Bisognerà attendere però ancora qualche giorno per capire chi guiderà la squadra biancoceleste nel prossimo campionato: una decisione non è ancora stata presa. Il goriziano sarebbe rimasto deluso dalle critiche maturate nel corso del campionato, in cui la squadra ha pagato a caro prezzo la lunga lista di infortunati. La Lazio sarebbe oggi disposta a continuare il rapporto per un altro campionato, ma le due parti dovranno incontrarsi nuovamente. Nel frattempo, Reja avrebbe svuotato già il suo armadietto di Formello. La parola "fine" in questa storia d'amore e di contrasti non sembra ancora stata scritta.

martedì 15 maggio 2012

In attesa di risolvere il 'rebus' Reja, la Lazio pensa a Pazzini e Destro

La qualificazione alla prossima Champions League è sfumata all'ultima giornata, proprio come l'anno scorso. Stesso scenario, stessi protagonisti: Edy Reja e Francesco Guidolin. Il tecnico della Lazio, per la seconda stagione di fila dovrà accontentarsi di aver centrato un'Europa più piccola nonostante il 3-1 rifilato all'Inter: "Francesco mi frega ancora, il prossimo anno passerò io avanti...".

L'allenatore goriziano, come riportato dal 'Corriere dello Sport', analizza i motivi del mancato approdo ai preliminari e parla di futuro: "Abbiamo avuto parecchi infortuni. Con la squadra al completo sarebbero andate diversamente le cose. Restare? Non dipende da me, sono un dipendete. Come ogni anno, a fine campionato, mi troverò il presidente, ne parlerò. Se le strategie combaciano si andrà avanti, altrimenti ognuno prenderà la sua strada".

Sulla stessa lunghezza d'onda di Reja, ecco le parole del direttore sportivo Tare raccolte dalla 'Gazzetta dello Sport' dopo il match di ieri contro i nerazzurri: "Ci incontreremo presto e valuteremo il da farsi. In ogni caso dobbiamo solo ringraziarlo per quello che ha fatto".

Un occhio alla panchina, l'altro all'organico. Oltre al 'rebus' panchina, la Lazio pensa già a pianificare le strategie per rinforzare la rosa. Breno ed Ederson, a parametro zero, sono stati già presi: il primo affiancherà Dias al centro della difesa e sarà tesserato solo se l'accusa di incendio doloso ai suoi danni, dopo che la sua casa andò in fiamme lo scorso anno sarà risolto; il fantasista del Lione, invece, diventerà presto comunitario per aver sposato una donna italiana.

Oltre ai due colpi in cassaforte, i biancocelesti non mollano la pista El Kaddouri: il gioiellino del Brescia vale 6-7 milioni ma la Lazio vuole offre meno, presto può nascere una trattativa vera e propria. Per il ruolo di punta i nomi caldi restano quelli di Pazzini e Destro, mentre è sempre più vicino il rientro alla base di Mauro Zarate che l'Inter non riscatterà.

LAZIO-INTER 3-1

Siamo arrivati all’atto finale di questo Campionato: Lazio e Inter scendono in campo all’“Olimpico” per la 38ª giornata di campionato. Stesse le motivazioni, stessi gli obiettivi: biancocelesti e nerazzurri si giocano l’Europa in questa sfida senza ritorno. O la va o la spacca. Una vittoria permetterebbe infatti alle due formazioni di oltrepassare quota 60 punti e raggiungere, nel caso dell’Inter, o superare, nel caso della Lazio, l’Udinese, attuale terza in classifica e ultima qualificata alla prossima Champions. Senza la sconfitta dei bianconeri, però, si resta in Europa League, Napoli permettendo. Ma passiamo alle formazioni.

LE FORMAZIONI – Reja sceglie il 4-2-3-1 come modulo e Kozak come unica punta. Alle spalle del centravanti ceco troviamo Candreva, Mauri e il recuperato Lulic; mediana che unisce sostanza e fantasia con Cana e Ledesma. A protezione di Bizzarri ci sono Diakitè e Biava, al centro, Scaloni e Konko sulle fasce. Panchina “di fortuna” per Reja, costretto a convocare Zampa e Rozzi per sopperire alle numerose assenze.

Stramaccioni, invece, si affida al 4-3-2-1. Lucio e Samuel compongono la coppia centrale in difesa di Castellazzi, Maicon e Nagatomo sulle corsie esterne. A Zanetti, Guarin e Cambiasso il compito di aiutare il reparto arretrato, a Poli e Alvarez quello di inventare e dare il là alle offensive nerazzurre, al solito Milito quello di finalizzarle. Problemi di formazione anche per l’Inter, priva dei vari Zarate, Forlan e Snejider là davanti.

LA PARTITA – La partita è di quelle che possono valere una stagione, di quelle da non sbagliare assolutamente, di quelle che ti permettono di ottenere l’Europa che conta quando tutti ci sperano ma nessuno ci crede. Di tensione se ne vede tanta, di occasioni da goal nemmeno l’ombra: passano così 25 minuti di totale abulia tra gli sbadigli dei presenti. Serve segnare un goal, ma l’impressione dominante è che sia più importante non prenderne. Il primo tiro dell’incontro arriva così al 27’, con Guarin che esalta i riflessi di Bizzarri con un tiro da fuori area destinato al sette e che l’estremo biancoceleste alza in corner.

La partita si accende, Kozak e Lulic si fanno vedere dalle parti di Castellazzi, ma è ancora l’Inter a rendersi pericolosa con Guarin prima e Milito poi, ma la Lazio si salva e lo 0-0 permane. L’Inter cresce e passa meritatamente in vantaggio al 44’: Maicon viene atterrato sulla linea dell’area di rigore da Ledesma e Damato ordina il rigore. Milito batte Bizzarri e porta l’Inter sull’ 1-0 tra le proteste laziali. Finisce il primo tempo, non finiscono, invece, le contestazioni dei padroni di casa. Il vantaggio dell’Udinese a Catania, in ogni caso, chiude la questione.

Si riparte con gli stessi 22 della prima frazione di gioco. L’intervallo non sembra aver cambiato l’inerzia dell’incontro, l’Inter spinge e comanda il gioco, la Lazio si chiude e prova a ripartire. Fino al 55’, quantomeno, poi le cose cambiano. I biancocelesti prendono coraggio e iniziano a spingersi insistentemente in avanti. Il pareggio non è nell’aria eppure arriva: sul calcio d’angolo battuto da Ledesma è fatale la distrazione della retroguardia nerazzurra che lascia Kozak libero di incornare. 1-1 e l’Inter sbanda, Stramaccioni se ne accorge e corre ai ripari. Entra Pazzini, esce Alvarez, ma il contraccolpo psicologico è evidente.

Il vantaggio della Lazio arriva al 63’: Lulic scappa a Maicon sulla sinistra e pesca in area Candreva, bravo a battere Castellazzi. 2-1 Lazio e l’Olimpico si rianima. L’Inter prova a rialzare il baricentro ma le possibilità di raggiungere la Champions sono nulle: può così entrare Longo al posto di Poli, senza pressioni di risultato e classifica. L’Inter ci prova e sfiora il pareggio con Pazzini, il cui tiro viene rimpallato da Biava sul palo, ma è la Lazio a chiudere definitivamente l’incontro al 91’: sulla respinta di Castellazzi, dopo un tiro ravvicinato di Kozak, arriva Mauri ad insaccare a porta vuota. 3-1, game, set e match per la Lazio. La qualificazione per la prossima Champions, invece, è dell’Udinese.

TATTICA – La compattezza dei due schieramenti è stata di prim’ordine: le rare occasioni da goal su entrambe le sponde (nel primo tempo, in particolare) ne sono state il chiaro risultato. L’Inter ha preferito attaccare sfruttando le fasce e la libertà d’azione consentita ai 2 trequartisti dell’”albero di Natale” nerazzurro. Lazio troppo contratta nel primo tempo, con evidenti problemi in fase di mantenimento del possesso palla. Poi è arrivata la sveglia della ripresa e una maggior attenzione nello sfruttare i contropiedi e gli spazi lasciati dall’Inter.

LA CHIAVE – La rete di Kozak è stata fondamentale per la rimonta biancoceleste, impronosticabile fino a quel momento, capace di mutare improvvisamente l’inerzia dell’incontro. Altra chiave importante è quella relativa alle assenze, imprescindibili nell’analisi di questo risultato. Con Hernanes, Rocchi e Klose sarebbe stata un’altra Lazio, così come l’Inter con Zarate, Forlan e Snejider, ma con i se e con i ma si fa poca strada.

LA CHICCA – Terzo goal per Antonio Candreva, fischiatissimo qualche mese fa, dopo l’approdo alla Lazio, acclamatissimo oggi, dagli stessi tifosi, dopo le prestazioni incoraggianti e le reti importanti degli ultimi tempi. Finalmente, ora, remano tutti nella stessa direzione.

LA MOVIOLA – Al 44’ del primo tempo importante episodio in area laziale che scaturisce il rigore e il conseguente vantaggio nerazzurro: il tackle di Ledesma è nettamente irregolare e Maicon, al momento dell’intervento, ha un piede dentro l’area, uno fuori e il baricentro sulla linea. Giusta, quindi, la decisione di Damato di concedere il penalty all’Inter nonostante le proteste biancocelesti.

PROMOSSI&BOCCIATI – Buone le prestazioni di Ledesma e Cana in casa Lazio, bravi sia in fase di interdizione che in quella d’impostazione. Troppo limitato, invece, il contributo di Mauri e Lulic. Nell’Inter possiamo annotare la buona prestazione di Milito, maestro nel far reparto da solo. Troppo inconcludenti, invece, Poli e Alvarez: il classico “compitino” non basta per raggiungere l’università della Champions League.

sabato 12 maggio 2012

Formazioni di Lazio-Inter

Lazio-Inter all'ultima giornata non evoca certamente ricordi piacevoli ai tifosi nerazzurri, che tuttavia arrivano alla sfida dell'Olimpico sull'onda del brillante successo del derby, che è valso quantomeno la qualificazione all'Europa League. Per la Champions, sono poche le speranze per la banda di Stramaccioni: serve vincere, sperando in una mancata affermazione del Napoli in casa col Siena e in una sconfitta dell'Udinese a Catania.

PROBABILI FORMAZIONI

Lazio (4-2-3-1): Bizzarri; Konko, Diakitè, Biava, Scaloni; Gonzalez, Ledesma; Candreva, Mauri, Lulic; Klose. A disposizione: Berardi, Garrido, Zauri, Cana, Onazi, Makinwa, Kozak. All.: Reja. Squalificati: Marchetti (2), Dias (1) Indisponibili: Alfaro, Rocchi, Radu, Stankevicius, Brocchi, Crescenzi, Matuzalem, Hernanes

Inter (4-3-2-1): Castellazzi; Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo; Guarin, Cambiasso, Zanetti; Alvarez, Sneijder; Milito. A disposizione: Orlandoni, Ranocchia, Cordoba, Faraoni, Poli, Zarate, Pazzini. All.: Stramaccioni. Squalificati: Julio Cesar (1) Indisponibili: Castaignos, Chivu, Stankovic, Obi, Forlan

giovedì 10 maggio 2012

Concessa la licenza UEFA a 12 club, la Lazio gioca a Palermo

La Commissione di primo grado delle Licenze Uefa, dopo aver esaminato la documentazione presentata per la stagione sportiva 2012-13, ha deciso oggi di concedere l’autorizzazione a partecipare alle coppe europee a dodici club italiani.

Fra le big licenza accordata anche alla Juve, che il prossimo anno disputerà la Champions League dopo diversi anni di assenza. Le altre 11 società italiane cui è stata concessa la licenza sono l’Atalanta, la Fiorentina, l’Inter, la Lazio, il Milan, il Napoli, il Palermo, la Roma, la Sampdoria e l’Udinese. Per gli etnei si tratta della prima autorizzazione in assoluto.

Va evidenziato che tre club, ovvero Atalanta, Catania e Lazio, hanno avuto la licenza Uefa per giocare in altre città: i bergamaschi per Modena, i rossazzurri per Udine e i biancocelesti a Palermo.

mercoledì 9 maggio 2012

Gasperini: "io alla Lazio? Parlerò a fine campionato"

Una battuta, un rumors e un nome pronunciato a mezza bocca. Il nome è quello di Giampiero Gasperini, il rumors è quello che indica l’ex tecnico nerazzurro come nuovo allenatore biancoceleste. L’idea sembra balenata dalla mente di Edy Reja che a quanto pare si è fatto da tramite fra società e tecnico piemontese. Sul futuro in panchina nella Lazio è ancora tutto da definire. Quel che appare certo, nonostante le smentite di rito però, è l’addio di Edy Reja. L’allenatore Goriziano con tutta probabilità guiderà per l’ultima volta dalla panchina la sua Lazio e lo farà proprio nel match casalingo contro l’Inter. Sfida nella sfida, che scherzo del destino pone di fronte l’ultima squadra del Gasp, con quella che potrebbe diventare il suo futuro imminente. La candidatura piovuta sul tavolo del presidente Lotito è al vaglio di riflessioni e valutazioni. C’è stato un contatto tra la Lazio e l’ex allenatore dell’Inter. Ed ovviamente ha trovato il benestare del tecnico di Gugliasco. Gasperini è un gran lavoratore che non lascia nulla al caso. La cura dei dettagli all’ennesima potenza e il grosso lavoro tattico e atletico a cui sottopone i suoi ragazzi ne ha fatto le fortune con il grifone sul petto. Dalla smania di crescita all’ombra di Marassi alla pancia piena dei campioni nerazzurri. La sintesi di una disfatta annunciata è presto fatta, ma la battuta d’arresto con l’Inter formato mangia allenatori, non ha scalfito affatto la voglia di rivalsa del Gasp. A Formello intanto tutto tace e nessuno tocca l’argomento: allenatore. Si pensa all’Inter, si pensa alla chiusura di un campionato che ancora conserva chance di Champions. Intanto però nelle segrete stanze di Villa San Sebastiano si riflette sul da farsi. Sul piatto della bilancia due nomi a confronto. La duplice candidatura che vede da un lato Gianfranco Zola (il prediletto di Tare, già interpellato a Febbraio, ndr), e dall’altro quella di Gian Piero Gasperini. Quest’ultimo piace molto a Lotito. Il patron biancoceleste oltre alle belle parole di Reja ha incassato conferme sul valore del tecnico piemontese, anche dall’amico Preziosi. A Genoa il Gasp ha lasciato molti cuori infranti, tant’è vero che di lui si parlò anche in chiave blucerchiata, qual’ora la Samp. fosse salita di categoria. Fasi di studio, momenti di riflessione, che rendono fitto l’intrigo Zola-Lazio-Gasperini. L’attesa silenziosa in casa biancoceleste è quasi un obbligo al quale anche il tecnico di Gugliasco non si sottrae: “Io alla Lazio? Per ora solo voci. State tranquilli – ha spiegato Gasperini in ESCLUSIVA a Lalaziosiamonoi.it – Ho deciso di non parlare fino al termine del campionato, ma ho visto lo ’06…’ ed ho richiamato”. Sorride Gasp, ha una gran voglia di Roma, ma soprattutto di Lazio: “Stiamo parlando di un club di primo livello. Reja ha fatto un ottimo lavoro e poi siamo amici, quindi non posso che parlarne bene….”. l’accento romano che per un verso lo attrae e la straripante voglia di fantasticare sul suo futuro, lo terrebbero a conversare cordialmente per ore. Ma una promessa è una promessa, specialmente se stipulata con se stesso: “Ripeto parlerò solo dopo Lazio – Inter. Anche in passato mi hanno accostato alla Lazio, ma sono voci. Non ho parlato con nessuno, non ho sentito dirigenti biancocelesti”. È il mistero che si infittisce. È l’enigma che attrae. Il futuro sulla panchina laziale resta secretato a doppia mandata nel quartier generale di Formello. Reja glissa, Lotito non si sbilancia, mentre i sogni di Zola e Gasperini si sfidano a distanza.

lunedì 7 maggio 2012

ATALANTA-LAZIO 0-2

Importantissimo successo della Lazio, che nel penultimo turno di campionato espugna il campo dell’Atalanta e – complice il ko del Napoli – torna a sperare nel terzo posto. Di Kozak (al 35’ del primo tempo) e Cana (al 45’ della ripresa) le firme sul successo della formazione di Reja, brava a contenere le sfuriate dei padroni di casa per poi colpire nei momenti topici della sfida. In classifica, a questo punto, Mauri e compagni (che oggi festeggiano anche il ritorno di Klose) si trovano al quarto posto a -2 dall’Udinese e domenica prossima si giocheranno tutto nel match con l’Inter all’Olimpico.

FORMAZIONI – Per l’ultima uscita casalinga della stagione, Colantuono presenta quella che è in pratica la formazione tipo con Schelotto e Bonaventura sugli esterni e Moralez in appoggio a Denis. Sull’altro fronte, ben diversa la situazione vissuta da Reja che tra squalificati (Marchetti, Biava, Dias e Ledesma) ed infortunati (Hernanes, Rocchi, Matuzalem, Brocchi e Radu) ricorre all’ennesimo undici inedito. Scaloni fa coppia con Diakité nel cuore della difesa, Gonzalez affianca Cana in mezzo mentre Candreva-Mauri-Lulic è il terzetto alle spalle di Kozak. In panchina si rivede Klose.

PARTITA – L’Atalanta gioca, la Lazio segna. Si può riassumere in questo modo il primo tempo di un match in cui per 20’ i padroni di casa sono assoluti padroni del campo grazie alla pulizia della manovra orchestrata da Cigarini e rifinita dai vari Schelotto, Bonaventura e Moralez.

Dopo un evidente rigore non assegnato per fallo di Diakité ai danni di Denis, al 24’ la Lazio va vicina al vantaggio con un gran destro di Gonzalez che incoccia la traversa a Frezzolini battuto. Ma l’appuntamento col goal è solo rimandato, visto che al 35’ Kozak approfitta di un rinvio sbagliato da Peluso e col destro – complice una deviazione di Manfredini – sigla l’1-0.

Decisamente brutto il secondo tempo, in cui l’Atalanta spinge sull’acceleratore ma produce solo un paio d’occasioni: sulla prima Moralez si fa ribattere il destro da Diakité, sulla seconda Stendardo trova solo l’esterno della rete.

A suggellare il perfetto pomeriggio dei capitolini ci pensa l’eurogoal di Cana, che al 45’ spedisce la palla all’incrocio dei pali con un bolide dalla distanza.

CHIAVE – Il guizzo di Kozak, che regala all’attaccante ceco il terzo sigillo stagionale e alla Lazio nuove speranze di centrare il terzo posto utile per i preliminari di Champions League.

CHICCA – Reduce da 5 sconfitte consecutive in trasferta, 8 nelle ultime 9 uscite ufficiali lontano dall’Olimpico, la Lazio torna ad assaggiare il piacevole gusto del successo fuori casa proprio nell’occasione più importante della stagione e ad oltre 2 mesi di distanza dall’ultimo blitz risalente al 29 gennaio 2012 col 3-0 rifilato al Chievo al Bentegodi.

TATTICA – L’Atalanta resta fedele ai principi basilari del suo 4-4-2 molto offensivo: a Cigarini il compito di innescare sugli esterni Schelotto a destra e Bonaventura e sinistra con Moralez bravo a ricamare alle spalle di Denis. La Lazio, invece, risponde con un 4-2-3-1 in cui i vari Candreva, Mauri e Lulic cercano di sfruttare gli spazi che i bergamaschi lasciano sulla trequarti o sulle fasce per il mancato rientro degli esterni alti. Nella ripresa, Colantuono osa di più inserendo Gabbiadini al posto di Bonaventura con Moralez largo a sinistra.

MOVIOLA – Al 17’, brutto errore di Rocchi che non vede il netto fallo da rigore di Diakité ai danni di Denis. Qualche minuto dopo, invece, è involontario il tocco di mano di Konko sul sinistro (tra l’altro deviato) di Stendardo. Al 36’, cartellino rosso per lo stesso difensore nerazzurro, reo di un polemico applauso al direttore di gara dopo un fallo su Mauri.

PROMOSSI&BOCCIATI – Solida, tutta di grinta e sostanza la prestazione della Lazio. Per i biancocelesti sugli scudi Diakité – che concede poco e nulla a Denis – assieme a Konko, Gonzalez e Cana che merita mezzo voto in più solo per il gran goal del 2-0. Positivo anche il rientro di Lulic. Tra i padroni di casa da segnalare la prova di Moralez e Cigarini, mentre Bonaventura parte molto bene per poi spegnersi alla distanza mentre Denis è generoso ma non sempre preciso. Male Schelotto, ingabbiato alla perfezione da Konko.

sabato 5 maggio 2012

La nuova maglia potrebbe essere una di queste!

Sarà MACRON il nuovo sponsor tecnico

Nella giornata di oggi, attraverso le pagine del proprio sito internet ufficiale, la Lazio ha annunciato una svolta epocale in materia di sponsorizzazione tecnica: dopo 14 anni di collaborazione con la Puma, dal prossimo anno le maglie biancocelesti saranno griffate Macron. L'unica anticipazione sul disegno è la presenza di un'etichetta personalizzata con una frase ad effetto sulla divisa di ogni giocatore. L'accordo tra le due società ha una durata di 5 anni.

S.D.

giovedì 3 maggio 2012

LAZIO-SIENA 1-1

Una grande gara del portiere del Siena Pegolo, unita alla sfortuna della Lazio, blocca la corsa verso l'Europa dei biancocelesti, che a Bergamo dovranno inventarsi un'altra formazione visti i tanti assenti, tra squalificati ed infortunati.

FORMAZIONI - Formazione praticamente obbligata per Reja, costretto a cambiare nuovamente modulo; stavolta è un 4-3-2-1, con Mauri e Candreva in appoggio a Rocchi e con Konko spostato a centrocampo vicino a Ledesma e Gonzalez. In difesa recupera Biava accanto a Diakite, e Garrido e Scaloni sulle fasce; in porta c'è Bizzarri al posto dello squalificato Marchetti. Simile la formazione del Siena, con Destro unica punta, supportato da D'Agostino, mentre a centrocampo si posizionano sulle fasce Mannini e Brienza.

PARTITA - Le diverse motivazioni fanno sì che la gara sia praticamente a senso unico, con la Lazio a creare gioco ed occasioni e il Siena a difendersi. Al 13' la Lazio ha una grande occasione, prima con Rocchi, che tenta due volte di segnare e con Pegolo che risponde presente, poi con Candreva che batte a colpo sicuro, con Contini che manda di schiena la palla in angolo. La Lazio ha altre palle-goal, prima con Rocchi e poi con Biava, ma il pallone non vuole saperne di entrare. E' quindi un classico del calcio che il Siena, alla prima vera occasione, passi in vantaggio con Destro, autore di un bel colpo di testa su cross dalla sinistra. La Lazio sembra accusare il colpo perchè, pur continuando ad attaccare, lo fa in maniera disordinata, facilitando quindi il compito della difesa senese. A tutto ciò va aggiunto l'ennesimo infortunio, stavolta per Rocchi, sostituito da Kozak sul finire del primo tempo.

La seconda frazione è una copia della prima: Lazio in avanti, ma sempre disordinatamente, Siena abile a ripartire in contropiede. I biancocelesti hanno subito un'occasione con Kozak (bravo Pegolo), poi è Gonzalez a provarci, ma il suo tiro è a lato. Al quarto d'ora arriva il pareggio: percussione di Candreva in area, tocco 'leggero' di Bolzoni su di lui e l'arbitro Celi concede il calcio di rigore, poi realizzato da Ledesma. Il goal dà nuova verve ai giocatori laziali, tesi alla ricerca della vittoria, ma non c'è niente da fare per gli uomini di Reja, dato che prima Biava, poi Mauri, non riescono ad inquadrare la porta di Pegolo; poco dopo è Kozak ad avere una grande occasione, ma il palo strozza l'urlo di gioia dell'Olimpico. Succede poco altro fino alla fine della gara, nonostante gli ultimi tentativi biancocelesti.

CHIAVE - Le chiavi sono due: Pegolo e Candreva. Il portiere ha parato il parabile, arrendendosi solo su rigore agli attacchi laziali. Per quanto riguarda il centrocampista, ha dimostrato di essere l'uomo più in palla dei suoi, colui che ha procurato il rigore e che probabilmente, ha avuto più occasioni per sbloccare il risultato. Un giocatore trasformato rispetto alle sue prime gare.

CHICCA - Pare che nel pre-partita il team manager della Lazio Manzini abbia sparso del sale in campo; peccato, perchè non solo non se ne sono visti gli effetti, ma la Lazio ha avuto anche molta sfortuna.

TATTICA - Le squadre partono con formazioni simili, ma col passare dei minuti, soprattutto dopo il goal del vantaggio senese, sono saltati gli schemi, con la Lazio che si getta in avanti con furia ma poco costrutto e Siena tutto nella propria metà campo.

MOVIOLA - La Lazio chiede tre rigori: sui due non concessi diamo ragione all'arbitro, mentre per quanto riguarda quello concesso da Celi, sembra esserci un tocco su Candreva, ma molto leggero; un rigore tutto sommato generoso.

PROMOSSI&BOCCIATI - Nella Lazio il migliore in campo è sicuramente Candreva, ispiratore di gran parte delle azioni offensive; buona anche la gara di Gonzalez, Ledesma e Diakite. Tra i peggiori Mauri e Biava. Nel Siena gran gara di Destro, attaccante che sta dimostrando di poter fare reparto da solo; buona gara anche di D'Agostino, senza dimenticare Pegolo, autentico salvatore dei senesi. Tra i peggiori Belmonte.

mercoledì 2 maggio 2012

Formazioni di Lazio-Siena

Lazio Siena di questa sera sarà un match molto delicato per i biancocelesti, che hanno l’obbligo di vincere per restare attaccati al treno-terzo posto, ma le scelte di formazione di Edi Reja saranno influenzate necessariamente dalle squalifiche comminate dal giudice sportivo ai biancocelesti Marchetti ed Andrè Dias a seguito della rissa finale della gara del Friuli di Udine di domenica scorsa. Nonostante le difficoltà di questo finale di stagione deludente, la Lazio ha, però, l’obbligo di lottare fino al termine del campionato per la conquista di un obiettivo tanto ambito, se non altro per evitare di vanificare l’ottimo campionato disputato fino ad un mese fa. In tal senso si leggono le dichiarazioni di uno degli uomini di maggiore esperienza dello spogliatoio laziale, Cristian Brocchi, che, anche se indisponibile per la gara di stasera, carica i compagni: “La gara con il Siena è la nostra ultima spiaggia e dobbiamo mettercela tutta”. Parole che troveranno certamente d’accordo il tecnico Edi Reja che ha provato a dare carica ai suoi in vista della sfida di questa sera considerando che, almeno sulla carta, non appare proibitiva, anche alla luce del fatto che gli uomini di Sannino sono praticamente salvi, anche se la matematica non lo garantisce ancora.

Il campionato, però, ci ha abituato spesso a sorprese clamorose ed i senesi, dal canto loro, potrebbero scendere in campo per conquistare proprio quei punti tranquillità che li separano dalla salvezza; pertanto, la Lazio dovrà esser abile a metter in campo quelle motivazioni e quella grinta in più che, nelle ultime uscite, le hanno fatto difetto, cercando di sfruttare anche il fattore campo, considerando che i senesi non hanno mai conquistato i tre punti all’Olimpico nei sette precedenti incontri. In tal senso, nonostante l’emergenza formazione (con otto infortunati e due squalificati, ndr) Reja sembra intenzionato a schierare una squadra con due punte di ruolo, Rocchi e Kozak, e con modulo 4-3-1-2, con Stefano Mauri a supporto sulla trequarti.

In porta, al posto dello squalificato Marchetti (che rientrerà alla seconda giornata del prossimo campionato) vi sarà Bizzarri, mentre nella difesa a quattro saranno schierati Konko, Diakitè, Biava e Scaloni. A centrocampo, invece, spazio al trio Gonzales, Ledesma e Candreva.

In casa Siena, invece, il tecnico Sannino perde all’ultimo momento il difensore centrale Terzi, che verrà sostituito da Contini, a far coppia con Rossettini. Il modulo dei bianconeri toscani sarà, dunque, un 4-4-2, con Pegolo in porta, Vitiello, Rossettini, Contini, Del Grosso in retroguardia, il centrocampo formato da Mannini, Vergassola, Gazzi e Brienza, e la coppia offensiva composta da Mattia Destro e Bogdani.

L’arbitro dell’incontro sarà il signor Celi della sezione di Bari, coadiuvato dai guardalinee Nicoletti e Romagnoli.

Lazio Siena probabili formazioni:

Lazio (4-3-1-2) Bizzarri; Konko, Diakitè, Biava, Scaloni; Gonzalez, Ledesma, Candreva; Mauri; Rocchi, Kozak. A disposizione: Berardi, Garrido, Zauri, Lulic, Zampa, Cana, Alfaro. Allenatore: Reja.

Siena (4-4-2) Pegolo; Vitiello, Rossettini, Contini, Del Grosso; Mannini, Vergassola, Gazzi, Brienza; Destro, Bogdani. A disposizione: Brkic, Pesoli, Belmonte, D’Agostino, Bolzoni, Rossi, Larrondo. Allenatore: Sannino.