martedì 15 maggio 2012

LAZIO-INTER 3-1

Siamo arrivati all’atto finale di questo Campionato: Lazio e Inter scendono in campo all’“Olimpico” per la 38ª giornata di campionato. Stesse le motivazioni, stessi gli obiettivi: biancocelesti e nerazzurri si giocano l’Europa in questa sfida senza ritorno. O la va o la spacca. Una vittoria permetterebbe infatti alle due formazioni di oltrepassare quota 60 punti e raggiungere, nel caso dell’Inter, o superare, nel caso della Lazio, l’Udinese, attuale terza in classifica e ultima qualificata alla prossima Champions. Senza la sconfitta dei bianconeri, però, si resta in Europa League, Napoli permettendo. Ma passiamo alle formazioni.

LE FORMAZIONI – Reja sceglie il 4-2-3-1 come modulo e Kozak come unica punta. Alle spalle del centravanti ceco troviamo Candreva, Mauri e il recuperato Lulic; mediana che unisce sostanza e fantasia con Cana e Ledesma. A protezione di Bizzarri ci sono Diakitè e Biava, al centro, Scaloni e Konko sulle fasce. Panchina “di fortuna” per Reja, costretto a convocare Zampa e Rozzi per sopperire alle numerose assenze.

Stramaccioni, invece, si affida al 4-3-2-1. Lucio e Samuel compongono la coppia centrale in difesa di Castellazzi, Maicon e Nagatomo sulle corsie esterne. A Zanetti, Guarin e Cambiasso il compito di aiutare il reparto arretrato, a Poli e Alvarez quello di inventare e dare il là alle offensive nerazzurre, al solito Milito quello di finalizzarle. Problemi di formazione anche per l’Inter, priva dei vari Zarate, Forlan e Snejider là davanti.

LA PARTITA – La partita è di quelle che possono valere una stagione, di quelle da non sbagliare assolutamente, di quelle che ti permettono di ottenere l’Europa che conta quando tutti ci sperano ma nessuno ci crede. Di tensione se ne vede tanta, di occasioni da goal nemmeno l’ombra: passano così 25 minuti di totale abulia tra gli sbadigli dei presenti. Serve segnare un goal, ma l’impressione dominante è che sia più importante non prenderne. Il primo tiro dell’incontro arriva così al 27’, con Guarin che esalta i riflessi di Bizzarri con un tiro da fuori area destinato al sette e che l’estremo biancoceleste alza in corner.

La partita si accende, Kozak e Lulic si fanno vedere dalle parti di Castellazzi, ma è ancora l’Inter a rendersi pericolosa con Guarin prima e Milito poi, ma la Lazio si salva e lo 0-0 permane. L’Inter cresce e passa meritatamente in vantaggio al 44’: Maicon viene atterrato sulla linea dell’area di rigore da Ledesma e Damato ordina il rigore. Milito batte Bizzarri e porta l’Inter sull’ 1-0 tra le proteste laziali. Finisce il primo tempo, non finiscono, invece, le contestazioni dei padroni di casa. Il vantaggio dell’Udinese a Catania, in ogni caso, chiude la questione.

Si riparte con gli stessi 22 della prima frazione di gioco. L’intervallo non sembra aver cambiato l’inerzia dell’incontro, l’Inter spinge e comanda il gioco, la Lazio si chiude e prova a ripartire. Fino al 55’, quantomeno, poi le cose cambiano. I biancocelesti prendono coraggio e iniziano a spingersi insistentemente in avanti. Il pareggio non è nell’aria eppure arriva: sul calcio d’angolo battuto da Ledesma è fatale la distrazione della retroguardia nerazzurra che lascia Kozak libero di incornare. 1-1 e l’Inter sbanda, Stramaccioni se ne accorge e corre ai ripari. Entra Pazzini, esce Alvarez, ma il contraccolpo psicologico è evidente.

Il vantaggio della Lazio arriva al 63’: Lulic scappa a Maicon sulla sinistra e pesca in area Candreva, bravo a battere Castellazzi. 2-1 Lazio e l’Olimpico si rianima. L’Inter prova a rialzare il baricentro ma le possibilità di raggiungere la Champions sono nulle: può così entrare Longo al posto di Poli, senza pressioni di risultato e classifica. L’Inter ci prova e sfiora il pareggio con Pazzini, il cui tiro viene rimpallato da Biava sul palo, ma è la Lazio a chiudere definitivamente l’incontro al 91’: sulla respinta di Castellazzi, dopo un tiro ravvicinato di Kozak, arriva Mauri ad insaccare a porta vuota. 3-1, game, set e match per la Lazio. La qualificazione per la prossima Champions, invece, è dell’Udinese.

TATTICA – La compattezza dei due schieramenti è stata di prim’ordine: le rare occasioni da goal su entrambe le sponde (nel primo tempo, in particolare) ne sono state il chiaro risultato. L’Inter ha preferito attaccare sfruttando le fasce e la libertà d’azione consentita ai 2 trequartisti dell’”albero di Natale” nerazzurro. Lazio troppo contratta nel primo tempo, con evidenti problemi in fase di mantenimento del possesso palla. Poi è arrivata la sveglia della ripresa e una maggior attenzione nello sfruttare i contropiedi e gli spazi lasciati dall’Inter.

LA CHIAVE – La rete di Kozak è stata fondamentale per la rimonta biancoceleste, impronosticabile fino a quel momento, capace di mutare improvvisamente l’inerzia dell’incontro. Altra chiave importante è quella relativa alle assenze, imprescindibili nell’analisi di questo risultato. Con Hernanes, Rocchi e Klose sarebbe stata un’altra Lazio, così come l’Inter con Zarate, Forlan e Snejider, ma con i se e con i ma si fa poca strada.

LA CHICCA – Terzo goal per Antonio Candreva, fischiatissimo qualche mese fa, dopo l’approdo alla Lazio, acclamatissimo oggi, dagli stessi tifosi, dopo le prestazioni incoraggianti e le reti importanti degli ultimi tempi. Finalmente, ora, remano tutti nella stessa direzione.

LA MOVIOLA – Al 44’ del primo tempo importante episodio in area laziale che scaturisce il rigore e il conseguente vantaggio nerazzurro: il tackle di Ledesma è nettamente irregolare e Maicon, al momento dell’intervento, ha un piede dentro l’area, uno fuori e il baricentro sulla linea. Giusta, quindi, la decisione di Damato di concedere il penalty all’Inter nonostante le proteste biancocelesti.

PROMOSSI&BOCCIATI – Buone le prestazioni di Ledesma e Cana in casa Lazio, bravi sia in fase di interdizione che in quella d’impostazione. Troppo limitato, invece, il contributo di Mauri e Lulic. Nell’Inter possiamo annotare la buona prestazione di Milito, maestro nel far reparto da solo. Troppo inconcludenti, invece, Poli e Alvarez: il classico “compitino” non basta per raggiungere l’università della Champions League.

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