domenica 24 aprile 2011

REJA("Non posso dir nulla ai miei") vs DI CANIO ("Sono romanista...")


La Lazio ha perso contro un'Inter in 10. Detta così, non è una grande presentazione per la prova dei biancocelesti ma Reja si sforza di evidenziare i lati positivi: "Una volta in vantaggio, con l’Inter in 10, ci è girata un po’ male, perché hanno trovato il gol su punizione, poi c’è stato l’infortunio di Biava e hanno trovato il secondo gol - ha spiegato a Sky - Noi abbiamo preso una traversa, abbiamo avuto delle opportunità, ma non le abbiamo sfruttate. È un finale di campionato entusiasmante perché non sono ancora stati fatti i giochi per quanto riguarda la Champions. È ancora tutto da vedere".

Secondo Reja "oggi c’è stato un infortunio, quello di Biava, che ha condizionato completamente tutta la partita. Non posso dire niente ai miei ragazzi perché hanno fatto un’ottima prova. Venire qui a Milano e mettere in soggezione l’Inter è motivo di soddisfazione sul piano del gioco, ma non su quello del risultato".

Una mezza tirata di orecchie la riserva a Hernanes: "È uno che va a corrente alternata, non posso chiedergli di avere un rendimento di 90 minuti, lui ha dei colpi, oggi non gli sono capitate punizioni, ma tutto sommato positivo". Poi ammette: in 10 contro 11 bisognava avere maggiore attenzione: "Sì, dovevamo continuare a giocare come fino all’1 a 0, invece abbiamo perso le posizioni. Dal punto di vista tattico è mancato l’equilibrio che abbiamo avuto all’inizio della gara". Anche San Siro è sotto accusa: "Abbiamo provato a cambiare i tacchetti dopo il riscaldamento. È un terreno infame, secondo me".

Reja ha poi trovato il tempo per litigare con Paolo Di Canio. Si discuteva a Premium del fallo di Biava su Eto'o dal quale è nato il gol di Sneijder su punizione. Secondo Reja si trattava di un "fallo inesistente. Credo ai ragazzi, mi hanno detto che non c'era il fallo: in tante altre occasioni l'arbitro ha lasciato correre, il giudizio deve essere omogeneo". Di Canio replica: "No, mister, per me c’erano ben due falli”. E Reja, stizzito: "Ma tanto te si sa per chi parteggi...". Beffarda la risposta di Di Canio: "Sì, sono romanista...". Reja abbandona lo studio televisivo infuriato. Si chiude male per lui questo Inter-Lazio...

INTER-LAZIO 2-1


Un'altra romana affondata nel giro di 5 giorni. Questa volta è la Lazio, arrivata a San Siro più in forma fisicamente e mentalmente, ma ancora alle prese coi soliti problemi di personalità e di gestione delle situazioni favorevoli. 12 anni senza vincere al Meazza, un altro tabù che resta da sfatare. Julio Cesar regala il rigore e si fa buttare fuori, poi Sneijder pareggia su punizione. Eto’o nella ripresa completa la rimonta su scivolone di Biava. La Lazio torna in parità numerica e pesca con Kozak una traversa che non basta ad agguantare il pari.

FORMAZIONI – Leonardo deve fare a meno di Motta, acciaccato all'anca sinistra, ma può sorridere per il recupero di Eto'o che, un po' a sorpresa, è affiancato da Milito, non da Pazzini. Reja ha fiducia nei titolari che hanno fatto la sua fortuna fin qui, ma deve rinunciare in primis a Radu che ha concluso la stagione anzitempo per una frattura che interessa le vertebre lombari. Al suo posto di nuovo Garrido. In mezzo Bresciano sostituisce Brocchi che, nonostante il dente avvelenato, deve arrendersi a un problema alla schiena che gli concede solo la panchina. In avanti il quartetto tutto fantasia, con Meghni che scalza Rocchi e Foggia e si accomoda tra le riserve.

PARTITA – Contro le previsione, non è l’Inter a condurre il gioco, ma la squadra ospite. I biancocelesti sono più pimpanti, determinati e organizzati, mentre i nerazzurri tentano sortite in contropiede ma sono stoppati da una fase difensiva avversaria pressoché impermeabile. Zarate, il più ispirato, fa il bello e il cattivo tempo. Converge e tira dalla sinistra, poi brucia la trequarti nerazzura penetrando in area, ma non conclude solo grazie al mezzo miracolo di Ranocchia. Semina il panico sulla destra con cross e tiri da posizione defilata, fino a quando al 24’, imbeccato sul filo del fuorigioco da Hernanes ubriaca Julio Cesar che lo stende in area concedendo il tiro dal dischetto all’argentino e guadagnando un rosso che appare esagerato già a partire dal regolamento. La Lazio dovrebbe prendere il sopravvento, invece rincula, regalando metri e spazi agli uomini di Leonardo e facendosi risucchiare nel vortice del nervosismo con falli e cartellini gialli evitabili. E al 40’ ne approfitta Sneijder che si conquista e insacca una punizione dal limite, mandando tutti negli spogliatoi col risultato di parità.

Il secondo tempo si apre subito con la rete di Eto’o dopo appena 8’: Zanetti lancia lungo, Biava in vantaggio viene beffato dal terreno scivoloso e lascia una prateria al camerunense che scarta Muslera e insacca. A questo punto la Lazio inizia ad inanellare una serie preoccupante di palle goal letteralmente mangiate, frutto principalmente di errori difensivi, soprattutto di Lucio. Tanti svirgoloni che favoriscono prima Floccari, stoppato all’ultimo da Ranocchia a porta vuota ma in posizione molto defilata, poi Dias spara sull’esterno della rete un cross verso il secondo palo di Lichtsteiner. Al 64’ Zarate, favorito da una deviazione nerazzurra, calcia al volo trovando però solo i tabelloni pubblicitari. Due minuti dopo però l’ingenuità di Mauri che sfiora da terra Nagatomo costa cara alla Lazio: rosso al centrocampista e parità numerica ristabilita. L’Inter si chiude ulteriormente lasciando totale campo agli ospiti che macinano gioco senza riuscire però ad affondare, fino alla traversa piena colpita al 75’ dall’appena entrato Kozak, su grande appoggio di petto di Zarate. Lazio più manovriera nel finale, mentre l’Inter manca in un paio di occasioni la rete sprecando malamente facili ripartenze.

LA VS VOCE SU » "La Roma arriverà quarta" DI' LA TUA!

CHIAVE – Pur con un gioco poco convinto e frammentato l’Inter passa grazie alla mancanza di personalità degli uomini di Reja che ancora una volta dimostrano di non saper gestire situazioni favorevoli.

CHICCA – Inutile non citare le solite condizioni pietose dei campi di Serie A che condizionano e in molti casi, come quest’oggi, determinano le partite. Se poi è la scala del calcio a fare così tante brutte figure, c’è ancora di più da riflettere.

MOVIOLA – Rigore senza dubbi, espulsione rivedibile. Qualche regola del vantaggio non unilaterale. Seconda espulsione che ci poteva stare.

TATTICA – Reja schiera il 4-2-fantasia leopardiano: fase difensiva accorta e priva di spifferi e attacco affidato all’enorme mobilità dei 4 in avanti. Inter confusionaria e male organizzata nella distribuzione del pallone. Dal punto di vista tattico Reja batte Leonardo, ma l’esperienza dei nerazzurri gioca un ruolo determinante.

PROMOSSI&BOCCIATI – Nell’Inter Nagatomo e Cambiasso i migliori in campo. Il primo non demorde mai e fa spesso rifiatare la squadra di leonardo dimostrando anche malizia e intelligenza. L’argentino è onnipresente e sradica palloni dai piedi avversari con precisione e regolarità impressionante. Deludente Milito, sfortunato Julio Cesar. Tra le fila biancocelesti è Zarate il migliore in assoluto, nella buona e nella cattiva sorte è il più in mostra. Altra prova impalpabile di Hernanes, opaco e impreciso quando gioca fuori casa. Poco incisivo Floccari, sempre pronto il gigante Kozak.

giovedì 21 aprile 2011

Ci ha lasciato GIGI POLENTES


Roma, 21 aprile 2011 - Nel natale della Città Eterna un altro eroe del 12 maggio 1974 lascia il popolo biancoceleste. E' venuto a mancara infatti a 66 anni, Luigi Polentes, difensore che insieme con Wilson, Oddi, Facco, Martini e Petrelli diede corpo all'inesupgnabile difesa che portò il primo scudetto nella bacheca della squadra più antica della capitale. Polentes - come scrive il sito laziowiki.org -era nato a Vittorio Veneto (TV) il 12 ottobre 1944. Acquistato nel 1969 nel mercato autunnale dal Perugia rimane alla Lazio 8 stagioni, dimostrandosi uno stopper di qualità e molto disciplinato nei compiti assegnatigli. Realizza una sola rete in Serie A il 5 aprile 1970 a Verona (1-1), ma contribuisce alla promozione della Lazio nel 1971/72 ed allo Scudetto del 1973/74.

Nel Dicembre del 1977 si trasferisce al Modena. Era operatore vinicolo in Veneto. Con la Lazio colleziona 111 presenze ed 1 rete in Campionato, 18 presenze in Coppa Italia, 3 presenze nelle Coppe europee.

redazione GLP

martedì 19 aprile 2011

Hernanes il "Profeta mascherato"


Il Profeta si è trasformato, il Profeta è un attaccante mascherato, è diventato cannoniere. Nove gol in cam­pionato, in Brasile al massimo era arri­vato a quota 6 con San Paolo e Santo Andrè, il nuovo ruolo lo affascina, lo in­triga, lo stuzzica: «Quan­do giocavo nel San Pao­lo avevo il compito di co­prire le zone laterali e di marcare. Stavo a centro­campo, partivo da die­tro, con la Lazio ho mol­ta più libertà d'azione, mi posiziono più in alto, sono quasi un attaccan­te. Ho accettato questa sfida e sto ap­prezzando sempre più il cambiamento. Posso sfruttare il tiro da fuori area...» , ha confessato in esclusiva al portale brasiliano Lancenet. Nove gol in serie A nella prima stagione italiana per un centrocampista-trequartista, è un re­cord.

LE MISSIONI - Il Profeta Hernanes non si ferma, ha raggiunto la doppia cifra con­siderando la rete rifilata alla Roma in Coppa Italia (il totale dei gol stagionali è di 10). Vuole conquistare la Champions e convincere Menezes a convocarlo per la Coppa America. A Catania è partito die­tro Floccari, poi s’è spostato a sinistra, ha fatto l’attaccante ester­no e non ha perdonato, sta imparando a giocare ovunque, Edy era entu­siasta: «Dobbiamo man­tenere questa continuità di rendimento, l’obiettivo è continuare a vincere in trasferta, sarebbe la svol­ta » . La sfida all’Inter di Leonardo è già lanciata, il tecnico brasi­liano voleva Hernanes al Milan, sognava il suo acquisto. Il Profeta non fa sconti a nessuno: «La Lazio è stata avvantaggia­ta dal fatto che non ha avuto impegni di coppa durante la settimana, ma la se­quenza di gare è stata comunque impor­tante. La corsa si è rivelata dura» . Nove gol sono tanti eppure non si accontenta, promette altre magie: «Ancora non mi so­no totalmente adattato al campionato italiano. Non è facile giocare come in Brasile dove conosco tutti gli stadi e il modo di giocare di ciascuna squadra» .

IL FUTURO - Hernanes vuole restare in Eu­ropa, a Roma, nella Lazio:«Questo momento mi ri­corda quando ero piccolo e guardavo giocare in te­levisione Rivaldo, Rober­to Carlos. Per un certo pe­riodo in Brasile c’è stata carenza di talento, adesso si è riaperto un ciclo. Nel mio caso non penso di tornare a casa, voglio giocare più a lun­go in Europa e nella Lazio». Vuole can­cellare l’episodio di Francia-Brasile, fu espulso per un’entrata poco elegante fat­ta ai danni di Benzema:«Un errore del genere non lo commetterò mai più. Sono convinto che avrò un'altra chance, Mene­zes ama i giocatori offensivi, bravi con ipiedi a centrocampo. Il suo stile di calcio mi garantisce altre possibilità».

NEDVED - Hernanes vuole entrare nella storia biancoceleste, con tre gol supere­rebbe Pavel Nedved per numero di reti segnate in un campionato. Il ceco riuscì a laurearsi capocannoniere della Lazio nel 1997/98, realizzò 11 gol in 26 presenze, è ri­masto il suo primato in Italia. Negli annali della serie A laziale il Profeta s'è già affiancato ai cen­trocampisti più prolifici, a gente come Nedved, co­me Simeone (6 reti nel 2002-03), come Stankovic (7 reti nel 2001-2002) e come Fiore (8 re­ti nel 2003-04), ma solo Pavel riuscì a conquistare lo scettro di bomber. Gli al­tri furono superati dagli attaccanti del­l'epoca: Hernanes per il momento è da­vanti a Floccari, Zarate, Mauri e Rocchi. E vuole restarci.



Fonte: Rassegna stampa a cura di Lazialita.it tratta da "Il Corriere dello Sport"

REJA: "Sempre così"


I tre punti di Catania consentono alla Lazio di riportarsi, seppure provvisoriamente, in attesa del posticipo fra Napoli e Udinese, al quarto posto in classifica.

Il tecnico biancoceleste Edy Reja è molto soddisfatto per la prestazione fornita in Sicilia dai suoi giocatori. “Abbiamo giocato bene, – ha affermato l’allenatore goriziano ai microfoni di ‘Sky’ – specie sull’1-1, quando la squadra mentalmente e fisicamente ha reagito nel migliore dei modi, cercando la vittoria con convinzione. Era difficile fare punti a Catania”.

Ora la squadra capitolina può giocarsi fino alla fine le proprie chance di qualificazione alla prossima Champions League, anche se Reja invita tutti i tifosi a non lasciarsi andare a facili entusiami. “È stato un turno favorevole a noi, – ha spiegato l’allenatore della Lazio – ma mancano ancora cinque partite e abbiamo scontri diretti che possono cambiare tutto. D’ora in avanti bisognerà ripetere gare di questo genere, guardando partita per partita, perché con i tre punti è facile recuperare. Ma spero che la Lazio conservi questa posizione”.

CATANIA-LAZIO 1-4


Una importante dimostrazione di forza da parte della Lazio che travolge il Catania al ‘Massimino’ che, fino ad oggi, era parso un fortino invalicabile. Straordinarie le prove di Zarate ed Hernanes, decisivi ai fini del successo dei biancocelesti che consolidano così con decisione il quarto posto. Sconfitta pesante per il Catania, nuovamente risucchiato nella lotta per non retrocedere.

FORMAZIONI – Simeone ripropone l’assetto offensivo in grado di schiantare il Palermo con Maxi Lopez in avanti e il trio Schelotto-Ricchiuti-Bergessio in appoggio al bomber. In difesa rientra Capuano che prende il posto di Marchese, al centro confermato Terlizzi. Spolli, non al meglio, va in panchina. Nella Lazio Reja lancia Sculli dal primo minuto con Hernanes e Mauri a ridosso di Floccari. Bresciano sostituisce l’infortunato Brocchi.

PARTITA – Sin dai primi minuti di gioco il Catania prova a gestire il possesso palla, ma soffre pesantemente le ripartenze dei biancocelesti. Già al 4° minuto ci vuole un’ottima chiusura di Alvarez per disinnescare un’iniziativa di Floccari. Due minuti dopo è Andujar a regalare un pallone alla Lazio sbagliando un rinvio, ma il portiere argentino si riscatta parzialmente deviando in angolo la susseguente conclusione di Floccari. Dopo 13 minuti Reja è già costretto al primo cambio: Sculli non ce la fa e lascia il posto a Zarate. L’inerzia della partita, però, non cambia, il Catania prova a fare la partita ma non trova varchi nella difesa laziale ed i biancocelesti pungono in velocità: al 16° Mauri allestisce un bel contropiede ed offre un buon assist ad Hernanes, la cui conclusione termina sul fondo. Azione quasi in fotocopia un minuto dopo, stavolta è Floccari a servire il neo entrato Zarate, il cui tiro è però rimpallato dalla difesa etnea. Al 25’ si vede per la prima volta il Catania: su corner di Lodi, Silvestre incorna di testa, ma la sua conclusione è debole e Bresciano, appostato sulla linea, allontana. Al 39’ Hernanes ci prova su calcio di punizione, Andujar respinge il destro del brasiliano, ma è poi costretto a capitolare appena un minuto dopo : ottimo spunto di Lichtsteiner sulla destra, il cross dello svizzero viene spizzato da Mauri e prolungato sul secondo palo, dove Hernanes, tutto solo, spinge in rete da due passi. La reazione del Catania arriva immediatamente: Capuano verticalizza per Maxi Lopez e lo splendido sinistro del numero 11 rossazzurro termina fuori dopo aver attraversato l’intero specchio della porta. Prima dell’intervallo, dopo le ammonizioni di tre quarti della difesa laziale (gialli per Radu, Dias e Biava), è Carboni a cercare il pareggio con un sinistro dal limite dell’area, terminato a lato.

Il Catania rientra in campo trasformato e trova subito il pareggio: Ricchiuti verticalizza per Bergessio, sul destro dell’argentino Muslera ribatte in tuffo, ma proprio sui piedi di Schelotto che spinge in rete da pochi passi. 1-1 e tutto da rifare per la Lazio che, anzi, rischia di andare sotto ancora per mano di Schelotto, il cui sinistro “alla Del Piero” termina alto. Simeone sostituisce un Lodi opaco con Ledesma, ma è la squadra di Reja ad assumere il comando delle operazioni sfiorando il goal del vantaggio con Lichtsteiner, sul cui destro si oppone bene Andujar. Al 56’, però, la Lazio passa: straordinario numero di Zarate sull’out destro, il numero 10 della Lazio offre un assist al bacio sul secondo palo a Mauri che, ben appostato, spinge in rete il più facile dei goal. Il Catania si arrabbia reclamando per una posizione di fuorigioco del centrocampista biancoceleste, ma Rizzoli assegna il goal che vale il vantaggio dei biancocelesti. Hernanes cerca la terza rete, poi Bergessio ci prova su punizione, ben respinta da Muslera. Simeone inserisce Gomez per Ricchiuti, Reja risponde con Bresciano al posto di Gonzalez, ma è ancora Zarate a tagliare in due la difesa rossazzurra scattando sul filo del fuorigioco ed offrendo a Floccari il più comodo dei palloni che vale il 3-1 alla Lazio. Dopo il terzo goal, il Catania si spegne, prova a riaprire la gara con conclusioni velleitarie di Ledesma e Morimoto e subisce infine il quarto goal, giusto coronamento alla straordinaria prestazione di Zarate, che si procura e poi trasforma magicamente un calcio di punizione dal limite. Nel finale c’è tempo per un goal annullato a Morimoto, ma il risultato non cambia più: Catania 1–Lazio 4.

CHICCA – Un minuto di silenzio prima del calcio d’inizio in memoria di Cinesinho, ex giocatore del Catania scomparso in settimana.

CHIAVE – La chiave del match è sicuramente l’ingresso in campo di Mauro Zarate che, subentrato all’infortunato Sculli, “spacca” letteralmente in due la partita con due assist ed un goal meraviglioso. In mezzo, tantissime iniziative sull’out destro che obbligano Capuano, parso in buona giornata, a non spingere più.

TATTICA – Simeone propone Schelotto esterno alto e prova a pungere con gli inserimenti del numero 7, mentre il gioco della Lazio ruota attorno all’asse centrale Ledesma-Hernanes-Floccari.

MOVIOLA – La direzione di gara di Rizzoli lascia parecchio a desiderare relativamente alla gestione dei cartellini e dei falli a metà campo che fa infuriare la tifoseria del ‘Massimino’. Parecchi dubbi sulla posizione di Mauri al momento del goal.

PROMOSSI&BOCCIATI – Zarate (Voto 8) cambia il volto alla partita. Dribbla come se fosse la cosa più semplice del mondo, offre due assist al bacio ai compagni e realizza un goal da favola. Straordinaria anche la prova di Hernanes (Voto 7.5) che gestisce con ordine il centrocampo e garantisce la superiorità numerica anche in avanti. Nel Catania, sufficienti Lodi e Ricchiuti (Voto 6), da dimenticare la prova di Lodi e Ledesma (Voto 5),

venerdì 15 aprile 2011

Aspettando Catania-Lazio...


Probabili formazioni Catania-Lazio. Catania - Gli etnei, dopo il pareggio esterno col Bari, hanno bisogno di strappare punti salvezza. Per raggiungere lo scopo, Simeone si affida ad un 4-3-1-2 tutt'altro che difensivista. Il tecnico argentino dovrà con tutta probabilità fare a meno di Spolli, il cui posto verrà preso da Augustyn. La voglia di vittoria si può individuare anche nella scelta di schierare Lodi, il cui ruolo naturale è quello di trequartista, come interno di centrocampo accanto a Ledesma e Carboni. Ricchiuti sarà il rifinitore, alle spalle di Bergessio e Maxi Lopez. Questa quindi la probabile formazione: (4-3-1-2) Andujar; Alvarez, Augustyn, Silvestre, Terlizzi; Ledesma, Carboni, Lodi; Ricchiuti; Bergessio, M. Lopez. A disposizione: Campagnolo, Marchese, Capuano, Schelotto, Izco, Gomez, Morimoto. Allenatore: Simeone. Indisponibili: Bellusci, Spolli, Llama, Sciacca, Martinho. Diffidati: Andujar, Maxi Lopez, Gomez. Squalificati: nessuno. Altri: Biagianti, Kosicky, Potenza, Pesce.

Lazio - Nel suo 4-2-3-1, Reja dovrà fare a meno dello squalificato Matuzalem: in mezzo al campo, accanto a Ledesma, ci sarà Brocchi. In difesa, Garrido dovrebbe essere preferito al rumeno Radu; Dias e Biava formeranno la coppia centrale, mentre sulla destra sarà titolare Lichtsteiner. Il tecnico biancoceleste punta su Zarate come unica punta, per sfruttare la sua abilità negli spazi stretti. Alle sue spalle, Hernanes giocherà centralmente, mentre Sculli e Mauri avranno il compito di aprire spazi nella difesa avversaria partendo sall'esterno. Questa quindi la probabile formazione titolare: (4-2-3-1) Muslera; Lichtsteiner, Biava, Dias, Garrido; Brocchi, Ledesma; Mauri, Hernanes, Sculli; Zarate. A disposizione: Berni, Stendardo, Radu, Bresciano, Gonzalez, Floccari, Kozak. Allenatore: Reja. Indisponibili: Diakitè. Diffidati; Kozak, Brocchi, Stendardo. Squalificati: Matuzalem (2 giornate). Altri: Berardi, Artipoli, Ojiakor, Barreto, Bizzarri, Bonetto, Manfredini, Ceccarelli, Meghni, Rocchi, Del Nero, Scaloni, Foggia.

Alberto Ducci

giovedì 14 aprile 2011

SIMEONE: "Lazio non ti dimenticherò mai, ma devo batterti"


Diego Pablo Simeone suona la carica in conferenza stampa. Tuttocalciocatania.com ha evidenziato le dichiarazioni del tecnico argentino, che riportiamo:
"Non possiamo ritenerci ancora salvi, ecco perchè mi aspetto che il pubblico continui a fare la sua parte, sostenendo i ragazzi a più non posso per centrare la vittoria. In occasione del derby ho visto una partecipazione incredibile, lo stesso dovrà verificarsi contro la Lazio perchè i tifosi sono la nostra arma in più. Il resto lo faranno i giocatori. Non ho ancora deciso chi schierare, sto valutando al meglio la condizione di tutti. Metto dentro chi è più vicino al top della forma. Gomez mi è piaciuto a Bari, così come Terlizzi e Ledesma nel secondo tempo, mentre Spolli sta recuperando. Capuano e Biagianti non sono ancora al meglio ma in questo finale di campionato offriranno anche il loro contributo. Ciro l'ho impiegato nei minuti conclusivi del match di Bari, sta lavorando per essere al pieno della forma. Su Biagianti vogliamo andarci cauti perchè il ragazzo è reduce da un infortunio non di lieve entità, non vogliamo affrettare i tempi ma ogni giorno che passa ricavo riscontri positivi sulle sue condizioni. In generale sono soddisfatto della squadra, ha evidenziato importanti progressi. La salvezza non dipende solo da noi ma anche dai risultati delle dirette rivali. Non esistono partite scontate. Ad esempio chi può dire che il Parma non batterà l'Inter? Prima bisogna pensare a noi stessi. Domenica ballano punti pesanti sia per il Catania che per la Lazio. I biancocelesti hanno un organico eccellente, simile a quello dello scorso campionato con l'aggiunta di Hernanes, giocatore che ha innalzato il tasso tecnico di una squadra già di per sè forte. Floccari è un altro elemento temibile, Zarate sa essere devastante negli spazi. Insomma, ci sarà da lottare contro un avversario difficile. I miei trascorsi in biancoceleste? Non li dimenticherò mai, come porto sempre nel mio cuore l'affetto dei tifosi e la conquista dello scudetto. Quella nella Lazio è stata la mia esperienza più importante da calciatore in Europa. Domenica, però, non ci potrà essere spazio per i sentimentalismi. Il mio Catania è chiamato a dare il massimo per conseguire tre punti fondamentali in chiave salvezza. Per far questo servirà il sostegno della nostra gente e aggressività in campo. Non firmo per un pareggio, assolutamente. Il mio futuro? Ho un contratto con il Catania, non c'è altro da aggiungere".

TARE fa il punto sul mercato


La Lazio vuole tenersi stretta il quarto posto, valevole per i preliminari di Champions League: in ballo ci sono all’incirca 25 milioni di euro che l’accesso in Europa garantirebbe alle casse della società capitolina. I piani di mercato della dirigenza dipenderanno molto dal buon esito di queste ultime fondamentali partite. Ai microfoni di Radio Sei, è intervenuto il direttore sportivo biancoceleste, Igli Tare, per raccontare quali sono gli stati d’animo che si respirano a Formello in questo ultimo scorcio di campionato, per fare il punto sulla situazione dei rinnovi contrattuali (Muslera e Radu in primis), e per svelare come si sta muovendo la società laziale per rinforzare la rosa per la prossima stagione.

Che aria tira in casa Lazio? ”Tira aria positiva. La partita di domenica è stata fondamentale. Siamo molto contenti perché la squadra ha dimostrato di essere matura e capace di rispondere con delle prestazioni importanti. Da qui alla fine sarà la concentrazione che farà la differenza”

Dopo la vittoria col Parma, sono nate alcune polemiche della Lazio contro la Roma, tutto sommato garbate, dove ne è scaturito fuori però un gran polverone mediatico …”Dopo una partita come quella di Napoli era evidente che la Lazio doveva reagire, ma nel modo corretto. Se adesso ci mettiamo però a commentare tutti i giorni ciò che è accaduto nel passato, penso che non ci aiuti. Ora la cosa più importante è che la squadra deve trovare la concentrazione per la trasferta di domenica a Catania, dobbiamo pensare partita dopo partita da qui alla fine. La Lazio ha il suo futuro nelle proprie mani”

Quante chance secondo te ha la Lazio di raggiungere la Champions League? “Non lo so quante chance ha, lo vedremo alla fine. Penso però che la Lazio merita di essere premiata con la qualificazione, perché dall’inizio alla fine del campionato la squadra è stata una dei protagonisti. Tutti quanti noi, insieme ai tifosi, vogliamo che la Lazio torni nel calcio che conta”

La Lazio, come spesso ha affermato Lotito, non deve cedere i suoi pezzi pregiati per acquistare. E’ vero? “I fatti parlano da soli, basta vedere le cifre che sono state spese in passato. La vendita di un giocatore non incide nella strategia della Lazio, quindi confermo quello che ha affermato Lotito”

Il mercato della Lazio sarà improntato nel trovare giocatori di talento ma sconosciuti o anche acquisti ad effetto come Hernanes? “Siamo molto attenti alle occasioni che offre il mercato. Se il mercato offre delle opportunità di giocatori importanti e di grande livello, sicuramente la Lazio non si tirerà indietro. Nella nostra filosofia l’importante è il gruppo e quei giocatori che sono funzionali per il gioco che propone l’allenatore. Come l’acquisto di Sculli, un giocatore molto valido e molto utile per la Lazio e il suo sistema di gioco”

Gilardino e Klose, nomi accostati al mercato biancoceleste, possono essere utili al progetto Lazio? “Noi andiamo a cercare i nomi in base alle caratteristiche dei giocatori di cui ha bisogno la squadra. Il fatto che si facciano nomi importanti come Gilardino e Klose, vuol dire che la Lazio sta tornando ad essere una società importante”

Avere dei giocatori d’esperienza internazionale in squadra rientra nei vostri progetti? “Questo senz’altro. Sicuramente la rosa verrà migliorata, anno per anno, nei punti dove noi riteniamo che debba essere migliorata. Penso che sia importante parlare di mercato nel momento più opportuno perché adesso ci aspettano sei finali. L’effetto Napoli mi ha fatto piacere per una cosa: tutti quanti noi abbiamo sentito la risposta dei tifosi biancocelesti, la presenza di tanta gente all’Olimpico ha dimostrato che i laziali vogliono stare vicini alla squadra e fare gruppo insieme a noi. Faccio un ringraziamento ma anche un appello ai nostri tifosi per dare questo affetto anche fino alla fine”

Qual è il progetto per il futuro della Lazio? “Se vi ricordate, prima che iniziasse la stagione, quando mi è stata fatta la domanda del mercato della Lazio, ho risposto dicendo che sono molto contento e orgoglioso di questa squadra perché ero convinto che la squadra sarebbe stata una protagonista del campionato. Il nostro obiettivo è che la rosa possa competere per ogni obiettivo, non ci accontentiamo con poco. Per arrivare in alto dobbiamo migliorare in tutti i sensi. Dall’anno prossimo sarà ancora più difficile lottare per certi obiettivi, vedendo anche che non ci saranno più quattro squadre italiane che andranno in Champions League”

Com’è la situazione sui rinnovi di Muslera e Radu? “Penso che il presidente abbia spiegato abbastanza bene a che punto siamo con le trattative per il prolungamento di Muslera. E’ un accordo già preso l’estate scorsa, prima che partisse per il Mondiale in Sud Africa. La Lazio ha preso degli impegni nei confronti di Muslera, ora aspettiamo che avvenga il prolungamento. Non è un problema nostro se ancora non ci sono le firme, è un problema di Fernando e del suo procuratore. Per Radu invece, siamo a buon punto anche con lui. Da qui alla fine del campionato si saprà se tutto andrà a buon fine”

Come mai la Lazio, spesso, non acquista giocatori in Italia? “E’ difficile perché il costo di un giocatore italiano è tre o quattro volte superiore di uno sudamericano con le stesse caratteristiche. Anche se per me è importante avere molti giocatori italiani nella nostra squadra, magari laziali”

Qual è la situazione di Reto Ziegler alla Lazio? “Ziegler è un giocatore con delle caratteristiche importanti, vedendo lo stato contrattuale che ha con la Sampdoria potrebbe essere un giocatore che riguarda la Lazio, da qui alla fine si vedrà. Se la Lazio raggiungerà un accordo con un giocatore, nel momento opportuno verrà comunicato. Vi prego di avere un po’ di fiducia e pazienza”

Com’è la situazione invece per André Carillo? “Si sa che Carrillo è un buon giocatore, è un dato di fatto. Un altro dato di fatto è che noi siamo attenti a tutto quello che il mercato ci propone. E’ un giocatore che a noi ci interessa moltissimo, poi bisogna fare delle valutazioni per il futuro”

Quante possibilità ci sono di vedere Lorik Cana alla Lazio e che tipo di giocatore è? “Le dichiarazioni che ho fatto su Cana,in un intervista in Albania, era per il fatto che uscì una notizia che diceva che la Lazio avesse offerto 8 milioni di euro per Lorik,avevo detto quindi che era un giocatore che stimo tanto, e a livello internazionale importante. Un giocatore della sua categoria può essere utile per il futuro della Lazio, ma da qui a dire che la Lazio ha fatto dei passi importanti e concreti, non era vero”.

lunedì 11 aprile 2011

BROCCHI: "Siamo noi la prima squadra della capitale"


2 a 0 al Parma e quarto posto nuovamente nelle mani della Lazio. Sfruttando la sconfitta dell'Udinese maturata ieri contro la Roma, gli uomini di Reja sono riusciti a tornare in piazzamento Champions.

Al termine della gara vinta ha parlato Brocchi, raggiante per i tre punti messi in cascina: "Una vittoria importante dopo la brutta sconfitta di Napoli. Se siamo dove siamo lo dobbiamo solo a noi. A differenza di altri nessuno potrà dire che i nostri punti non sono punti meritati. Siamo poco appoggiati da stampa e nell'ambiente del calcio italiano" ha affermato il centrocampista con un velo di polemica.

"Siamo orgogliosi indossare la maglia della prima squadra della Capitale. Se dovessimo centrare questo obiettivo vorrà dire che ce lo siamo meritato più di altri. Parlando di ieri sera mi sembra giusto dire che il rigore per la Roma era netto, però il problema è che c’era anche quello per l’Udinese" ha poi concluso Brocchi ricordando gli episodi dubbi nel match giallorosso di ieri.

LAZIO-PARMA 2-0


Non tradisce le attese la squadra di Edy Reja che si sbarazza del Parma con un secco 2-0 e torna ad occupare il tanto importante quarto posto. Partita molto chiusa, tattica, squadre intente soprattutto ad aspettare il pertugio giusto vista l’importanza della posta in palio. Ci pensa così Hernanes al 23’ con una sassata tremenda da fuori area, poi nella ripresa raddoppia Sergio Floccari con un bel tocco nell’angolino a seguito di uno splendido stop. Troppo poco Parma in campo, pericoloso con il solo Giovinco sempre però disinnescato da un grandissimo Muslera.

FORMAZIONI – Reja costretto gioco forza a rinunciare a quattro titolari ovvero Radu, Matuzalem, Mauri e Biava. Spazio ancora per Garrido e Bresciano, Sculli vince il ballottaggio con Floccari. Il neo tecnico Colomba sceglie Angelo al posto dello squalificato Morrone, davanti il solo Amauri supportato da Giovinco.

PARTITA – La squadra di Reja tiene il pallino del gioco sin dai primi minuti, la palla gira bene e gli ospiti non riescono a imbastire azioni offensive. Il vantaggio non tarda ad arrivare, corre il 23’ minuto quando un bello spunto di Zarate favorisce l’inserimento di Hernanes che riceve da Brocchi, stoppa con il petto, controlla ed esplode un destro secco dal limite dell’area che non lascia scampo a Mirante. Il Parma è costretto a reagire, molto lentamente il piano di Colomba comincia a prendere corpo soprattutto con i continui inserimenti di Angelo. I gialloblu collezionano corner in serie, Giovinco su una ribattuta prova a beffare Muslera sul primo palo ma l’uruguayano è attento. Il duello di ripete qualche minuto dopo, i mediani laziali si dimenticano Giovinco che prende la mira calciando benissimo verso l’incrocio dei pali più lontano, straordinaria la risposta di Muslera con la mano di riporto. Succede poco altro, Parma che ha comunque alzato il proprio baricentro.

Nella ripresa non cambia la sostanza, partita povera di emozioni e squadre troppo impostate sulla tattica. Gli ospiti si affidano sempre all’estro un po’ alterno di Giovinco, i capitolini invece aspettano sempre e cercano di ripartire. Colomba inserisce Candreva per Angelo, Reja risponde con Gonzalez per Bresciano. L’uruguayano entra subito in partita, da un paio di sue escursioni nascono le azioni più pericolose della Lazio, Mirante rimane comunque inoperoso. Al 24’ grande occasione per il raddoppio laziale, Sculli riceve in area piccola da Gonzalez ma il suo diagonale finisce quasi in fallo laterale. La Lazio ha bisogno del raddoppio, Reja manda in campo Floccari per Zarate e il calabrese non tradisce al 33’; lancio di sinistro di Lichtsteiner, Mirante non esce e Floccari ha il tempo di stoppare ottimamente e insaccare sul primo palo l’importantissimo goal del 2-0. Il Parma non c’è più, Hernanes sfiora la doppietta personale pochi attimi prima del triplice fischio di Mazzoleni.

CHIAVE – La parata di Muslera su Giovinco consente ai propri compagni di mantenere il vantaggio e proseguire con il proprio gioco di palleggio e attesa. Il suo gesto tecnico è tanto straordinario quanto fondamentale.

CHICCA – Solitamente negli stadi italiani il classico minuto di silenzio non è mai rispettato dalla totalità dei presenti ma, davanti al ricordo di Bob Lovati, l’Olimpico erge un muro di rispetto e affetto nei confronti di un totem di lazialità e correttezza. Un silenzio da pelle d’oca…

MOVIOLA – Mazzoleni non vede una manata da rosso di Angelo su Zarate ma ammonisce al primo fallo Stendardo. Mancano diversi gialli nel corso dei novanta minuti.

TATTICA – Biancocelesti con il 4-3-1-2, Brocchi, Ledesma e Bresciano a coprire la difesa, Sculli e Zarate larghi per favorire gli inserimenti di Hernanes. Ripresa con Gonzalez in campo e l’abituale 4-2-3-1. Ducali con il 4-4-2 classico, molti crossatori puri sulle fasce alla ricerca della testa di Amauri. Nel secondo tempo Candreva per Angelo, modulo 4-3-2-1 e maggiore ricerca del gioco palla a terra.

PROMOSSI&BOCCIATI – L’omaggio dedicato a Bob Lovati è di gran lunga la cosa più bella della giornata, a seguire la prestazione dei “samba boys” Hernanes e Dias. Decisivo Muslera, Sculli impreciso e Zarate ispirato solo a tratti. Nel Parma salviamo il solo Giovinco che ci prova non appena può, dietro pensano più a litigare che a difendere. Inesistente Amauri, irritante Dzemaili.

martedì 5 aprile 2011

LOTITO vs NAPOLI: "La Lazio ha 111 anni di storia, il Napoli l'ha persa ripartendo dalla C!"


Non si placa l'ira del presidente della Lazio Claudio Lotito dopo la sconfitta subita dalla sua squadra domenica al San Paolo contro il Napoli. Il patron biancoceleste si è nuovamente soffermato sugli errori arbitrali e sul suo rapporto con De Laurentiis, col quale ha avuto un acceso scambio d'opinioni sui diritti televisivi.

"Non ho affatto detto che è già tutto deciso, ma che certi errori arbitrali possono stravolgere la classifica - ha dichiarato al 'Messaggero' -; ho visto difformità di giudizio nell'ambito della stessa giornata di campionato. Non capisco perchè se un giocatore sbaglia va in panchina e invece se un arbitro sbaglia non viene mandato a casa. Non ho mai scritto agli arbitri e non lo farò neanche stavolta, ma esigo che ci sia uniformità di giudizio. Cavani si è tuffato e gli hanno assegnato un calcio di rigore. Zanetti ha commesso fallo su Cassano ed è stato ammonito, Biava è stato espulso... L'unico modo per migliorare le cose è rivolgersi alla tecnologia".

Poi l'argomento diventano i diritti tv: "Oggi come oggi un piazzamento vale diversi milioni rispetto ad un altro. La settimana scorsa mi hanno chiamato molti azionisti molto preoccupati: dovessimo entrare in Champions League potremmo incassare dai 15 ai 70 milioni. Ci hanno proposto 49 milioni di euro per i diritti tv, ma io mi chiedo su che base, perchè deve rimetterci solamente la Lazio. Se a Napoli avessimo giocato in un orario diverso lo share sarebbe stato differente. Non conta nulla il fatto che noi siamo una squadra della Capitale? Non conta il fatto che abbiamo una storia? La Lazio ha 111 anni, nelle ultime stagioni ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa. Le altre non mi pare. E si è sempre chiamata Lazio, non Napoli Soccer. Facile ripartire dalla C e non sanare i debiti pregressi come ho fatto io. Però la storia, almeno quella, la perdi".

GOL FANTASMA di Brocchi: si o no alla tecnologia?


L'arbitraggio di Luca Banti in Napoli-Lazio ha sollevato un mare di polemiche. Nel mirino in modo particolare il goal non concesso a Brocchi, peraltro non facile da vedere, anche se lì ha sbagliato soprattutto l'assistente Maggiani. Banti è lo stesso di Chievo-Milan e del goal di mano di Robinho e di Milan-Palermo.

Nell'ambiente calcistico monta sempre più una convinzione: bisogna introdurre la tecnologia in campo. Tra i più ostili c'è però il n.1 Uefa Platini: "La mia posizione, a differenza di quella di Blatter che varia spesso, non cam­bierà mai. L’uomo-arbitro deve es­sere colui che prende le decisioni, non un individuo davanti ad un monitor. Altrimenti avremo un cal­cio da Playstation", disse nel no­vembre del 2010.

Gli ex-arbitri sono invece tutti favorevoli. Secondo Graziano Cesari "questo è il mo­mento di introdurre la tecnologia, da uno studio che ho fatto l'inci­denza di episodi come il gol-non gol è del 57%. Eppure da quando arbitravo io, e ricordo l’episodio di Bierhoff, nulla è stato fatto, se non un fiume di parole. Allora, abbia­mo tutto perché episodi come quello di Brocchi, che è solo l'ulti­mo, non accadano più: comincia­mo col mettere gli arbitri di porta anche in campionato, in attesa che un vero impegno, una vera sperimentazione sul gol fantasma venga portata a termine".

Anche Paparesta protesta: "Ce l'hanno il basket, il tennis, il rugby, non il calcio, perché? Perché altrimenti non ci sarebbe potere per i vertici del football, a cominciare da quel­lo internazionale - spiega - Il che si tramu­ta anche in stress per gli arbitri. Pensate a come sarebbe più sere­no un direttore di gara, sapendo che può avere la tecnologia alle sue spalle ad aiutarlo. Perché è un aiuto, la figura dell'arbitro non si sminuisce. Lo dico dal 2004, anco­ra arbitravo. Invece ci si ricorda della tecnologia solo quando suc­cede qualcosa. Prendete quest'ul­tima giornata: il gol non dato a Brocchi incide sul risultato, i dub­bi sull'episodio simile a San Siro alimentano i rimpianti: e se fosse stato gol e l'Inter avesse pareggia­to?

"Io allargherei la tecnologia an­che alle condotte violente - continua Paparesta - Che senso ha lasciar giocare uno che ha dato un pugno ad un avversario che magari diventa decisivo se­gnando e poi viene squalificato due giorni dopo dal giudice sporti­vo? Servono fatti concreti, Nicchi ha detto di essere favorevole, ma cosa ha fatto fino ad oggi?".

Sulla stessa falsariga Daniele Tombolini: "Bi­sogna aspettare un episodio gra­ve, tipo un gol fantasma che deci­da una finale Mondiale, per cam­biare qualcosa? Sul tema della tecnologia siamo in perenne ritar­do, pensate, arbitravo ancora io e a Udine stavano facendo la speri­mentazione - commenta Tombolini con un certo sarcasmo - Essere a favore del­la tecnologia è fin troppo banale. E nell'attesa basta poco per risolve­re il gol fantasma, una proposta che ho già fatto: aumentare la pendenza del retroporta, in manie­ra che il pallone, dopo la linea, sia agevolato a scivolare dentro. Non costa nulla, perché non provare?".

REJA contro lo scandaloso arbitraggio di BANTI!


E' una Lazio davvero imbelvita quella che torna a Roma con zero punti pur avendo segnato ben tre reti al San Paolo contro il Napoli. Numerose le recriminazioni in casa biancoceleste per le decisioni ritenute clamorosamente errate dell'arbitro Banti, in primis il goal non concesso sul tiro di Brocchi che aveva nettamente varcato la linea di porta difesa da De Sanctis.

Se Claudio Lotito ha dato del 'tuffatore' a Cavani in occasione del rigore guadagnato, il presidente laziale ha allargato il discorso anche agli altri calci piazzati da cui sono nate le prime due reti azzurre, evidentemente accusando di antisportività e simulazione i giocatori partenopei: "La lealtà per noi è fondamentale, per altri è un optional".

E c'è un ulteriore episodio che ha fatto sbottare i biancocelesti - la classica ciliegina che avrebbe indirizzato il finale della partita - come spiega Edy Reja: "Il rigore del 3-3 mi è parso quanto meno generoso, ma quello che non capisco e non accetto è l'espulsione di Biava. Se fossimo rimasti in undici sicuramente non avremmo perso".

Sulla questione si pronunciano in maniera unanime le moviole dei quotidiani sportivi di oggi, dando ragione al tecnico goriziano. "Biava ingenuo, ma il rosso è troppo - scrive la 'Gazzetta dello Sport' - Banti sceglie la massima sanzione perchè Cavani è a un metro dal portiere, più avanti del dischetto, ma vicino a loro c'è Garrido. Poteva essere anche giallo".

Ancora più netto il 'Corriere dello Sport': "L'espulsione di Biava è fuori luogo, ed ha costretto la Lazio a giocare con l'uomo in meno sul 3-3. Non si può parlare di chiara occasione da goal, infatti, se l'attaccante non ha il possesso del pallone e Cavani è in caduta quando il pallone stesso è a metà strada fra lui e Cannavaro. E' un'interpretazione errata...".

NAPOLI-LAZIO 4-3


Una partita incredibile, dominata per oltre un’ora da una Lazio al limite della perfezione, termina con una vittoria della banda Mazzarri che consente alla truppa partenopea di rimanere il scia al Milan e scavalcare l’Inter di Leonardo. I partenopei risorgono con due calci piazzati dopo essere andati sotto di due reti, ricadono con l’autogoal di Aronica e poi tornano a volare con una clamorosa svista della terna arbitrale che non vede un goal netto di Brocchi ed espelle Biava su un successivo intervento dubbio in area su Cavani. Decisivo il matador che nel finale trasforma prima il rigore del pareggio e successivamente finalizza il contropiede del definitivo sorpasso.

FORMAZIONI – Walter Mazzarri perde il colombiano Zuniga per infortunio, oltre al lungodegente Grava. Aronica e Campagnaro vincono i rispettivi ballottaggi con Ruiz e Santacroce. I muscoli di Yebda ancora preferiti alle geometrie di Gargano. Edy Reja deve fare a meno degli squalificati Radu, Ledesma e Matuzalem e sconvolge il centrocampo lasciando fuori incredibilmente Hernanes in favore di Bresciano. Al fotofinish Garrido batte Scaloni per il ruolo di terzino sinistro, Zarate unica punta supportato da Beppe Sculli.

PARTITA – Impostazione tattica molto simile tra i due schieramenti, atteggiamento attendista e ricerca della velocità sulle fasce e in contropiede. Il Napoli sembra crederci di più nei minuti iniziali, Muslera è però sempre attento sulle uscite basse e sulle percussioni laterali di Lavezzi. La prima grande occasione capita però alla Lazio, contropiede clamoroso con Sculli che sceglie Zarate invece che Brocchi liberissimo, l’argentino scivola, si rialza ma calcia debolmente; sul ribaltamento di fronte grande inserimento di Hamsik che esplode il destro sul primo palo ma Muslera non ne vuole sapere. Prende coraggio la squadra di Reja, sempre ordinata e “quadrata”, sull’ennesima verticalizzazione centrale Zarate salta due uomini e appoggia per Mauri che un po’ fortunosamente si inventa uno slalom speciale e finalizza nell’angolino lontano con un tocchetto di punta di sinistro. 0-1, San Paolo ammutolito. Napoli freddato nonostante il caldo torrido, lo stesso Mauri ha tra i piedi poco dopo la palla del raddoppio ma solo contro De Sanctis mette clamorosamente a lato con il destro. Passa meno di un minuto che Sculli, rabbioso, strappa palla ad un ingenuo Campagnaro ma senza avversari davanti serve Zarate in lieve fuorigioco piuttosto che avanzare qualche metro e appoggiare comodamente in rete. Poco da segnalare sul fronte partenopeo, ci si aspetta una veemente reazione da una squadra che sogna il tricolore.

Ripresa che inizia con gli stessi effettivi. Alla prima occasione, la Lazio raddoppia: punizione tagliata di Garrido e deviazione vincente di Dias che batte De Sanctis. 0-2 e Napoli nel panico. Mazzarri inserisce Mascara per Pazienza e la mossa porta subito i frutti dato che il catanese conquista punizioni dal limite a ripetizione. Lavezzi batte la prima, deviazione di Sculli che favorisce Dossena, testa da due passi e 1-2. Il San Paolo soffia suoi propri giocatori, passa meno di un minuto e altra punizione di Lavezzi deviata da Dias, sponda di Maggio e Cavani tutto solo appoggia in rete da due passi. 2-2 clamoroso, Lazio in panne. Al 21’ Biava commette la prima sciocchezza della sua partita, alleggerimento sbagliato all’indietro che serve Mascara, destro a botta sicura dell’attaccante e miracolo di Muslera che salva tutto. Non c’è un minuto di pausa, Brocchi si ritrova tutto solo al limite dell’area partenopea, destro secco e palla che incoccia la traversa bassa e rimbalza dentro di oltre venti centimetri ma nessuno vede! Incredibile. La rabbia della Lazio si sfoga con Zarate, azione personale dell’argentino e sinistro respinto da De Sanctis, arriva Aronica in anticipo e insacca la propria porta. 2-3 pazzesco. Come ben si sa, il Napoli però non muore mai, Cavani riceve palla in area e cade a terra in contatto con Biava, Banti stavolta vede e fischia rigore ed espulsione. Dal dischetto il matador non sbaglia e pareggia i conti. Mazzarri inserisce Lucarelli alla ricerca del clamoroso 4-3 che arriva nel finale: lancio in profondità per Cavani che parte in posizione regolare, controlla, beffa Muslera con un pallonetto e porta i suoi al secondo posto solitario in classifica.

CHIAVE – La mossa Mascara scombina le linee dei capitolini che contro un attacco a quattro punte perdono letteralmente la bussola, altrettanto influente è il clamoroso errore della terna che non vede una palla dentro di svariate decine di centimetri.

CHICCA – Il movimento e il tocco a scavalcare Muslera per il goal del definitivo 4-3 sono da attaccante di razza quale è Edinson Cavani. Perfetto l’aggiramento di Garrido, altrettanto il tempismo a evitare il fuorigioco e il pallonetto che elude l’uscita del connazionale.

MOVIOLA – Errore imbarazzante della terna sul tiro di Brocchi dentro di parecchio, generoso il rigore più espulsione in favore del Napoli con Cavani che cade appena sentito il contatto. Regolare il 4-3 di Cavani tenuto in gioco da Lichtsteiner.

TATTICA – Biancazzurri disposti con il solito 3-4-2-1, centrocampo muscolare, esterni e treuqartisti offensivi per approfittare delle assenze capitoline in mezzo al campo e sulle fasce. Dopo il raddoppio ospite si passa al 3-3-3-1, passando al 3-2-3-2 nel finale. 4-5-1 per i biancocelesti con Zarate confermato come unico terminale offensivo, Sculli e Gonzalez esterni con Mauri e Bresciano ad aiutare Brocchi in fase difensiva. Nel finale in dieci, si passa al 4-4-1 con Floccari unica punta..

PROMOSSI&BOCCIATI – Cavani devastante nell’ultima mezzora di gioco dopo un primo tempo anonimo, Dossena riscatta una pretazione opaca con il goal che fa risorgere i suoi. Troppo distratta la difesa, centrocampo con troppa poca qualità. Negli ospiti grande partita di Brocchi e Mauri, Zarate punge sempre con efficacia. Nel finale crollo vertiginoso della difesa con Biava che rovina una buona partita, Garrido e Lichtsteiner “confezionano” il definitivo 4-3 del Matador.

venerdì 1 aprile 2011

L'ULTIMO SALUTO A BOB LOVATI


il popolo laziale non tradisce le attese, in duemila a piazzale Ponte Milvio per l'ultimo saluto ad un maestro di vita e di Lazialità.

Roma – La gente laziale e’ accorsa in massa per dare l’ultimo abbraccio alla vera bandiera biancoceleste. Ha trascorso una vita nella Lazio, se n’e’ andato come era solito fare nella vita, in punta di piedi. Erano in duemila a Ponte Milvio, tra loro molti personaggi dello sport e dello spettacolo, i ragazzi del 74’, la Lazio di oggi, il presidente Lotito, persino l’ex tecnico biancoceleste Delio Rossi non e’ voluto mancare. Tutti hanno voluto ricordare la figura di Bob Lovati, tutti hanno usato parole di stima nei confronti di un personaggio che rappresenta la storia della S.S.Lazio , di lui ricorda Delio Rossi ‘’ E’ stato un personaggio unico nel suo genere, ha fatto la storia di questa squadra e di questa società, personaggi cosi dovrebbero restare sempre all’interno di ogni società di calcio. Ricordo che quando veniva a Formello entrava sempre in punta di piedi, lui era fatto cosi non voleva disturbare nonostante fosse casa sua’’. Pino Wilson con lui ha vissuto momenti indimenticabili ‘’Per noi del 74’ e’ stato come un amico fraterno, un esempio di vita’’, anche Dino zoff ha voluto Ricordarlo cosi ‘’Bob e’ stato una persona eccezionale, simpatico, allegro, per me e’ veramente un amico sincero che se ne và’’. Molti anche i tifosi accorsi che hanno voluto salutare Bob con striscioni e cori come ‘’ Battiamo le mani ai veri laziali’’ oppure ‘’ Bob Lovati uno di noi’’. Un altro pezzo di storia laziale che se ne và…….

Lazialità