martedì 29 novembre 2011

Bergodi presenta la gara di Vaslui: "Servirà una grande Lazio"


ROMA - Tutti concentrati sull’Europa League. Nel freddo di Vaslui la Lazio dovrà ritrovare la via del gol perduto: in ballo ci sarà la qualificazione e il futuro europeo. Appena una rete segnata nelle ultime 3 partite, quella di Sculli, contro il Parma, quindi i digiuni contro Napoli e Juventus che hanno relegato la squadra al quarto posto in classifica. Archiviata la delusione in campionato, la Lazio si appresta ad affrontare la trasferta di Coppa con l’obiettivo di conquistare quel successo che metterebbe al sicuro la qualificazione in un girone che si presentava al quanto semplice. All’andata fini con un penalizzante 2-2,ma le possibilità di superare il girone restano comunque significative. «Il Vaslui è una formazione con numerosi stranieri, valida tecnicamente e ben messa in campo. Per batterla la Lazio dovrà ripetere la bella prova fornita contro la Juventus». Cristiano Bergodi, ex capitano biancoceleste ed esperto conoscitore delle squadre rumene, nelle quali ha lavorato per 5 anni con ottimi risultati, spiega le difficoltà che aspettano il gruppo di Reja giovedì sera, in un' intervista di Gabriele De Bari riportata su Il Messaggero. «Il calcio rumeno non è più quello competitivo degli anni Ottanta, ma resta comunque una scuola valida che conta tanti elementi arrivati dall’estero, che ne hanno accresciuto l’esperienza e la professionalità. Diciamo che è un calcio di buon livello anche se, in Champions League, l’Otetul Galati ha rimediato una figuraccia. Mancano le infrastrutture, ma non il seguito degli sportivi, molto partecipi e passionali. Il Vaslui è una di quelle società che hanno effettuato considerevoli investimenti, per allestire un gruppo che possa fare bene sia in Romania che nelle Coppe. A sorpresa ha perso l’ultima gara di campionato, forse perché è progettata già alla sfida con i biancocelesti. Un ’eventuale qualificazione, a spese della Lazio, rappresenterebbe Un traguardo storico. La Lazio troverà Temperature fredde, ma un pubblico tanto caldo che sosterrà i propri calciatori senza un attimo di pausa. Il fattore ambientale potrebbe anche avere un ruolo importante, per questo prevedo una partita insidiosa». Sulle possibilità di qualificazione, Bergodi non si sbilancia. «Entrambe le squadre cercheranno di vincere, entrambe dovranno sopportare una forte pressione, quindi dico che hanno il cinquanta per cento a testa. La Lazio è sicuramente più forte e organizzata, ma dovrà tirar fuori il meglio di sé proprio perché il pareggio potrebbe non bastarle».
Fra tutti gli esami fin qui disputati, quello di giovedì sarà sicuramente il più complicato e il più importante. La squadra dovrà trovare la forza, la determinazione e i gol necessari per recuperare una classifica compromessa. In avvio di torneo veniva accreditata come la terza candidata alla conquista dell’Europa League, difficile credere che possa salutare la competizione così presto e contro avversari alquanto modesti. Il tecnico Reja schiererà la migliore formazione possibile perché questo è un appuntamento senza appello, da non fallire assolutamente, al quale il popolo biancoceleste tiene particolarmente. L’Europa League porta prestigio, credibilità internazionale e più soldi rispetto al passato. Vincere a Vaslui, inoltre, darebbe ulteriore spinta per ripartire alla grande in campionato.

lunedì 28 novembre 2011

LAZIO-JUVENTUS 0-1


La Juventus espugna l’Olimpico di Roma per 0-1 al termine di una gara bifronte. Un primo tempo giocato a ritmi forsennati dagli uomini di Conte ed una ripresa, specie nei primi venti minuti, di sofferenza pura sulla pressione biancoceleste. La Lazio di Reja esce lievemente ridimensionata nelle sue ambizioni scudetto essendo parsa pienamente in partita solo nei primi venti minuti della ripresa, senza tuttavia, a parte rare eccezioni, rendersi mai molto pericolosa dalle parti di Buffon e rischiando su qualche contropiede.

FORMAZIONI - Reja stupisce tutti mandando in campo dal primo minuto mister 100 goal Tommaso Rocchi a fare coppia con il rientrante Klose e spedendo in panchina il francese Cissè. In difesa, perdurando l’assenza di Dias e gli acciacchi di Biava, confermatissimi i centrali Diakitè e Stankevicius, che così bene avevano fatto sette giorni fa a Napoli. Conte invece, recuperato il diffidato Pirlo dalla botta al ginocchio, schiera come previsto il miglior 11 possibile, reduce da tre vittorie consecutive. In campo anche gli altri tre a rischio squalifica: Chiellini, Marchisio e Pepe.

PARTITA - Primo tempo frizzante, vivace, con le due squadre corte ed aggressive. Le migliori occasioni però sono di marca juventina con Marchisio che spedisce di poco a lato al 10’ su crosso di Liechsteiner dalla destra e con una punizione a lunga gittata di Pirlo che Marchetti battezza male smanacciando a centro area dove per poco Liechsteiner non riesce ad approfittarne spedendo a lato. Al 34’ la Juve passa in vantaggio con un rapidissimo capovolgimento di fronte, Buffon è bravissimo in uscita su Rocchi servito alla perfezione da Hernanes, e i bianconeri in tre passaggi sono in porta: Vucinic apre sulla sinistra, scatto di Matri che serve al centro Pepe il cui tap in vincente spiazza Marchetti. La ripresa è tutta un’altra gara, almeno per i primi venti minuti la Lazio schiaccia la squadra di Conte nella propria metà campo ma, a parte un clamoroso palo di Hernanes al 60’, combina ben poco. Anzi, nel finale, è la Juve ad avere una doppia occasione per il raddoppio con Giaccherini ,subentrato a Vucinic ,e Matri ma il portiere laziale è attento. Nota stonata in casa Juve, l’ammonizione al diffidato Marchisio che gli farà saltare la gara contro il Napoli di martedì.

CHIAVE - La fascia destra della Juventus . E’ lì che i bianconere vincono la partita, il duo Liechsteiner – Pepe fa ammattire il povero Radu mal supportato da Lulic. Nell’occasione del gol il rumeno sbaglia la diagonale e la frittata è fatta.

CHICCA - Matri e Brocchi, amici per la pelle. Pochi sanno che la punta della nazionale ha preso come numero di maglia il 32 non per onorare Vieri, con cui condivide la passione per le veline more di Striscia, ma come tributo a Brocchi di cui è amico dai tempi un cui militava nelle giovanili del Milan.

TATTICA - Reja aveva studiato la gara cercando di bloccare l’uscita palla a terra della Juventus tenendo le due punte alte sui centrali bianconeri ed Hernanes francobollato a Pirlo, così da costringere la retroguardia ospite al lancio lungo. Peccato che la cosa gli riesca solo per quindici minuti del primo tempo.

MOVIOLA - Bene la terna arbitrale, nulla di particolare da ravvisare

PROMOSSI&BOCCIATI - Liechsteiner e Pepe arano la fascia come due stantuffi lasciando le briciole agli avversari, grande gara anche di Matri che corre, svaria, si sbatte e nel finale sfiora anche il goal. Male invece Radu e Lulic, frastornati dal mulinare di gambe avversarie, nullo anche Konko, pallido Klose. Si salva Hernanes nel grigiore biancoceleste di stasera.

da Goal

martedì 22 novembre 2011

Calori, l'autore del gol che valse il secondo scudetto: "Non ci ho mai giocato,ma il biancoceleste mi è entrato nel cuore"


È entrato di diritto nella storia biancoceleste senza nemmeno aver mai indossato quei colori. Con il suo gol alla Juventus nel nubifragio di Perugia, Alessandro Calori regalò alla Lazio il suo secondo scudetto e per ricordare quel momento magico e presentare la prossima sfida di campionato, Daniele Magliocchetti in un articolo sul Messaggero di oggi, gli ha fatto una bella intervista che oltre a riportare nella mente del tifoso laziale momenti bellissimi, ha svelato anche alcuni curiosi retroscena:
Calori ricorda quel 14 maggio del 2000? «E chi lo dimentica? Con un gol sono entrato nella storia del calcio e della Lazio».
Cosa le viene in mente di quell’azione oggi, a distanza di undici anni? «Beh, che la palla me l’ha consegnata involontariamente Conte, l’attuale tecnico della Juve. E la cosa mi fa quasi sorridere».
Ricorda la dinamica? «Nitidamente. Una punizione di Rapajc dal vertice destro, la palla arriva in area, viene ribattuta da uno juventino e finisce sui piedi di Antonio che sbaglia il rinvio o una cosa simile e praticamente me la passio, io tiro al volo e segno. Qualcuno disse che la colpa fu di van Der Sar, ma l’olandese non ci poteva fare nulla. È stato un gran diagonale».
E la sua vita da calciatore quel giorno cambiò un po’ o no? «Direi di si. Mi chiamarono tutti, ma ricordo chiaramente due telefonate. La prima di Simeone, compagno ai tempi del Pisa, che mi disse: grazie Ale ci ha regalato un sogno. La seconda di Sensini, con cui giocai a Udine tanti anni, che mi non stava più nella pelle».
Di quella partita si è detto di tutto. Quella pioggia poi… «La verità è che se fosse stata una gara in mezzo alla stagione, sarebbe stata sospesa senza problemi. Però c’erano state tutte le polemiche del gol annullato a Cannavaro, i tifosi della Lazio che avevano protestato in Federazione. La pressione era alle stelle. E poi c’era l’arbitro Collina che parlava continuamente al telefono e alla fine gli dissero che si doveva tornare in campo».
Calori è un idolo per i laziali, un incubo per gli juventini. «Pensare che la mia fede è juventina, il mio mito era Gaetano Scirea, però quella partita rappresenta una cosa bella del calcio. Per tutti era una partita scontata, invece l’abbiamo vinta noi del Perugia che non avevamo niente da perdere. E poi mi fa piacere che ogni tifoso della Lazio che incontro mi stringa la mano e mi ringrazi. Non ci ho mai giocato ma il biancoceleste mi è entrato nel cuore».
E sabato prossimo ancora Lazio-Juve. «Gran partita, con due belle squadre. sono curioso di vedere chi la spunterà. Conte è stato bravo, ma Klose e Cisse possono fare male a chiunque».
Sembra che le piaccia un po’ di più la Lazio. «Igli Tare, compagno ai tempi del Brescia, è stato bravo e geniale mi dispiace che non gli si riconosca. È un direttore sportivo, che sa fare il suo lavoro. Lui e Lotito hanno portato gente come Diàs, Hernanes, Klose e Cisse. La Lazio è una squadra di spessore»
E chissà che un giorno non tocchi a lei. «Magari. Il mio sogno è poter vincere lo scudetto con una squadra che non è abituata a vincerli ogni anno. E poi qualche piccola credenziale con i colori biancocelesti me la sono guadagnato, no?»

TARE: "Potremmo intervenire sul mercato"


Igli Tare, direttore sportivo della Lazio, ha parlato di mercato, di Dijbril Cisse e della partita di sabato scorso contro il Napoli. Il dirigente è stato intervistato da 'Lazio Style Radio'.

Lazio vigile. Se ci sarà l'opportunità, Claudio Lotito e i suoi torneranno sul mercato per rinforzare la squadra. Il colpo in canna non c'è, la disponibilità sì: "Vediamo - spiega Tare - ma siamo disponibili. Gli acquisti estivi stanno facendo bene, siamo molto soddisfatti della squadra. Se ci saranno delle necessità non ci tireremo indietro, altrimenti andremo avanti così".

Da Mirolsav Klose a Federico Mrchetti, i volti felici dei nuovi acquisti. Un po' più scuro in volto Lorik Cana. Cisse, invece, sembra sull'orlo di una crisi di nervi: l'astinenza da goal gli sta giocando un brutto scherzo. "Dijbril sta attraversando un momento difficile, ma sono sicuro che saprà risollevarsi. E' un grande giocatore, importantissimo per noi. Si sbloccherà presto".

Ultima battutta sul pareggio del San Paolo. Una Lazio arcigna ha fatto muro agli attacchi del Napoli. Poca roba in attacco, ma considerate le tante assenze, va bene così: "L'importante era fare risultato. E lo abbiamo fatto. Abbiamo fatto una gara di sacrificio, non eravamo al meglio ma siamo riusciti a strappare un punto. A Napoli ha perso il Milan, ha pareggiato il Bayern: è difficile uscire indenni da questo campo. Noi ci siamo riusciti. La sida con la Juve? Ci dirà quanto siamo grandi".

NAPOLI-LAZIO 0-0


Per non perdere contatto dalla vetta della classifica il Napoli prova a vincere contro la Lazio per invertire la tendenza che lo vede sempre perdente negli incontri di campionato che precedono le gare di Champions. La compagine romana scende a Napoli da capolista meritatamente in testa alla classifica (ovviamente in attesa dei recuperi) ed ha tutta l’intenzione di rimanerci. I numeri perché sia una grande partita ci sono tutti per questa sfida che si preannuncia molto aperta ed avvincente.

FORMAZIONI – Azzurri partenopei praticamente in formazione tipo: difesa a 3 con Campagnaro e Aronica ai lati di capitan Cannavaro; cerniera di centrocampo a 4 con Maggio e Dossena sulle corsie di spinta e Dzemaili e Inler in mezzo. In avanti i tre tenori, per Mazzarri niente turnover in vista della partita decisiva di Champions contro il City di Mancini. Reja invece deve fare a meno del bomber Klose e dei titolari di difesa Biava e André Dias. Lancia in attacco Sculli a fianco di Cissè supportati dall’estro del profeta Hernanes. A centrocampo confermato il bosniaco Luljc a sinistra e i soliti Brocchi e Ledesma, mentre in difesa i centrali sono Diakite e Stankevicius.

PARTITA – Buon ritmo e pressing alto da entrambe le parti, Napoli e Lazio iniziano la gara con grande agonismo ma senza trovare occasioni da rete. Al 13° grande torsione di Campagnaro su punizione dal limite destro di Lavezzi, ma la sua girata finisce alta di poco sopra la traversa. Al 20' è Inler a provarci con una gran botta da fuori ma che non centra la porta, in questa fase comunque è il Napoli ad avere il pallino del gioco, anche se con una manovra più compassata del solito. Poco prima della mezzora apertura di Inler per Dossena, cross per l'inserimento centrale di Cavani che non arriva sul pallone. Il Matador era pero’ in fuorigioco. Nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo non succede quasi niente, poche fiammate e zero emozioni, sul piano dello spettacolo si è visto davvero poco.

La ripresa si apre con due belle azioni di Lavezzi che dal vertice sinistro dell’area impegna Marchetti, soprattutto nella seconda delle due. Dall’angolo che ne scaturisce la palla arriva proprio al Pocho che a 3 metri dalla linea di porta cerca un improbabile semi rovesciata e spedisce incredibilmente fuori. Un minuto ancora ed è Dzemaili con una punizione a giro a sfiorare il palo alla sinistra di Marchetti. Il Napoli sembra aver messo il turbo e Reja corre ai ripari, fuori Hernanes per Matuzalem e Konko per Scaloni. Al 6' fischiato un fuorigioco inesistente a Maggio che è in posizione regolare nel suo inserimento in area quando serve Cavani che mette dentro a gioco fermo. La moviola confermerà la sensazione, il gol era regolare! Gli uomini di Mazzarri rifiatano dopo la sfuriata dei primi minuti intensissimi e la Lazio trova un break con Cissè che conclude fuori da posizione defilata. La fatica inizia a farsi sentire e le squadre sembrano allungarsi, l'impressione è che il risultato possa sbloccarsi da un momento all'altro, col Napoli che ora aspetta la Lazio nella propria metà campo, pronto a ripartire. Alla mezzora azione stupenda del Napoli, Hamsik lancia Lavezzi che affonda a sinistra e cross, girata al volo di Cavani ma Marchetti ha un riflesso felino e respinge. Al 40' è ancora Cavani a impegnare Marchetti con una palla girata di testa che sembrava più innocua ed invece stava per sorprendere il portiere laziale. In pieno recupero guizzo di Lavezzi che si infila in un retropassaggio laziale e quasi sorprende l’attentissimo Marchetti. All’ultimo soffio è ancora sfida Lavezzi-Marchetti: l’argentino trova un bel tiro angolato da fuori ma a vincere è ancora il numero uno laziale che devia in corner l’ultima occasione della partita.

CHIAVE – L’assenza di Klose costringe la Lazio a giocare diversamente dal solito e senza il punto di riferimento la davanti ne risente tutta la manovra d’attacco. Cosicchè i biancocelesti reduci da quattro vittorie consecutive in trasferta frutto di una manovra corale stavolta quasi fanno da spettatori a un Napoli inconcludente nel primo tempo e arrembante nel secondo.

CHICCA – La stupenda azione corale degli azzurri partenopei alla mezzora della ripresa: Hamsik detta l’affondo al Pocho Lavezzi che da sinistra mette dentro una palla tesa che il Matador Cavani gira al volo verso la rete laziale, Marchetti devia con un bel riflesso. La sfida tra l’estremo laziale e la punta azzurra è il leit motiv della gara, alla fine la spunta il nazionale di Prandelli.

TATTICA – La Lazio parte molto guardinga priva com’è del suo panzer tedesco e dei due centrali titolari di difesa Dias e Biava. Il Napoli ci mette un buon piglio ma è molto confusionario. Spinge come di consueto sulle fasce laterali, soprattutto a destra con Maggio ma non trova occasioni ghiotte in avanti, coi tre tenori piuttosto bloccati nelle posizioni, Hamsik e Cavani spenti e Lavezzi stranamente poco ispirato. A un quarto d’ora dalla fine Mazzarri si gioca anche la carta Pandev e passa a un 4-2-3-1 per provare a vincere la gara. La Lazio prova a chiudere tutti i varchi con un 4-5-1 molto guardingo. Finisce a reti inviolate.

MOVIOLA – Poco lavoro nel primo tempo per l’arbitro Rizzoli. Alla prima entrata dura non esita a mostrare il giallo a Cissé per una entrata da dietro su Cannavaro. A inizio ripresa viene tradito dal guardalinee Nicoletti che segnala un fuorigioco inesistente: Maggio era in posizione regolarissima sul filtrante di Hamsik. Inutile a questo punto il suo assist a Cavani che mette dentro. Errore grave che avrebbe cambiato il corso della partita.

PROMOSSI&BOCCIATI – Meglio le difese dei rispettivi attacchi. Solidi i 3 napoletani che fanno passare un tranquillo sabato sera a De Sanctis. Balla un po’ di più invece la difesa laziale ma tiene tutto sommato bene, e quando non ce la fa c’è super Marchetti a tappare i buchi e a dar loro sicurezza. Molto positivo oltre all’estremo difensore anche Lulic, il bosniaco che arriva dal campionato svizzero corre ed ha talento da vendere. Tra gli azzurri di casa il migliore è sicuramente il Pocho Lavezzi, anche se si divora un occasione colossale è sempre lui a inventare i pericoli. Spento Hamsik, meglio il Matador Cavani ma non è ancora lo spietato uomo gol dello scorso campionato.

sabato 19 novembre 2011

Formazioni di Napoli-Lazio...


Ore 20.45 Napoli e il Napoli dopo 21 giorni di astinenza ritrovano il calcio, la voglia in città è tanta e seppur la testa un pò è già a martedi quando ci sarà la sfida con il Manchester City, sfida chiave per un inpensabile passaggio del turno in Champions League, questa sera al San Paolo in 40000 cercheranno di dare un motivo in più alla squadra per battere la Lazio, 40000 cuori per riabbracciare un vecchio amico Edy Reja rimasto ancora oggi nel cuore dei napoletani. Mazzarri ha intenzione di schierare la formazione base con De Sanctis in porta, la solita linea a 3 composta da Campagnaro, Cannavaro ed Aronica, Maggio e Dossena sulle ali, c'era un ipotesi Zuniga ma il colombiano è out per motivi familiari è stato vittima di un lutto, in mediana accanto ad Inler ci sarà Dzemaili, Mazzarri non rischierà Garagno e rimanderà il suo rientro a martedì, e poi il trio delle meraviglie Hamsik, Lavezzi e Cavani. In Casa Lazio sono molte le assenze e che assenze su tutte quelle di Dias, Klose e Biava, mancheranno anche Mauri, Kozak, Garrido e Bizzarri, Reja schierera i suoi con il solito 4-2-3-1 schierando davanti a Marchetti l'insolita coppia di centrali composta da Diakitè e Stankevicius, accanto a loro Konko e Radu, a fare filtro ed a impostare ci saranno Ledesma e Brocchi, le 3 mezze punte saranno Lulic, Hernanes e Sculli, bestia nera del Napoli, in attacco la punta sarà Cissè, il francese cerca disperatamente un goal che ormai gli manca dalla prima giornata per lui l'arduo compito di non far rimpiangere Klose.
L'arbitro del match sarà Rizzoli, ironia della sorte uno dei guardalinee sarà lo stesso che l'anno scorso non vide un goal di Brocchi !!!

NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Dzemaili, Inler, Dossena; Hamsik, Lavezzi; Cavani. A disposizione: Rosati, Fernandez, Gargano, Zuniga, Mascara, Pandev. All. Mazzarri

LAZIO (4-2-3-1): Marchetti; Konko, Diakité, Stankevicius, Radu; Brocchi, Ledesma; Sculli, Hernanes, Lulic; Cisse. A disposizione: Carrizo, Stendardo, Scaloni, Cana, Matuzalem, Rocchi, Gonzalez. All Reja

ARBITRO: Rizzoli di Bologna.

venerdì 18 novembre 2011

Mancini, investitura per Klose: "E' come me, quando sono arrivato alla Lazio mi davano per finito poi ho vinto tutto"


Dici Roberto Mancini e ai tifosi della Lazio (ma a tutti gli innamorati del calcio), s'illuminano gli occhi. Da quel gol al derby nel novembre 1997, alle reti di tacco al Parma e sempre ai giallorossi. Mancini era un artista del calcio, dipingeva gol fantastici e squarciava le partite con lampi di classe pura, come l'artista che, con una pennellata, rende immortale una tela prima bianca e spenta. Mancini e la Lazio, un binomio di successo. A Roma, il "mancio" , aveva portato non solo la sua classe ma anche la sua mentalità di vincente, di leader. Un apporto carismatico fondamentale per diventare poi quello che la Lazio è stata a cavallo tra la fine del secolo numero venti e l'inzio del successivo. Oggi Mancini fa l'allenatore e la voglia di arrivare al top è sempre la stessa. Guida il City degli sceicchi e sta portando la parte rumorosa di Manchester (citando Ferguson) ai vertici. Biancocelesti e con l'aquila sul petto, sarà un deja vu per il tecnico di Jesi. Una squadra, il City, che è risorta dopo decenni di sofferenze. Un team famoso più per il tifo degli Oasis, che per i risultati sportivi. Da quando è arrivato lo sceicco, però, la musica (appunto) è cambiata e con Mancini la sinfonia è diventata trionfale. FA Cup e qualificazione Champions l'anno scorso, primo posto e vittoria, 1-6, nel derby. Per ora. Mancini se la gode e dalla terra d'albione butta un occhio a Roma, alle vicende di casa Lazio e soprattutto ad un giocatore. "Il caso di Klose è simile al mio. Arrivai alla Lazio a 33 anni e tutti mi davano per finito -ha dichiarato in una intervista rilasciata al Corriere dello Sport a firma Dalla Palma-, comunque in fase calante. Vinsi e vincemmo tutto o quasi. Così anche Klose. Pensavamo tutti fosse in fase di decadenza e invece ha portato gol e mentalità. Può cambiare la Lazio, permettendole di puntare in alto. La Lazio come il napoli è in pole per lo scudetto, la serie A è equilibrita può succedere di tutto". Detto da Mancini, scusate se è poco.

KLOSE out contro il Napoli


L'infotunio di Miroslav Klose, attaccante della Lazio, è più serio del previsto: il tedesco, secondo quanto riferisce Sky Sport24, a meno di miracoli salterà la trasferta di Napoli. Assente anche Andrè Dias, per i biancocelesti è scattata l'emergenza.

Niente Klose, Lazio a Napoli senza il suo bomber. Il tedesco ha preso una botta nell'amichevole della sua nazionale contro l'Olanda, un'ematoma alla tibia lo ho messo fuori causa. Niente di grave, dovrebbe essere a disposizione dalla prossima settimana. Sabato, però, non ci sarà.

Un grattacapo per Reja, Miroslav era in forma strepitosa. Martedì aveva incantato con la Germania: un goal e due assist. In campionato sinora è stato implacabile, quasi tutte le vittorie della Lazio portano il suo nome. Largo, forse, a Tommaso Rocchi, mentre anche Libor Kozak non ci sarà: problema all'adduttore. Non è da escludere la soluzione con Cisse unica punta

Problemi in attacco, la Lazio non sorride nemmeno in difesa. Dias ha provato sino all'ultimo a recuperare, un problema ai gemelli del polpaccio destro, però, ha messo ko anche lui. Rientrerà settimana prossima.

Giuseppe Biava, invece, spera di esserci. Sta recuperando anche lui da un problema muscolare, dovrebbe farcela. Le sue condizioni fisiche, tuttavia, non sono eccellenti. Giocare a mezzo servizio contro Cavani e Lavezzi sarebbe un problema in più.

da Goal

mercoledì 16 novembre 2011

Lazio tedesca: Klose chiama Podolski


Non bastassero Klose e Cissè, la Lazio pensa anche a Lukas Podolski. 26 anni, voglia di stupire lontano da Colonia dopo l'esperienza al Bayern, negli ultimi giorni la stampa tedesca ha parlato tantissimo di questa possibile operazione biancoceleste con un laconico 'Il Re chiama il Principe' della 'Bild' riferito alla spinta che Klose starebbe esercitanto per formare la coppia dell'attacco teutonico anche nella capitale. Ma è operazione possibile? Di certo non impossibile.

Difficile vederlo sotto Reja a gennaio, ma sicuramente partirà in estate: non appaiono proibitivi i costi di tale operazione, ma molto dipenderà dal destino di Zarate, se verrà riscattato o meno dall'Inter. Il Colonia intanto non ne vuole sapere, neanche per giugno: "Ha ancora un anno e mezzo di contratto, quindi rimane. Penso che possa prolungare il contratto con noi" riporta 'Il Corriere dello Sport'.

Spiragli comunque esistono: "Capiamo la sua ambizione di giocare in una buona squadra, ma è quello che vogliamo creare intorno a lui con il tempo. E' il nostro giocatore più prezioso Vorremmo tenerlo a vita al Colonia e faremo di tutto per trovare un’intesa" fanno sapere. Apertura che arriva dal diretto interessato: "Ho sempre tenuto il mio futuro su un binario incerto. Questo perché nel lasso di tempo che mi porterà alla scadenza voglio vedere come si sviluppa il club".

Il ds biancoceleste Tare segue anche Daniel Pranjic del Bayern e Lucas Castro del Racing di Avellaneda, ma sopratutto, Podolski. E a sentire il suo procuratore la speranza sale e sale: "Podolski alla Lazio? Per ora preferisco non commentare, è troppo presto parlare di mercato. A gennaio si vedrà. Ma nel parlarne con lui, il calciatore ha dimostrato interesse".

LIPPI: "Anche la Lazio può lottare per lo scudetto"


A Radio Crc nella trasmissione "Si gonfia la rete" di Raffaele Auriemma è intervenuto Marcello Lippi, ex CT della Nazionale italiana, dal 2004 al 2006 e dal 2008 al 2010, conducendola alla vittoria del titolo di campione del mondo nei Mondiali di Germania 2006.

"Ieri sera non ho visto Italia-Uruguay perché ero in aereo in ritorno dagli Emirati Arabi. La sconfitta di ieri però va inserita in un contesto di un'annata molto positiva dove l'Italia è cresciuta e ha trovato un suo equilibrio. La squadra dà l'idea di essere compatta, ha voglia di partecipare e di esserci. C'è un bello spirito in questa Italia".

"L'abbondanza degli attaccanti? Nel calcio si va a periodi. Ci sono momenti in cui ci sono molti centrocampisti, molti difensori o molti portieri. L'importante è che Cesare Prandelli sia riuscito a creare un rinnovamento che era necessario. È stato bravo a riportare subito entusiasmo in una squadra che dà l'impressione di essere competitiva. Mi sembra di rivedere il mio gruppo prima di Germania 2006, speriamo sia di buon auspicio".

"Dopo la sosta, un Napoli rigenerato? La rigenerazione deve avvenire all'interno del gruppo, che deve rendersi conto che quello per il quale ha lottato negli anni passati per crescere, per diventare importante e per disputare campionati di grande livello, porta ad aver molti impegni che vanno gestiti e affrontati nel modo migliore. Al Napoli sono arrivati dei risultati eccezionali ad inizio campionato, basti pensare alle partite contro Milan, Inter ed alle bellissime partite di Champions League che hanno fatto pensare che fosse tutto semplice. Non è così perché è sempre più complicato essere competitivi sempre e comunque perché prima o dopo le partite di Champions bisogna affrontare delle squadre in campionato che pure essendo ultime in classifica, sono comunque difficili da affrontare. Ci vuole una certa abitudine a giocare ogni tre giorni, che pian piano il Napoli acquisirà. Credo che la cosa più importate sia riuscire a vincere qualcosa, puntando ad ogni competizione. L'unico modo per provare a vincere è provare a vincere tutto perché se disgraziatamente si fa una scelta e in quella competizione qualcosa va storto per infortuni o quant'altro, poi si è fuori da tutto.

Il Napoli ha tutto il tempo per recuperare in campionato anche perché lo stesso ha aspettato il Milan che è rientrato, e potrebbe aspettare ancora l'Inter. Ogni campionato è vinto da una sola squadra ma l'importante è avere un gruppo in forma e competitivo che rientri sempre nei primi quattro posti. In questa stagione al vertice ci saranno certamente il Milan, l'Inter, la Juventus e il Napoli. Il Milan resta favorita al titolo perché viene da un campionato già vinto e perchè ha recuperato calciatori importanti. Poi ci sono Napoli, Juventus e magari l'Inter che tornerà alle posizioni di vertice. Infine c'è la Roma e la Lazio, che è una squadra che a me piace tanto, e l'Udinese".

"Il ricorso al Tar della Juve? Parlo solo di calcio... "

"Se sono in cerca di una Nazionale da guidare?Vado in giro per il mondo per viaggiare e per rendermi conto delle varie situazioni perché ho tempo per farlo. Non vado in cerca di una Nazionale, se mi volessero, sanno dove sono. Certo è che se potessi scegliere, preferirei allenare una Nazionale".

martedì 15 novembre 2011

Zoff: "Prevedo un pareggio spettacolare..."


Nel Napoli ha giocato, e nel giorno del suo esordio al San Paolo, i tifosi partenopei gli dedicarono uno striscione lungo quanto tutta la curva. Nella Lazio non ha giocato, ma è comunque entrato nella storia, visto che ha avuto la possibilità di vivere la lazialità sia da presidente che da allenatore. Dino Zoff è un mostro sacro del calcio italiano e mondiale e in qualità di doppio ex dell’incontro che si terrà domenica a Napoli è stato intervistato da Gabriele De Bari, come riporta un articolo del Messaggero a sua firma.

Che Lazio si aspetta di vedere sabato sera?
«Ormai, quella del San Paolo, è diventata una sfida di vertice, fra due formazioni di assoluto livello. Per i biancocelesti si tratterà di un test probante perciò mi attendo un segnale di forza importante dai biancocelesti».
Perché il Napoli ha fatto meglio in Europa rispetto al campionato?
«Credo abbia pagato non la fatica, ma qualcosa a livello di tensioni, di maggiori responsabilità. Mazzarri deve recuperare
qualche punto, ma dispone di una squadra valida e organizzata, come testimoniano i risultati ottenuti nel difficile girone di Champions League».
Come qualità preferisce la Lazio o il Napoli?
«Sono squadre diverse, con grandi potenzialità, che resteranno fino alla fine nelle posizioni di vertice».
Entri nel dettaglio delle differenze.
«La compagine di Reja è più compatta, solida e punta molto sull’equilibrio fra i reparti. Quella di Mazzarri è più veloce, imprevedibile, micidiale nelle ripartenze».
A livello tattico cosa dovrà fare la Lazio per vincere?
«Prima di tutto non concedere spazi, soprattutto a Lavezzi. Poi dovrà impostare una partita di personalità e intensità, non pensando troppo a difendersi e andando ad attaccare gli avversari. E sperare che non manchi Dias».
A parte la rapidità di Lavezzi, quali saranno le maggiori insidie per i biancocelesti?
«La forza tecnica del Napoli che, in particolare, si manifesta nelle partite casalinghe. Basta ricordare la vittoria sul Milan e le buone prove europee. Un fattore di rilievo l’avrà anche la spinta del pubblico, inoltre bisognerà fare i conti con la
voglia di Cavani di tornare al gol davanti alla sua gente».
E i partenopei cosa dovranno temere della Lazio?
«La struttura complessiva, la solidità del centrocampo, la rabbia di un gruppo che vuol continuare a stupire, la classe di Klose, la potenza e la rabbia di Cisse».
Lazio in testa alla classifica: durerà?
«Di certo la posizione attuale è meritata. La squadra era forte e ha effettuato degli inserimenti importanti, che hanno fatto
lievitare il tasso tecnico e la personalità. Rimanere in testa non sarà semplice, ma la Lazio resterà comunque nelle posizioni di vertice».
Pensa che confermerà il piazzamento dello scorso anno?
«Credo possa addirittura migliorarlo, entrando in Champions League. E’ completa in tutti i reparti e ormai gioca a
memoria, con grande unità d’intenti».
La Lazio, lanciata in campionato, stenta in Europa.
«Vedrete che, dopo l’avvio incerto, saprà comunque qualificarsi».
Stupito dal rendimento di Klose?
«No, perché la sua storia internazionale è ricca di numeri importanti. Nella Lazio ha confermato di essere un campione».
Se dovesse dare un consiglio al tedesco?
«Gli direi di pensare di più al gol e di stancarsi meno nelle rincorse agli avversari. La sua classe e le sue energie servono
soprattutto in area, dove è bravo come pochi».
Da grande ex portiere, come giudica Marchetti?
«Il ragazzo ha pagato la sosta di un anno a Cagliari, del resto non era facile imporsi subito in una formazione importante come la Lazio. Ma ha qualità di primo livello, sta diventando un punto di forza e penso che saprà riprendersi il posto che aveva in Nazionale».
Quando si sbloccherà Cisse?
«Anche il curriculum del francese è composto da numeri interessanti. Ha corsa, potenza, personalità e ha giocato in club di primo piano. Presto tornerà anche a fare gol, magari proprio sabato a Napoli».
Come valuta il lavoro del corregionale Edy Reja?
«Sta facendo molto bene: ha idee chiare, conosce il gruppo, i ragazzi lo seguono e i risultati gli danno ragione».
Come finirà il big match del San Paolo?
«Con un pareggio, dopo una sfida all’insegna dello spettacolo».

La lazio siamo noi

Calciopoli: niente cariche sportive per Lotito


E' arrivata nella serata di ieri la sentenza di primo grado su Calciopoli. I giudici hanno confermato l'esistenza di una piccola cupola che ha governato il calcio italiano, alla base della quale c'era Luciano Moggi, condannato a 5 anni e 4 mesi di pena.

I giudici però non hanno accolto le richieste dei Pm relativamente ai temi delle 'schede svizzere' e delle designazioni fraudolente e delle ammonizio pro-Juve. Poco peso è invece stato dato alla «scoperta» delle telefonate «dimenticate», quelle dell'Inter e delle squadre non coinvolte nei processi sportivi.

Solamente per l'ex-direttore sportivo bianconero si è parlato di associazione a delinquere. Hanno 'partecipato' a questa associazione Paolo Bergamo (3 anni e 8 mesi), Innocenzo Mazzini (2 anni e 2 mesi), Pier Luigi Pairetto (1 anno e 11 mesi, lo «sconto» più forte rispetto a quanto chiedeva l'accusa, 4 anni e 6 mesi) e Massimo De Santis (1 anno e 11 mesi).

Con il passaggio in giudicato della sentenza saranno applicate le pene accessorie: Moggi è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici ed ha anche una sorta di DASPO, il divieto di frequentare eventi sportivi. Questi divieti valgono anche per gli altri condannati.

Tra di loro ci sono anche Andrea e Diego Della Valle (e Mencucci) ed il presidente della Lazio Claudio Lotito, rei di aver contribuito ai salvataggi di Fiorentina e Lazio (le partite incriminate sono Chievo-Fiorentina 1-2, Chievo-Lazio 0-1, Lazio-Parma 2-0 e il famoso Lecce-Parma 3-3). Condannato a un anno e sei mesi anche il patron della Reggina Lillo Foti. Assolti invece Mariano Fabiani e Maria Grazia Fazi, che i pm vedevano come parte integrante dell'associazione. Nessuna responsabilità è stata attribuita invece alla Juventus.

Per loro, secondo quanto affermato anche dall'avvocato Mattia Grassani, ci sarà d'ora in poi l'impossibilità di rappresentare le loro società in ambito sportivo: "Le condanne non avranno effetto sin quando la sentenza non passerà in giudicato. E comunque queste pene detentive non porteranno mai i soggetti in carcere. I dirigenti condannati sono però sospesi con effetto immediato dalle loro cariche sportive".

Ragione per cui Claudio Lotito dovrà lasciare il Consiglio federale, la presidenza della Lazio e non potrà partecipare a riunioni in Lega; Andrea Della Valle e Sandro Mencucci dovranno lasciare le loro cariche nella Fiorentina e non potranno partecipare a riunioni in Lega (Diego Della Valle già non ricopriva cariche direttive).

Tegola MAURI: la Lazio sul mercato!


Prima in classifica a pari merito con l'Udinese, la Lazio si sta confermando anche in questa stagione una delle più belle realtà del campionato. La squadra biancoceleste sembra pronta ad una stagione da vertice, affinchè questo accada però, sarà necessario ricorrere anche al mercato.

I recenti infortuni che si sono abbattuti sulla rosa, quello di Mauri su tutti visto che sarà out fino a marzo, hanno spesso costretto Reja a ricorrere a soluzioni di emergenza, per questo motivo si cercherà di rinfoltire soprattutto la zona mediana. Tanti i nomi che stanno circolando i questi giorni, sui quali spicca quello di Pranjic. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport infatti, sarebbe proprio il centrocampista del Bayern l'obiettivo principale del club capitolino. Il 30enne giocatore croato, sta trovando pochissimo spazio in Baviera, a fine stagione gli scade il contratto e può risultare un acquisto di qualità e allo stesso tempo low cost in vista di gennaio.

Più complicato sarebbe arrivare a Nainggolan, la bottega del Cagliari è di quelle costose, il giocatore viene valutato già oltre i 10milioni di euro e su di lui è forte l'interesse di grandi club come il Manchester City. In Croazia invece piace Milan Badelj, 23enne centrocampista croato della Dinamo Zagabria che costa sui 7milioni.

Non è poi da trascurare la pista che porta a Parolo, un vecchio pallino dalle parti di Formello. Reduce da una stagione entusiasmante, il centrocampista sta vivendo un'annata durissima inghiottito dai problemi del suo Cesena, prenderlo non sarà facile, magari inserire Kozak nella trattativa potrebbe rendere le cose più semplici.

giovedì 10 novembre 2011

Faccioli: "Ederson alla Lazio?..la trattativa non è conclusa"


Marino Faccioli, ds del Lione, intervistato da La Lazio Siamo Noi, conferma che l’affare tra la Lazio e la squadra francese per Ederson non è ancora concluso: “Ederson ha firmato per la Lazio? No assolutamente. Il brasiliano ha trovato l’accordo con il club italiano, questo forse e so che Caliendo ha parlato di trattativa vicina alla conclusione, ma da qui a dire che è conclusa ce ne passa. Manca un tassello importante ossia l’accordo fra noi e la Lazio. Il prestito? Una formula che possiamo prendere in considerazione, ma non gratuito, la Lazio deve pagare. Dobbiamo trovare un’intesa. Ho sentito ribalzare cifre dall’Italia che ipotizzano un costo totale a giugno dell’operazione intorno ai sette o otto milioni, ma queste sono tutte notizie false. Noi per Ederson chiediamo almeno 12 milioni di euro. Per adesso abbiamo spedito alla Lazio le condizioni del prestito e aspettiamo una risposta entro oggi. Aspettiamo la Lazio fino a stasera…”

calcionews24.it

Menezes lancia Hernanes: "Giocherà da rifinitore"


Finalmente una chance, Menezes si sta convincendo. Hernanes, molto probabilmente, partirà titolare nel match che il Brasile giocherà, stasera, contro il Gabon a Libreville. Il commissario tecnico verdeoro ha scoperto le carte e ha ammesso che il Profeta potrebbe partire nel blocco dei titolare. La novità è importante, l’opinione pubblica brasiliana aveva spinto per questa soluzione. Menezes sta pensando, inoltre, di posizionare Hernanes non da centrale di centrocampo o come dicono in Sud America da volante, bensì in posizione più avanzata. “Quando ho convocato Hernanes le prime volte, l’ho sempre fatto giocare da volante. Penso di dover rivalutare la sua posizione, nella Lazio sta giocando benissimo in posizione più offensiva. Vorrei schierarlo come rifinitore, sa giocare la palla con grande qualità”. E’ l’occasione che il Profeta aspettava e per cui ha lavorato. Dopo la convocazione di ottobre ha giocato da protagonista il derby, Reja spera faccia altrettanto a Napoli. Ma si sa che per i brasiliano, il sorriso e l’entusiasmo sono le migliori medicine contro la stanchezza.

La lazio siamo noi

martedì 8 novembre 2011

Reja: "La squadra è solida"


ROMA – Reja primo in classifica a 66 anni, sta vivendo una seconda giovinezza nella Lazio. Non era mai successo in serie A, nessun allenatore aveva conquistato la vetta alla sua età, non ci è riuscito neppure Giovanni Trapattoni. Certo, siamo ancora all’inizio, ma intanto Edy può godersi questo momento magico. C’è di più, nei maggiori campionati europei (Premier League, Liga, Ligue 1 e Bundesliga) ci sono soltanto due tecnici saggi in cima alle classifiche, stanno resistendo al cambio generazionale. Uno è Reja, l’altro è Jupp Heynckes, il tecnico del Bayern Monaco. Entrambi sono classe 1945, il tedesco è nato il 9 maggio, Reja è del 10 ottobre.

FEBBRE – Febbre alta, febbre Lazio. Reja è a letto con l’influenza, ma il primo posto lo fa stare bene: «Sto benissimo per l’alta classifica, un po’ meno di salute a causa di un forte raffreddore. Per fortuna c’è la sosta, posso riposare qualche giorno». Comanda Reja a braccetto con Guidolin, due allenatori-ciclisti, due scalatori di montagna, due che non hanno intenzione di farsi tirare giù: «Sono contento per i tifosi, alla ripresa affronteremo Napoli e Juventus, saranno due scontri diretti per l’alta classifica», ha avvertito ieri il tecnico biancoceleste. Reja sta lanciando la sua grande sfida: «Il Parma ci chiudeva gli spazi ma questa Lazio è talmente esperta e matura, è talmente consapevole dei propri limiti e delle proprie qualità che riesce a raggiungere comunque i suoi obiettivi».

LA SOLIDITA’ – La Lazio se la gode, guarda tutti dall’alto grazie ai colpi di Klose, grazie ad una difesa di ferro: «Klose ha fatto un colpo straordinario, si è inventato un gol. In difesa stiamo facendo bene con Dias, Diakitè e Radu. Il romeno potrebbe fare ancora meglio in fase offensiva se fosse meno apprensivo. Konko sta giocando con grande dinamismo nelle due fasi, quattro uomini così ti danno sicurezza. L’avevo detto nei giorni scorsi, se hai garanzie difensive hai più probabilità di vincere. Se invece balli in difesa diventa difficile rimontare soprattutto nei momenti poco brillanti». Reja si riposa e insieme a lui lo faranno i suoi uomini, la sosta permetterà al tecnico di recuperare gli infortunati Matuzalem e Biava: «Abbiamo alcuni nazionali impegnati all’estero, per fortuna solo Lulic dovrà affrontare uno spareggio importante contro il Portogallo. Klose farà due amichevoli, spero giochi soltanto la prima, ha speso molto (il tecnico ha parlato nel pomeriggio, in serata si è saputo che Klose giocherà la seconda gara)». Reja ha analizzato a mente fredda la partita con il Parma: «I giocatori avevano il timore di non arrivare sino in fondo per le fatiche, nel secondo tempo siamo stati bravi a proporre qualche progressione in più. Sono contento per Sculli, il gol lo caricherà anche per il campionato».

ROCCHI – E’ festa in casa Lazio, è festa in casa Rocchi. Il capitano domenica si è goduto l’abbraccio dell’Olimpico per i suoi 100 gol: «Volevo ringraziare tutti i tifosi per l’affetto e l’accoglienza che ho ricevuto». Alla festa si è unito anche Mauri, è a Monaco di Baviera, è stato operato, lavora per tornare: «Vedere la Lazio in testa alla classifica mi fa tornare il sorriso».

Rassegna stampa a cura di Lazialità tratta da il Corriere dello Sport

ZARATE: "L'addio alla Lazio?..Colpa di Reja"


Mauro Zarate e l'Inter, una storia promettente, ma che deve ancora decollare. L'attaccante argentino, intervistato dal quotidiano Olè, ha raccontato le sue impressioni sulla nuova avventura nerazzurra: "Milano è una bella città, sono molto contento. I tifosi mi salutano per strada anche se aspettiamo di cominciare una striscia di vittorie che ci avvicini alla testa della classifica".

In estate molto ha fatto discutere quella clausola-assist inserita nel suo contratto. Una clausola rivelatasi utile, stando alle sue parole: "A me piace dribblare e fare la differenza con la palla fra i piedi. Mi costa un po' passarla ma mi è sembrato intelligente quello che hanno fatto i dirigenti, ora ho più voglia di passare la palla".

Non è mancato il tema del passato biancoceleste nella conversazione. "La stampa romana è più a favore della Roma e tratta sempre male i giocatori della Lazio", è il suo j'accuse. A Roma, dice, "non ho mai avuto problemi, posso essermi arrabbiato per qualche esclusione ma succede a tutti. In realtà, l'unico con cui ho avuto dei problemi è stato Reja: dissi chiaramente al presidente che non volevo essere allenato da lui".

Idee chiarissime, poi, sul tema Nazionale. Zarate, in possesso del passaporto italiano, potrebbe anche essere convocato da Prandelli. "Sogno una chiamata in nazionale, spero di far bene all'Inter ed essere convocato. Se mi convocasse Prandelli? Direi di no, non potrei mai giocare per un altro Paese, nemmeno ci penso. Sono argentino e il mio sogno è difendere i colori del mio Paese, che sia chiaro".

Anche sul futuro, il programma è ben delineato: "Tra quattro anni voglio tornare a giocare per il Velez, gratis. Sarà il mio modo di restituire al club tutto quello che ha fatto per me e per la mia famiglia".

LAZIO-PARMA 1-0


La Lazio vola in testa alla classifica assieme all'Udinese. L’1-0 finale è figlio di una giocata personale di Klose e dell’opportunismo di Kozak e Sculli, che dimostrano al loro allenatore il loro potenziale come alternative in attacco.

FORMAZIONI – Reja schiera il suo ormai consolidato 4-3-1-2 con Hernanes vertice alto del rombo del centrocampo composto dai soliti noti: Brocchi, Ledesma e Lulic. Il brasiliano è l’incaricato di fare da guastafeste tra le linee per rifornire il duo d’attacco Klose – Cissé. In difesa Diakitè sostituisce l’indisponibile Biava.

Colomba risponde attrezzando un 4-4-2 nel quale il solo Giovinco è libero di spaziare in attacco per coadiuvare il centravanti Pellè che prende il posto di Floccari. La fascia destra con Zaccardo–Biabiany e la sinistra con Gobbi–Modesto assicurano copertura e spinta, mentre in mezzo al campo Galloppa e Morrone sono chiamati a fare filtro.

PARTITA – Il Parma, senza timori reverenziali, gioca sbarazzino spingendo subito sulll’acceleratore e dopo soli 30 secondi Diakitè deve allontanare un pallone pericoloso messo in mezzo da Morrone dopo un’uscita poco sicura di Marchetti. Pellè è chiamato spesso a fare l’elastico ed a creare spazio per gli inserimenti da dietro. Gli ospiti fanno la partita e la Lazio si fa vedere solo intorno al 20’ con un colpo di testa di Cissé che mette a lato un corner di Hernanes dalla destra. Da lì i ragazzi di Reja si scuotono e Konko spreca mettendo in mezzo un pallone che non è né carne né pesce per Cissè, che nemmeno ci crede troppo. Sempre Hernanes scalda Mirante che si oppone a una punizione dal limite e, sul corner susseguente, Lulic colpisce la traversa.

Gli uomini di Colomba si affidano alle iniziative di Giovinco che al 37’ innesca alla grande Pellè, il quale, però, perde l’attimo e si lascia sopraffare dal ritorno dell’ottimo Diakitè. La Lazio è disordinata e Cissé è costretto a girare al largo per dare maggior spazio a Klose in area, ma il francese appare svogliato e poco efficace. Il primo tempo però vede il Parma pareggiare il conto dei legni: su un corner di Giovinco è Biabiany a svettare e colpire la traversa a Marchetti battuto. Nessuna delle due squadre trova il bandolo della matassa e gli attacchi sono costituti da semplici scaramucce in alternanza, che portano i giocatori al riposo sullo 0-0.

La ripresa vede Reja puntare su un attaccante duttile come Sculli al posto di un grigio Lulic. Colomba risponde sorprendendo tutti inserendo Valiani per Giovinco, puntando dunque su un centrocampo a cinque. Il Parma punta più sull’ordine tattico che sulla fantasia e si rende protagonista di buoni acuti, soprattutto sulla fascia destra, dove il neo entrato Valiani e Biabiany combinano bene tra loro, senza però creare a Marchetti problemi seri. La Lazio non ha idee nonostante il cambio di modulo che vede Sculli e Cissé larghi sulle fasce. E’ proprio il francese l’arma principale dei padroni di casa: le sue scorribande sulla destra creano grattacapi a Gobbi ma non vengono finalizzati da un Klose poco ispirato.

Su uno dei tanti cross dalla sinistra effettuati da Modesto, sporcato dalla difesa laziale, Zaccardo spara in curva dopo essersi ritrovato il pallone tra i piedi a due passi da Marchetti, seppur in posizione defilata. Ad un quarto d’ora dalla fine Reja decide di cambiare nuovamente modulo: passa al 4-4-2 dando spazio a Gonzalez per Hernanes, mentre tra i gialloblù Blasi entre per Galloppa con lo scopo di dare maggior copertura in mediana. L’ingresso di Kozak per Cissè è intenzionato a dare maggiore incisività in area e la mossa da i frutti sperati: Klose, finora in ombra, taglia in due la difesa con un’azione personale e mette un pallone preciso per l’attaccante ceco che a botta sicura vede Zaccardo sostituirsi a Mirante salvando sulla linea, ma sulla ribattuta Sculli è il più lesto ed appoggia comodamente facendo esplodere l’Olimpico.

Il Parma non ha né l’energia né le idee per reagire e non crea problemi ai padroni di casa, i quali amministrano il gioco e si rendono nuovamente pericolosi con un’incursione di Brocchi, tra i più attivi in campo, e una conclusione da fuori di Gonzalez. Gli ospiti ci provano all’ultimo con una sortita disperata di Biabiany ma Diakité dimostra di essere in stato di grazia ed evita spiacevoli sorprese ai suoi. I biancocelesti portano a casa tre punti dopo un’incontro deciso da un episodio e si portano in testa alla classifica, a braccetto con l’Udinese.

CHIAVE – Kozak e Sculli, entrati dalla panchina, scrivono a quattro mani la sinfonia della vittoria, con l’aiuto del paroliere Klose che li ispira. Le sostituzioni danno ragione a Reja, che oggi non ha trovato in Hernanes la scintilla decisiva e si è, dunque, affidato al doppio centravanti per scardinare l’ostica difesa parmense.

CHICCA – Diakitè, rispolverato per l’assenza di Biava, non commette sbavature in difesa ed annulla Pellè, sia nelle azioni palla al piede sia sui colpi di testa. Il francese dà segnali positivi a Reja, che può contare su di lui.

TATTICA – Hernanes è costretto fin da subito ad arretrare molto per orchestrare le azioni offensive, a causa dell’ottima copertura di Galloppa e Morrone in mediana, che non gli permettono di ricevere palla tra le linee. Il Parma si copre bene e riparte in scioltezza ma Pellè non riesce a pungere in area e fa rimpiangere Floccari. Giovinco si distingue per i suoi soliti spunti nel primo tempo, ma viene sostituito ad inizio primo tempo ed il Parma perde vivacità ed imprevedibilità in attacco, basandosi sulla superiorità a centrocampo, che tuttavia sfocia in una sterilità globale al momento di attaccare.

La Lazio trova la via del goal a 7 minuti dal novantesimo, quando cambia modulo e punta sull’offensiva diretta in piena area. Il modulo laziale cambia dal 4-3-1-2 al 4-4-2 e sortisce gli effetti sperati.

MOVIOLA – Il pubblico dell’Olimpico protesta a gran voce per la mancata ammonizione di Pellè dopo uno sgambetto da tergo ai danni di Ledesma. Per il resto il signor De Marco gestisce una partita non cattiva e poco polemica.

PROMOSSI & BOCCIATI – Konko è tra i più attivi e presidia bene l’out destro in entrambe le fasi e Diakité si erge come una roccia a difesa della porta di Marchetti. Klose, dopo 80 minuti impalpabili, dimostra le sue qualità creando dal nulla il gol decisivo: un campione si vede anche da questo. Pellè si limita a fare da sponda per gli inserimenti dei centrocampisti, ma sparisce quando c’è da incidere, mentre Paletta e Lucarelli si lasciano travolgere da Klose nell’occasione del goal.

domenica 6 novembre 2011

Formazioni Lazio-Parma: Rocchi out, Diakitè in difesa


ROMA – La Lazio, sorpresa delle prime giornate del campionato di Serie A, si prepara ad affrontare la difficile partita dello stadio Olimpico contro il Parma. Eddy Reja perde Rocchi che, nella partita di Europa League contro lo Zurigo, ha rimediato una distorsione alla caviglia sinistra. Fuori per infortunio anche Biava, Matuzalem e Mauri. Recupera dallo stiramento al polpaccio l’uruguayano Gonzalez, il centrocampista partirà dalla panchina nella formazione Lazio. In difesa Diakitè prenderà il posto di Biava, a centrocampo confermato Lulic.

Reja è costretto a fare scelte quasi obbligate e nella linea arretrata a quattro schiera Radu a sinistra, Dias e Diakitè al centro, Konko a destra. Centrocampo a tre con Ledesma, Brocchi e Lulic. Attacco al completo con Hernanes dietro Cissè e Klose. Nella formazione Parma Colomba deve fare a meno di Jadid e Floccari ed ha un unico dubbio a centrocampo. Ballottaggio Biabiany-Valiani sulla fascia destra, al centro agiranno Galloppa e Morrone, in avanti con Giovinco c’è Pellè. Ecco le probabili formazioni Lazio-Parma, partita dell’11a giornata del campionato di Serie A in programma oggi pomeriggio alle 15.00:

LAZIO-PARMA
Lazio (4-3-1-2): Marchetti; Konko, Diakité, Dias, Radu; Brocchi, Ledesma, Lulic; Hernanes; Klose, Cisse A disp.: Bizzarri, Stankevicius, Gonzalez, Cana, Sculli, Rocchi, Kozak. All.: Reja
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Matuzalem, Mauri, Biava

Parma (4-4-1-1): Mirante; Zaccardo, A.Lucarelli, Paletta, Gobbi; Biabiany, Morrone, Galloppa, Modesto; Giovinco; Pellè A disp.: Pavarini, Feltscher, Blasi, Santacroce, Valiani, Valdes, Crespo. All.: Colomba
Squalificati:nessuno
Indisponibili: Floccari, Jadid

di Luigi Rossano

sabato 5 novembre 2011

GONZALEZ scalpita: "Spero di esserci contro il Parma... Klose è un fenomeno, ci sta trascinando"


Oscar Tabarez non può farne a meno e lo convoca nonostante lo stop di queste ultime settimane. Alvaro Gonzalez si unirà alla Celeste lunedì e venerdì sarà a disposizione per la gara contro il Cile in programma a Montevideo. Il “Tata” sta migliorando, è probabile che possa essere a disposizione già domani contro il Parma, difficile, se non impossibile, un suo utilizzo dal primo minuto, ma lui spera: “Mi sto allenando bene già da qualche giorno. Non ero pronto giovedì, ma lo sarò per domenica”, ha dichiarato alla stampa uruguaiana. Il polpaccio lo ha tradito a Zurigo, stava rendendo bene, Reja lo considerava, e lo considera ancora, un punto fermo del rombo di centrocampo. Ora Gonzalez vuole ripartire, ricominciare a correre e sudare per le maglie che ama: Lazio e Nazionale. Subito dopo la gara di campionato, volerà a Montevideo dove si aggregherà alla Celeste: “Sono felice di tornare in Nazionale, voglio essere utile alla squadra, non vi dovete preoccupare per gli infortuni”, ha dichiarato sorridendo il centrocampista laziale. Tabarez stravede per lui che abbina intelligenza tattica e capacità di sacrificarsi. “In Uruguay ci sono tanti giocatori bravi, il nostro è un gruppo forte. Il mister deve sapere che può contare su di noi, dobbiamo fare di tutto per meritare la sua fiducia”. Dopo il match contro il Cile di venerdì 11, l’Uruguay arriverà a Roma per affrontare l’Italia, martedì 15 all’Olimpico, in amichevole. Un’emozione particolare per il “Tata” che giocherà nel suo stadio, con la maglia della sua Nazionale. “Sono felicissimo, mi verranno a vedere anche alcuni amici”. L’ultima battuta, però, non può che essere per la Lazio. Con i biancocelesti, Gonzalez, si sta imponendo. Grazie al suo lavoro e alle sue prestazioni, ha riconquistato l’Uruguay dopo essere stato escluso dai convocati per il Mondiale 2010. La Lazio vola e Gonzalez scalpita. Con gli assist di Cisse, i gol di Klose e con gregari di lusso come il numero 15 di Reja, si può pensare in grande. L’ex Boca Juniors esalta, in particolare, un compagno. “Klose è un fenomeno, dentro e fuori dal campo. E’ esemplare nel modo in cui si rapporta al gruppo e i suoi gol ci stanno portando in alto”. E’ una Lazio che trae linfa vitale dai gol di Miro e dagli assist di Cisse, ma anche da chi, questi campioni, li supporta e li sorregge. Ecco perché Reja non vede l’ora di poter riabbracciare Gonzalez.

La Lazio siamo noi

giovedì 3 novembre 2011

LAZIO-ZURIGO 1-0


La squadra di Reja, meno in palla del solito, trova la prima vittoria nel girone grazie ad un goal di Brocchi al 62’.

FORMAZIONI - Reja si affida ad un 4-4-2, facendo riposare alcuni giocatori, ma non molti. La difesa vede tre quarti degli uomini impegnati a Cagliari, con Zauri, al posto di Konko. A centrocampo Cana e Ledesma formano la coppia centrale, con Sculli e Lulic sugli esterni. In avanti Rocchi affianca Klose. Lo schema di Fischer rispecchia quello laziale. A differenza della partita di 15 giorni fa c’è Leoni a difendere i pali, ci sono Mehemedi e Zouaghi a centrocampo e Chikhaoui affianca Alphonse in attacco.

PARTITA - La Lazio comincia disattenta in difesa e deve ringraziare Marchetti per un gran salvataggio iniziale. Gli uomini di Reja si riassestano dietro e cercano di rispondere con due conclusioni, rispettivamente di Sculli e Lulic. Lo Zurigo gioca a viso aperto e Fischer,vedendo i suoi in difficoltà, cambia il modulo, sfruttando molto le fasce e mettendo più volte in difficoltà la retroguardia laziale. I biancoazzurri ci mettono più di mezzora per rifarsi vedere in avanti prima con Klose e poi con Lulic, un gran tiro da fuori respinto in angolo. La prima frazione si chiude con la Lazio in avanti, protagonista Klose con un’accelerazione impressionante, con la quale passa il diretto avversario, entra in area ma è anticipato al momento di concludere.

Ripresa: Reja cerca di cambiare la squadra inserendo nell’intervallo Cisse e Brocchi al posto di Klose e Lulic. I frutti si vedono da subito, non a livello di conclusioni, ma per come la Lazio occupa il campo. La svolta, comunque, arriva al 62’ quando Brocchi, complice una deviazione decisiva di Teixeira, porta in vantaggio i padroni di casa con un bel tiro da fuori. La partita, grazie al goal, diventa molto avvincente con continui capovolgimenti di fronte. Le squadre, complice la stanchezza, cominciano ad allungarsi e a trarne più vantaggi è proprio la Lazio che sfiora più volte il raddoppio con Cisse e Rocchi. Reja inserisce Konko al posto di Zauri per puntellare la difesa. La Lazio arriva al fischio finale senza rischiare troppo, con l’unico rammarico che avrebbe potuto chiudere prima il risultato.

CHIAVE - Il cambio di modulo voluto da Reja giova alla Lazio ed è proprio uno degli uomini inseriti dal tecnico friulano, Brocchi, a sbloccare il risultato con un gran tiro da fuori dove però è decisiva una deviazione per mettere fuori causa Leoni.

CHICCA - La giocata di Klose a fine primo tempo, dimostra che l’attaccante tedesco è in splendida forma. In due metri brucia il diretto avversario e si presenta a tu per tu con Leoni, peccato che non riesca a concludere in porta per la chiusura della difesa svizzera.

TATTICA - E’ bravo Fischer quando, nel primo tempo, capisce che gli uomini di Reja stanno meglio in campo e cambia modulo di gioco in corsa. Lo Zurigo si schiera con un 4-3-1-2; con Mehemedi che ha la possibilità di svariare sulla trequarti e gli esterni molto larghi sulle fasce. Ad inizio ripresa risponde Reja schierando tre punte (Sculli, Rocchi e Cisse) per aumentare il peso offensivo della squadra.

MOVIOLA - L’arbitro Koukoulakis conduce in maniera ottimale una partita mai cattiva e senza spunti di discussione.

PROMOSSI&BOCCIATI - Nota di merito sicuramente per Marchetti. Il portiere della Lazio ha superato l’embasse iniziale dovuta all’assenza dai campi dello scorso anno. Marchetti è decisivo in avvio di partita con un intervento in tuffo a mano aperta e coraggioso nella ripresa in un uscita bassa su Alphonse lanciato a rete. Ancora più coraggioso quando, sempre in uscita bassa, si prende una scarpata in pieno viso. Ottima prestazione, finalmente, anche per Cana. Il mediano è meno irruento del solito, anche se non riesce ad evitare il giallo, ma è sempre puntuale nelle chiusure e nel far ripartire l’azione.

Probabili formazioni per Lazio-Zurigo



Il tecnico Reja è stato chiaro: Lazio-Zurigo, match di questa sera valido per l'Europa League, deve terminare con il segno "1". Davanti, tra i biancocelesti, spazio al "centenario" Rocchi che farà coppia con il sempre prolifico Klose.

Squadre in campo alle 19 agli ordini dell'arbitro greco Michael Koukoulakis.

Lazio (4-4-2): Marchetti; Zauri, Diakite, Dias, Radu; Lulic, Cana, Ledesma, Sculli; Klose, Rocchi. All: Reja.

Zurigo (4-4-2): Leoni; P. Koch, Bèda, Teixeira, Rodriguez; Mehmedi, Aegerter, Buff, Djuric; Chikhaoui, Chermiti. All: Fisher.

Arbitro: Koukoulakis (Grecia)

mercoledì 2 novembre 2011

Firmani dalla Cina ricorda Gabbo: "Il gol che gli dedicai in quel Lazio-Parma è stato il momento più bello della mia carriera"


Gioca nello Shaanxi Chanba F.C. di Xi’an in Cina, ma seppur in Asia, anche dall’altra parte del mondo Fabio Firmani non dimentica le sue radici e nemmeno l’amico Gabbo Dj, alla consolle in una festa di compleanno.

In esclusiva per il sito della Fondazione Gabriele Sandri, a ridosso del 4° anniversario dell’11 Novembre, prima di un altro Lazio-Parma e della mostra sulla Lodigiani Calcio Roma 1972 che Sabato 5 Novembre apre nella Biblioteca del Calcio (ore 17, Piazza della Libertà), Fabio Firmani ci scrive, raccontandosi a cuore a aperto.

E lo fa con frasi piene di amore. Verso un passato che non passa, perché scolpito nell’anima, impossibile da dimenticare.

A.S. LODIGIANI CALCIO ROMA 1972

La Lodigiani per almeno un ventennio a cavallo tra gli anni ottanta e il nuovo millennio ha rappresentato un modello, un riferimento importante per tutto il calcio italiano. Ultimamente si parla tanto di rivalutare i vivai e si dice spesso che serve una maggiore organizzazione per scoprire e lanciare talenti. Tutti aspetti che la Lodigiani curava nei dettagli come poche altre società italiane. Ho avuto la fortuna di fare parte per più di 10 anni di questa famiglia e credetemi…. lo era davvero! Non lo dimenticherò mai. Non sarà mai abbastanza grato a persone speciali come il Presidente Malvicini e il direttore Sagramola: il vero motore di quella splendida avventura furono loro. Fa bene la Biblioteca del Calcio ad organizzare una mostra sulla storia della Lodigiani.

FONDAZIONE GABRIELE SANDRI - SABATO 5 ORE 17, MOSTRA LODIGIANI

La Fondazione Gabriele Sandri avrà sempre il mio appoggio. Credo che in questo momento dove i giovani faticano a trovare dei riferimenti nella società, queste iniziative come quella della mostra, possano unire ed aiutare ad essere solidali con il prossimo.

FIRMANI E LA FAMGILIA SANDRI

Conoscendo la splendida famiglia di Gabriele saranno questi i valori che la fondazione porterà avanti ed è per questo che chi aderirà alle iniziative di Piazza della Libertà si sentirà orgoglioso e più completo a livello umano.

QUEL LAZIO-PARMA PER GABBO

Il mio pensiero su Gabriele corre a quella giornata di Lazio-Parma del 2007, la domenica dopo il suo omicidio. Quella partita mi ha unito ancora di più a lui e alla sua splendida famiglia.
E quella corsa spontanea verso di lui, al 90° verso il suo viso sorridente sotto la Curva Nord, è stato il momento più intenso e più bello della mia carriera.
Caro Gabri, sei nel mio cuore e ti porterò sempre con me.


Fabio Firmani
La lazio siamo noi