domenica 28 febbraio 2010

PROTESTA RIUSCITA


I ragazzi della Curva Nord avevano chiesto a gran voce di disertare lo stadio Olimpico di Roma in occasione della partita odierna contro la Fiorentina. Per dare un segnale forte, per sensibilizzare le istituzioni e per fare intervenire le stesse sulla delicata questione Lazio. E la gente biancoceleste ha risposto all'appuntamento: a fine gara, infatti, i tornelli segnavano circa 9300 ingressi all'interno dell'impianto romano (comprensivi dei giornalisti radio, tv, carta stampata e web e dei tagliandi omaggio donati dalla società alle scuole calcio affiliate ed alle forze armate): solitamente in occasione delle partite casalinghe della squadra biancoceleste, il dato dei presenti supera di poco le 20.000 unità. Il che significa che oltre 10.000 supporters hanno deciso di non prendere parte all'evento odierno, aderendo all'appello lanciato in settimana. Non proprio una sparuta minoranza...Emblematica, poi, la situazione che ha visto esposte dapprima alcune frasi eloquenti nei diversi settori ("Lotito vattene" in Tribuna Tevere, "Qui solo per la squadra" in Curva Maestrelli e nei Distinti Est) e poi la presenza di poche decine di spettatori sui seggiolini blu del settore principe del tifo Laziale, uno stendardo con su scritto "Non sono qui per Lotito", e soprattutto un lungo striscione che campeggiava al centro della Curva poco prima del fischio iniziale, "Tifoseria Laziale...Pura passione. Un gesto estremo per un atto d'amore!". Parole importanti, sentite, provenienti dal cuore di quella gente ferita che, per ritrovare "quella Lazialità che nessuno prima di questa scellerata gestione era mai riuscito a scalfire", ha deciso di rimanere, a malincuore, a casa. Un'assenza che, come spiegato dalla stessa Curva Nord nel comunicato ufficiale, ha avuto "lo scopo di evidenziare l'incolmabile distanza che separa la stragrande maggioranza della tifoseria, da colui che ogni giorno mette a repentaglio il futuro della Lazio".

avantilazio.com

LAZIO-FIORENTINA 1-1


Nella giornata della contestazione al presidente Lotito la Lazio sogna per novanta minuti la vittoria ma rimane con un doloroso pugno di mosche. Un primo tempo ben giocato dalla squadra capitolina, intensità e collaborazione portano a far soccombere la Fiorentina che capitola con una perla di tacco di Siviglia. Nel finire di primo tempo Mauri si divora la sua solita occasione, mentre la ripresa è roba per la sola Fiorentina. Reja sbaglia i cambi, spostando il baricentro della squadra troppo indietro e lasciando Zarate a guardare il match dalla panchina. Prandelli invece indovina tutto dopo un primo tempo penoso, inserisce i giovanissimi Babacar e Keirrison e proprio il brasiliano timbra l’1-1 finale da vero opportunista. Punto inutile ad entrambe, Lazio a rischio terzultimo posto.

In campo – E’ il gran giorno di Tommaso Berni, titolare per caso grazie alla squalifica di Muslera e al prolungarsi dell’infortunio di Albano Bizzarri. A copertura del portiere biancoceleste c’è la nuova linea a quattro che vede Siviglia titolare al posto dell’infortunato Radu. Matuzalem rientra dall’inizio, Rocchi viene preferito a Zarate. Pesanti assenze anche tra i viola, Prandelli deve rinunciare a Vargas e Gilardino e schiera uno strano tridente composto da Marchionni, Jovetic e Liajic. In difesa Gobbi preferito a Pasqual, De Silvestri torna all’Olimpico ma da avversario.

Si gioca – Atmosfera surreale allo Stadio Olimpico, tifo laziale quasi totalmente assente. Non sembra farci troppo caso capitan Rocchi, dopo trenta secondi di gioco va via sulla destra e mette in mezzo per Matuzalem, sinistro del carioca e risposta in corner di Frey. Lazio arrembante nei primi minuti intensità importante e raramente così efficace che porta a battere diversi calci d’angolo; l’ultimo della serie lo batte corto Ledesma, Siviglia inventa un tacco incredibile che si va ad infilare sotto il sette lontano. Goal pazzesco, 1-0 Lazio. Ti aspetti la reazione della Fiorentina, squadra in crisi come e più della Lazio, ma ciò non accade. Ritmi lenti e prevedibili, nessun riferimento offensivo e il gioco senza lo schema Vargas – Gilardino è impalpabile. Ci provano velleitariamente Marchionni e Donadel, ma a tempo scaduto la grande occasione arriva tra i piedi di Stefano Mauri; perfetto l’assist di Floccari, disastrosa la finalizzazione del centrocampista che calcia addosso a Frey in uscita un rigore in movimento.

Prandelli inserisce Keirrison al posto dello spaesato Liajic. Prandelli si sarà sicuramente fatto sentire negli spogliatoi perché la Fiorentina parte subito forte. Il primo squillo è un tiraccio di Donadel, al 19’ De Silvestri sfiora due volte consecutivamente il pareggio, ma prima Berni e poi Matuzalem negano la gioia del goal dell’ex al giovane difensore. Reja si sbraccia, vuole i suoi accorti dietro e molto abbottonati, il risultato è un solo tiro di Matuzalem deviato in tutta la ripresa. Sale in cattedra col passare dei minuti Jovetic, giocate di fino e intelligenti, fino al destro siderale dai 25 metri su cui è bravissimo Berni a deviare in corner. Al 33’ lo stesso portiere compie l’unico errore della sua gara, l’uscita su Babacar è errata ma il giovane senegalese non inquadra la porta da ottima posizione. Il resto del tempo è un assedio della Fiorentina, Romeo concede 5 minuti di recupero e nel primo di questi Marchionni in mischia appoggia per Keirrison che dal centro dell’area piccola non sbaglia e chiude i conti sull’ 1-1.

La chiave – I cambi dei due allenatori cambiano il volto alla partita nel secondo tempo. Reja inserisce troppi giocatori difensivi, addirittura lascia Zarate in panchina per tutti i novanta minuti. Prandelli dal canto suo inserisce attaccanti a volontà e viene premiato con il goal del pareggio finale di Keirrison.

La chicca – Entra di diritto nella sezione lo straordinario goal di Siviglia. Il corner di Ledesma è basso e teso, lui si inventa un tacco di manciniana bellezza che si va ad infilare sotto l’incrocio dei pali più lontano. Pazzesco…

Top&Flop –
Siviglia non sbaglia un colpo e quando esce la Lazio subisce il goal, Ledesma cuce e difende sempre con efficacia. Mauri sbaglia un goal pazzesco che poteva chiudere la partita, Hitzlsperger fa vedere qualcosina ma è troppo impreciso. Nei viola molto bene Jovetic nella ripresa, Frey chiude sempre quando serve. Non pervenuto Liajic, Keirrison dà un senso alla sua partita fantasma con il goal finale dell’ 1-1.

Massimo Culello

martedì 23 febbraio 2010

IL RISCATTO DI BERNI!


Da dissidente a titolare contro la “sua” Fiorentina. Una strano scherzo del destino per Tommaso Berni, nato e cresciuto nella città dell’arte, che, dopo aver penato tanto (ma davvero tanto), sabato all’Olimpico avrà l’occasione che attende da almeno tre anni. Anzi, da una vita, visto che è una partita che conta. Non come l’esordio assoluto in A, avvenuto il 20 maggio del 2007 negli ultimi cinque minuti di un Lazio-Parma, seppur lui lo ricordi con gioia, visto che entrò al posto del suo idolo e poi diventato grande amico Angelo Peruzzi. Quel giorno il portierone smetteva di giocare e si pensava tanto a un passaggio di testimone tra Angelo e Tommaso, ma il sogno venne spezzato qualche mese più tardi con l’arrivo di altri portieri tra cui Muslera e Carrizo. Lui ha provato a rimontare, ma non gli è mai stata data un’occasione. Stavolta il cartellino giallo rimediato da Muslera a Palermo, ha dato la spinta definitiva. Quella che è sempre mancata e che questo ragazzo non ha mai avuto, chissà poi il perché. In lui credono tanto ex portieri come Ballotta e proprio Peruzzi. «E’ uno vero, un gran portiere», il parere fraterno dei due. Al momento l’unico passaggio di consegna che c’è stato con Angelo è nel soprannome. Anche Tommaso nello spogliatoio viene chiamato Cinghiale, seppur lui stesso aggiunga con «il massimo rispetto». I due sono proprio amici, tanto che Berni appena può prende, scappa e corre a sparare con il fucile nella squadra di caccia al cinghiale di Angelo. L’occasione per evadere un po’.
Pensare che la stagione alla Lazio, la quarta, l’aveva cominciata da dissidente, quindi da quarto portiere. Ultimo degli ultimi. Davanti a lui c’era persino il giovane estremo difensore della Primavera Iannarilli, inserito in extremis nella lista Uefa. Un dispetto per Tommaso. Uno di quei giocatori che, seppur non abbia mai giocato o alzato la voce (e ne avrebbe avuto di motivi), sicuramente non lo meritava. Già perché nonostante non venisse mai considerato, almeno fino a quando non si è fatto male Bizzarri, Tommaso è da sempre in prima linea per organizzare cene, feste o ricreazioni particolari sempre e solo a fin di bene. Appena c’è un momento di difficoltà o solo per stare insieme e cementare il gruppo, ecco che interviene Berni. E’ una filosofia di spogliatoio che ha trovato in Inghilterra, nel biennio 2001-03 quando era al Wimbledon. La parentesi inglese non fu proprio fortunata, considerato che la società fallì, ma si è divertito e formato, giocando ogni lunedì nel campionato riserve davanti a tremila-quattromila persone. E’ stato uno dei primi portieri ad affrontare e fermare un giovanissimo Wayne Rooney ed era compagno di squadra di Nigel Reo-Coker, ora capitano dell’Aston Villa, con cui ci si sente ogni tanto. Per Tommaso Berni l’amicizia è una cosa importante, fondamentale come lo è la sua famiglia. Ha cominciato da attaccante, poi difensore e alla fine portiere per emulare il fratello Isacco, per Tommaso un supereroe. A soli tredici anni, la decisione più dura, andare via dalla Fiorentina e volare a Milano per indossare la maglia dell’Inter. Papà Patrizio, stopper del Torino dal ’67 al ’69, lo incoraggia e convince mamma Tamara a lasciar andare il ragazzino. Da lì è partita tutta l’avventura fino ad arrivare alla Lazio. Per lui Lotito ha sborsato quasi 2 milioni di euro nelle casse della Ternana. Per lui, da quando è biancoceleste, è stato come scalare l’Everest e se non ci fosse stata Eleonora, la sua fidanzata e futura moglie, sarebbe stata ancora più dura. La vetta ora è lì a pochi passi.

lunedì 22 febbraio 2010

Reja: "il rigore non c'era"


Una rondine non fa primavera. Ed Edy Reja, dopo la vittoria di domenica a Parma, ha imparato molto bene la lezione oggi, con la sua Lazio sconfitta per tre ad uno dal Palermo.

Al termine della partita, il tecnico biancoceleste ha analizzato la gara ai microfoni di 'Sky': "I due gol iniziali da parte dei rosanero ci hanno tagliato le gambe, e qui a Palermo non è mai facile rimontare un simile svantaggio. Abbiamo concesso troppi spazi nella parte iniziale, loro sono molto rapidi in avanti e ci hanno colpito".

Su qualcosa però, Reja ha da recriminare: "Vorrei rivedere l'episodio del rigore. Si capisce chiaramente che Miccoli si è buttato. Muslera non l'ha neanche toccato, e sarebbe da ammonire lui: rigore inesistente ed ammonizione per il nostro portiere, peraltro diffidato . Oltre al danno la beffa. E questo mi dispiace".

Qualcosa da salvare il tecnico però lo trova: "La mia squadra ha dimostrato, a differenza di altre volte, una grande reazione. Sono certo che il periodo negativo passerà , abbiamo giocatori molto bravi che hanno mezzi straordinari, hanno ancora timore e poca convinzione in loro stessi. Se questa squadra riuscisse a trovare la giusta convinzione ed il giusto assetto tattico potrà esprimersi a buoni livelli...".

PALERMO-LAZIO 3-1


La bella vittoria di Parma e l’arrivo di Reja avevano rilanciato classifica ed entusiasmo nel clan laziale, ma si sa, nel calcio se non fai i conti con l’oste son dolori. L’oste in questione è il grande ex Delio Rossi che ingabbia i suoi ex ragazzi schierando un Palermo tutto tecnica e velocità, pochi centimetri e tantissimo movimento coordinato dalla sapiente regia di Liverani e Pastore. Il giovane Hernandez sostituisce Cavani nel migliore dei modi, ovvero andando a segno dopo appena 58 secondi di gioco. La Lazio non reagisce e capitola per la seconda volta con un rigore furbescamente conquistato e trasformato da Miccoli. Reja ridisegna i suoi nella ripresa, la Lazio cresce ma non colpisce e soccombe per la terza volta con un contropiede micidiale di Nocerino. Riapre la porta della speranza Kolarov con un missile dei suoi, manca però troppo poco alla fine della partita che termina ridimensionando i biancocelesti e lanciando i rosanero in piena zona Champions League.

In campo – Il grande ex Delio Rossi schiera il Palermo con il classico 4-3-1-2 con il pupillo di Zamparini, Pastore, schierato dietro le punte Miccoli e Hernandez che sostituisce il connazionale Cavani. Unico assente Levan Mchedlidze. Edy Reja manda in campo il concreto 3-5-2 del Tardini ma deve rinunciare a Radu e Rocchi, colpiti da virus influenzale, recupera Matuzalem ma si accomoda in panchina. Mauri vince il ballottaggio con Hitzlsperger come interno sinistro. Pesante l’assenza di Radu in difesa.

Si gioca – Solitamente il primo minuto di gioco lo si vede un po’ distrattamente sugli spalti, rimane misterioso il perchè la difesa della Lazio non abbia pagato il biglietto: lancio di Nocerino e controllo comodo in area di Hernandez che batte l’incolpevole Muslera. 1-0, effetto Reja già svanito. La Lazio prova a riorganizzarsi senza fortuna, Pastore e Hernandez in contropiede fanno venire i brividi ai tifosi biancocelesti. Il sinistro sbilenco di Zarate al 10’ è l’unico squillo della prima deprimente mezzora laziale e al 28’ arriva il raddoppio rosanero con l’arbitro Rocchi che punisce un presunto contatto tra Muslera e Miccoli che accentua vistosamente la caduta; giallo per il portiere e penalty trasformato dal bomber tascabile per il momentaneo 2-0. I biancocelesti cercano di svegliarsi, Kolarov spinge e prova la conclusione più volte ma senza fortuna. Zarate e Floccari sono costretti a fare miracoli per mettere giù i lanci lunghissimi della difesa e di uno spento Ledesma, decidono allora di fare tutto da soli palla a terra esibendosi in un paio di slalom da applausi che portano a due tiri ben bloccati dall’attento Sirigu. Facile pensare alla furia di Reja negli spogliatoi.

Reja inserisce Cruz per Lichtsteiner e passa al 4-3-3, si vede subito un’altra Lazio. Brocchi al 4’ scarica un gran destro dal limite, Sirigu devia malissimo ma la palla per sua fortuna esce di un niente. L’attenzione del Palermo cala vistosamente complice il pressing avversario, Kjaer e Bovo si addormentano su un pallone vagante su cui Mauri si getta nel vero senso della parola mancando sciaguratamente il pallone a due metri dalla porta. La Lazio spinge forte, Brocchi è il più dinamico e al 10’ centra per Mauri che tutto solo spara alto da posizione invitante. Nel momento migliore della Lazio arriva però la doccia fredda, il neo entrato Simplicio lancia Budan che accortosi del fuorigioco lascia sfilare per Nocerino, dribbling su Muslera e appoggio per il 3-0. Partita chiusa? No, perché Kolarov tre minuti più tardi decide di abbattere la porta avversaria con un missile terra – terra che si infila alla sinistra di Sirigu. 3-1 e ultimi minuti sulle spine. La spinta della Lazio è costante, ma tutte le conclusioni da fuori area finiscono contro il muro eretto nel finale da Delio Rossi.

La chiave – Il goal iniziale di Hernandez spezza la partita e cambia i piani in tavola a Edy Reja. La Lazio è costretta subito a scoprirsi e il Palermo sguazza facilmente nelle praterie concesse da una difesa che senza Radu fa acqua da tutte le parti.

La chicca – La chicca del giorno la assegnamo a Walter Sabatini. Ogni volta che tocca il pallone Pastore disegna poesie, serpentine mai banali a velocità moderata, tocchi intelligenti a smarcare gli attaccanti e una serie di tacchi, tunnel e giochetti che fanno stropicciare gli occhi agli spettatori del Barbera. Complimenti vivissimi ancora una volta al Direttore Sportivo rosanero, un maestro nel suo lavoro.

Top&Flop – Pastore è in assoluto il dominatore della sfida, Nocerino non è da meno confezionando l’assist per Hernandez e il goal del 3-0. Un po’ fumoso Miccoli che si rifà con l’azione del 2-0, Hernandez fa un primo quarto d’ora da fenomeno poi si spegne fino alla sostituzione. Nella Lazio Kolarov si fa saltare sul goal da Hernandez ma si rifà facendo mille volte la fascia sinistra e piazzando il gran goal del 3-1. Brocchi corre per tre, malissimo Mauri, Dias, Cruz e un impreciso Ledesma.

Massimo Culello

sabato 20 febbraio 2010

Aspettando Palermo-Lazio...


Domani pomeriggio, alle ore 15:00 al "Renzo Barbera" di Palermo, i rosanero di Delio Rossi ospiteranno la Lazio di Edy Reja, reduci dalla bella vittoria esterna (2-0) contro il Parma.
Pochi problemi di formazioni per mister Delio Rossi, che potrà contare sull´intera rosa a sua disposizione. La linea difensiva non dovrebbe cambiare, con Kjaer e Bovo a comporre la coppia centrale e Balzaretti e Cassani sugli esterni. A centrocampo, invece, Bresciano potrebbe essere sostituito dal rientrante Nocerino, questo per far sì che Pastore agisca da trequartista senza particolari problemi di copertura difensiva. In attacco, solita coppia Miccoli-Cavani.
In casa Lazio, invece, Edy Reja non potrà contare, tra gli altri, di Radu e Foggia, ancora acciaccati. In attacco, vista la non perfetta forma fisica di Rocchi, dovrebbe giocare l´argentino Zarate, a fianco dell´ex genoano Floccari. In difesa il trio composto dall´ex Biava, Stendardo e Siviglia. In mezzo al campo, invece, confermato l´argentino Ledesma, che dirigerà la operazioni dalla cabina di regia, "scortato" da Brocchi e Mauri.

Questi i probabili schieramenti:

PALERMO (4-3-1-2): Sirigu; Cassani, Kjaer, Bovo, Balzaretti; Migliccio, Liverani, Nocerino; Pastore; Miccoli, Cavani.
Panchina: Benussi, Goian, Calderoni, Bresciano, Simplicio, Budan, Hernandez.
Allenatore: Delio Rossi.

LAZIO (3-5-2): Muslera; Biava, Stendardo, Siviglia; Lichtsteiner, Brocchi, Ledesma, Mauri, Kolarov; Zarate, Floccari.
Panchina: Berni, Dias, Diakitè, Hitzlsperger, Matuzalem, Cruz, Rocchi.
Allenatore: Edoardo Reja.

Arbitro: Rocchi di Firenze

mercoledì 17 febbraio 2010

CON REJA TORNANO LE AMICHEVOLI


Domani la Lazio tornerà a giocare l’amichevole infrasettimanale. Reja ha reintrodotto la partita del giovedì contro formazioni di categorie inferiori, che dopo l’addio di Delio Rossi non si era più vista a Formello. Secondo Ballardini, infatti, non serviva perché bastavano le partit...elle in famiglia. Il nuovo tecnico biancoceleste le utilizzerà per migliorare l’intesa tra i suoi giocatori e per dare una sua impronta a questa squadra, che al momento ha avuto la reazione caratteriale che ci si aspettava. La prima formazione ospite a Formello sarà la Nuova Tor Tre Teste, che si trova a metà classifica nel proprio girone d’eccellenza. Reja avrà problemi di abbondanza, dal momento che nell’amichevole potrà utilizzare soltanto ventidue giocatori quando la rosa è molto più ampia. Bisognerà fare delle scelte.

domenica 14 febbraio 2010

PARMA-LAZIO 0-2...LA CURA REJA FUNZIONA


Inizio più che positivo per Reja sulla panchina della Lazio che ritrova la vittoria e soprattutto ritrova il gioco e un Ledesma molto ispirato. Il Parma paga forse la bella prestazione di mercoledì sera contro l’Inter e ora deve prestare attenzione a chi segue più che a chi la precede.

In campo – Nel Parma ancora fuori Crespo e Dzemaili, Guidolin schiera la difesa a 3 lasciando Castellini in panchina. Valiani out per squalifica. La Lazio ritrova Ledesma ad agire a centrocampo, in avanti Floccari e Rocchi.

Si gioca – Il Parma vuole assolutamente bissare la buonissima prestazione di mercoledì sera contro l’Inter per interrompere definitivamente un periodo di crisi di punti. Oggi è anche la prima di Reja sulla panchina biancoceleste e già è una nuova Lazio con Ledesma in campo dopo il lungo esilio coatto. Ed è proprio l’argentino che si rende pericoloso su calcio di punizione che Mirante blocca con qualche apprensione. Dopo pochi minuti dal fischio d’inizio Jimenez viene leggermente trattenuto in area da Biava, ma per De Marco è tutto regolare. Buon inizio di gara per Ledesma. Non si risparmiano i colpi duri a centrocampo con Galloppa che non riserva molte cortesie agli avversari. Elegantissima chiusura di Alessandro Lucarelli su Floccari lanciato a rete e fermato al limite dell'area. Clamoroso episodio al 20’ quando Antonelli lascia sul posto tutta la difesa laziale, Muslera lascia sguarnita la porta, il laterale crociato crossa da bordo campo verso il centro per Biabiany che inciampa malamente e butta fuori la palla a porta vuota. Il ritmo è alto, con n po’ di confusione tattica, tiro di Biabiany a parte sono state poche le occasioni degne di nota. Ancora il francesino entra in area da sinistra ma viene chiuso da Stendardo in tackle. Al 33’, dopo essersi cimentato in un bizzarro strip a bordo campo, Floccari si libera da tutti gli avversari e dal limite fa partire un sinistro teso e centrale che Mirante blocca senza esitazioni. E’ il turno della Lazio per invocare un rigore con Rocchi che protesta per una trattenuta in area da parte di Lucarelli. Biabiany sfrutta la sua velocità un paio di volte, ma è troppo solo in attacco e subisce il rientro dei difensori laziali. Primo tempo che finisce con la Lazio in avanti che ci prova con Brocchi che serve Mauri, il centrocampista di Reja viene fermato da Paci. Gli sbadigli non si contano sulle tribune del Tardini.


Guidolin toglie un poco ispirato Bojinov per Paloschi. Al 49’ Parma vicinissimo al vantaggio con un’azione confusa partita da Jimenez che serve Antonelli, tiro abbastanza centrale ma Muslera non trattiene. Azione che poi riprende con la rimessa del portiere. La sfortuna colpisce Guidolin al 52’ quando dopo uno stacco, Paloschi in campo da 5 minuti si accascia tenendosi la coscia destra. Al suo posto entra Lanzafame che già stava riscaldandosi. Al 55’ Biabiany impegna Muslera che in allungo con la mano destra riesce a respingere. Ancora Biabiany di testa sfiora il vantaggio, sfruttando un cross di Lanzafame. Il parigino è il più mobile di tutta la sua squadra, ma è mal supportato dai compagni. Episodio dubbio al 19’che manda su tutte le furie la Lazio: viene battuto un angolo, di testa la prende Stendardo, Mirante respinge e colpisce Floccari che tira. Paci dentro la porta di un metro respinge. Per De Marco e i suoi assistenti non è goal suscitando le ire di tutti i giocatori biancocelesti, Rocchi da capitano è il più infervorato e si becca un giallo mostratogli con ardire dal direttore di gara. Forse un po’ per senso di colpa, De Marco non decreta un calcio di rigore su Lanzafame atterrato in area da Biava. Proteste del Parma. L’appuntamento con il goal per la Lazio si concretizza al 68’ quando Stendardo lasciato solo in area di testa insacca sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il Parma resta in 10 quando al 73’ Jimenez viene espulso direttamente per proteste. Nonostante l’inferiorità numerica il Parma continua ad attaccare. Un errore di Morrone da il via al contropiede di Floccari: l'attaccante di Reja arriva a tu per tu con Mirante ma è molto impreciso. Ancora Mirante protagonista su Kolarov che fallisce la palla del 2-0. Giro di sostituzioni per entrambe le formazioni: Firmani per Mauri, Diakitè per Lichsteiner, Zenoni per Galloppa. E arriva il raddoppio biancoceleste con Zarate di destro all’89’ servito da Floccari. Dopo due minuti di recupero De Marco fischia la fine che può siglare l’inizio della ripresa della Lazio.

La chicca – Strip tease di Floccari a bordo campo quando al 31’ si toglie i pantaloncini, si sfila anche la guaina elastica sottostante, rimanendo in mutande per la gioia del pubblico femminile del Tardini.

La chiave – il reintegro di Ledesma dà più ordine al gioco biancoceleste che riesce a tessere trame tattiche più offensive portando al tiro molti più uomini.

Top & Flop – Ledesma torna e fa sentire la sua presenza, Galloppa inanella l’ennesima partita senza infamia e senza lode, ottima partita di Alessandro Lucarelli in uno stato di forma notevole, Biabiany fa il campo su e giù un centinaio di volte ed è sempre pericoloso.

Vittoria Melchioni

Probabili formazioni Parma-Lazio


Incredibile ma vero. Cristian Ledesma potrebbe tornare a giocare. Dopo un intero girone d’andata passato in panchina, il centrocampista argentino potrebbe partire direttamente titolare nella delicata trasferta di Parma. Il nuovo tecnico Reja sembra orientato verso questo tipo di scelta. Scontato chiedersi, a questo punto, perché l’ex leccese non sia sin qui mai stato utilizzato. I problemi erano con Lotito o Ballardini? Oppure con entrambi? La cosa certa è che la situazione del giocatore, che ha tantissimi richieste, ha veramente dell’assurdo.
Ledesma potrà tornare utilissimo a una squadra che ha come unico obiettivo quello di salvarsi. A perdere il posto potrebbe essere Baronio, titolare nella prima parte della stagione. Oltre all’ex leccese, gli altri centrocampisti saranno Brocchi e Mauri, con Kolarov che agirà esterno avanzato. In avanti la coppia titolare dovrebbe essere quella formata da Rocchi e Floccari. In difesa Biava è subito titolare, mentre l’altro nuovo acquisto Bias finirà in panchina.
Nel Parma, dove è tornato l’entusiasmo grazie allo splendido pareggio ottenuto contro l’Inter, mancheranno lo squalificato Valiani, Crespo e Dzemaili. Guidolin si affiderà a Panucci per la difesa, a Galloppa per il centrocampo. Jimenez partirà titolare e agirà dietro le due punte: Biabany e Bojinov. Entrambi hanno giocato ottimamente contro l’Inter e sperano di confermarsi sugli stessi livelli. Lanzafame, vicinissimo alla Juve a gennaio, si accomoderà ancora una volta in panchina, al pari del collega di reparto Paloschi. Quest’ultimo, partito titolare ad inizio stagione, non è più riuscito a conquistarsi un posto tra gli 11 di partenza

PARMA – LAZIO
Parma (3-5-2): Mirante; Paci, Panucci, Lucarelli; Castellini, Zaccardo, Morrone, Galloppa; Jimenez; Biabiany, Bojinov.
A disposizione: Pavarini, Zenoni, Dellafiore, Lunardini, Antonelli, Paloschi, Lanzafame. All.: Guidolin
Squalificati: Valiani (1)
Indisponibili: Crespo, Dzemaili

Lazio (3-5-2): Muslera; Biava, Stendardo, Radu; Lichtsteiner, Brocchi, Ledesma, Mauri, Kolarov; Floccari, Rocchi.
A disposizione: Berni, Dias, Siviglia, Baronio, Hitzlsperger, Foggia, Zarate. All.: Reja
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Bizzarri, Del Nero, Meghni, Cruz, Matuzalem

sabato 13 febbraio 2010

PAROLA A EDY REJA


Parola a Edy Reja. Alla vigilia della trasferta di Parma, il neo-tecnico biancoceleste ha incontrato gli organi di informazione presso la sala stampa del centro sportivo di Formello. Presente per l'occasione anche il presidente Claudio Lotito che ha introdotto la conferenza stampa presentando il tecnico friulano e spiegando la scelta di cambiare registro tecnico: "Sappiamo quale era la situazione, serviva una scossa che potesse dare la possibilità alla squadra di voltare pagina con logiche diverse. Serviva un uomo di grande esperienza che avesse cognizione della posizione in classifica della squadra. Ho ritenuto di fare questa scelta che ha trovato molte difficoltà. Edy lo sa bene, ci sono state difficoltà a portarlo a Roma, sono stato tre giorni in trepidazione per il raggiungimento dell'obiettivo che alla fine abbiamo centrato. Questo non significa che il tecnico precedente non sia valente, serio ed un grande professionista, ma quando si creano delle situazioni di difficoltà occorre una sterzata. Sicuramente la società si assume tutte le responsabilità, le scelte le faccio io e mi assumo le responsabilità di tutto ciò che di negativo esiste oggi nella Lazio. Ma il tutto è dovuto al sentimento troppo forte che ho per questa squadra, che mi ha portato a fare una scelta d'esperienza e qualità che ritengo possa traghettarci fuori da questa situazione delicata, che possa dare fiducia ai tifosi ed impulso alla squadra. In questo periodo il gruppo ha mancato di concentrazione e atteggiamento propositivo, necessari per combatte con questi colori. Ci tengo a precisare che non ho avuto richieste dal tecnico che non ha voluto privilegiare nessun rapporto particolare con nessun giocatore, compreso Ledesma. Il mister conosce la squadra, ho affidato a lui in modo incondizionato la completa libertà di decidere sulla base della rosa che ha a disposizione. Valuterà lui chi è idoneo. Non ha bisogno di presentazioni, quello che ha fatto per esempio a Napoli parla chiaro. Ora avrà la possibilità di conoscere anche Roma"

Terminata la presentazione del patron capitolino, la parola è passata al tecnico di Gorizia: "Sono io che devo ringraziare il presidente – esordisce Reja - , Sappiamo quale è il panorama calcistico in Italia ed allenare la Lazio è una grande opportunità, qualcosa di grande. Non è stato facile per me lasciare l'Hajduk, il presidente ha insistito molto, pensavo che non ce la facesse perché in Croazia stavamo portando avanti un progetto importante. Ma di fronte alla Lazio non potevo disattendere questo suo desiderio. Per puntualizzare, come ha fatto il presidente, voglio sottolineare che non ho chiesto assolutamente niente, ho solo dato la mia disponibilità perché rientrare in Italia era una cosa altamente stimolante. Parlando della situazione della squadra – continua Reja – la realtà è questa, se il campionato dovesse finire ore saremmo retrocessi. Ho parlato con qualche giocatore, a questo gruppo serve di ritrovare autostima. Durante le gare non riescono a trovare lo stimolo adeguato, il mio compito è quello di entrare nelle teste di questi ragazzi, perché noi siamo una compagine che può militare in una posizione di centro classifica in su. Il momento è difficile, ancor di più perché in questa posizione ci si trova un club come la Lazio che non è abituato a lottare per certi traguardi. Rispetto ad una provinciale, nella Lazio ci sono pressioni diverse e pretese diverse. Attualmente abbiamo bisogno solo dei risultati, se l'allenatore non ha questi ed un po' di fortuna non ha niente"

Mister ha detto che la squadra ha scarsa autostima, come se ne esce?
"Abbiamo bisogno di ottenere qualche risultato, solo attraverso questi trovi autostima. I giocatori mi sembrano disposti a sacrificarsi ed a venirne fuori, sono consapevoli che hanno buona qualità. Ora abbiamo un calendario non facile, ci sono Parma e Palermo fuori casa, Fiorentina all'Olimpico, è subito un impatto particolarmente difficile, ma sono convinto che ne verremo fuori. Mi interessa trovare la squadra tonica fino all'ultimo minuto, questa è la cosa importante"

Quali sono le condizioni fisiche di Ledesma?
"Lo conoscete bene, sapete che importanza può avere, se deciso di farlo giocare è bene che parta dall'inizio. Non so se deciderò di farlo giocare, tra l'altro c'è Baronio ha fatto prestazione eccellenti. Ora parlerò ancora con lui, mi ha detto che si sente bene. Certo, non si può pretendere che sia al massimo, ma ripeto, se dovessi decidere di puntare su di lui devo farlo dal primo minuto"

Mister, Zàrate non sembra più intoccabile come prima…
"Zàrate è potenzialmente straordinario, come Rocchi, Floccari, Makinwa, Inzaghi e lo stesso Foggia che mi dispiace abbia avuto una ricaduta. Sono tutti giocatori importanti, ma la cosa ancor più fondamentale è l'equilibrio, la squadra deve avere delle caratteristiche, deve essere equilibrata, devo guardare il contesto. Una squadra come la Lazio deve avere 20 giocatori alla pari. Una volta gioca uno, una volta l'altro, il parametro è la condizione di forma. Chi non è indizione sotto un altro. Zàrate ha grandi mezzi e qualità, ha fatto direi molto bene l'anno scorso, ma io non privilegio mai un giocatore perché ha qualità, dipende dal contesto"

Come ha trovato la squadra fisicamente?
"Se devo basarmi su questi allenamenti andavano come schegge, non li fermava nessuno. Mi auguro che tutta questa carica, la mettano anche nella gara di domani che è fondamentale. Voglio vedere una grande prestazione a prescindere dal risultato"

Il 3-5-2 sarà il modulo fisso o si riserva di valutare anche altri sistemi?
"No, mi riservo di studiare attentamente le caratteristiche dei giocatori. Adesso è quello che penso possa essere quello giusto, ma i moduli non sono mai definitivi, bisogna sfruttare al massimo le qualità di tutti i giocatori. Ogni giocatore deve essere messo nelle condizioni di dare il massimo rendimento. Voglio chiudere facendo un appello alla nostra gente. È in questi momenti che si vedono i veri tifosi, a noi spetta il compito di trascinare il pubblico che però deve starci vicino sempre. Poi alla fine delle partite accetteremo tutto, ma durante la gara mi piacerebbe che questo pubblico ci aiutasse sempre, come ai vecchi tempi".

REJA RIPARTE DA LEDESMA


Reja ripartirà da Ledesma. Sarà l’argentino la grande novità della nuova Lazio, che comincerà la sua avventura affrontando la trasferta di Parma. Il reintegro in pianta stabile del centrocampista ha rappresentato una delle richieste fondamentali presentate dal tecnico a Lotito. Fanno sorridere le affermazioni del presidente secondo le quali Ledesma sarebbe stato a completa disposizione anche di Ballardini, ritenuto l’unico responsabile delle esclusioni del centrocampista più importante della formazione biancoceleste.
Il ritorno del guerriero avverrà a distanza di 8 mesi e mezzo. L’ultima partita ufficiale di Ledesma, infatti, risale al 31 maggio scorso, quando la Lazio chiuse il campionato sul campo della Juventus. Da allora è cominciata l’interminabile odissea del calciatore, una querelle con Lotito che sembrava destinata a frantumare definitivamente il rapporto. In questo lungo periodo Ledesma ha giocato soltanto i 90 minuti dell’amichevole di Ravenna, del 7 ottobre scorso.

L’inammissibilità del lodo presentato dagli avvocati ha ”costretto” l’argentino a restare legato alla Lazio. Il colpo di scena, arrivato col cambio della panchina, l’ha riproposto come elemento importante per la salvezza della squadra. Una vicenda dai risvolti grotteschi che potrebbe anche concludersi positivamente. Intanto, domani al ”Tardini”, avremo il primo passo, fondamentale per ricucire lo strappo.
Reja, negli allenamenti di questi giorni, ha lavorato e parlato molto con Ledesma, il punto di riferimento della manovra laziale. Gli ha dato consigli, chiesto impegno tattico, verticalizzazioni della manovra: si aspetta molto dal suo ritorno in formazione. Come i tifosi. Ledesma ha sempre rappresentato una pedina chiave dello scacchiere e avrà il compito di ricompattare la Lazio, restituendole qualcosa anche sotto il profilo caratteriale. Il ragazzo ha voglia di giocare, di sentirsi ancora protagonista, ha rabbia agonistica: le premesse per un rientro importante ci sono tutte. Anche i compagni hanno accolto positivamente la svolta, convinti che possa garantire quelle risorse tecniche, tattiche e di esperienze che servono per invertire la rotta.
Dicevamo del primo passo. In effetti ci sono anche le possibilità che la vertenza fra Lazio e Ledesma venga ricomposta. Il calciatore giocherà senza aver firmato il rinnovo del contratto e si è impegnato con la società a non ricorrere all’articolo 17. Un segnale positivo che lascia aperti molti spiragli. Il rinnovo potrebbe arrivare a fine stagione quando il calciatore e Lotito si troveranno ancora davanti per parlare di futuro. Ma non è escluso che, nella migliore delle ipotesi, l’accordo possa esserci anche nel corso della stagione perché a Ledesma non dispiacerebbe restare a lungo con la società che l’ha lanciato nell’orbita del grande calcio. Per adesso bisognerà soprattutto pensare i risultati e l’argentino dovrà fare la sua parte. A cominciare da Parma.

giovedì 11 febbraio 2010

NIENTE TRASFERTA A PARMA


Il Casms ha deciso di vietare la presenza dei tifosi biancocelesti per la gara di domenica prossima contro il Parma. Potranno assistere all'incontro solo i residenti in Emilia Romagna
Si svolgeranno senza tifosi ospiti alcune partite di Serie A e di altre serie minori nei prossimi giorni. Lo ha deciso il Casms (Comitato analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive) nel corso della riunione odierna contro gli ultimi fatti di violenza, in attuazione alle direttive impartite dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Queste le partite che saranno disputate con la chiusura del settore ospiti: Sampdoria-Fiorentina del 13, con vendita biglietti ai soli residenti in Liguria; Parma-Lazio del 14, con vendita biglietti ai soli residenti in Emilia Romagna; Roma-Catania del 21, con vendita biglietti ai soli residenti nel Lazio; Siena-Napoli del 21, con limitazione del biglietto singolo per ciascun spettatore e vendita ai soli residenti in Toscana.

mercoledì 10 febbraio 2010

IN BOCCA AL LUPO MISTER



"LOTITO VATTENE" la destra si mobilita contro il boicottaggio alle regionali


Il tam tam corre da giorni sulle radio private romane e i forum biancocelesti. «Boicottiamo il voto regionale». La furia degli ultrà contro il presidente della Lazio Claudio Lotito, ribattezzato "Lotirchio" e accusato di voler distruggere la società ormai terzultima in classifica, irrompe nella campagna elettorale. E rischia di far perdere consensi a Renata Polverini, la candidata del Pdl che annovera fra i suoi alleati più fedeli quel Francesco Storace che ai tempi dell´acquisto della squadra da parte dell´imprenditore specializzato in pulizie governava la Regione e ne sponsorizzò l´ascesa.

«La destra ce l´ha messo e adesso la destra ce lo tolga dai piedi», si sono sfogati ancora ieri i tifosi della Lazio. «In tutta la regione siamo 80mila. Se ci mettiamo d´accordo e sulla scheda elettorale scriviamo "Lotito vattene", oppure "Lotito non è il mio presidente", forse capiranno che con noi non si scherza». Sono arrabbiatissimi, gli "aquilotti".

A farne le spese, venerdì scorso, lo stesso Storace, accusato in diretta da un ascoltatore su RadioRadio: «Sei tu che ti sei inventato Lotito e tu lo devi convincere ad andare». A poco è servita la difesa accorata del leader della Destra: «Nel 2004 la Lazio stava fallendo e noi ci siamo limitati a confermare alla Banca di Roma che lui, come imprenditore, vantava crediti nei confronti della Regione». Per gli "aquilotti" è lui il colpevole. «Sciacallaggio politico in vista delle elezioni», s´è offeso il patron biancoceleste.

A certificare la tentazione della ritorsione da consegnare al segreto dell´urna è Francesco Scarcelli, conduttore del filo diretto con i tifosi "La Lazio siamo noi", nonché autore e interprete di Non mollare mai, l´inno biancoceleste cantato ogni domenica allo stadio: «Per cercare di far abdicare Lotito gli ultrà le stanno provando tutte, ma ultimamente il leitmotiv più gettonato è il boicottaggio del voto. Il ragionamento è questo: siccome si sa che Lotito ha preso la Lazio grazie alla destra, ora la destra deve mandarlo via». Da qui l´idea di annullare la scheda con scritte eloquenti.

Minacce destinate a restare solo nell´etere? «La rabbia è tale che tutti vogliono vedere risultati concreti, non si accontenteranno delle promesse. E devono arrivare prima delle elezioni, sennò saranno guai», sorride Scarcelli. La Polverini è avvertita. Bastava ascoltare Claudio, uno dei tifosi intervenuto ieri su RadioIncontro: «Lotito rischia di rovinare la campagna della destra, si sa che è stato portato da quella parte lì».

Sarà per questo che, domenica sera, ci ha provato Alemanno a correre ai ripari: «Esprimo grande preoccupazione per questo ennesimo risultato negativo della Lazio», ha dichiarato a sorpresa - con una nota timbrata Campidoglio - dopo la sconfitta contro il Catania. «Mi pare incredibile che nel giro di pochi mesi questa squadra sia passata dai successi di coppa alla zona retrocessione. Pur nel rispetto dei diversi ruoli, invito tutti coloro che hanno responsabilità nella vita della squadra ad impegnarsi al massimo per allontanare lo spettro della retrocessione». In gioco, per il sindaco di Roma, c´è la partita elettorale.

da repubblica

martedì 9 febbraio 2010

LOTITO HA SCELTO REJA


La scelta di Lotito è ricaduta su Edy Reja per lo spessore morale, per l’esperienza, per i risultati ottenuti negli ultimi cinque anni con il Napoli, per il profilo caratteriale. E’ un tecnico di buon senso, abituato a lottare e lavorare sotto pressione. Lotito s’è con­frontato e ha chiesto consi­glio anche a De Laurentiis, poi è andato dritto sull’allenatore goriziano, ritenu­to il più adatto a calarsi in una polveriera com’è ades­so la Lazio. Lotito voleva un tecnico navigato, un la­voratore, un uomo vicino alla propria filosofia. Così dovrebbe cen­trare l’obiettivo. Reja torna per prender­si le sue rivincite. Curiosità: nel marzo 2009, proprio la sconfitta al San Paolo con la Lazio di Rossi, gli costò la panchi­na del Napoli, lasciata a Donadoni. Qua­si un anno dopo, Lotito è pronto a resti­tuirgli il campionato italiano.

CHI E' REJA - Tenace e testardo, ecco chi è Edy Reja, l'allena­tore coi capelli sale e pepe. Tecnico e gentiluomo. Reja in campo ha sempre usato la sua schiettezza, ha l'abi­tudine di parlare a quat­tr'occhi, è capace di arrab­biarsi e di scherzare un at­timo dopo. Il calcio è la sua vita, il golf una delle sue grandi passioni oltre alla vela e alle gite in bicicletta. Adora sorseggiare il vino del Friuli, quello della sua terra. Ma anche il Malbec, quello argentino che gli pia­ce tanto. A Grado frequen­ta il ristorante «Alla fortu­na » , soprattutto in compa­gnia dell'amico Fabio Ca­pello, quando gli impegni calcistici lasciano un po’ di tregua ad entrambi. Va paz­zo per il risotto con i funghi, è il suo piatto preferito. La sua vita da allenatore è iniziata nel lontano 1979, ha totalizzato oltre 700 pan­chine da professionista. Edy Reja è uno degli inossi­dabili del calcio. Iniziò con il Molinella in serie D poi Monselice, Pordenone, Go­rizia, Treviso, Mestre, Va­rese, Pescara e Cosenza. E ancora Verona, Bologna, Lecce, Brescia, Torino, Vi­cenza, Genoa, Catania, Ca­gliari, Napoli e l’esperienza a Spalato con l’Hajduk. Tornando nel campionato italiano si troverà di fronte tecnici come Gaspe­rini e Di Carlo, sono suoi al­lievi.

LA TATTICA -
In trent’anni di calcio ha utilizzato tutti i moduli. Il Napoli l’ha portato dalla se­rie C all’Europa scegliendo il 3- 5- 2 come riferimento: gli esterni di centrocampo erano la chiave dei suoi at­tacchi, dalla linea mediana si sganciava gente come Hamsik. In avanti puntava su Lavezzi e Zalayeta, la strana coppia. Nel Cagliari sganciò il tridente Langella­-Zola-Suazo e si affidò al 3­-4-3. Nei cinque anni azzurri si è spesso affidato al 4-4-2 o al 4-3-3. Non si è mai consi­derato ostaggio di un modu­lo fisso, ha saputo cambiare in corsa e adattarsi. Ha la­vorato con la difesa a 3 uo­mini e a quattro. Il trequar­tista? Non è una figura che ha preso spesso in conside­razione. «Va avanti soltanto chi di­mostra di avere fegato e gambe » , ripete spesso ai suoi uomini. In carriera non ha allenato grandi campioni (a parte Zola) ma ha sempre cercato di trarre il meglio da tutti. A Cagliari riuscì a far gioco d’attacco grazie ad un tridente esplosivo; a Na­poli è stato pratico e vincen­te ed è riuscito a riportare la società in alto. Nel calcio ci vuole «cabeza» , ci vuole la testa, lo urla in tutti gli al­lenamenti. La palla la chia­ma «la pelota, fatela girare, fatela girare!» , è abituato ad usare termini spagnoli per dar ritmo agli allenamenti. Si fa capire.

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lunedì 8 febbraio 2010

Incontro Reja-Hajduk: il tecnico chiede il via libera per sostituire Ballardini.


Edy Reja in pole position per la sostituzione di Davide Ballardini. In questo momento il 64enne tecnico di Gorizia sta discutendo in Croazia la sua posizione con la dirigenza dell’Hajduk Spalato. L‘ex allenatore del Napoli è lusingato dalla chiamata della Lazio e vuole liberarsi dal legame che lo vincola al club croato, attraverso il pagamento di una penale già prefissata all’interno dell’accordo contrattuale. Il presidente Claudio Lotito l’ha contattato telefonicamente ieri sera dopo la disfatta con il Catania, chiedendogli la disponibilità a traghettare la compagine biancoceleste fuori dalle sabbie mobili della zona retrocessione. E’ stato un colloquio di circa un’ora, che ha motivato e riempito di orgoglio il tecnico. Reja ha promesso a Lotito di convincere la sua attuale squadra a lasciarlo andare e, proprio in questi minuti, sta dando vita al summit decisivo. Intanto, a Roma il presidente biancoceleste si sta per incontrare con il diesse Igli Tare.

LAZIO-CATANIA 0-1


Ancora una volta la Lazio di Ballardini si dà la zappa sui piedi e piomba nel baratro della retrocessione. Un primo tempo ben giocato dalla squadra capitolina fa ben sperare per tre punti fondamentali per la lotta salvezza; Mauri e Zarate ci provano da tutte le posizioni ma Andujar e il palo dicono di no al vantaggio capitolino. Nella ripresa Marcolin, fido sostituto dello squalificato Sinisa Mihajlovic, inserisce Ricchiuti per Carboni e il Catania mette più pressione alla Lazio. Da una ripartenza micidiale degli etnei arriva infatti il goal partita del fin lì desolante Maxi Lopez, bravo a bruciare il fin lì ottimo Andrè Dias. Il calcio è così, la palla è rotonda e per squadra e società laziale è oramai giunta l’ora di rendersene conto.

In campo – Davide Ballardini stupisce tutti e manda in campo tutto il blocco dei nuovi acquisti. Spazio quindi a Biava e Dias in difesa, l’impronunciabile Hitzlsperger affianca Firmani e Baronio in linea mediana. Sulla sponda opposta il vice tecnico etneo Dario Marcolin schiera i suoi con un dinamico 4-2-3-1, con il neo acquisto Maxi Lopez come terminale offensivo supportato dagli inserimenti degli sguscianti Mascara e Llama.


Si gioca – Primi minuti di studio tra le due compagini, la Lazio sembra essere meglio disposta in campo con i nuovi innesti dal mercato invernale. L’uomo più in forma degli ultimi tempi è sicuramente Stefano Mauri e proprio il centrocampista brianzolo sfiora il vantaggio calciando su Andujar dopo una bella azione con Zarate e Floccari; lo stesso portiere catanese è reattivo e attento, Zarate al 18’ prova a sorprenderlo con un calcio piazzato sul primo palo ma non riesce a insaccare in rete. La partita è in mano ai capitolini, il Catania si difende bene soprattutto con gli ottimi Spolli e Silvestre e tenta qualche timida ripartenza soprattutto con lo sgusciante Llama. Al 29’ la combinazione Hitzlsperger – Zarate mette Mauri in condizioni favorevoli in area, dribbling e sinistro strozzato fuori di poco sul primo palo. I biancocelesti continuano a pigiare sull’acceleratore e Mauri, sempre lui, si ritrova la terza palla goal della partita ma sull’assist di Kolarov calcia ancora a lato sul primo palo. Al 40’ è il turno di Mauro Zarate, l’argentino ha finalmente un guizzo degno della sua fama e piazza il destro dai 20 metri, Andujar non ci arriva ma a salvare gli etnei è il palo.

Un solo cambio nell’intervallo, dentro Ricchiuti e fuori Carboni. La verve mostrata nel primo tempo dai laziali sembra essere rimasta negli spogliatoi gli ospiti provano ad approfittarne. Il primo allarme per la squadra di Ballardini arriva al 7’ quando Ricchiuti pesca Llama in area, testa debole sul fondo da ottima posizione. Lenta e impacciata la Lazio, la manovra è imbarazzante come la regia di Baronio. Arriva così al 17’ la doccia ghiacciata, contropiede catanese con il centrocampo laziale piantato completamente, palla a Mascara che serve Maxi Lopez, Dias bruciato e scivolata per lo 0-1. Ballardini comincia la solita girandola di cambi e spostamenti nello scacchiere, ma i risultati sono deprimenti. Nella seconda metà di tempo le uniche azioni pericolose le crea Kolarov, ma i suoi tentativi si spengono tra le pronte braccia di Andujar. Lazio in caduta libera, Catania più vicino alla Serie A.

La chiave – La mancanza di dinamicità del centrocampo biancoceleste costa cara alla pelle laziale. Sulla ripartenza che decide il match né Baronio né Hitzlsperger rincorrono gli avversari che tagliano a fette la difesa per il goal partita di Maxi Lopez.

La chicca – In una partita dai contenuti veramente poveri e scarsi di spettacolarità segnaliamo ironicamente la mossa di un frastornato Ballardini che nel finale di partita mette in mostra un 4-2-4 con quasi tutti i giocatori fuori ruolo, utile a creare solo confusione e nemmeno una palla goal.

Top&Flop – Andrè Dias rovina una prova eccellente facendosi bruciare da Maxi Lopez nell’azione del goal, Mauri è sfortunato sotto porta ma è sempre un riferimento importante in tutte le azioni offensive. Baronio come al solito si spegne dopo mezzora, disputando una ripresa assolutamente disastrosa e nociva alla propria squadra. Nel Catania perfetto il pacchetto difensivo, con Spolli e Silvestre che non concedono un millimetro alla coppia Zarate – Floccari. Mascara raggiunge la sufficienza con l’assist decisivo, così come Maxi Lopez che fino al goal era stato sempre anticipato da Dias.

Massimo Culello

venerdì 5 febbraio 2010

GOLASA RINUNCIA ALLA LAZIO


Il centrocampista Eyal Golasa (18 anni) ha rinunciato al trasferimento alla Lazio ed ha confermato che resterà nelle fila del Maccabi Haifa. Lo afferma un comunicato emesso dalla squadra di calcio israeliana
Ieri Golasa è rientrato dall'Italia in Israele e oggi ha avuto un incontro di chiarimento a Tel Aviv negli uffici del consigliere legale del Maccabi Haifa.
"Eyal si è scusato, e le sue scuse sono state accolte" sostiene il comunicato del Maccabi Haifa pubblicato al termine dell'incontro. "Il contratto fra di noi resta infatti vincolante. Lui ha compreso di essere stato tratto in errore dai suoi consiglieri, che lo hanno indotto a comportarsi così come ha fatto", ossia a firmare a Roma un contratto di ingaggio nella Lazio per quattro stagioni e mezzo.
Il Maccabi Haifa precisa quindi che anche nelle prossime stagioni Golasa giocherà nelle proprie fila. Da parte sua Golasa non ha finora rilasciato alcuna dichiarazione alla stampa.

giovedì 4 febbraio 2010

SLITTA L'ESORDIO DI BARRETO


La Lazio dovrà pazientare ancora ancora qulache giorno per scoprire il gioiello Barreto, oggi era previsto l'esordio nel Torneo di Viareggio co i ragazzi della primavera di mister Sesena, in Lazio-Atalanta, ma ancora non è arrivato il transfer. C'è molta curiosità intorno al giovane uruguaiano, che ha compiuto 18 anni lo scorso 22 gennaio, compagni e addetti ai lavori ne parlano in termini entusiastici.

Fonte: sololazio-LLSN

mercoledì 3 febbraio 2010

CORVINO: LAZIO REGINA DEL MERCATO


Il direttore sportivo viola Pantaleo Corvino e’ uno dei piu’ grandi esperti italiani di calcio mercato e, invitato da TuttoSport, non si tira indietro a dare i voti alle squadre che hanno appena terminato la campagna di rafforzamento invernale: “Il voto piu’ altro va alla Lazio a cui assegno un bel 7.5. Ha preso Floccari, Andrè Dias e Hitzlsperger. In più ha tenuto Kolarov e Ledesma per il quale dico che sarebbe giusto nell’in­teresse di tutti ripartire da capo”.

Alle spalle della formazione biancoceleste Corvino mette un quartetto di squadre formato da “Inter, Roma, Napoli e Fio­rentina. A loro do 7 perché han­no fatto acquisti mirati, i nerazzurri con Pandev e Mariga, giocatore che ben si adatta a un centrocampo a tre; i giallorossi che con Toni hanno preso il massi­mo in un ruolo che aveva­no scoperto; i partenopei che hanno colmato con Dossena la lacuna a sini­stra. E noi perché con Feli­pe, Bolatti, Ljajic e Keirri­son più Seferovic pensia­mo al presente ma pure al futuro”.

Le altre due big del campionato, Milan e Juventus, ottengono appena la sufficenza: “Il Milan lo inserisco coi vari Palermo, Bari, Caglia­ri, Chievo che giustamente credono nel proprio patri­monio e per questo non hanno fatto grossi inter­venti. Una dimostrazione di coerenza, frutto di una scelta ragionata. Per que­sto do 6 – poi aggiunge – La Juve merita un discorso a parte. Non do voto al suo mercato (che comunque in estate fu da 8) ma alla sua sfortuna ed è 2. Quanto le sta accadendo è frutto di emergenze e infortuni, ci sono annate che nascono male, per la Juve è così. Ma appena uscirà dall’emer­genza risalirà: i primi tre posti paiono già assegnati, il quarto sarà suo”.

lunedì 1 febbraio 2010

MERCATO CHIUSO: IL PUNTO


Si è chiuso da poco il calciomercato. La parola che più descrive il nostro stato d'animo è "allucinante". Allucinante quello che è accaduto: servivano rinforzi a centrocampo, è arrivato solamente Thomas Hitzlsperger, che rappresenta un grande colpo e non abbiamo problemi a dirlo, ma che da solo non può bastare a risollevare le sorti di una linea mediana inadeguata e scadente che aveva bisogno, in particolar modo, di un organizzatore di gioco in grado di ordinare la manovra e di innescare gli attaccanti.

Sono stati acquistati due difensori over trenta, Biava ed Andrè Dias, e quindi mentre il centrocampo rimane scoperto (con il solo Baronio in cabina di regia) nella retroguardia ci sono sei difensori centrali di ruolo. Mentre Ledesma non è stato ceduto, ed ora rischia seriamente di andarsene al termine della stagione con l'articolo 17 o con l'articolo 15. A questo punto, se Lotito e Ballardini hanno almeno un pò a cuore le sorti del club biancoceleste, il mediano argentino DEVE essere immediatamente reintegrato a tutti gli effetti.

C'è grande curiosità da parte nostra, poi, di capire come finirà la vicenda legata ad Eyal Golasa: il giovane talento israeliano (per il quale ci arrivano ottime referenze) può essere tesserato da comunitario perchè è al primo contatto da professionista, ma se la Lazio deciderà davvero di prenderlo dovrà essere pronta a sostenere una vera e propria battaglia legale con il Maccabi Haifa, società che l'ha lanciato e valorizzato e che ora non ha intenzione di rassegnarsi a perderlo a parametro zero. Secondo gli israeliani il ragazzo, anche se non aveva firmato un contratto professionistico, è vincolato al Maccabi per i prossimi tre anni.

In conclusione, comunque, resta la profonda amarezza per un mercato incompleto e inadeguato, in cui accogliamo con piacere l'arrivo di Floccari, ma nel quale, lo ripetiamo, non si è rinforzato un centrocampo che rimane imbarazzante e non è stato acquistato un giocatore in grado di innescare gli attaccanti (vedremo per altri sei il talento di Zarate soffocato sulla trequarti).

Ennesimo fallimento, quindi, di una dirigenza in confusione che già in estate ha sbagliato campagna acquisti e che ora, davanti ad una prova d'appello in cui era doveroso rispondere presente, è stata ancora una volta latitante.

Fonte: Roberto Arduini www.lalazioinrete.blogspot.com

Del Piero ammette la "dubbiosità" del rigore


Pinturicchio ammette la dubbiosità del rigore concessogli dall'arbitro Saccani: "Io sono andato per finire l'azione, sono stato un po' toccato e l'arbitro ha visto il tocco iniziale di Diakitè quando cerco la coordinazione - ha aggiunto Del Piero -. Non sono stato sorpreso quando me lo hanno assegnato, se mi fosse stato dato contro però mi sarei arrabbiato...".

Juve-Lazio 1-1


La settimana rivoluzionaria della società bianconera porta alla sfida serale contro una Lazio in crisi d’identità e di gioco, venuta a Torino con l’intenzione di farsi meno male possibile. Le premesse per una vittoria bianconera ci sono tutte, i ragazzi di Zac partono forte e mettono in crisi la Lazio con gli ispirati Diego e Del Piero. La Juventus mostra qualche segnale di progresso, la manovra soprattutto nella ripresa è abbastanza fluida e coinvolge tutta la squadra. A sbloccare il risultato ci pensa però una dubbia decisione di Saccani che concede il penalty su un contatto Diakitè – Del Piero. La Lazio decide così di attaccare e trova il pareggio con Mauri, imbeccato perfettamente da Zarate. C’è ancora tanto da lavorare da ambo le parti, la Juventus perde pezzi in vista della prossima sfida e la Lazio di Ballardini non si smuove dalla zona retrocessione.

In campo – Il neo allenatore bianconero, nonché ex tecnico della Lazio Alberto Zaccheroni, schiera un solido 4-3-1-2 con Diego a supporto della coppia Amauri – Del Piero. Tante le assenze e pochi i ritocchi, segno che per l’eventuale rivoluzione ci vorrà almeno qualche settimana. La traballante Lazio di Ballardini si schiera con il medesimo modulo ma non può contare su importanti giocatori come Matuzalem e Floccari, Rocchi va ancora in panchina e il neo acquisto Hitzlsperger debutterà nella prossima giornata.

Si gioca – Parte col piglio giusto la squadra bianconera, molto attiva con un mobile Diego e un ispirato Del Piero. Felipe Melo sembra essere nella posizione giusta, la sua regia è ordinata ma il passo rimane sempre troppo lento. Il primo squillo arriva sull’asse italo – brasiliano composto da Del Piero e Diego ma il destro dal limite del carioca è troppo centrale per impensierire Muslera. Dopo una bella azione del capitano zebrato è ancora Diego a creare scompiglio in area avversaria, sul suo destro Muslera respinge come può e Kolarov salva tutto con un grande anticipo su Sissoko. Dopo la sfuriata iniziale il ritmo dei torinesi cala vistosamente, Amauri vince duelli sulla tequarti ma mai in area, Sissoko defilato non carbura mentre Candreva è fuori dagli schemi. La Lazio c’è ma non punge, Baronio gestisce bene il centrocampo ma non riesce a innescare Cruz e Zarate. Al 38’ l’argentino confeziona la prima occasione ospite, l’assist è per Mauri che incrocia bene col sinistro ma Manninger si distende e mette in angolo. Sempre da corner arriva l’ultima occasione per la Juventus, Candreva raccoglie al limite da una mischia ma calcia forte e alto fallendo una buona occasione da goal.

La ripresa comincia con lo stesso copione del primo tempo, Juventus all’attacco e Lazio rinchiusa dietro. Prende coraggio Candreva, abulico nel primo tempo, bello il suo destro dalla distanza messo in corner dal reattivo Muslera. Passano pochi minuti ed è Diego ad emulare il compagno, sinistro da lontano e palla che si stampa sul palo più vicino. Si addormenta un po’ la partita, la Lazio è barricata dietro e la Juventus non trova sbocchi. Ci pensa così Saccani a rianimare lo spirito del match fischiando un calcio di rigore per un contatto Del Piero-Diakitè; furibonde le proteste dei biancocelesti, l’arbitro è irremovibile e dal dischetto il capitano non sbaglia per l’1-0. Ballardini inserisce Rocchi e Lichsteiner, Zarate passa trequartista e i frutti arrivano a breve; cross del fantasista argentino e splendida volèe di Mauri che batte un incolpevole Manninger, è 1-1. Succede poco altro sino alla fine, Saccani concede cinque minuti di recupero che terminano con un pareggio probabilmente giusto.

La chiave – Il rigore fischiato da Saccani cambia completamente la partita, clamoroso l’abbaglio dell’arbitro mantovano. La Juventus fin lì arrembante si ritrae, Ballardini cambia modulo e ne beneficia dopo pochi minuti con la giocata decisiva di Zarate appena arretrato sulla trequarti.

La chicca – Il goal del pareggio laziale è frutto di una splendida giocata, Zarate butta l’occhio in mezzo all’area e pennella la palla giusta per il tempestivo inserimento di Mauri che al volo trafigge Manninger. Bello l’assist, ancora più gustoso l’inserimento del trequartista...

Top&Flop – Del Piero e Diego fanno le cose migliori in casa Juventus, Felipe Melo esce finalmente tra gli applausi del suo pubblico. Candreva va a corrente alternata, Cannavaro e Grygera sono troppo distratti. Nella Lazio straripante Diakitè nel nuovo ruolo di terzino, bene tutto il resto della difesa. Zarate riscatta una prova opaca con un ottimo quarto d’ora finale, Cruz lotta ma non incide in nessuna maniera.

Massimo Culello