lunedì 22 febbraio 2010

PALERMO-LAZIO 3-1


La bella vittoria di Parma e l’arrivo di Reja avevano rilanciato classifica ed entusiasmo nel clan laziale, ma si sa, nel calcio se non fai i conti con l’oste son dolori. L’oste in questione è il grande ex Delio Rossi che ingabbia i suoi ex ragazzi schierando un Palermo tutto tecnica e velocità, pochi centimetri e tantissimo movimento coordinato dalla sapiente regia di Liverani e Pastore. Il giovane Hernandez sostituisce Cavani nel migliore dei modi, ovvero andando a segno dopo appena 58 secondi di gioco. La Lazio non reagisce e capitola per la seconda volta con un rigore furbescamente conquistato e trasformato da Miccoli. Reja ridisegna i suoi nella ripresa, la Lazio cresce ma non colpisce e soccombe per la terza volta con un contropiede micidiale di Nocerino. Riapre la porta della speranza Kolarov con un missile dei suoi, manca però troppo poco alla fine della partita che termina ridimensionando i biancocelesti e lanciando i rosanero in piena zona Champions League.

In campo – Il grande ex Delio Rossi schiera il Palermo con il classico 4-3-1-2 con il pupillo di Zamparini, Pastore, schierato dietro le punte Miccoli e Hernandez che sostituisce il connazionale Cavani. Unico assente Levan Mchedlidze. Edy Reja manda in campo il concreto 3-5-2 del Tardini ma deve rinunciare a Radu e Rocchi, colpiti da virus influenzale, recupera Matuzalem ma si accomoda in panchina. Mauri vince il ballottaggio con Hitzlsperger come interno sinistro. Pesante l’assenza di Radu in difesa.

Si gioca – Solitamente il primo minuto di gioco lo si vede un po’ distrattamente sugli spalti, rimane misterioso il perchè la difesa della Lazio non abbia pagato il biglietto: lancio di Nocerino e controllo comodo in area di Hernandez che batte l’incolpevole Muslera. 1-0, effetto Reja già svanito. La Lazio prova a riorganizzarsi senza fortuna, Pastore e Hernandez in contropiede fanno venire i brividi ai tifosi biancocelesti. Il sinistro sbilenco di Zarate al 10’ è l’unico squillo della prima deprimente mezzora laziale e al 28’ arriva il raddoppio rosanero con l’arbitro Rocchi che punisce un presunto contatto tra Muslera e Miccoli che accentua vistosamente la caduta; giallo per il portiere e penalty trasformato dal bomber tascabile per il momentaneo 2-0. I biancocelesti cercano di svegliarsi, Kolarov spinge e prova la conclusione più volte ma senza fortuna. Zarate e Floccari sono costretti a fare miracoli per mettere giù i lanci lunghissimi della difesa e di uno spento Ledesma, decidono allora di fare tutto da soli palla a terra esibendosi in un paio di slalom da applausi che portano a due tiri ben bloccati dall’attento Sirigu. Facile pensare alla furia di Reja negli spogliatoi.

Reja inserisce Cruz per Lichtsteiner e passa al 4-3-3, si vede subito un’altra Lazio. Brocchi al 4’ scarica un gran destro dal limite, Sirigu devia malissimo ma la palla per sua fortuna esce di un niente. L’attenzione del Palermo cala vistosamente complice il pressing avversario, Kjaer e Bovo si addormentano su un pallone vagante su cui Mauri si getta nel vero senso della parola mancando sciaguratamente il pallone a due metri dalla porta. La Lazio spinge forte, Brocchi è il più dinamico e al 10’ centra per Mauri che tutto solo spara alto da posizione invitante. Nel momento migliore della Lazio arriva però la doccia fredda, il neo entrato Simplicio lancia Budan che accortosi del fuorigioco lascia sfilare per Nocerino, dribbling su Muslera e appoggio per il 3-0. Partita chiusa? No, perché Kolarov tre minuti più tardi decide di abbattere la porta avversaria con un missile terra – terra che si infila alla sinistra di Sirigu. 3-1 e ultimi minuti sulle spine. La spinta della Lazio è costante, ma tutte le conclusioni da fuori area finiscono contro il muro eretto nel finale da Delio Rossi.

La chiave – Il goal iniziale di Hernandez spezza la partita e cambia i piani in tavola a Edy Reja. La Lazio è costretta subito a scoprirsi e il Palermo sguazza facilmente nelle praterie concesse da una difesa che senza Radu fa acqua da tutte le parti.

La chicca – La chicca del giorno la assegnamo a Walter Sabatini. Ogni volta che tocca il pallone Pastore disegna poesie, serpentine mai banali a velocità moderata, tocchi intelligenti a smarcare gli attaccanti e una serie di tacchi, tunnel e giochetti che fanno stropicciare gli occhi agli spettatori del Barbera. Complimenti vivissimi ancora una volta al Direttore Sportivo rosanero, un maestro nel suo lavoro.

Top&Flop – Pastore è in assoluto il dominatore della sfida, Nocerino non è da meno confezionando l’assist per Hernandez e il goal del 3-0. Un po’ fumoso Miccoli che si rifà con l’azione del 2-0, Hernandez fa un primo quarto d’ora da fenomeno poi si spegne fino alla sostituzione. Nella Lazio Kolarov si fa saltare sul goal da Hernandez ma si rifà facendo mille volte la fascia sinistra e piazzando il gran goal del 3-1. Brocchi corre per tre, malissimo Mauri, Dias, Cruz e un impreciso Ledesma.

Massimo Culello

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