giovedì 23 dicembre 2010

KLOSE tenta la Lazio


Le difficoltà della Lazio a trovare un attaccante potrebbero essere presto solo un ricordo. Dalla Germania infatti arrivano le dichiarazioni della punta della Germania e dell'attaccante Miroslav Klose, il quale si è espresso in termini molto positivi sulla società biancoceleste.

"Sto seguendo con attenzione il campionato della Lazio, è una squadra che sta facendo molto bene. Roma è una bella città e non nego che un giorno mi piacerebbe poterci giocare. Non conosco ancora alla perfezione il mio futuro, ma so che alla fine della stagione lascerò il Bayern Monaco"
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martedì 21 dicembre 2010

ADDIO A BEARZOT


MILANO, 21 dicembre 2010 - Il “vecio” se n’è andato. Enzo Bearzot, il commissario tecnico del trionfo in Spagna nel 1982, è morto. Curiosamente si è spento proprio il 21 dicembre, come Vittorio Pozzo, il c.t. che vinse i due Mondiali prima di lui, nel 1934 e 1938, scomparso il 21 dicembre di 42 anni fa. Aveva 83 anni. Ci lascia in eredità una straordinaria avventura, maturata in un’estate rovente, costruita pezzo dopo pezzo all’insegna del gruppo. Nomi che sono diventati leggende. Zoff, Collovati, Scirea, Cabrini, Gentile, Bergomi, Oriali, Conti, Tardelli, Graziani, Rossi, Altobelli, Antognoni. Chissà quante volte avrà ripetuto questi nomi. Tutti figli suoi.

la carriera — Enzo Bearzot nasce ad Aiello del Friuli il 27 settembre 1927. E' un mediano con spiccate doti difensive e gioca nella squadra locale. Ma nel 1946 qualcuno si accorge di lui e vola in serie B nelle fila della Pro Gorizia. Davvero bravo; così tanto da passare all’Inter. Quindi tre anni al Catania ancora tra i cadetti e poi nel Torino dove costruisce la sua carriera: 164 presenze, dal 1957 al 1964. La Nazionale ? Una sola presenza nel 1955. L’addio al calcio coincide con l’ultimo anno al Toro in cui prende in mano le giovanili granata per poi diventare assistente di Nereo Rocco e Edmondo Fabbri. Dopo una breve esperienza al Prato, il primo impatto con l’azzurro: era il 1969. Resterà alla guida dell’Under 23 fino al 1975; il trampolino di lancio per la Nazionale maggiore. Dopo il fallimento in Germania nel 1974 condivide la panchina con Fulvio Bernardini fino al 1977.

mundial 82 — Il resto è storia. L'Italia conquista il quarto posto in Argentina nel 1978, grazie anche a scelte coraggiose; come le convocazioni dei giovani Paolo Rossi e Antonio Cabrini. Proprio Rossi, convocato nel 1982 dopo la famosa squalifica, sarà l’artefice del trionfo spagnolo; una conquista strepitosa contro avversari fortissimi (Brasile, Argentina e Germania), contro la feroce critica della stampa italiana contro la quale Bearzot "inventò" il silenzio stampa. Meno fortunato il prosieguo sulla panchina azzurra: nel 1986 i campioni del Mondo escono agli ottavi contro la Francia. Bearzot si dimette dopo 104 panchine. Più di Vittorio Pozzo che ne collezionò 97. Il suo resterà un record ancora imbattuto.

lunedì 20 dicembre 2010

LAZIO-UDINESE 3-2


Una partita inverosimile per lo standard del campionato italiano, decisa dal regalo di Babbo Natale Zapata, riporta la Lazio al secondo posto solitario in classifica, in attesa dei match pomeridiani. Lo spettacolo frenetico offerto da Lazio e Udinese ha fatto raffreddare la pasta ai telespettatori e reso indigesto il dolce ai tifosi friulani nel finale di partita. Biancocelesti che esultano per i tre punti prenatalizi, bianconeri sconfitti ma con tanti ottimi spunti da cui ripartire per un 2011 migliore.

FORMAZIONI – Tra infortuni e squalifiche Reja perde Floccari, Brocchi e Radu, rimpiazzati da Rocchi, Ledesma e a sorpresa Diakitè. In porta confermato Muslera nonostante le incertezze di Torino. Guidolin ha a disposizione praticamente quasi tutta la rosa, eccetto i lungodegenti Basta, Cuadrado e Ferronetti. Coppia d’attacco formata da Sanchez e Di Natale.

PARTITA – Fischio d’inizio di Gervasoni quasi corrispondente al vantaggio laziale, Rocchi riceve in profondità e appoggia per Hernanes che non ci pensa su nemmeno un nanosecondo e con il sinistro trova l’angolino lontano. Lo svantaggio è una scossa tellurica per i bianconeri, Di Natale in contropiede solitario si divora il pareggio, Isla e Armero lo imitano alla perfezione graziando anch’essi Muslera a pochi metri dalla porta. La partita è intensa, veloce, Zarate riceve da Rocchi la palla del raddoppio ma calcia centralmente, Hernanes prende tavolozza e pennelli e disegna un sinistro di rara bellezza che si stampa in pieno sulla traversa. L’Udinese non sta mai a guardare, Sanchez non può essere fermato se non fallosamente, Armero è generosissimo e si inserisce molto bene in area, sfiorando però i limiti della sciagura in fase conclusiva. Nei minuti finali i friulani tentano il suicidio regalando un contropiede cinque contro uno a Rocchi, assist perfetto del veneziano per Lichtsteiner che a tu per tu con Handanovic gli calcia addosso, sulla ribattuta di Hernanes è ancora il portierone sloveno a dire di no. Primo tempo da infarto!

Inizia la ripresa, Udinese subito arrembante con il solito stantuffo Isla che non trova Asamoah al centro dell’area. E’ il preludio al goal che arriva al 5’, Di Natale pennella un esterno stupendo che Sanchez non spreca insaccando di testa tra le statuine Lichtsteiner e Diakitè. La partita è in pieno stile Premier League, non c’è un secondo di tregua e la Lazio trova il pareggio dopo nemmeno due minuti; corner di Zarate per la testa di Dias, sponda e girata da centravanti di Biava che fulmina Handanovic per il 2-1. Muslera salva il risultato sull’ennesimo contropiede del bomber Di Natale, poi è il collega Handanovic a dire di no a Zarate. Guidolin prova il tutto per tutto inserendo Denis per Asamoah e proprio il Tanque argentino incorna a rete un cross di Isla su cui Muslera scivola goffamente regalando il pareggio ai bianconeri. Periodaccio per il portiere uruguayano. La partita perde vivacità, Reja decide di togliere Zarate per Kozak guadagnandosi i rimbrotti dello stupito Olimpico. Hernanes continua a bombardare da tutte le posizioni l’attento Handanovic, bravissimo a respingere una seppur centrale perla di Mauri. Quando tutto sembra incanalarsi su un giusto pareggio, arriva il colpo del ko che riporta i capitolini al secondo posto solitario; corner di Ledesma, Zapata anticipa Kozak ma dalla parte sbagliata, Handanovic è battuto per la gioia dei tifosi romani.

CHIAVE – Gli ingressi degli arieti portano in dote il goal del 2-2 e quello del definitivo 3-2. Dubbi e incertezze al momento dei cambi dei due allenatori, poco da dire invece a bocce ferme sulla bontà delle scelte dei tecnici…

CHICCA – Sul finire di primo tempo Di Natale ferma un’azione offensiva dei suoi alzando le braccia al cielo per permettere ai sanitari di soccorrere Dias infortunato. Armero mette fuori, rimessa per la Lazio che rilancia a vuoto appositamente verso Handanovic. Grande dimostrazione di fair play e “contro” fair play…

MOVIOLA – Poco da segnalare, gialli giusti e partita sostanzialmente corretta.

TATTICA – Difficile da interpretare in numeri lo schieramento biancoceleste, vicino al 4-2-3-1 ma con Rocchi centravanti atipico e una linea di trequartisti che non dà riferimenti. Diakitè terzino sinistro implica la difesa a tre in fase offensiva, con Lichtsteiner ala aggiunta anche per spegnere le velleità di spinta di Armero. L’ingresso di Kozak per Zarate toglie il gioco palla a terra e dà “fiato” ai lanci lunghi. Guidolin conferma il 3-5-2 rapido, Sanchez e Di Natale attaccanti di movimento a tutto campo con Armero e Isla sempre pronti a spingere sulle fasce. L’ingresso di Denis per Asamoah cambia il modo di giocare dei friulani che si appoggiano sempre sulle sponde del Tanque.

PROMOSSI&BOCCIATI – Clamorosa l’ennesima indecisione di Muslera, la parola sfortuna comincia a sembrare una scusa inaccettabile per un portiere del suo livello. Applausi per le scelte di Guidolin, la coppia Sanchez – Di Natale è infermabile e l’ingresso di Denis corrisponde al pareggio immediato dei suoi. Reja stecca ancora il vice Radu e toglie Zarate dal forcing finale, Kozak lo salva risultando decisivo sull’autogoal di Zapata.

venerdì 17 dicembre 2010

NATALE IN CROCIERA


Tutti a mare per gli auguri. Buon Natale salendo a bordo di una nave da crociera attraccata a Civitavecchia. Buon Natale pranzando tutti insieme, gustando una torta gi­gante, sfidando il freddo, indossando le divise e i giubbotto­ni ufficiali, scattando le foto con Olympia. Buon Natale sor­ridendo, ricevendo come premio targhe-sfottò personalizza­te del tipo 'Biava uomo di panza e di sostanza', riferimento non casuale al gol all'Inter. Buon Natale promettendo un fi­nale di 2010 da sogno e un inizio di 2011 da Grande. Buon Na­tale, Lazio. I biancocelesti si sono ritrovati nel primo pome­riggio di ieri per il tipico incontro di fine anno e per lanciare l'assalto all'Udinese.

L'EVENTO -La squadra è arrivata con un'ora di ritardo, ma la tabella di marcia alla fine è sta­ta rispettata (l'allenamento era stato svolto al­le 10.30). I giocatori sono stati accompagnati dalle famiglie, appena arrivati sono saliti sul ponte di comando per essere immortalati in­sieme ad Olympia, simbolo di famiglia, sfer­zava un vento fortissimo. Dopo gli scatti è scoccata l'ora del pranzo, il menu non era fisso (antipasto, due primi e due secondi, bastava scegliere). Intorno alle 15.30 la Lazio ha trovato posto nel teatro 'Urbino' della nave Costa Magica. Lo spettacolo è andato avanti per circa un'ora, i bian­cocelesti sono stati chiamati sul palco e Lotito ha fatto il di­scorso (ne ha fatto uno anche Reja):«Tutti insieme formia­mo un’unica grande famiglia», ha detto il patron. Prima an­cora, in diretta su Sky, aveva parlato di mercato, i tifosi spe­rano in un regalo:«Ad oggi nessuna scelta è stata fatta, pen­siamo ad ultimare il girone di andata e in relazione alla po­sizione in classifica e alle richieste di Reja decideremo cosa fare. I nomi? Quelli attribuiti alla Lazio sono tantissimi, se le faremo saranno scelte che magari desteranno sorpresa non essendo venute fuori». L'ultima esibizione l'ha regalata l'atto­re Mario Zamma, l'amuleto biancoceleste, l'uomo che Lotito fa sedere al suo fianco al­l'Olimpico. Quante risate, il comico ha fatto l'imitazione di Papa Ratzinger e del politico Di Pietro (piacciono tanto al presidente).

LE TARGHE -Non c'è stato uno scambio tradizio­nale di regali, in casa Lazio si usa farlo il 6 gennaio. C'è stata la consegna di targhe spe­ciali e ironiche. Biava l'ha meritata per il gol segnato all'In­ter, Hernanes per le sue doti profetiche, si è preso il premio 'Vedo, prevedo, stravedo'. A Ledesma è stato consegnato il riconoscimento 'Goffredo Mameli perché di recente ha de­buttato con l'Italia ma ancora difetta nelle parole dell'inno'. Mister Reja ha ricevuto il premio 'Attak, come ha incollato lui la squadra non l'ha fatto nessuno'. E' stato il turno di Roc­chi, giocherà domenica, insegue quota 100 gol con la Lazio, sulla sua targa c'era l'invito 'manca poco, daje!'. Il prossimo l'ha promesso contro l'Udinese:«Me ne basta uno, l'importan­te è vincere domenica». Un premio è stato consegnato al fal­coniere Bernabè come 'volo dell'anno, per essersi fatto scap­pare Olympia prima di Lazio-Cagliari'. La festa si è conclu­sa quando la Costa Magica, nave di Costa Crociere, ha presoil largo verso Barcellona.

Fonte: Corriere dello Sport

mercoledì 15 dicembre 2010

Fumata bianca per MATUZALEM


Buone notizie dalla Spagna. Il Real Saragozza sta trattando con lo Shakhtar Do­netsk la rateizzazione di pagamento per il ca­so Matuzalem, che nell’estate 2007 si svincolò ricorrendo all’articolo 17 del regolamento Fi­fa. L’accordo non è stato ancora raggiunto, ma sembra vicino. Così ha annun­ciato Agapito Iglesias, presiden­te del Real Saragozza, attraver­so alcune dichiarazioni apparse sul periodico d’Aragona: « Stia­mo raggiungendo un accordo con lo Shakhtar Donetsk per rendere il debito a lungo termi­ne » . Una buona notizia per la Lazio, per Reja e ovviamente per il centrocampista brasiliano, a patto che entro pochi giorni arrivi la fumata bianca e si ufficializzi l’accordo. Gli avvocati dello Sha­khtar, in caso di mancato pagamento, hanno chiesto anche la squalifica di Matuzalem. Il de­bito degli spagnoli ammonta oggi a 13 milioni di euro: gli 11,8 stabiliti due anni fa dal Tas più gli interessi del 5% rispetto al 2007, quan­do Matuzalem esercitò la rottura unilaterale del contratto con il club ucraino.

SANZIONI -All’inizio di ottobre la Fifa aveva multato di 50 mila franchi svizzeri il Real Sa­ragozza per il default e concesso un termine di altri novanta giorni, ovvero tre mesi, per tro­vare una soluzione. La proroga scade il 6 gen­naio. E i legali spagnoli in questi giorni sono al la­voro per evitare il peggio. Qualora non trovassero un’intesa con lo Shakhtar, il Real Saragozza rischie­rebbe una pena­lizzazione da 1 a 10 punti nel campionato spa­gnolo e l’esclusione dalle competizioni euro­pee.

TUTELA -L’accordo per Matuzalem, invece, si­gnificherebbe veder svanire il timore di una squalifica, anche se i suoi avvocati hanno sem­pre allontanato questa ipotesi, sottolineandodiversi aspetti. Il primo: Matuzalem si ritiene tutelato da una scrittura privata firmata con il Real Saragozza ai tempi del trasferimento, ov­vero non sarebbe mai stato coinvolto nel paga­mento dell’indennizzo Fifa. Il secondo: nel mo­mento in cui ha accettato la cessione in presti­to alla Lazio (estate 2008), Matuzalem ha ri­nunciato a diversi soldi, riducendosi lo stipen­dio. Il terzo: quando la Lazio ha deciso di riscattarlo ( estate 2009), il Real Saragozza ha in­cassato 5,3 milioni di euro per il suo cartellino e tratto benefici dal prestito annuale di Juan Pa­blo Carrizo. Quarto e ultimo punto relativo agli aspetti legali: Matuzalem sarebbe pronto a chiedere subito la sospensiva, attraverso altri ricorsi al tribunale svizzero, se arrivasse un’eventuale squalifica, prolungan­do la battaglia legale. Ci sono buone e valide ragioni, dunque, per ritenere che la Lazio po­trà contare sul centrocampista brasiliano sino alla fine del campionato. Ora, però, si attende l’annuncio e l’ufficializzazione dell’accordo tra Saragozza e Shakhtar.

Fonte: Corriere dello Sport

martedì 14 dicembre 2010

JUVE-LAZIO 2-1


Al termine di una partita ottimamente giocata a livello tattico da entrambe le squadre, la Juventus strappa un successo di fondamentale importanza con il solito devastante esterno serbo, autore di una prova strepitosa e decisivo nel costringere Muslera all’errore finale. Vittoria probabilmente meritata per i ragazzi di Del Neri, coraggiosi e bravi nel crederci fino in fondo. Lazio sconfitta ma decisamente ancora sul treno a pari punti con la stessa Juventus e lo stupefacente Napoli.

FORMAZIONI – Gigi Del Neri ritorna al vecchio centrocampo con Marchisio esterno sinistro, Sorensen viene preferito a Grygera e Aquilani in regia. Edy Reja deve rinunciare forzatamente a Stefan Radu, operato e squalificato. Al suo posto c’è il giovane Cavanda, Matuzalem ruba ancora il posto a Ledesma.

PARTITA – Neanche il tempo di cominciare il big match della sedicesima giornata che la partita cambia; calcio d’angolo per la Juventus, solito strepitoso inserimento di Chiellini e bianconeri in vantaggio. Lazio shockata, Krasic imperversa dalle parti del terrorizzato Cavanda, Quagliarella raccoglie l’invito del serbo ma piazza fuori il destro a giro. Reja scuote la squadra, i capitolini capiscono che non c’è più tempo per scherzare e alla prima occasione trovano il pari; Storari smanaccia malamente nell’area piccola, Hernanes raccoglie e appoggia per Zarate che trova l’angolino lontano. Strano il calcio, dopo un minuto Floccari manda a lato un contropiede clamoroso sfiorando l’incredibile raddoppio. Partita ardente, vivace, Aquilani decide di entrare con prepotenza in partita centrando la traversa con un calcio di punizione dal limite, Krasic invece cerca il goal dell’anno ma il suo splendido pallonetto si appoggia morbido sulla rete superiore. Nella seconda parte di tempo calano inevitabilmente i ritmi, Reja prova a spostare i suoi trequartisti ma la difesa juventina è sempre solida ed efficace. Aquilani scalda gli infreddoliti tifosi con una sassata dai trenta metri, Zarate non fa altrettanto strozzando troppo il tiro dalla trequarti. Succede poco altro, primo tempo comunque bello e piacevole.

Ripresa con toni decisamente meno alti, le squadre si specchiano tatticamente e la differenza provano a farla Zarate e soprattutto Krasic sulle fasce. Il serbo prende più volte possesso della fascia difesa da Cavanda ma non trova mai il compagno smarcato in mezzo all’area di rigore. Il primo pericolo lo crea Melo con un destro dal limite fuori bersaglio, poi è il subentrato Pepe a provare per ben due volte i riflessi del sempre attento Muslera. La Lazio si vede sporadicamente dalle parti di Storari, Hernanes cicca il colpo di testa e Floccari non trova il pertugio giusto. Dopo la girandola di cambi la partita prende una forma diversa, la Juventus spinge forte sull’acceleratore ma si scontra con Muslera. Il portiere uruguaiano si supera su una punizione pennellata di Del Piero, poi a cinque secondi dalla fine smanaccia malamente lo scavetto di Krasic e regala tre punti pesantissimi alla compagine bianconera.

CHIAVE – Milos Krasic sconquassa per tutta la partita la fascia di Cavanda e chiude il match con la discesa finale che vale tre punti di una pesantezza enorme. La svolta per la Juventus passa sempre attraverso la sua chioma bionda.

CHICCA – Krasic va vicino al raddoppio regalando alla platea una perla di rara bellezza; inserimento centrale su disimpegno errato di Dias e pallonetto immediato con Muslera fuori dai pali, la palla si appoggia lieve lieve sulla parte alta della porta facendo tirare un sospiro di sollievo a tutta la tifoseria biancoceleste.

MOVIOLA – Al 77’ Floccari viene steso in area da un rinvio mancato di Grosso, il contatto c’è ma l’arbitro non fischia e il centravanti non protesta.

TATTICA – 4-4-2 camaleontico per Del Neri, Marchisio finto esterno che si accentra in fase offensiva fino a formare un 4-3-3. Nella ripresa Pepe per Marchisio significa 4-4-2 puro, Del Piero per Quagliarella è la logica della partita. Reja propone il collaudato 4-2-3-1, Matuzalem preferito a Ledesma come regista. Zarate fa l’esterno sinistro, Floccari centravanti. Il tecnico goriziano cambia pochissimo durante il match, mantenendo la stessa tattica intenta a intrappolare i bianconeri.

PROMOSSI&BOCCIATI – Il treno serbo Milos Krasic quando parte in progressione è una furia scatenata, Reja non capisce per novanta minuti che sarebbe stato il caso di invertire Lichtsteiner e Cavanda. Zarate è meno dirompente del serbo ma comunque in palla. Voto moralmente più basso per la scaramuccia Del Piero – Dias, voto decisamente più alto per lo stile con cui il difensore brasiliano atterra l’attaccante; il suplex stile wrestling lascia sempre il segno.

sabato 11 dicembre 2010

Aspettando Juve-Lazio...


Reja sembra intenzionato a puntare ancora sulla coppia Brocchi-Matuzalem a centrocampo, anche se Ledesma conserva ancora qualche chance di scendere in campo al posto del brasiliano. Per il resto scelte confermate con il giovane Cavanda che prenderà il posto dello squalificato Radu. Intanto Brocchi predica prudenza: “Non ho paura a pronunciare la parola scudetto, ma non ho neppure l’incoscienza di farlo”.

venerdì 10 dicembre 2010

LOTITO: "Io come Gesù Cristo"


In un'intervista pubblicata dal periodico francese Sofoot, Claudio Lotito si paragona addirittura al Figlio di Dio, dopo aver risollevato le sorti della sua squadra. "Quando ho preso la Lazio ho fatto come Gesù Cristo: ho cacciato i mercanti dal tempio (riferendosi
a quelli che facevano soldi attorno al club biancoceleste, ndr)". Una battuta anche sugli ultrà laziali: "Continuo a subire minacce, tanto che vivo ancora sotto scorta".

HERNANES vs KRASIC, sfida fra due talenti puri su cui credevano in pochi


La sfida fra Juventus e Lazio in programma domenica prossima sarà scenario per vedere all’opera due fra i talenti più puri del calcio italiano. Stiamo parlando naturalmente di Milos Krasic e di Hernanes, entrambi arrivati nel Bel Paese la scorsa estate.

Due operazioni meticolose, studiate a puntino e concretizzatesi per il forte volere dei dirigenti di Juve e Lazio. In pochi forse credevano nelle potenzialità del duo, ma alla fine hanno avuto ragiono loro, gli uomini di mercato di Torino e di Roma.

15 milioni per il serbo, 13,5 per il brasiliano, cifre ben lontane da quelli roboanti di City, Real Madrid e Barcellona, che danno ancora più merito alle capacità di Marotta e Tare.

«Il nome di Krasic - rivela il responsabile del mercato bianconero a ‘Tuttosport’ - era sul mio taccuino fin dai tempi in cui il ragaz­zo giocava nell’Under 21 serba. Ma certo non basta saper scorgere doti tecniche di alto livello in un giocatore, bisogna essere bravi anche a raccogliere il maggior numero di informazioni sulla persona, cioè fuori dal campo... I nuovi Kakà o Pato ­ - aggiunge Marotta - esistono già, da qualche parte del mondo, in qualche campionato. Bisogna andarli a prendere prima che se ne accorgano anche gli altri e prima che la quotazione salga oltrepassando quota 20 o 30 milioni».

Questo invece il pensiero di Tare su Hernanes rilasciato a pochi giorni dall’arrivo in Italia del brasiliano a ‘Tuttosport’: «Non l’ho mollato un attimo: volevamo lui. Abbiamo saputo aspettare. Sapevamo che il resto della squadra era fatta e che si doveva solo dare qualità al centrocampo. Ecco perché Hernanes a tutti i costi».

mercoledì 8 dicembre 2010

RADU Intervento riuscito: torna fra 30 giorni


Con una nota ufficiale nel proprio sito internet, la Lazio ha reso noto i tempi di recupero del difensore rumeno Radu, infortunatosi al ginocchio.

Nel pomeriggio di oggi - si legge -, presso la clinica Paideia di Roma dove era presente il medico sociale dott. Roberto Bianchini, Stefan Radu si è sottoposto ad intervento di meniscectomia selettiva atroscopica mediale al ginocchio destro. L’operazione, eseguita dal consulente ortopedico dott. Stefano Lovati e aiutato dal medico sociale dott. Stefano Salvatori, è perfettamente riuscito. I tempi previsti per il ritorno all’attività agonistica sono di circa 30 giorni.

Contro la Juventus mancherà dunque il 24enne di Bucarest che verrà sostituito probabilmente da Garrido, in alternativa il giovane Cavanda.

martedì 7 dicembre 2010

AG MATUZALEM: “Squalifica? Non abbiamo ricevuto nessuna notifica"


Sulla vicenda relativa al centrocampista brasiliano parla il suo procuratore: “Non abbiamo ricevuto ancora nessuna notifica del procedimento da parte del TAS. E’ stata avanzata una richiesta di multa con squalifica da parte del Saragozza, ma noi abbiamo la nostra strategia. Il futuro di Francelino? E’ a tinte biancocelesti”.

In casa Lazio tiene banco la vicenda Francelino Matuzalem. Tutti nel mondo biancoceleste aspettano di capire se la presunta multa con squalifica ai danni del calciatore, richiesta dal Saragozza in merito alla vicenda dell’art 17, vada realmente in porto o se si riveli una grande nuvola di fumo. Lazialità per saperne di più ha interpellato, in esclusiva, direttamente il procuratore del mediano carioca: “Sono sincero non è una faccenda che ci preoccupa - ha detto categorico l’Avvocato Umberto Fusco - E’ stato chiesto questo provvedimento speciale al tribunale di Losanna. Sul tavole del TAS (Tribunale arbitrale dello sport) però non è arrivato ancora nulla, noi attendiamo la notifica del procedimento, se verrà formalizzata una multa con squalifica interverremo, abbiamo la nostra strategia”. L’argomento è un po’ scottante così si preferisce parlare di calcio e della grande sorpresa Lazio: “La Lazio sta facendo benissimo - continua Fusco - tutti sono contenti nell’ambiente. Il club di Lotito ha una rosa competitiva e può adottare un ampio turnover, questo è il salto di qualità che ha fatto rispetto allo scorso anno. A centrocampo è messa bene, una volta tocca a Francelino, una volta a Brocchi ed una volta a Ledesma”. I rapporti di Matuzalem con l’ambiente e soprattutto con Reja sono buoni, il tecnico biancoceleste lo chiama il «Professore»: “E’ un sostantivo che a dire il vero ho usato io per primo - interviene ancora Fusco – Francelino ha questa peculiarità, in campo è una sorta di allenatore aggiunto, sta sempre molto attento ai propri compiti tattici e consiglia i compagni”. Il mister laziale ha dichiarato che la più grande sorpresa di quest’anno per lui è stato proprio il numero 11: “Con Reja i rapporti sono ottimi, quest’anno hanno avuto modo di conoscersi in ritiro, mentre la passata stagione, per via dell’infortunio, Matu ha frequentato poco Formello. Non mi stupiscono le parole del mister, sono due grandi professionisti che pensano al bene della Lazio”. La condizione fisica del centrocampista appare in miglioramento, i vecchi fastidi non sono tornati a dar noia: “Il giocatore è integro, chiaramente rispetto a chi è stato sempre bene negli ultimi due anni, ha qualche problema in più, magari dopo le partite accusa affaticamento, ma la gestione della sua condizione è ottima. Matu si affida totalmente alla Lazio per le cure e le cose sono andate migliorando. La partita di venerdì contro l’Inter è indice della sua forma, le entrate su Lucio sono sinonimo di presenza fisica, non toglieva mai la gamba, uno che non sta bene certe cose non le fa”. L’ultima battuta è sul futuro, che si può ritenere a tinte bianco e celesti: “Lui ha fatto una scelta ed intende perseguirla. Ha deciso di legarsi ad un club importante e con esso vuole terminare il percorso. Con la Lazio ha un contratto sino al 2014. Se rimarrà fino a fine carriera? Non so dirlo, forse vorrà spendere i suoi ultimi anni tornando a giocare in Brasile, ma si può sicuramente dire che il suo futuro recente è con la maglia biancoceleste”.

Di Alessio Aliberti

sabato 4 dicembre 2010

LAZIO-INTER 3-1...L'aquila continua a volare!


Impossibile per l’Inter B superare all’Olimpico una Lazio in condizione smagliante. I biancocelesti, passano in vantaggio con Biava e ci restano per tutta la partita, ribadendo la superiorità in contropiede con Zarate e lasciando solo le briciole all’ex di turno Pandev, per chiudere poi nel finale con Hernanes su punizione. Sfatate le statistiche che non vedevano i biancocelesti vincenti con i nerazzurri dal 2003. Lazio momentaneamente in vetta, Inter sempre più giù.

FORMAZIONI – Sembrava che Reja volesse azzardare il fallimentare 4-3-1-2 del derby, invece si inizia col solito 4-2-3-1, con Mauri e Zarate rispettivamente a destra e a sinistra di Hernanes trequartista centrale. Floccari unica punta, mentre la sorpresa è a centrocampo, dove Matuzalem vince il ballottaggio con Ledesma. I nerazzurri devono fare ancora a meno di tanti infortunati, oltre alla pesante squalifica di Eto'o. Santon mugugna per il sorpasso del giovane centrale difensivo Natalino, piazzato come terzino destro. In mezzo recupera Muntari, confermato Stankovic, con Motta che parte dalla panchina. Biabiany e Sneijder alle spalle dell'unica punta Pandev.

PARTITA – Prime fasi di studio da parte delle due formazioni, con la Lazio più propositiva, mentre l’Inter tenta il possesso palla, ma risultando troppo prevedibile. A parte qualche scialbo tentativo da fuori, non succede molto fino al 20’, quando Zarate prodiga con una bella finta sulla sinistra un’azione pericolosa che porta Hernanes al cross teso in mezzo: Floccari in avvitamento sorprende sul secondo palo Castellazzi, salvato poi da capitan Zanetti che stoppa la botta quasi a colpo sicuro di Mauri avventatosi sulla ribattuta. Zarate è un brutto cliente sulla sinistra per Natalino e Biabiany. Al 25’ si procura magistralmente un corner che porta al vantaggio: Hernanes sul primo palo spizza di testa, Castellazzi salva sulla linea, ma Cambiasso nel tentativo di spazzare in rovesciata colpisce Biava che ribadisce in rete di petto. Dopo pochi minuti l’Inter ha l’occasione di rimediare, ma Pandev non colpisce bene una respinta di Muslera e svirgola sul fondo. I nerazzurri prendono coraggio rendendo più equilibrata la gara, ma si arriva all’intervallo senza ulteriori sussulti.

Sotto la pioggia del secondo tempo le squadre non sembrano intenzionate ad alzare i ritmi. Come prevedibile però è l’Inter a prendere maggiormente il pallino del gioco con la Lazio più chiusa. Ma un lampo di Hernanes pesca Zarate con un lancio a superare l’ingenuo Natalino: l’argentino sul filo del fuorigioco supera in pallonetto Castellazzi in uscita. La Lazio, sulle ali dell’entusiasmo, riprende a macinare gioco, grazie anche all’incontenibile Zarate in contropiede e alle finte ubriacanti di Hernanes. Floccari ha una palla d’oro defilato nell’area piccola, ma calcia su Castellazzi. Poi alla mezzora Mauri ha la palla del ko, su suggerimento rasoterra dalla sinistra di Floccari, che aveva raccolto una respinta di Castellazzi, ma il centrocampista brianzolo preferisce la potenza e svirgola il pallone da posizione pericolosissima. Ma come si sa i goal degli ex sono sempre dietro l’angolo: ecco Pandev che infila così Muslera a un quarto d’ora dal termine, dopo aver vinto due rimpalli con Biava e Dias. L’Inter si rianima incredibilmente, aiutata anche da un vistoso calo mentale dei padroni di casa che, anche a causa dei cambi contenitivi di Reja, si schiaccia troppo. A 5 minuti dal termine Cordoba pesca una palla vagante in mezzo all'area dopo un corner, calciandola a un passo dalla rete addosso a Muslera che è in posizione e respinge quasi involontariamente. Goal mangiato, goal subito: punizione di Hernanes al 90’, deviazione e rete del definitivo ko. C’è ancora tempo nel recupero per l’unico lampo di Sneijder, una pregevole traversa con tocco sotto e palla a giro.

CHIAVE – Gli infortuni, limitano enormemente la squadra di Benitez. Ma anche quelli in campo non mostrano quasi mai di essere in grado di fare davvero male a una Lazio costruita bene dal veterano Reja.

CHICCA – Olimpia torna libera di volare e lo fa anche la Lazio. Che sia davvero l’anno del volatile più maestoso del pianeta?

MOVIOLA – Poco lavoro per Orsato, la gara non alza mai i ritmi in modo tale da creare situazioni dubbie.

TATTICA – Reja convince tutti di voler giocare con le due punte, poi vede Natalino sulla sinistra e gli piazza Zarate, mantenendo il classico e vincente 4-2-3-1. Santon forse meritava spazio, magari sulla sinistra dove poteva spingere di più, spostando magari Zanetti a destra a controllare l’argentino.

PROMOSSI&BOCCIATI – Tra i biancocelesti difficile trovare un insufficiente. Forse il meno brillante Mauri (voto 6), affaticato ma sempre a rimorchio in tutte le azioni. Zarate (voto 7.5) in grande spolvero ultimamente, ha ripreso anche a metterla dentro. L’Inter continua a giocare senza Sneijder (voto 4.5). Motta sembra veramente in via di recupero (voto 6.5). Pandev (voto 5.5) segna il goal dell’ex, ma è troppo poco.

giovedì 2 dicembre 2010

Verso l'Inter, BIAVA C’È, ZARATE A SINISTRA


Verso l'Inter, sono scattate le prove tattiche di mister Reja. Lo stopper recupera e farà coppia con Dias, Maurito potrebbe giocare esterno nel 4-2-3-1. Il tecnico prova anche il 4-3-1-2. L'indicazione: Hernanes ritornerà ad agire da trequartista dietro a Floccari Ledesma e Brocchi sono in vantaggio su Matuzalem. Mauri a destra. Già venduti 20 mila biglietti.

Una buona notizia: Biava c’è e corre verso il recupero. Ieri lo stopper lombardo si è allenato regolarmente e do­vrebbe riuscire a giocare con l’Inter. Due giorni di riposo e di lavoro differenziato gli hanno permesso di riassorbire la contusione alla caviglia sinistra che si trascina dalla tra­sferta di Parma e che si era riacutizzata do­po la partita con il Catania. Reja potrà di­sporre in blocco della difesa titolare. Davan­ti a Muslera la coppia centrale formata da Biava e Dias, Lichtsteiner e Radu presidie­ranno le corsie esterne. Diakitè (favorito) e Stendardo erano in preallarme nel caso in cui Biava non fosse riuscito a recuperare. Fermo Garrido per la tendinite, il baby Ca­vanda troverà posto in pan­china come alternativa dei due terzini.

MOSSE -Il tecnico friulano ie­ri ha avviato le prove tattiche in funzione della partita con l’Inter. Si è capito che lavo­rerà su due copioni tattici dif­ferenti, prevedendo anche le possibili variazioni di Beni­tez, che potrebbe recuperare Thiago Motta dal primo mi­nuto e presentare un centro­campo più robusto con il bra­siliano accanto a Cambiasso e Stankovic, decentrato sulla sinistra. Motta è in ballottaggio con Santon. Zanetti gioche­rà di sicuro, ma non si sa ancora in quale ruolo: esterno sinistro o centrocampista nel caso in cui Benitez decidesse di non impie­gare Motta dall’inizio. Biabiany si muoverà sulla fascia destra. Pandev centravanti e Sneijder si divideranno il peso dell’attacco. Tre difensori sono già sicuri del posto: Cor­doba affiancherà da terzino destro Materaz­zi e Lucio.

TREQUARTISTA -Reja ieri ha provato inizial­mente il 4-3-1-2 e poi è tornato al 4-2-3-1. Un’indicazione è sembrata emergere con chiarezza. A prescindere dal modulo, Her­nanes agirà in posizione centrale, tornerà amuoversi da trequartista. La mossa ha una logica precisa. Il brasiliano dovrà tenere im­pegnato Cambiasso oppure dargli fastidio nella fase di non possesso. Da centrale, è an­dato a segno con il Catania e Reja intende sfruttare la sua vena al tiro. E poi c’è un’al­tra esigenza tattica. La fisicità e il peso di Floccari, l’unico che abbia muscoli e centi­metri, serviranno davanti per farsi largo tra Materazzi e Lucio.

MAURITO -Altra indicazione. Zarate ieri è sempre stato provato a sinistra. Stessa posi­zione che gli aveva permesso di emergere nella ripresa con il Catania. Partendo largo, avrà il compito di accentrarsi e tagliare ver­so il centro, senza dare punti di riferimento alla difesa nerazzurra. Se il modulo diventasse 4-3-1-2, Maurito giocherebbe da se­conda punta, libera di svaria­re su tutto il fronte d’attacco. Con il 4-2-3-1, che resta l’as­setto preferito da Reja e il più probabile, Mauri si posizio­nerà nel ruolo di esterno de­stro. E’ ipotizzabile che il tec­nico friulano voglia bloccare l’Inter anche sulle fasce. Con Zarate davanti a Radu, Bia­biany avrebbe meno campo da sfruttare.

CENTROCAMPO -Restano i dubbi sulla linea mediana. Le prove di ieri pomeriggio, la logica di una partita che si prevede dagli al­ti contenuti agonistici, i precedenti relativi alle scelte di Reja, dicono che la coppia di centrocampo sarà formata come al solito da Ledesma e Brocchi. Il tecnico, però, potreb­be sfruttare anche il palleggio di Matuza­lem, come accadde nelle trasferte con Sam­pdoria e Fiorentina. In questo caso rischie­rebbe di restare fuori uno tra Mauri e Zara­te, ma è difficile ipotizzare un sacrificio di questo tipo. Con l’Inter, giocherà la Lazio delle cinque vittorie consecutive e del primo posto in classifica. Si torna all’antico. E si spera in una grande serata. Cresce la febbre: ieri sera erano già stati venduti 20 mila bi­glietti. L’Olimpico ha superato quota 30 mi­laspettatori.

Fonte: Corriere dello Sport

mercoledì 1 dicembre 2010

PROCESSO SANDRI: per Spaccarotella omicidio volontario e condanna a 9 anni


Condanna a 9 anni e 4 mesi per omicidio volontario. E' questa la sentenza d'Appello per l'agente di polizia Luigi Spaccarotella, ritenuto colpevole dell'omicidio di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso da un colpo di pistola nell’area di servizio della A1 di Badia al Pino (Arezzo), l’11 novembre 2007. A Firenze era iniziato in mattinata il processo d’Appello, mentre il primo grado si era concluso il 14 luglio 2009 con una condanna a sei anni per omicidio colposo. L’agente di polizia, che questa mattina non si è presentato in aula.

Il Pg Aldo Giubilaro, in mattinata, aveva alzato la richiesta di condanna a 14 anni di reclusione. Era stato il Procuratore aggiunto a chiedere una condanna per omicidio volontario con dolo eventuale e con le attenuanti generiche, con il cambio di imputazione rispetto al primo grado.
La sentenza è arrivata intorno alle 17:30. I giudici si erano chiusi in camera di consiglio pochi minuti dopo le 14:30.

Il commento di Spaccarotella - E' l'avvocato "Sono affranto ma continuo a sperare": sarebbero queste, secondo quanto riferito dall’avvocato difensore Federico Bagattini, le prime parole dell’agente Luigi Spaccarotella (assente in aula al momento della sentenza) apprendendo la notizia della sua condanna. Il legale, annunciando la sua intenzione di ricorrere in Cassazione, ha affermato: "Adesso leggeremo le motivazioni poi faremo sicuramente ricorso". In precedenza la difesa aveva dichiarato: "Crediamo che la sentenza di primo grado abbia costituito il punto fermo per l’esclusione dell’omicidio volontario e vogliamo andare avanti sotto il profilo della riduzione della pena, valorizzando la deviazione del proiettile a causa della recinzione metallica" che ha influito "in modo importante, il che certifica la non volontarietà dell’atto e addirittura l’incidentalità non solo della morte ma anche dell’atto, dello sparo", aveva spiegato sempre l'avvocato Federico Bagattini.

Il padre e il fratello di Gabriele - "E' una giustizia che era dovuta. A differenza di quanto ho detto dopo il primo grado, la decisione dei giudici di oggi mi fa sentire orgoglioso di essere italiano". Così Giorgio Sandri, il padre di "Gabbo", a caldo dopo la sentenza. "Ci aspettiamo che venga ristabilita la verità dei fatti: non omicidio colposo, ma volontario", aveva detto Cristiano Sandri, fratello di Gabriele. "Riconscere il dolo eventuale non è facile, ma secondo noi e secondo la procura l’omicidio di mio fratello è un caso di scuola di omicidio volontario con dolo eventuale", aveva aggiunto il fratello, precisando che la differenza di pena fra il volontario per dolo eventuale e il colposo con colpa cosciente è sostanziale e che "la pena va commisurata alla gravità del fatto".

Gli amici - "È un omaggio a Gabriele, glielo dovevamo", ha detto uno dei suoi amici. "Abbiamo accolto con grande soddisfazione la nuova sentenza che ribalta quella precedente", ha aggiunto un altro ragazzo che conosceva Sandri.

Soddisfatta la Polverini - "Anche se non credo riscatti dal dolore è una sentenza forte, ciò che ci aspettavamo". E' quanto ha affermato la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, a margine dell'incontro in Senato con i gruppi parlamentari che discutevano di manovra e federalismo. Il nuovo capitolo giudiziario del caso Sandri potrebbe continuare e sulla questione Polverini ha sottolineato: "Sinceramente non lo so, ciascuno farà i suoi passi però mi pare che questa sentenza era quella che la famiglia si aspettava".

Così Alemanno - "La decisione della Corte d’Assise d’Appello di Firenze di riconoscere il reato di omicidio volontario per la morte di Gabriele Sandri è una sentenza dolorosa ma che rende giustizia alla famiglia e a tutti coloro che confidano nella legge. Oggi cambia qualcosa in profondità nel rapporto che c'è fra i ragazzi che vanno allo stadio e il mondo della giustizia e soprattutto viene sottolineato che a nessuno è consentito stroncare una vita umana con atti indegni del proprio ruolo". Lo ha dichiarato in una nota il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.