venerdì 1 ottobre 2010

SPECIALE SU HERNANES 'IL PROFETA' di Niccolò Faccini


Lo guardi in faccia e vedi un brasiliano vero, lo vedi forte e determinato, lo vedi correre e noti che non è come gli altri, che ha un passo diverso, che danza col pallone; lo vedi giocare e scorgi uno di quei giocatori che hanno solamente un nome, che possono essere chiamati solamente in un modo, uno di quelli a cui ben presto si appiccica l’etichetta “campione”. Gli guardi gli scarpini e vedi che sono in costante movimento, che la palla c’è e non c’è, provi a vedere a chi l’ha passata e gli è già ritornata.

IL PROFETA
Il suo nome è Anderson Hernanes de Carvalho Andrade Lima, è conosciuto come Hernanes, lo chiamano il Profeta. E’ sicuramente la sorpresa di questo inizio di campionato, nonché il miglior acquisto della campagna estiva della Lazio di Lotito. E’ sbarcato a Roma col sorriso sulle labbra e ha detto di puntare a vincere tutto il possibile. Eccola là, la sfrontatezza di chi sa di essere un campione e deve solo dimostrarlo davanti ai suoi nuovi tifosi. Pronti, via e Hernanes già incanta. Soffiato dalla Lazio alle milanesi, entra in campo a Genova e fa capire di essere superiore, di essere un talento: riceve palla e non ha alcun timore, non la passa subito, anzi se ne impossessa, supera un avversario e tira in porta, la palla esce di un soffio. Niente da fare, la squadra perde, ma il Profeta non cambia idea, vuole arrivare in alto. C’è chi gli rimprovera di essere un po’ lento, mai sensazione fu più sbagliata.

LA PRIMA GIOIA
Seconda giornata, tra le mura amiche vuole confermare ciò che ha fatto a Genova all’esordio in campionato, gioca una grande gara e segna un il primo gol in A su rigore: è freddo e dal dischetto non sbaglia. Poi si ripete a Firenze, e all’Olimpico contro il Milan si scatena: prende palla, se ne va in velocità saltando gli avversari come birilli, supera Nesta e mette sul piede di Floccari un assist perfetto che l’attaccante della Lazio sfrutta al meglio. Ma il gol è praticamente suo, del Profeta che corre a festeggiare sotto la sua curva. Lui lo sa, sa di poter arrivare in alto, sa di potersi migliorare, sa che la strada è lunga ma mostra una serenità e un’eleganza nel toccare il pallone che conquista subito tutti. E appena lo vedono giocare, tutti sono consapevoli che questo talento brasiliano abbia arricchito il nostro campionato, abbia portato un po’ di qualità in più. Hernanes sa di dover convincere gli scettici che avevano qualche dubbio sulla sua posizione in campo, ma il brasiliano gioca da trequartista dietro le punte e quella è la sua posizione: smista palloni per 90 minuti e ha una resistenza pazzesca che gli permette di giocare al massimo dall’inizio alla fine.

IL FARO DELLA SELECAO
I palloni che tocca non sono mai banali, quando gli arriva la palla nessuno sa cosa aspettarsi da questo fuoriclasse, nessuno sa dove andrà a finire il pallone, ma tutti lo incitano e si stropicciano gli occhi: con quegli occhi stanno ammirando le giocate di un gioiello brasiliano che è destinato a diventare fondamentale nello scacchiere della sua Nazionale, non una Nazionale qualunque ma quella brasiliana. Non ha paura, nel suo sguardo c’è tanta cattiveria sportiva, tanta voglia di stupire. Entra in campo a Verona e fa impazzire la difesa gialloblù. Non è il giocatore più veloce al mondo ma è molto intelligente e salta sempre almeno due uomini, poi passa la palla e si ripropone immediatamente. Non ha bisogno di fare la giocata per essere applaudito, se fa la giocata la fa perchè vuole arrivare in porta e vuole gonfiare la rete, vuole far esultare i tifosi. Sa di poter cambiare la partita da solo, lo sanno i tifosi quando lo vedono giocare. E lui vuole continuare a stupire. Se lo volevano le migliori squadre d’Europa evidentemente c’era un motivo.

LA PROSSIMA PROFEZIA
Oggi l’Italia quel motivo l’ha capito. I tifosi laziali e in generale gli amanti del bel calcio aspettano soltanto di godersi la prossima profezia del 25enne di Recife. Se Hernanes continua così ci sarà poco da fare per le difese avversarie. Destro, sinistro, qualità e quantità, potenza fisica, tiro esplosivo e grande grande classe. Questo è il suo repertorio, queste sono le qualità di un giocatore di cui forse molti ancora non si sono accorti. Queste sono le caratteristiche di un centrocampista straordinario che in prospettiva può davvero diventare un fenomeno. Questo è solo l’inizio, il bello deve ancora venire. La serie A è il palcoscenico su cui può esibirsi un giocatore che può solo migliorare, un giocatore che farà ancora parlare di sé per la sua agilità, per le sue accelerazioni, per la sua umiltà. Un grande giocatore diventa un campione solo se resta umile e si mette a servizio della squadra. In prospettiva, ma non troppo, il nostro campionato ha scovato un mago. Uno che per farsi notare non ha bisogno della bacchetta magica. Fa miracoli con i piedi.

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