domenica 26 maggio 2013

Roma-Lazio 0-1: la Coppa Italia è biancoceleste



Ci si aspettava qualcosa di più e di meglio, nel derby di finale, ma ai tifosi della Lazio poco importa: la Coppa Italia è biancoceleste. Battuta la Roma per 1-0: a decidere, in una gara spettacolare soltanto a sprazzi e con poche occasioni da goal, è un eroe inatteso, Senad Lulic, bravo a farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. Marchetti salva su Destro un minuto dopo, blindando il trofeo. Il primo italiano per Petkovic, il sesto per la Lazio, che approda direttamente ai gironi di Europa League.

FORMAZIONI – Nella Roma, Andreazzoli piazza Marquinhos sulla destra della difesa, con Balzaretti dall’altra parte. Davanti la scelta ricade sul bomber di coppa Destro, preferito a Osvaldo dal primo minuto. Dietro di lui agiscono Totti e Lamela, con Marquinho titolare del centrocampo a 3 e pronto a scatenare i propri inserimenti dalle retrovie.

Nella Lazio, niente due punte: Petkovic si affida al solo Klose davanti e alla consueta batteria di centrocampisti che a turno lo sostengono. Tra i quali c’è Onazi, preferito ad Alvaro Gonzalez. In panchina anche Mauri ed Ederson, mentre è Cana a formare la coppia centrale di difesa assieme a Biava, al posto di André Dias.

PRIMO TEMPO – Sugli spalti lo spettacolo non manca, in campo sinceramente sì. Nemmeno 24 ore dopo la battaglia di Wembley tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, tra Roma e Lazio c’è tanta tensione. E il gioco di entrambe ne risente. Anche se la prima occasione arriva dopo 3’: Lobont devia su Lulic, e Klose centra solo l’esterno della rete da posizione defilata.

L’attenzione dei reparti arretrati di Andreazzoli e Petkovic limita gli attacchi avversari. Nonostante questo, la Roma si fa comunque pericolosa: Totti e Lamela costringono Marchetti a interventi a terra non complicati, mentre Bradley spaventa – lui sì – la difesa biancoceleste con un inserimento prepotente concluso da un diagonale a lato.

L’ultimo quarto d’ora offre pochi spunti. Solo un paio catalizzano l’attenzione, uno per parte. L’occasione principale è per Klose, che sottomisura di testa trova il riflesso di Lobont, invero favorito da un pallone abbastanza centrale. Mentre Destro, poco nel vivo del gioco, si fionda su un cross di Marquinhos non trovando però la porta con la sua zuccata.

SECONDO TEMPO – La ripresa inizia senza grandi emozioni, con le due squadre che si temono e non trovano le mosse giuste per superarsi. La palla giusta è per Mauri, il cui destro strozzato al volo non trova la deviazione a un passo dalla porta di Klose. Dall’altra parte, sono più velleitari i tentativi di Totti e Destro: pochi problemi per Marchetti.

Poco dopo la metà della ripresa, però, il match si infiamma tutt’a un tratto. Al 71’ Lobont devia come può il centro di Candreva e la palla termina sui piedi di Lulic, freddo a indirizzarla in rete con la porta sguarnita. Festa Lazio, che però rischia di interrompersi immediatamente: è clamorosa, un minuto più tardi, la traversa colpita da Destro, di testa, con la collaborazione di un reattivo Marchetti.

La gara si decide lì. La Roma tenta assalti disperati, si fa prendere dal nervosismo (espulso Tachtsidis dalla panchina) e sbatte contro la concentratissima difesa laziale. La squadra di Petkovic sfiora il 2-0 in contropiede con Mauri, che calcia addosso a Lobont, soffre qualche altro istante e poi libera l’urlo di gioia: la Coppa Italia, la sesta, è biancoceleste.

CHIAVE – Tra il 71’ e il 72’ si decidono i destini del derby di finale: prima Lulic piazza la zampata giusta, poi Marchetti blinda la Coppa sfiorando il colpo di testa di Destro contro la traversa. La chiave del successo laziale sta in quei due minuti.

MOVIOLA – Orsato dirige tutto sommato bene una gara delicatissima, tirando fuori il giallo quando serve e imponendo la propria disciplina ai giocatori: come in occasione del rosso a Tachtsidis, in panchina. Candreva tenta di ingannarlo, lui non casca nel tuffo in area dell’esterno, appena toccato alle spalle da Balzaretti.
Dalle Pagelle:

IL MIGLIORE - Lulic. Stasera è irresistibile sulla fascia mancina. Il povero Marquinhos se lo vede sfuggire da sotto ai baffi innumerevoli volte nel corso del match. Si propone e serve i compagni liberi coi tempi giusti. Trova la forza di scattare in contropiede finanche al novantesimo.

IL PEGGIORE - Lobont. Nessuno, stasera, vorrebbe avere la coscienza di Lobont. Un intervento che costa una finale. L'indecisione lo beffa in occasione del cross di Candreva che, coadiuvato da una sua deviazione, va a finire sui piedi di Lulic.

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