martedì 15 febbraio 2011

BRESCIA-LAZIO 0-2


Mito sfatato: la trasferta torna a sorridere alla Lazio, dopo circa 3 mesi in cui la compagine capitolina non riusciva a fare risultato fuori casa. Il gioco però latita ancora e da vera e propria provinciale si chiude dopo il vantaggio di Gonzalez lasciando totale campo ai padroni di casa, bravi a crederci e a mettere alle corde gli ospiti. Il raddoppio di Kozak spegne le speranze bresciane, nonostante il forcing finale.

FORMAZIONI – Iachini schiera il 3-5-1-1, con la difesa titolare, eccezion fatta per Sereni ancora out. A centrocampo è Filippini centralmente per l'acciaccato Zanetti. In avanti Diamanti dietro Eder, con Caracciolo influenzato e quindi nemmeno in panchina. Reja deve fare a meno di Radu a sinistra e ripropone Scaloni. In mezzo il nazionale Mauri va ancora in panchina, fiducia a Gonzalez che affianca la mediana composta da Ledesma e Matuzalem. Bocciatura per Zarate, sostituito da Sculli che insieme ad Hernanes supporta Kozak.

PARTITA – I biancocelesti provano a invertire il trend delle scorse gare, mostrando maggiore intraprendenza e impadronendosi presto del possesso palla e del gioco. Qualche lampo, ma come al solito poca concretezza e una manovra incolore e prima di schemi. Al 17’ però Lichtsteiner mette una gran palla in mezzo per la spizzata vincente del Tata Gonzalez, alla sua prima rete in A. Come una provinciale, la Lazio dopo il vantaggio si chiude in difesa, lasciando campo a un Brescia più determinato e meglio messo in campo, grazie anche all’ingresso della seconda punta Lanzafame. I biancocelesti subiscono senza reagire, i padroni di casa mettono radici nella metà campo avversaria, ma non si vedono per tutto il resto del primo tempo chiare occasioni da rete, anzi l’unica è ancora di Gonzalez, bravo ad approfittare di un errore bresciano e a cercare con un gran diagonale la doppietta, che però Arcari gli nega distendendosi bene a terra.

Il Brescia schiaccia la Lazio anche nella ripresa, creando pericoli col trio Diamanti-Lanzafame-Eder. Ma nonostante la spinta dei padroni di casa, è ancora la Lazio a passare, con una bella incornata di Kozak su cacio d’angolo. I biancocelesti giocano un po’ più tranquilli, ma è sempre il Brescia a tentare di tutto per creare pericoli a Muslera, senza riuscirci. Anche l’ingresso di Possanzini non aumenta il peso offensivo né le palle goal dei padroni di casa. Il Brescia cala e la Lazio governa il match con maggiore personalità. Zarate ha l’occasione di riscattare la partenza dalla panchina, ma sulla linea si salvano gli uomini di Iachini. Nel finale l’inevitabile forcing del Brescia, pericoloso con Eder che costringe Muslera all’unica autentica parate della partita dell’uruguaiano: deviazione ravvicinata su cross basso di Zabina e riflesso di piede del portierino biancoceleste. Nel recupero c’è ancora tempo per una punizione a giro di Diamanti che, deviata da Muslera, impatta la parte superiore della travesa.

CHIAVE – Il cinismo e l’attenzione difensiva laziali fanno la differenza contro un Brescia spuntato, nel quale l’assenza di Caracciolo in alcune gare pesa come un macigno.

CHICCA – Come il passaggio di Attila non faceva crescere più l’erba nella leggenda, così dove passa Kozak qualcuno si fa male. E ovviamente chi può ci marcia sopra, approfittando del condizionamento dell’arbitro e dell’opinione di tifosi e addetti ai lavori.

MOVIOLA – Un po’ di situazioni dubbie per Giannoccaro che comunque conferma di portare fortuna ai biancocelesti. Al di là dei cartellini, gestiti forse male anche a causa del nervosismo che si viene a creare in alcune occasioni, alcuni episodi potevano essere valutati meglio: un atterramento di Kozak in area fa gridare al rigore, ma forse ci doveva essere la punizione dal limite. Eder i scontra anca contro anca con Sculli, ma il rigore per il Brescia forse sarebbe stato generoso. Più discutibile invece il pugno teso di Lichtsteiner sul colpo di testa di Lanzafame, non sarebbe stata uno scandalo la concessione del tiro dagli 11 metri.

TATTICA – La mancanza di Caracciolo costringe Iachini alla singola punta. Eder però in mezzo ai colossi biancocelesti fatica a emergere. L’ingresso di un’altra distrazione come Lanzafame ravviva la fase offensiva di casa. Reja fa ancora rifiatare Mauri, lasciando spazio a Gonzalez, che dimostra di meritarlo. Molto meno invece Hernanes che non incide. L’accoppiata Matuzalem-Ledesma funziona questa volta.

PROMOSSI&BOCCIATI – Tra i più positivi nel Brescia c’è Diamanti che tra le linee semra sempre in grado di illuminare in qualsiasi momento. Zebina più utile in fase offensiva che difensiva, qualche pasticcio e un Kozak lasciato troppo libero di infilare di testa la seconda rete laziale. Gonzalez è il solito indemoniato, macina chilometri sulla destra e crea 2 delle 3 occasioni biancoceleste della partita, segnando anche la prima rete in serie A. Hernanes ancora nella nebbia più totale.

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