giovedì 17 marzo 2011

Antidoping 'mirato' per SCULLI


Da eroe a cavia da laboratorio, il tutto in 45 minuti. Il tempo per Beppe Sculli di mettere prima a segno la doppietta che un paio di settimane fa ha steso il Palermo e poi essere costretto ad abbandonare il campo ad inizio ripresa per quella che in un primo tempo era apparsa una reazione allergica acuta.

Da allora nulla si è saputo dell'esito delle analisi cui la Lazio ha sottoposto il suo giocatore, per verificare se davvero la causa del malore fosse stata la vernice verde con cui talvolta vengono 'spennellati' i nostri derelitti terreni di gioco. Anzi, nell'occasione c'era stata anche una piccola polemica con il Coni, visto che il club biancoceleste aveva respinto l'offerta di una presenza medica da parte del Comitato Olimpico nazionale in occasione degli accertamenti in questione.

"Non c'è stata alcuna contrapposizione con il Coni - aveva spiegato Claudio Lotito - Apprezzo la sensibilità e la disponibilità ad accertare la situazione, in piena correttezza, trasparenza e nell'interesse del giocatore. Ma sarebbe stata superflua la presenza di un altro medico solo per assistere a un prelievo, visto che non si tratta di un incidente probatorio...".

Una novità sulla vicenda - in attesa dei risultati dei test clinici - la fornisce oggi la 'Gazzetta dello Sport'. Nel frattempo, infatti, il Cca, Comitato per i controlli antidoping del Coni presieduto da Giuseppe Cono Federico, ha effettuato su Sculli un 'controllo mirato' dopo il derby. L'attaccante ex Genoa non è stato sorteggiato casualmente - spiega la 'rosea' - il Cca può indicare per ogni gara due giocatori, il laziale è stato 'scelto' dopo aver spedito al Coni il certificato per l'assunzione del cortisone nell'intervallo della partita contro il Palermo.

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