martedì 2 marzo 2010

Sinisa ammette: "tifo Lazio, un giorno la allenerò"


Una volta Sampdoria-Lazio era la partita del cuore, oggi, vista sulla panchina del Catania, rappresenta una sfida come le altre se non fosse per quell'amore indissolubile che è parcheggiato in fondo all'anima. «La Lazio per me è come la Stella Rossa - confessa Mihajlovic - in biancoceleste ho vissuto sette anni meravigliosi. Ora io sono il tecnico del Catania, e sulla panchina laziale c'è Reja, ma sono convinto che un giorno, non so quando, sarò l'allenatore della Lazio». Lei è il tecnico del Catania, domenica dovrà tifare Sampdoria. «Io tifo Lazio, anche se vado contro i miei interessi. Sono l'allenatore del Catania, ma sono preoccupato per la Lazio: io sono convinto di salvarmi, spero di festeggiare anche la loro salvezza». Reja è atteso da una sfida probante. «Non sarà facile, giocano bene. Vorranno riscattare la sconfitta col Parma e ritroveranno tutti gli attaccanti». Per la Lazio si sta rivelando una stagione molto difficile. «Mi dispiace vedere la squadra in queste condizioni, è impaurita, allo sbando. Ho visto quasi tutte le partite della Lazio prima di andare a Catania, non ho avuto una buona impressione, spero tanto di sbagliarmi». Secondo lei, qual è la quota salvezza? «Serviranno 40 punti. La classifica è corta, ci sono tante squadre in pochi punti. Bastano due risultati positivi per portarsi fuori, con altrettanta facilità si può sprofondare: è necessario restare concentrati, basta poco per perdere quota». Sabato scorso i tifosi hanno fatto sciopero. «In questo momento credo sia importante essere vicini alla squadra, per contestare c'è sempre tempo. La Lazio ha 110 anni di storia, ed è più importante di Lotito, di Reja, di tutti. Pensiamo a salvarci, per cambiare le cose c'è sempre tempo. In Serie B sarebbe tutto più difficile...». Reja con la Fiorentina non ha schierato Zarate. «È il miglior giocatore della Lazio, ma deve imparare a giocare a pallone. Il talento fine a se stesso non serve, deve imparare a giocare per la squadra. Reja non va contro i suoi interessi, se il ragazzo va in panchina un motivo ci sarà». Capitolo amarcord: un Lazio-Samp che ricorda. «Dicembre 1998, finì 5-2 per la Lazio. Prima della partita incontrai Ferron nel tunnel degli spogliatoi, il portiere della Samp, avevamo giocato insieme, mi conosceva. "Se non vuoi fare figuracce, non muoverti sulle punizioni, altrimenti ti fulmino sul tuo palo". Lui non si è mai mosso, io ho fatto tre gol su punizione. E a fine partita esonerarono Spalletti...».

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