domenica 9 settembre 2012

Fair play finanziario: Lazio e Napoli super, arranca la Roma

Quello che si è appena concluso, è stato un mercato sicuramente all’insegna del Fair Play Finanziario, pur con qualche eccezione. I trasferimenti estivi del 2012, evidenziano che in questo mercato, i club europei hanno acquistato 18 giocatori di un valore superiore o uguale ai 15 milioni di euro, rispetto ai 26 dell’estate 2011 e ai 33 dell’estate 2009. Sono stati spesi 1.753 milioni di euro, rispetto ai 2.249 milioni che rappresentano la media degli ultimi 4 anni. Si è speso molto di meno rispetto alle stagioni precedenti in particolare in Italia che mostra un saldo attivo di 12 milioni di euro (dati Transfmarket) e in Spagna.

La redazione di Sport Mediaset ha incontrato Paolo Ciabattini, autore del libro “Vincere con il Fair Play Finanziario”, Direttore Operativo di Pioneer Italia Spa e grande esperto di calcio business.

LA LAZIO

Ha chiuso il bilancio 2011 con un utile pari a 10 milioni di euro. Nel 2012 ha comprato poco e venduto molto ma, nonostante la proficua cessione di Lichsteiner alla Juve, l’ammontare delle plusvalenze è stato inferiore rispetto al 2011. L’aumento del fatturato risultante dai maggiori ricavi per diritti televisivi e per le cessioni temporanee di calciatori, è stato in buona parte assorbito dall’aumento del costo del personale. La gestione del Presidente Lotito molto attenta e parsimoniosa porterà comunque ad un pareggio di bilancio. Anche il mercato del 2013 è caratterizzato da pochi movimenti in entrata ed in uscita. Mancano quindi le consuete plusvalenze provenienti dal players trading. Stando così le cose, nel 2013 ci potrebbe essere una lieve perdita ma, sono sicuro che il Presidente troverà il modo di recuperare. Non ci sono problemi per il Fair Play Finanziario.

IL NAPOLI

Ha chiuso il bilancio 2011 con un utile prima delle tasse di 9,7 milioni di euro. Nel 2012 ha investito molto. Il costo degli stipendi sta inevitabilmente lievitando, ma l’incidenza sul fatturato dovrebbe rimanere sotto la soglia del 50%. I proventi della Champions League che potrebbero essere stati oltre i 30 milioni di euro compreso il botteghino hanno spinto il fatturato oltre la il tetto dei 150 milioni di euro. Il 2012 chiuderà nuovamente in utile. Nel 2013 il Napoli ha ceduto Lavezzi realizzando una plusvalenza di oltre 20 milioni, compensando così in buona parte i mancati introiti della Champions. Il mercato come sempre molto oculato ed orientato a giovani talenti con grandi potenzialità ha comunque rinforzato la rosa nonostante la dolorosa perdita di Lavezzi. Il bilancio dovrebbe chiudere in utile complice anche un buon cammino in Europa League. La politica orientata ai giovani è vincente. Il Napoli dovrebbe aver superato la Roma come quarta forza in Italia in termini di fatturato. L’anno prossimo potrebbe vendere Cavani e con quei soldi puntare perfino allo scudetto grazie anche al Fair Play Finanziario che limiterà le spese delle altre concorrenti.

LA ROMA

Ha chiuso il bilancio 2011 con una perdita pari 26,7 milioni di euro prima delle imposte. Nel primo mercato “americano” la società ha investito molto, Osvaldo, Lamela, Pjanic, Borriello (riscatto obbligatorio), Borini etc.. Questo investimento è stato compensato dalle plusvalenze e dai risparmi sugli stipendi derivanti dalle cessioni di Vucinic, Menes e Riise. Il 2012 pagherà però la mancanza degli introiti derivanti dalla Champions del 2011 e potrebbe chiudere con una perdita pesante tra i 50/55 milioni di euro. Tale perdita verrà in buona parte compensata dalla clausola sugli stipendi. Per rispettare il tetto dei 45 milioni, la perdita del 2013 non dovrebbe superare il 30/35 milioni. A giudicare dal mercato che si è appena chiuso, potrebbe aggirarsi intorno ai 40/45 milioni di euro. Potrebbero mancare quindi quei 10/15 milioni per rientrare all’interno dei parametri previsti dalla normativa del FPF. C’è sempre il mercato di gennaio. Sarebbe una distanza minima colmabile con qualche plusvalenza derivante dalla cessione di qualche giovane dell’ottimo settore giovanile. Poi ci sono anche i costi virtuosi relativi al settore giovanile.

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