mercoledì 27 febbraio 2013

LAZIO-PESCARA 2-0



Nel Monday Night tutto facile per la Lazio di Petkovic, che con il minimo sforzo porta a casa 3 punti che le permettono di tornare al terzo posto solitario ed accorciare sul Napoli secondo in classifica. Partita 'tranquilla' per i biancocelesti, gestita ottimamente e chiusa con due eurogol dalla distanza. Il Pescara non deve certo trovare punti in questo tipo di partite e forse non ci prova neanche più di tanto, vista la prestazione anonima degli uomini di Bergodi.

FORMAZIONI - Lazio e Pescara si presentano a questa sfida con molti problemi di formazione. Tra i biancocelesti, che ritornano al modulo classico di inizio stagione (4-1-4-1), ancora out Mauri e Klose per infortunio e Ciani che sconta un turno di squalifica. Fuori per un turno di riposo dopo gli sforzi di coppa Biava che lascia il posto a Cana in coppia con Dias davanti a Marchetti, mentre sugli esterni ci sono Radu e Konko. Rientra Ledesma a far da boa tra difesa e centrocampo lasciando la manovra nelle mani di Hernanes coaudiuvato da Gonzales al centro, con Candreva e Lulic sugli esterni. Confermato ancora in attacco come unica punta Floccari.

Assenze pesanti anche per il Pescara che deve fare a meno di Zanon, Blasi e Weiss per squalifica oltre che di Quintero, Sforzini e Togni per problemi fisici. Prudente lo schieramento di mister Bergodi che si presenta all'Olimpico con un 5-3-2 con la novità Pelizzoli tra i pali dietro i centrali Capuano, Bocchetti e Cosic, esterni bassi Zauri (ex Lazio) e Balzano. Centrocampo affidato al trio Cascione, Bjarnason, Rizzo, in avanti Celik affianca Abbruscato.

PRIMO TEMPO - In un'Olimpico semi-deserto, Lazio e Pescara iniziano la gara studiandosi a vicenda, ma la formazione biancoceleste perde dopo 4 minuti Konko per una botta al ginocchio, al suo posto Pereirinha. Prima palla-goal per i biancocelesti al 13', con Floccari che in piena area di rigore va vicino alla rete con una bella rovesciata che sfila vicino al palo della porta difesa da Pelizzoli.

Gara avara di vere emozioni ma solo di sporadiche conclusioni da fuori area senza mai impensierire i due estremi difensori. Il dominio della Lazio è comunque netto e a sbloccare la partita ci pensa al 29' Radu, al suo primo goal in Serie A, che approfitta di un gran cambio gioco dalla destra, Lulic controlla e appoggia apppena fuori area dove il difensore rumeno fa partire un sinistro che si infila sotto l'incrocio di pali.

Sbloccata la gara la Lazio comincia a gestire il gioco ed approfittando del Pescara ormai in confusione, sigla la seconda rete, questa volta con Lulic che dopo l'assist dell'1-0 al 35' calcia di destro ancora all'incrocio fulminando l'incolpevole portiere abruzzese. Dieci minuti finali del primo tempo in completo controllo della formazione di Petkovic, che non corre alcun pericolo.

SECONDO TEMPO - La ripresa inizia come era finito il primo tempo, con ritmi bassissimi e Lazio pronta ad approfittare di eventuali svarioni della difesa del Pescara, che con due clamorosi errori regala alla Lazio le occasioni per portare a tre le proprie segnature, ma Lulic e Floccari non ne approfittano.

Girandola di sostituzioni nell'ultima mezzora di gara, con il ritorno al calcio giocato di Peppe Sculli per il Pescara e minutaggio nella Lazio per Onazi ed Ederson. Completa gestione senza problemi del risultato sino al 93' per la Lazio, con la partita che non regala altre emozioni.

LA CHIAVE - L'infortunio di Konko ha portato la Lazio a sfruttare maggiormente la fascia sinistra non avendo grande fluidità di manovra sulla destra con Pereirinha ed è proprio da quella parte che arrivano i 2 goal dei biancocelesti, con anche un Lulic quasi ritrovato.

MOVIOLA - Forse non capita spesso in Serie A, ma in questi 93' non ci sono stati clamorosi o curiosi casi da moviola.

Dalle pagelle:

IL MIGLIORE - Lulic. Inizia con qualche balbettio ma poi trova un missile per far vedere al compagno Radu che lui non è da meno. Nella ripresa continua a scartavetrare la fascia sinistra. Ottimo match per lui.

IL PEGGIORE - Abbruscato. Non s'intende col compagni di reparto. Sempre solo, cerca poche volte di farsi vedere.

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