giovedì 3 dicembre 2009

Salisburgo-Lazio 2-1...la Lazio è fuori


La Lazio perde anche a Salisburgo e saluta l’Europa League. La contemporanea vittoria del Villarreal a Sofia, infatti, rende superflua l’ultima giornata del girone. La squadra di Ballardini non aggredisce come dovrebbe e s’inchina al contropiede letale di Tchoyi. Gli altri goal portano la firma di Afolabi e Foggia. Finisce 2-1 nel tripudio austriaco.

In campo – Ballardini è senza scrupoli e manda in campo gli uomini migliori. Le mosse a sorpresa si chiamano Zarate e Foggia, che prendono il posto degli annunciati Rocchi e Makinwa. Conferma per la difesa a 3 con Diakite, Radu e Cribari. Nel Salisburgo spazio per una sola punta: Janko. Ma il centrocampo di Stevens è folto.

Si gioca – La Lazio parte bene: sa di dover vincere e attacca. Le primissime occasioni, infatti, sono di marca biancoceleste. Eliseu, visto raramente in campionato, si libera al tiro, ma la conclusione angolata è parata da Gustafsson. Al 6’ ci prova anche Mauri: la botta dalla distanza termina alta senza impensierire il portiere avversario. Il gioco degli uomini di Ballardini, però, subisce un involuzione col passare dei minuti. Il Salisburgo prende le misure e domina nel possesso palla. Gli unici lampi laziali arrivano da Zarate e Foggia: quest’ultimo è bravo a disimpegnarsi da un paio di avversari, ma il tiro è ribattuto in partenza. Gli austriaci pungono solo con iniziative sporadiche. Dal 17’ al 19’, ad esempio, Schwegler rimette lungo con le mani e Janko, approfittando di due dormite della difesa biancoceleste, è libero di svettare: la prima volta il pallone finisce alto, la seconda a fil di palo, facendo tremare Muslera. E’ proprio l’estremo difensore laziale ad animare la contesa, quando, al 32’ si fionda su Janko per reagire ad un fallo poco ortodosso dell’attaccante. La gara s’innervosisce e la Lazio sta al gioco. Male. La foga non serve per arrivare al goal.

La ripresa non si apre sotto i migliori auspici. Dopo appena 7’ il Salisburgo va in vantaggio con una colpo di testa di Afolabi, bravo a piazzarsi in area e impattare un calcio di punizione proveniente da sinistra. Un goal che sa tanto di eliminazione anticipata. La Lazio deve scuotersi e Ballardini si gioca la seconda carta dalla panchina: Rocchi. Il capitano porta densità negli ultimi sedici metri e il Salisburgo lascia il gioco agli ospiti. Zarate si mette in proprio: guadagna palla ai 30 metri, scarta tre avversari e scarica la sua foga su Gustaffson. Il portiere respinge, ma Foggia arriva da dietro e piazza la zampata del pari. Il momento è propizio: Mauri, però, non riesce a ribadire in rete un pallone teso di Rocchi. Ma è solo pochi minuti dopo, al 70’, che la Lazio si divora un’occasionissima: Rocchi ruba palla in pressione, ma scarica su Gustafsson, Zarate va sulla respinta ma il tiro è fuori dallo specchio. Le ripartenze del Salisburgo, però, fanno cambiare musica al match. Leitgeb si divora un goal semplice impattando sul palo, ma al 78’ Tchoyi è fenomenale: finta e contro finta su Cribari, poi un tocco sotto delizioso che infila Muslera. Il 2-1 è difficile da digerire. Anche se la Lazio è ancora capace di creare grattacapi agli avversari: Makinwa, appena entrato, stacca alla perfezione sull’evoluzione di un corner, ma è sfortunato e colpisce in pieno il legno. Tuttavia è il Salisburgo a rischiare il tris con Janko. Il resto è la triste conclusione di un inizio di stagione inglorioso.

La chiave –
La Lazio non tiene benissimo il campo e aumenta il forcing solo dopo il goal del pari. Ma a quel punto succede l’irreparabile: la squadra di Ballardini, già in difficoltà con la difesa a tre, scuce i reparti e lascia spazio ai contropiedi avversari. Da uno di essi nasce il goal di Tchoyi, ma sul piano del risultato poteva andare addirittura peggio.

La chicca – Al 32’ del primo tempo si consuma la sceneggiata di Janko: l’attaccante, visibilmente provocatore, entra a gamba tesa su Muslera. Poi stramazza quando il portiere va a chiedergli spiegazioni col petto gonfio di rabbia. Il risultato? Un'inspiegabile ammonizione per il laziale. Ma un gigante come Janko non può crollare così facilmente.

Top&Flop –
La Lazio ha paura e non aggredisce la partita: Lichtsteiner e Kolarov non spingono come sanno e Mauri è un corpo estraneo. Zarate è decisivo sul goal, ma finisce per incaponirsi spesso. Nel Salisburgo bene Gustafsson. Tchoyi s’inventa un ‘golazo’, Janko è roccioso.

Paolo Mandarà

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