venerdì 7 gennaio 2011

GENOA-LAZIO 0-0


Tra Genoa e Lazio vincono prima la noia e poi le imprecisioni. Lo zero a zero con cui la partita finisce agli archivi fotografa appieno il senso di un appuntamento che ha fatto emergere i difetti di entrambe le compagini: limiti strutturali e caratteriali per la squadra di Ballardini, incapacità di sfruttare al massimo le debolezze avversarie per quella di Reja. Dopo un primo tempo inutile, la ripresa concede un palo interno di Hernanes e almeno tre occasionissime sprecate in mischia dai Grifoni.

FORMAZIONI – Nel giorno del suo 47° compleanno l’ex-Ballardini davanti al portiere Eduardo propone una linea a 4 composta da Mesto, Kaladze, Dainelli, e Criscito; in mezzo Milanetto vince il ballottaggio con Veloso sistemandosi in cabina di regia tra Rafinha e Rossi recuperato a tempo di record; il rientrante Jankovic fa il trequartista; Destro e Toni terminali offensivi. Reja, che per squalifica siede in tribuna cedendo la panchina a Lopez, schiera Muslera protetto da Lichtsteiner, Biava, Dias e il rientrante Radu; più avanti Ledesma (preferito a Matuzalem) e Brocchi si sistemano alle spalle del trio Zarate, Hernanes e Mauri; prima punta è l’ex-Floccari.

PARTITA – Gli unici brividi del primo pomeriggio marassino li offre la temperatura prossima allo zero che incornicia un gara brutta costituita da manovre ingessate e idee pressoché nulle. Se alla Lazio va quantomeno dato il merito di aver gestito palla con maggior continuità, il Genoa conferma che l'atmosfera da cantiere in perenne lavori in corso non serve a stimolare i protagonisti. Sul piano delle conclusioni la prima frazione offre solo un diagonale a lato di Floccari e un tiro-cross di Rafinha.

La ripresa propone contendenti più spregiudicati. I biancocelesti vengono subito fermati da un palo interno su destro dal limite di Hernanes il cui effetto principale è quello di destare dal torpore i padroni di casa. Così, sospinti a gran voce dai propri tifosi, i calciatori genoani iniziano a creare mischie nell'area laziale. Muslera prima si salva di pugno su punizione di Jankovic e poi viene graziato da Toni che, al momento di sbattere in rete di testa un cross di Destro, viene anticipato da Lichtsteiner. Portiere ospite in evidenza anche al momento di uscire su Rossi pronto a concludere. La vorticosa girandola di sostituzioni nel finale non incide sugli equilibri del risultato.

CHIAVE - La lunga pausa natalizia e gli eccessi di baldoria evidentemente non producono una partita degna della massima competizione calcistica nazionale. A fare da padrone sono la confusione e l'incapacità di entrambe le formazioni di dare quel pizzico in più che sarebbe stato legittimo aspettarsi.

CHICCA - Al 40' un colpo di tacco di Mauri lancia in area Floccari che, al momento di battere a colpo sicuro, viene fermato da un provvidenziale intervento di Kaladze che è l'emblema del senso della posizione e dell'esperienza. E' l'azione più spettacolare del match.

TATTICA - 4-3-1-2 per Ballardini; 4-2-3-1 per Reja.

MOVIOLA - Se i precedenti con il Genoa sono sostanzialmente in parità, Romeo continua a rappresentare una sorta di tabù per la Lazio che con l’arbitro della sezione di Verona ha ottenuto solo la miseria di due punticini. Gara non complicata e diretta in maniera sufficiente anche se assurda, per eccesso di fiscalità, è parsa la decisione di fischiare la fine del primo tempo all'esatto scoccare del 45' con Destro lanciato verso Muslera.

PROMOSSI & BOCCIATI - Dopo due anni di calvario a causa di infortuni gravissimi Jankovic (Voto 6.5) torna dal primo minuto con l’impegnativo compito di agire dietro alle punte. Il serbo dimostra di non aver smarrito la tecnica che ne hanno fatto la fortuna nel mondo del football. Ritrovato. Luca Toni prova ancora a scacciare la maledizione del 100° gol in serie A. Solito buon impegno, soliti poveri risultati. Muslera (Voto 6.5) riesce a non addormentarsi e, nel secondo tempo, è bravo nello sbattere la porta in faccia agli avversari. Floccari (Voto 6), dopo le due poco fortunate parentesi in rossoblù, torna al Ferraris con ancora il piacevole sapore del gol-sgambetto che l’anno scorso permise al club di Lotito di imporsi per 2-1. Davanti al suo grande estimatore Ballardini, che lo volle fortemente alla Lazio, l'attaccante si disimpegna senza grosse sbavature ma senza neeppure trovare la via della rete. Degni di nota i cori e gli striscioni che i genoani dedicano a ricordo di Gabriele Sandri. Il pensiero ha valore ancor maggiore in considerazione del fatto che le due tifoserie sono tutt'altro che amiche. Voto 8 a chi, ancora una volta, ha saputo anteporre il rispetto all'odio.

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